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Autore: Marss    25/09/2014    2 recensioni
Sono Martina, ho 17 anni e sono la povera vittima di un noioso ed obbligatorio stage aziendale. Un intero mese di lavoro alla reception di un villaggio turistico in Basilicata. Sì, perché dovevo per forza complicarmi la vita, non potevo certo scegliere un albergo a Milano, magari anche vicino a casa!
Comunque, le cose non andranno poi tanto male. Soprattutto quando incontrerò Davide, animatore romano dagli splendidi occhi neri e dal sorriso mozzafiato...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti! E' passato un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento, mi dispiace veramente molto! Questo era un capitolo importante e, tra le vacanze e il resto, non ho mai avuto molto tempo per scriverlo decentemente! Spero di essere riuscita a ricavarne qualcosa di buono :)
Un bacione e grazie a quelle persone che seguono e recensiscono questa storia!
Marss








Capitolo venticinque - “Allora addio” “No. Arrivederci”

 






 

28 Giugno, ore 7.30

 

Sospirai quando suonò la sveglia. L'ultimo, temutissimo giorno era arrivato, l'indomani io e Laura saremmo ritornate a casa, a Milano. Mi misi a sedere e osservai malinconica la nostra stanza, il nostro rifugio per quel fantastico e strano mese. Feci scorrere le sguardo su tutto il perimetro della camera, ricordando il giorno del nostro arrivo e la nostra infelicità iniziale. Sorrisi al ricordo di quella serata, quasi mi rividi disperata davanti alla valigia aperta sul letto, mentre sistemavo i vestiti nell'armadio e cercavo di capire per quale assurdo motivo avessi scelto proprio la Basilicata, così lontana da casa mia, per quell'esperienza. Sorrisi, e realizzai che quel noioso e obbligatorio stage aziendale era stata l'esperienza più bella che avessi mai vissuto.
Gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime, ma le ricacciai indietro, non potevo certo abbandonarmi ai pianti isterici già ad inizio giornata! Corsi in bagno a lavarmi e scesi a fare colazione insieme a Laura, dove incontrammo tutti gli altri. Poi io e Lisa ci avviammo lentamente verso la reception. Per fortuna quella mattina c'erano Gabriele, Maurizio e Giulia, potevo chiudere in bellezza la serie di turni lavorativi.
-Ei bionda, perché quella faccia da funerale?- mi chiese Maurizio appena mi vide
-E' l'ultimo giorno oggi...- risposi
-Cavoli è vero! Evvai, finalmente ci liberiamo di una stagista!- esclamò Gabriele, raggiungendoci ridendo
-Molto, molto simpatico davvero!- gli feci una linguaccia -tanto lo so che vi mancherò un sacco, ammettetelo!
-Ovvio cara, a chi faremo i nostri perfidi scherzi?- Gabriele mi mise un braccio attorno alle spalle e mi strinse a sé affettuosamente.
-Mi mancherete anche voi- mi sforzai di sorridere, non volevo iniziare il turno piangendo
-Forza, basta piagnistei! Al lavoro, su su su!- disse Maurizio, battendo le mani ed esortandoci ad avvicinarci alle nostre postazioni.
La mattinata trascorse piuttosto tranquillamente. Accompagnai in stanza qualche ospite distratto che aveva perso la chiave, risposi al telefono prendendo i dati per i preventivi e risi come una matta alle battute di Gabriele e Maurizio. Tutto nella norma, quindi! Annalisa non era in ufficio quella mattina, così nei momenti “morti” i responsabili ci permisero di mettere un po' di musica, improvvisando anche coreografie e ballando insieme alcuni famosi balli di gruppo. Gli ospiti sembravano gradire i nostri spettacolini, si avvicinavano alla reception ridendo e decisamente di buon umore
-Avremmo dovuto farlo prima! Ci saremmo risparmiati scenate isteriche e qualche cliente insoddisfatto- commentò Lisa


Ore 15.30
La fine del turno, purtroppo, arrivò molto più velocemente del previsto. Laura e Sara arrivarono puntuali insieme a Barbara, Katia e Francesca, e io cominciai a salutare i nostri responsabili.
-E' stato un piacere lavorare con te!- disse Barbara, abbracciandoci
-Anche per me, davvero- sorrisi, ricambiando l'abbraccio. Questa volta non provai nemmeno a fermare le lacrime, sapevo che sarebbe stato inutile
-Bionda ti prego non piangere, se no comincio anche io!- esclamò Maurizio guardandomi in faccia
-Allora mi sa che ci toccherà preparare i fazzoletti...- mormorai
Francesca e Katia mi salutarono velocemente poi andarono in giardino a fumare una sigaretta. Gli altri invece si fermarono un po' a chiacchierare, ricordando i nostri primi giorni di lavoro insieme
-Mi ricorderò sempre la faccia impaurita di Martina il primo giorno!- cominciò Giulia
-E chi se la scorda più! Sembrava un cucciolo abbandonato- continuò Gabriele
-...e lo scherzo del crocifisso? Ve lo ricordate quello?- proseguì Maurizio, raccontando nuovamente l'episodio e facendoci ridere tutti
-...e quando abbiamo stampato la foto del profilo di Lisa e l'abbiamo appesa per tutto il villaggio?
-Avrei voluto uccidervi quel giorno...- ringhiò la ragazza
-Lo sai che in fondo ti vogliamo bene! Mauri, ti ricordi quando le abbiamo inseguite con il ghiaccio spray?
-...e quando le abbiamo imbrattate da capo a piedi con il pennarello indelebile?
-...e quando le abbiamo fatte correre per tutto il villaggio per cercare una chiave che, in realtà, avevamo noi in tasca?
-...e quando abbiamo fatto squillare il telefono facendo finta di essere dei supervisori? Volevamo sapere se, in quanto stagiste, venivano sfruttate!
Continuammo a ridere come matti, ricordando tutti gli scherzi che Gabriele e Maurizio ci avevano fatto. Alla fine li abbracciai forte, stampando un bacio sulla guancia ad entrambi
-Mi mancherete tantissimo, se non dimenticherò mai questa esperienza lavorativa sarà soprattutto grazie a voi!- dissi, asciugandomi una lacrima con il dorso della mano.
-Ci mancherai anche tu, bionda
Alla fine Lisa e io ci allontanammo dalla reception, continuando a salutare con la mano in modo teatrale i nostri responsabili.
In corridoio incontrammo Valeria e Giada, di ritorno dal loro turno
-Marti, tutto bene?- mi chiese la prima
-Sì, tranquilla. Ho solo salutato i miei responsabili... odio gli addii, piango sempre!- sospirai
-Anche io! Non so come farò domani a salutare tutti quelli di sala e di cucina- disse Giada. Gli altri stagisti sarebbero partiti il giorno dopo nel tardo pomeriggio. Tutti quindi avrebbero dovuto fare un altro turno di lavoro.
-Forza cara, asciugati il viso e cambiati! Ti aspettiamo qui fuori- mi disse Valeria
Mi ricordai improvvisamente dei nostri piani per quel pomeriggio e sorrisi istintivamente. Io, Valeria, Giada e Lisa dovevamo incontrarci con Matteo, Marko e Davide per andare in spiaggia. I tre avevano giornata libera e avevamo pensato di passare con loro il nostro ultimo giorno. O, più precisamente, il mio ultimo giorno.
-Faccio in un lampo!- esclamai. Corsi in camera e mi cambiai velocemente, infilando il costume, sciacquandomi il viso e preparando la borsa per la spiaggia.
Uscii e trovai anche Marko e Matteo ad aspettarmi.
Salutai tutti con un gran sorriso -Ciao Marko con la “k”!- esclamai, rivolta al ragazzo.
Lui rispose al saluto e mi mise un braccio intorno alle spalle mentre ci incamminavamo fuori dal corridoio ed uscivamo.
Ovviamente non potevamo farci vedere tutti insieme nella spiaggia privata del villaggio, così decidemmo di dirigerci verso un pezzo di spiaggia libera, lontani da eventuali occhi indiscreti. Il tempo non era splendido, il sole veniva troppo spesso coperto da nuvoloni grigi e il vento freddo sollevava i nostri asciugamani.
-Che sfiga, ultimo giorno di mare e fa un freddo cane!- esclamai. Nessuno aveva ancora avuto il coraggio di spogliarsi, il vento era troppo fastidioso. L'acqua, neanche a parlarne, era gelida. Ci sedemmo tutti vicini sugli asciugamani e cominciammo a parlare, ridere e scherzare. Avevo con me la macchina fotografica, così scattammo anche qualche foto di gruppo. Riuscii quasi a non pensare alla mia imminente partenza, riuscii a lasciarmi andare, a ridere senza pensare a niente. Marko e Matteo continuavano a fare battute idiote, a rotolarsi nella sabbia e a scattarsi buffi autoscatti.
-Se ti azzardi a pubblicare una sola di queste foto, giuro che vengo a Milano a picchiarti!- mi minacciò Marko
-Ma come, siete così fotogenici! La prima cosa che farò, una volta arrivata a casa, sarà condividere questi splendidi scatti su Facebook!
-Non ci provare nemmeno! Anzi, eliminiamo subito il problema... dammi la macchina fotografica che le cancello!
Riuscii a scansare la sua mano e mi alzai. Marko cominciò a rincorrermi, inciampando diverse volte nella sabbia, senza riuscire ad afferrarmi. Risi e tornai al mio posto, infilai la macchina nella borsa e me la strinsi al petto, guardando il ragazzo con aria di sfida. Alla fine si arrese e si lasciò cadere sfinito accanto a me
-Marti, ma Davide dov'è finito?- mi chiese Valeria ad un certo punto.
Già, mancava solo lui. L'avevo chiamato durante il tragitto e aveva detto che ci avrebbe raggiunto un po' più tardi
-In teoria è di guardia davanti alla lavatrice! Ha messo a lavare la divisa e ha paura che qualcuno la scambi per propria e che la rubi. Dovrebbe arrivare tra poco, comunque.- risposi. Gli altri continuarono a scherzare tra loro, ma non gli diedi retta, troppo impegnata a fissare lo schermo del cellulare in attesa di un messaggio o una chiamata di Davide. Mi spazientii velocemente e lo chiamai

D: “Dimmi Martì!”
M: “Dove cavolo sei? Siamo qui da un'ora e mezza ormai”
D: “Scusa, la lavatrice ha finito ora. Porto la roba in camera e arrivo”
M: “Il bucato era così importante? Più importante che passare il pomeriggio con me?”
D: “Dovevo lavare la divisa per forza, se non la indosso pulita domani, Mari mi fa il culo”
M: “Sisi va bene, come vuoi. Siamo cinque spiagge a destra rispetto allo stabilimento del villaggio, nel caso ti interessasse!”
D: “Tra quindici minuti al massimo sono lì. Non vedo....”

Non sentii il resto della frase perché chiusi la conversazione, sbuffando frustrata. Insomma, non volevo essere maleducata, ma cavoli! Era il mio ultimo giorno, l'ultimo pomeriggio che passavo al villaggio. Sarei ripartita il mattino seguente e queste erano le ultime ore che potevo passare insieme agli altri, ma soprattutto insieme a Davide. Io abitavo a Milano, lui a Roma, chissà quando saremmo riusciti a rivederci.
-Tutto ok?- mi chiese Giada dolcemente
-Sì. Anzi no, quel coglione è ancora imbambolato davanti alla lavatrice. Evidentemente è più interessante di un pomeriggio insieme.
-Lo sai che Mariagrazia lo ammazza se non ha la divisa pronta! E' già appeso ad un filo, non gli conviene farsi sgridare ancora
-Lo so, ma poteva benissimo farlo prima! O stasera, insomma ne ha di tempo!
-Ei, è un ragazzo! Non possiamo certo pretendere che faccia questi ragionamenti!- concluse lei, facendomi l'occhiolino. Le sorrisi, grata per le parole di conforto e tornai a prestare attenzione ai discorsi di Matteo e Marko.
-Guarda un po' chi arriva...- esclamò Matteo ad un certo punto. Ci voltammo tutti, la figura di Davide cominciava ad intravedersi in lontananza. Come gli altri due, indossava il costume della divisa. Lo vidi sorridermi ma distolsi lo sguardo, ancora leggermente offesa. Il ragazzo si fermò vicino al bagnasciuga, appoggiò la sua roba sulla sabbia e allargò le braccia.
-Sta aspettando te- mi sussurrò Valeria
-Andiamo, non tenergli il muso proprio oggi!- aggiunse Lisa.
Mi voltai a guardarlo, feci un teatrale sospiro e mi alzai, correndogli in contro sorridendo. Gli circondai il collo con le braccia e lui mi afferrò saldamente i fianchi, sollevandomi da terra. Restai aggrappata a lui, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e cominciando a riempire la sua pelle di baci delicati. Avvicinai il viso al suo e presi a baciarlo più profondamente, infilando le mani fra i suoi capelli. Mi strinse più forte a sé, facendomi sentire sicura, protetta e in pace con il mondo intero. Il vento sembrava soffiare un po' meno forte, le onde che si infrangevano sulla spiaggia facevano un po' meno rumore, le risate degli altri erano solo un lieve brusio di sottofondo. Era così, quando stavo con lui, tutto il mondo sembrava tacere.
-Scusami.- mi soffiò sulle labbra -non volevo metterti in secondo piano, davvero. Non voglio trovare scuse, solo.... scusami.
Gli sorrisi e lo misi a tacere con un altro bacio -Sei qui adesso. Va tutto bene
Continuai a baciarlo finché la voce di Marko non ci riportò alla realtà.
-Noi cominciamo ad andare, sono le 17.15...- disse il ragazzo, sorridendoci
Gli altri stavano raccogliendo le loro cose e si avviavano verso la pineta, pronti a tornare in villaggio. Guardai Davide, cercando di capire cosa avesse intenzione di fare
-Noi restiamo qui un altro po'... ci vediamo a cena!- rispose lui, lasciandomi andare.
Quando gli altri se ne furono andati definitivamente tornai a guardare il ragazzo con aria interrogativa
-Che facciamo?- chiesi
-Beh, l'ultima volta che siamo stati in spiaggia non abbiamo potuto fare il bagno insieme...- cominciò lui -...quindi pensavo che sarebbe carino farlo adesso.
Alzai un sopracciglio -Adesso? Ma fa freddo! L'acqua è gelida, non c'è nemmeno un raggio di sole e c'è vento.
-Andiamo piccola, solo un secondo
-Non ci penso nemmeno, non voglio congelare!
-Eddai...- si avvicinò a me e mi prese per mano, trascinandomi dolcemente verso la riva
-No Davide, sono seria! E non fare la faccia da cucciolo, oggi non funziona!- provai a replicare. Ma la faccia da cucciolo di Davide funzionava eccome!
-Solo per poco, promesso- disse lui, cominciando a sfilarmi la maglietta. Il sorriso malizioso che aggiunse agli occhi dolci fu il colpo di grazia. Mi lasciai spogliare e poi lo seguii docilmente. Rabbrividii quando l'acqua gelida mi accarezzò le gambe, ma non dissi nulla, continuando a stringere la mano di Davide. Lui si voltò a guardarmi, sorrise e poi si buttò in mare, riemergendo dopo qualche secondo a poche bracciate di distanza.
-Ti conviene buttarti, fuori prendi più freddo!- esclamò, avvicinandosi
Mi feci coraggio e mi immersi completamente, lanciando un gridolino per il freddo. Davide mi raggiunse velocemente e mi prese in braccio, stringendomi forte a sé. Mi aggrappai a lui e smisi di tremare, travolta da un'improvvisa ondata di calore. Prese a baciarmi lentamente il viso, partendo dalle tempie fino ad arrivare alle labbra. Con una mano mi teneva stretta a sé, mentre l'altra scivolò sul mio ventre, risalì verso il seno e poi tornò verso il basso. Mi strinsi più forte a lui mentre faceva entrare le sue dita nel costume e poi dentro di me. Sospirai e lo baciai più profondamente, non desideravo altro che sentirlo il più possibile vicino a me. Il suo toccò si fece più rapido, sentii un brivido di piacere percorrermi la schiena, contrassi i muscoli ma non smisi nemmeno un secondo di baciarlo. Lentamente si staccò da me e sorrise. Restammo a guardarci negli occhi per molto tempo, ognuno perso nei propri pensieri, accarezzati dalle onde. Poi Davide mi lasciò andare, mi prese per mano e mi guidò fuori dall'acqua, dirigendosi verso i nostri asciugamani. Uscire fu uno shock, l'aria fredda mi investì e ripresi a tremare. Mi avvolsi nell'asciugamano e mi avvicinai a Davide, che non esitò ad abbracciarmi.
-Vieni, stendiamoci qui- disse. Mise il suo asciugamano sulla sabbia e si sdraiò, facendomi segno di seguirlo. Mi sdraiai accanto a lui e coprii entrambi con il mio asciugamano, poi tornai a guardarlo negli occhi. Riprendemmo a baciarci, questa volta in modo più dolce e delicato. Mi accarezzò lentamente la schiena e io misi le mani sul suo petto, scendendo poi lentamente verso la pancia fino all'orlo del suo costume. Quando cominciai ad accarezzarlo fu il suo turno di sospirare, prese a baciarmi con più foga, affondando le mani nei miei capelli, tirandoli appena. Sorrisi soddisfatta, mi piaceva sapere di riuscire a procurargli quella reazione. Contrasse i muscoli e venne, gemendo leggermente sulle mie labbra.
-Sei...fantastica- disse, staccando leggermente il viso per potermi guardare meglio.
-Anche tu- lo baciai nuovamente, saziandomi del sapore delle sue labbra.

-Metto un po' di musica, ti va?
La spiaggia era deserta, cominciava a farsi tardi. Il vento aveva continuato a soffiare incessantemente, ma accanto a Davide non sentivo il freddo.
-Va bene. Scegli tu
Prese il cellulare e cercò una canzone adatta. Le prime note partirono e io le riconobbi subito. Guardai Davide e gli occhi presero a riempirsi di lacrime.
-Sono un ragazzo romantico, lo so- disse lui, sfoderando quel sorriso che mi faceva impazzire
La melodia di “I will always love you” cominciò a farsi più forte e la bellissima voce di Whitney Houston mi riempì le orecchie. Buttai le braccia intorno al collo del ragazzo, nascondendo il viso e respirando a pieni polmoni il suo profumo. Una lacrima mi rigò il volto, ma la fermai prima che Davide se ne accorgesse. Non volevo piangere, non ancora, non volevo rovinare quel bellissimo momento. Davide mi abbracciò, mi strinse forte e mi trascinò su di sé, giocherellando con i miei capelli. Rimanemmo in quella posizione fino alla fine della canzone, non mi mossi nemmeno quando la melodia terminò.
-Hai il profumo più buono del mondo- gli dissi ad un certo punto, per spezzare quel silenzio colmo di emozioni. -Vorrei poterlo sentire sempre. Quando esco con te non spruzzo mai il mio profumo, perché mi piace andare a dormire con il tuo addosso.
Mi guardò con dolcezza e mi baciò, senza aggiungere niente. Ricambiai volentieri, accarezzandogli i capelli e il viso.


Ore 18.15
-Mi sa che dobbiamo andare- dissi, controllando l'orologio.
-Odio quando lo dici!
Gli diedi un altro bacio, poi mi alzai e cominciai a raccogliere le nostre cose. Ci incamminammo insieme verso il villaggio, tenendoci per mano. All'ingresso ci separammo
-Stasera non facciamo tardi, niente prove. Appena finiamo ti scrivo
-Devo passare un po' di tempo con gli altri oggi, è l'ultima volta che stiamo insieme. Io e te abbiamo tutta la notte.- dissi, dandogli un ultimo bacio e allontanandomi.
Con le farfalle nello stomaco corsi fino alla mia stanza. Mi fiondai in doccia e mi vestii, poi scesi per la cena con i capelli ancora fradici.
-Tutto bene?- mi chiese Valeria ridendo, vedendomi arrivare
-Sì, ero in ritardo, non sono riuscita ad asciugarmi del tutto!
-E dimmi, come mai eri in ritardo...?- il tono malizioso di Pasquale non mi sorprese.
-Niente che ti riguardi caro!- risposi, facendogli l'occhiolino.
Ci sedemmo tutti insieme per l'ultima volta.
-Cavoli... questa è proprio la nostra ultima cena!- esclamò Leonardo, guardandoci.
-Mi mancherà questo posto- Laura fece scorrere lo sguardo sulla mensa e su tutte le persone che stavano mangiando.
-Mancherà tanto anche a me- risposi, sospirando. Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, ognuno preso dai propri tristi pensieri. Poi Pasquale cominciò a fare un'imitazione di Ligabue e il morale si risollevò. Lo ringrazia mentalmente, non avrei sopportato altre lacrime anche a tavola!
-Che facciamo stasera?- chiese Luca mentre sparecchiavamo
-Direi che dobbiamo vedere l'ultimo spettacolo...- cominciò Giada
-...ballare qualcosa insieme agli ospiti...- continuò Lisa
-... e passare a salutare fotografi e barman!- conclusi io. Volevo assolutamente salutare Domenico, uno dei baristi. Era un uomo veramente simpatico, minuto e magrolino, lo conoscevano tutti e tutti lo adoravano! Ogni volta che vedeva noi stagisti si fermava a chiacchierare, ci raccontava spesso di sua moglie, della sua famiglia e del suo lavoro. Noi ragazze eravamo “le sue cucciole”, ce lo ripeteva sempre in tono affettuoso.
-Sono riuscito a procurarmi un po' di alcolici, festeggiamo per bene la nostra ultima sera!- esclamò Pasquale
Laura e Sara tornarono al lavoro, mentre io e Lisa rientrammo nelle nostre stanze. Entrai in camera ma lasciai la porta aperta, mi piaceva sentire il casino che facevano gli animatori in corridoio, qualcuno ogni tanto entrava e mi salutava. Buttai la valigia sul letto e rimasi a fissarla, le braccia abbandonate lungo i fianchi e un grande vuoto nella testa.
-Ei bel culo, te ne vai?- Marco entrò nella stanza con un gran sorriso stampato in faccia
-Sì, io e Laura partiamo domani mattina...
-E' già passato un mese? Cavoli, non mi sembra vero- disse lui sospirando
-Non dirlo a me guarda!
-Stasera non abbiamo le prove... magari ci becchiamo in corridoio e ci salutiamo!-propose
-Volentieri! Possiamo bere qualcosa insieme. Mi mancherete un sacco- mormorai
-Anche voi ci mancherete!- in mezzo secondo mi ritrovai addosso a lui. Mi stava... abbracciando?! Sì, mi sarebbero veramente mancati questi momenti!


Ore 21.15
Rassegnata, abbandonai la valigia e corsi in bagno a cambiarmi. Non ero riuscita a finire di raggruppare le mie cose, presa dalla malinconia e dai ricordi. I ragazzi dell'animazione poi non erano stati d'aiuto, visto che continuavano ad entrare per salutarmi e fare quattro chiacchiere. Ma di questo non potevo certo lamentarmi, avevo lasciato volutamente la porta aperta...
Mi guardai allo specchio un'ultima volta e respirai profondamente, imponendomi di non farmi venire un altro attacco di pianto. Poi uscii, andai a chiamare Lisa e insieme ci dirigemmo per l'ultima volta verso l'anfiteatro. Lo spettacolo fu bello come sempre, pensare che sarebbe stata l'ultima volta che lo vedevo mi metteva una tristezza infinita, ma mi sforzai di non pensarci. Davide ballava e sorrideva, ogni tanto lanciava qualche occhiata nella mia direzione e mi faceva l'occhiolino. Stare con lui, ricevere quel tipo di attenzioni, mi rendeva estremamente felice. Quando tutto finì ci avviammo verso il bar della piscina, pronti a salutare tutti.
-Cucciole!- esclamò Domenico vedendoci arrivare. Ci avvicinammo e chiacchierammo con lui mentre serviva gli ospiti. -Volete qualcosa da bere ragazzi? Vi preparo il mio famoso Mojito?- ci chiese. Il sui erano i Mojito più buoni che avessi mai assaggiato.
-Massì dai, cominciamo con qualcosa di leggero!- esclamò Federico. Salutammo qualche ospite sorridente mentre aspettavamo i nostri cocktails, poi ci sedemmo al solito tavolo vicino alla pista da ballo. Tutti si muovevano al ritmo dei balli di gruppo, seguendo i passi di Andrea. Valeria lo guardò con aria sognante, mentre noi la prendevamo in giro, indisturbati.
-Vale, levati quegli occhi a cuoricino per favore!- le disse Alberto ridendo. La ragazza si risvegliò dai suoi sogni e ci guardò, confusa. Scoppiammo tutti a ridere e continuammo così per gran parte della serata. Non c'era tristezza nei nostri discorsi, nessuna traccia di malinconia, rimpianto o disperazione. Ci godevamo il tempo che ci rimaneva a disposizione, cercando di non pensare troppo. Gli animatori andavano e venivano, saltellavano da un tavolo all'altro cercando di chiacchierare con tutti e di portare più gente possibile verso la pista da ballo. A mezzanotte la musica cessò, Andrea e gli altri ringraziarono e augurarono la buona notte.
-Che dite, ce ne andiamo anche noi?- propose Luca
Ci alzammo e ci dirigemmo verso il gabbiotto dei fotografi, che avevano immortalato ogni momento della nostra esperienza con magnifiche foto. Salutammo tutti e poi passammo al bar, dove Domenico e Antonio ci aspettavano a braccia aperte.
-Tesori, come faremo senza di voi?- disse Antonio, abbracciandoci uno a uno e dandoci un rumoroso bacio sulla fronte
-Le mie cucciole, venite qui!- Domenico ci attirò tutte a sé e ci strinse forte, augurandoci il meglio per il nostro futuro. Con gli occhi lucidi ci allontanammo, continuando a salutarli con la mano e a mandare scherzosi bacini ad Antonio.
Una volta in corridoio entrammo in camera dei ragazzi, dove Pasquale aveva sistemato le bevande. Il lavandino in bagno era zeppo di ghiaccio e al suo interno aveva sistemato diverse bottiglie di alcolici e succhi di frutta.
-Cavoli, che organizzazione!- esclamò Giada, sorpresa. Federico e Pasquale cominciarono a preparare drink, versando nei bicchieri qualsiasi cosa gli capitasse a tiro e distribuendoceli.
-Sicuri che siano bevibili?- chiese Sara, leggermente perplessa. Nessuna di noi osò assaggiare quella roba
-Fidatevi! L'ultima volta nessuno si è lamentato, o sbaglio?- Federico, in effetti, aveva ragione. Uno solo di quei nuovi drink, comunque, fu sufficiente a farci passare la tristezza. Cominciammo a gironzolare per il corridoio, canticchiando la sigla del villaggio e brandendo la macchina fotografica.
-Foto di gruppo! Foto di gruppo!- urlò Valeria ad un certo punto. Posizionai la macchina su una mensola e corsi a raggiungere gli altri mentre la lucina rossa dell'autoscatto cominciava a lampeggiare. Ripetemmo l'operazione diverse volte, facendo facce buffe, linguacce e gestacci vari. Ci scattammo molte fotografie, nelle nostre stanze ed in corridoio.
-Voglio una foto con la milanese!- esclamò Federico. Valeria prese la macchina fotografica e il ragazzo mi sollevò con facilità da terra, tenendomi stretta per la vita e sorridendo sornione. Risi, poi scorsi una figura all'ingresso del corridoio. Davide osservava la scena, per nulla contento del gesto del mio amico.
-Ok, puoi farmi scendere ora!- dissi a Federico, che ancora mi teneva stretta.
-Ah sì... scusa...- un po' imbarazzato, lasciò la presa, rimettendomi a terra. Davide, nel frattempo, si era avvicinato a noi.
-Ciao ragazzi!- salutò con un tiratissimo sorriso, poi mi afferrò per i fianchi e incollò le sue labbra alle mie, baciandomi davanti a tutti. Luca e Pasquale fischiarono di approvazione. Risposi al bacio ma mi staccai quasi subito, leggermente infastidita da quel gesto. Scoccai un'occhiata di rimprovero al mio ragazzo, avrei chiesto spiegazioni più tardi.
-Vuoi bere qualcosa?- Giada uscì dalla camera dei ragazzi con un drink per Davide.
-Volentieri, grazie- E figuriamoci se rifiutava!
Intanto qualche altro animatore cominciava a farsi vedere in corridoio, non avendo le prove rientravano abbastanza presto. Tutti ci salutarono e, ovviamente, passarono per la camera dei ragazzi a prendere da bere! Il corridoio era ormai un casino, tutti parlavano, urlavano, ridevano. I responsabili dell'equipe non erano rientrati, pareva fossero andati a prendere un gelato nel paese vicino. Pasquale, che aveva bevuto decisamente troppo, correva ovunque, cantando e fermando tutte le animatrici per flirtare. Alle 2 decidemmo che era ora di fare meno casino, non volevamo che nessun ospite si lamentasse. Quasi tutti gli animatori rientrarono nelle loro stanze o uscirono sulle scale a fumare un'ultima sigaretta. Davide mi fece segno di chiamarlo, mentre Marco si avvicinò a Laura. Li vidi parlottare vicino alla nostra stanza, mentre io e Valeria cercavamo di recuperare Pasquale per portarlo a letto. Tutti noi stagisti ci riunimmo, per l'ultima volta, nella camera dei ragazzi.
-Credo sia ora di salutarci...- disse Lisa. Eravamo seduti sui letti, ma nessuno parlava.
-E' stato il mese più strano e fantastico che abbia mai passato. Quando sono partita, avrei preferito farmi investire dal treno in corsa piuttosto che arrivare qui. Ma poi ho conosciuto voi, ho conosciuto nove persone stupende che hanno reso unica quest'esperienza, che hanno colorato le giornate e reso interessante ogni minima cosa. Non dimenticherò mai questi momenti passati con voi, non dimenticherò mai le giornate in spiaggia, le serate al bar, le risate davanti alla lavatrice che si muove da sola, le imitazioni, il karaoke, le fughe notturne, le feste. Non vi dimenticherò mai, davvero.- mentre parlavo, le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi.
-Sono stato davvero benissimo con voi, siamo tutti diversi ma ci siamo trovati alla grande insieme- intervenne Leonardo.
Ci abbracciammo stretti, lasciando scorrere le lacrime e promettendoci di rivederci, alla fine dell'estate.
-Grazie davvero di tutto- mormorò Giada, abbracciando nuovamente tutti.
Restammo così, sospesi, a scambiarci promesse e sorrisi d'incoraggiamento.
-A che ora partite domani?- mi chiese Alberto.
-Abbiamo il treno alle 8.30, ci incontriamo con il direttore nella hall alle 8.
Ci salutammo e abbracciammo ancora una volta, poi noi ragazze uscimmo dalla stanza. Rimanemmo ferme un secondo, asciugandoci le lacrime e levando il mascara sbavato sulle guance.
-Che si fa ora?- chiese Valeria
-Mando un messaggio a Davide e ci incontriamo tutti al bar fuori dal villaggio.- risposi- vieni anche tu Laura?
-Ehm... no, tranquille, io resto qui. Finisco di fare la valigia e vado a letto, ho sonno.
-Sicura? Chiediamo anche a Marco di venire...- rispose Giada
-Non preoccupatevi, sono stanca e domani ci alziamo presto. Andate voi- detto questo, Laura entrò in camera. Anche Sara e Lisa decisero di restare in villaggio.

M: “Noi ci siamo, quando volete possiamo vederci”
D: “Perfetto, cominciate ad avviarvi, vi raggiungiamo”

Raggiungemmo la hall e poi salutammo Giuseppe, che ci aprì il cancello augurandoci di passare una buona nottata. Davide, Andrea e Matteo si avvicinarono a noi qualche minuto dopo.
-Spiaggia?- propose Matteo, prendendo per mano Giada
Ci addentrammo nella pineta, chiacchierando e facendo battute. Il cielo era limpido e la luna illuminava il sentiero, per fortuna il vento del pomeriggio era scomparso, ma la serata era fresca abbastanza da costringerci a tenere addosso le felpe. Una volta in spiaggia ci dividemmo, Davide corse come al solito ad accaparrarsi i due lettini in prima fila. Ci sdraiammo uno accanto all'altro e restammo in silenzio per un po', ascoltando il rumore delle onde e osservando le stelle. Mi voltai a guardarlo, osservai il suo viso, gli occhi scuri illuminati dalla luna, le labbra carnose. Come avrei fatto senza di lui? Gli accarezzai il collo, poi il mento e le guance. Chiuse gli occhi a quel contatto, sorridendo. Poi si girò, mi prese il viso tra le mani e mi baciò con passione. Feci aderire il mio corpo al suo, volevo sentirlo vicino il più possibile, volevo imprimermi nella mente ogni dettaglio di lui, ogni sensazione, ogni emozione. Mi accarezzò le spalle e la schiena, scese sui fianchi e poi deviò verso i bottoni dei jeans. Infilò le dita e cominciò ad accarezzarmi. Sospirai e lo strinsi più forte, tirandogli leggermente i capelli. Gli mordicchiai il labbro inferiore mentre il suo tocco aumentava, andando allo stesso ritmo del battito del mio cuore. Poi rallentò, staccai le labbra dalle sue per riprendere fiato. Incollò i suoi occhi ai miei, le fronti si toccavano e i nasi si sfioravano. Mi persi in quei pozzi scuri e mi resi conto che non avrei più potuto farne a meno.
-Se continui così, mi farai innamorare- sussurrai, senza distogliere lo sguardo. Non potevo credere di averlo detto davvero! Il lampo di sorpresa che attraversò i suoi occhi mi fece pentire immediatamente. Ma poi mi sorrise e tutte le preoccupazioni scomparvero. Mi baciò, un bacio tenero e delicato. Lo abbracciai, appoggiando il viso sul suo petto.
-Martina, Martina, Martina... come farò senza di te?- disse, osservando il cielo e tenendomi stretta a sé, la mano che mi accarezzava leggermente il fianco
-Promettimi che verrai a Milano a trovarmi, appena finisci.
Il suo silenzio mi innervosì. Mi sollevai sui gomiti e lo fissai, in attesa di una risposta che tardava ad arrivare.
-Martì, non ti posso promettere nulla. Io torno a Roma l'1 settembre, poi cominceranno la scuola, gli impegni e tutto il resto...
-Davide. Promettimi che troverai un po' di tempo per vederci.
-Te l'ho detto piccola, ora come ora non mi sento di prometterti nulla, non vorrei ci rimanessi male in seguito.
Le sue parole furono come un fulmine a ciel sereno. Non era certo la risposta che mi aspettavo, non era la risposta che volevo. Avrebbe dovuto dirmi che teneva a me, che non avrebbe permesso a niente di separarci, che avrebbe fatto di tutto per trovare del tempo da dedicare a noi fuori da questo villaggio. Gli avevo quasi detto di amarlo e lui diceva di non poter fare promesse. Ricacciai indietro con forza le lacrime e mi sdraiai nuovamente accanto a lui, senza aggiungere altro.
-Martì, non volevo farti stare male.
-Ma l'hai fatto.
-Mi dispiace- si voltò a guardarmi e mi accarezzò una guancia -giuro, mi dispiace. Non voglio litigare con te proprio stasera. Possiamo goderci queste ore che ci restano? Al futuro penseremo poi.- sfoderò il suo splendido sorriso e non potei fare a meno di ricambiare. Forse aveva ragione, lui non aveva mai accennato ad una possibile relazione nella “vita reale”, non aveva mai parlato di incontri, di giornate a Milano o a Roma, non aveva mai parlato di un ipotetico Noi.
-Hai ragione- lo baciai e appoggiai nuovamente la testa sul suo petto.
I minuti passavano veloci, ma noi restavamo nel nostro mondo parallelo, un mondo magico dove la distanza non esisteva, dove potevamo stare insieme senza problemi, dove potevamo baciarci e accarezzarci quanto volevamo.
Mi aggrappai al suo collo e respirai ancora quel profumo che tanto amavo. Poi, all'improvviso, scoppiai a piangere. Nessun pensiero particolare aveva scatenato quella crisi di pianto, forse tenevo solo tutto dentro da troppo tempo.
-Me lo aspettavo, prima o poi...- sussurrò Davide, stringendomi più forte. -Calmati piccola, va tutto bene.
Quelle parole, invece di confortarmi, mi fecero singhiozzare ancora di più. Tremavo, avevo il viso rosso e gonfio, sicuramente uno spettacolo inguardabile. Davide mi tenne stretta a sé, accarezzandomi la schiena e baciandomi teneramente i capelli e il collo. Continuai a singhiozzare, il viso affondato nell'incavo del suo collo, avevo tante cose da dirgli ma non riuscivo a parlare. Mi cullò dolcemente, come fossi una bambina da consolare. Appoggiai il viso sul suo petto. Sentire il battito regolare del suo cuore e il suo respiro calmo mi tranquillizzò.
-Va un po' meglio?- mi chiese alla fine
-Sì. Scusa, davvero, mi sento una stupida- dissi, la voce ancora rotta dai singhiozzi
-Piccola, non devi scusarti di nulla. Questo tipo di reazione non fa che confermarmi quanto tieni a me.- mi stampò un bacio a fior di labbra
-E' che... non riesco ad immaginare la mia vita una volta tornata a casa. Non riesco ad immaginare di riprendere la mia vecchia routine, non riesco ad immaginare di non poterti vedere tutte le sere. Come farò adesso? Come trascorreranno le mie giornate senza la consapevolezza di poterti vedere?
Davide rimase in silenzio. Continuò ad accarezzarmi il fianco ma non disse nulla
-Se qualcuno mi avesse raccontato come sarebbe andata a finire, non ci avrei mai creduto. Non pensavo fosse possibile affezionarsi così tanto ad una persona in così poco tempo, siamo stati insieme solo due settimane, eppure con te provo emozioni fortissime. Quando sto con te ho i brividi in punti del corpo che nemmeno sapevo di avere. Il tuo profumo mi manda in estasi, il tuo sorriso è disarmante, sei in gradi di cancellare tutte le cose brutte con una sola occhiata. Come può uno come te aver scelto una come me?
Interruppe il mio monologo con un bacio profondo. Affondò le mani nei miei capelli e mi strinse forte.
-E me lo chiedi anche? Tutto quello che hai detto, tutto quello che provi, vale anche per me. Pensi che io sia insensibile? Pensi che non preferirei tornare a casa di corsa, per poter restare con te? Sei una ragazza fantastica, è stato un magnifico colpo di fulmine, e queste due settimane sono state incredibili. Il tuo corpo, il tuo viso, il tuo carattere, la tua risata. Tutto di te mi è piaciuto fin dal primo momento, fin da quando ti osservavo di nascosto mentre lavoravi. E credimi se ti dico che con te ho provato cose che mai nessuna mi aveva fatto provare. - disse, continuando a tenermi stretta
Potevo chiedere di meglio? No, decisamente. Ripresi a baciarlo, volevo fargli sentire quanto avessi apprezzato le sue parole, volevo trasmettergli tutto l'amore che in quel momento era esploso nel mio petto.
Sentivo che sarebbe stato molto più difficile separarmi da lui dopo quella serata.

I primi raggi del sole fecero capolino all'orizzonte, tingendo il cielo di splendide sfumature. Fasci di luce rosa, arancione e giallo si riflettevano sul mare.
Mi tenevo ancorata a Davide, cercavo di godermi al massimo gli ultimi istanti che ci restavano. Avevamo chiacchierato molto, quella notte, raccontandoci aneddoti sulla nostra vita quotidiana, ricordando ogni momento passato insieme. Avevo riso molto e mi ero ripromessa di non piangere più. Controllai l'orologio e trasalii. Erano le 6 del mattino, due ore dopo sarei dovuta partire e io non avevo ancora fatto la valigia. Il tempo sembrava essersi fermato, non mi ero accorta di quanto fosse tardi.
-Credi che sia ora di andare?- mi chiese
-Non vorrei proprio dirlo, ma sì.
Mi diede un altro bacio e poi ci alzammo, ricomponendoci. Giada e Matteo erano sdraiati su due lettini più distanti, mentre Andrea e Valeria erano su un asciugamano sulla sabbia. Quando Matteo ci vide si mise a sedere, guardò l'ora e poi scosse leggermente Giada, addormentata accanto a lui.
Andrea e Valeria ci raggiunsero poco dopo e, insieme, osservammo il sole che sorgeva sul mare.
-Qui ci vuole una bella foto ricordo- dissi ad un certo punto, estraendo la macchina fotografica dalla tasca della felpa. La sistemai su un lettino e poi ci mettemmo in posa. Davide mi abbracciò forte, appoggiando il mento sulla mia testa. 
-Forza, dobbiamo muoverci a rientrare...- Andrea prese Valeria per mano e cominciò ad incamminarsi verso la pineta. 
Mi voltai a guardare per l'ultima volta il mare e quel pezzo di spiaggia che era stato spettatore dei momenti più belli di quel mese appena terminato.
-Andiamo?- mi sussurrò Davide all'orecchio, abbracciandomi da dietro.
-Andiamo.- lo presi per mano e seguii gli altri.
Camminammo in silenzio per un po', poi Andrea e Matteo cominciarono a fare battute fra di loro. Io e Davide rimanemmo leggermente indietro, ci fermavamo ogni due passi per scambiarci un bacio o una carezza.
-Sei stanca? Ti porto io- disse ad un certo punto. Non riuscii a replicare, mi afferrò e mi fece salire sulla sua schiena. Ridendo, allacciai le gambe intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo. Mi portò in spalla fino alla fine della pineta, alternava l'andatura lenta a dei momenti di corsa.
Ci fermammo poco prima dell'ingresso del villaggio.
-Meglio che ci salutiamo qui, a quest'ora comincia già a girare un po' di gente in reception- disse Matteo. Baciò velocemente Giada e Andrea fece lo stesso con Valeria. Entrambe si voltarono a guardarmi
-Dateci un minuto, ok?- disse Davide, prendendomi per mano e portandomi poco distante.
C'eravamo. Il momento che più temevo era arrivato. L'addio con Davide. Perché di addio si trattava, nonostante sperassi con tutta me stessa di poterlo rivedere, di poter sentire nuovamente quel profumo e di poter baciare nuovamente quelle labbra.
-Quindi, dobbiamo proprio salutarci.- mormorai, mordicchiandomi il labbro e fissandomi la punta delle scarpe.
-Pare di sì- disse lui, poco convinto. Alzai lo sguardo e lo piantai nei suoi occhi
-Sarò in hall alle 8. Per favore, non farti vedere. Non riuscirei a prendere quel dannato treno.
-Se è questo che vuoi-rispose. Eliminò la distanza tra noi con un solo passo. Piegai il collo per poter continuare a guardarlo negli occhi. Mi prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo. Restammo sospesi per una manciata di secondi, le labbra che si sfioravano e i respiri che, piano piano, si fondevano. Lo baciai e mi aggrappai a lui, affondai le dita nei suoi capelli e avvicinai il più possibile il mio corpo al suo. Quel bacio fu una sofferenza, provai una sorta di dolore fisico al pensiero che sarebbe stato l'ultimo. Si staccò leggermente e poi mi strinse nuovamente a sé. Mi baciò con tanta passione da farmi dimenticare tutto. Dimenticai i problemi, l'imminente partenza, dimenticai perfino il mio nome. Esistevamo solo io, lui e quell'ultimo, doloroso bacio. Barcollai leggermente quando mi staccai definitivamente da lui. Una lacrima solitaria mi rigò la guancia, ma la fermò con un dito. Uno splendido sorriso gli esplose in viso e allora non ne potei più. Mi girai e corsi verso Valeria e Giada, lanciando un cenno di saluto a Matteo e Andrea che si stavano avvicinando a Davide. Non mi voltai, non l'avrei sopportato. Valeria mi mise un braccio intorno alle spalle mentre rientravamo in villaggio e sgattaiolavamo in corridoio. Mi fermai davanti alla porta della camera e mi voltai a salutarle.
-Grazie mille di tutto ragazze, siete fantastiche.- le abbracciai
-Grazie a te cara
Ci voltammo e rientrammo ognuna nella propria stanza. Chiusi piano la porta e mi accasciai a terra, in preda ai singhiozzi. Era proprio finita, non l'avrei più rivisto. Non avrei più sentito le sue mani calde sulla mia pelle, la sua risata, il suo splendido dialetto...

D: “Piccola sei in camera?”

Restai a fissare il cellulare per qualche secondo

M: “Sì, sono appena entrata”
D: “Perfetto. Quando senti bussare, apri e prendi dalla valigia la maglietta che indossavi la prima sera che siamo usciti. Quella fucsia che mi piace tanto...”
M: “Perché?”
D: “Tu fallo e basta”

Perplessa, mi avvicinai al letto e recuperai la maglietta che voleva. Poi udii dei passi e un lieve bussare alla porta. Respirai a fondo e andai ad aprire.
Davide stava in piedi davanti a me, una boccetta di profumo in mano.
-Ma che..?
Prese la maglietta, si allontanò leggermente e ci spruzzò sopra il profumo. Poi me la restituì. La annusai e riconobbi subito la fragranza che tanto amavo. Altre lacrime cominciarono a scendere, ma non me ne curai
-Visto che ti piace tanto... Così avrai una parte di me vicino a te- sorrise e mi baciò -e così non ti dimenticherai di me molto presto.
-Non mi dimenticherei di te nemmeno se volessi.- dissi. -Allora... addio
-No. Arrivederci.- mi diede un lieve bacio e poi si voltò, correndo nella sua stanza.
Rimasi ferma sulla soglia, la maglietta ancora stretta al petto e lo sguardo vuoto. Rientrai e appoggiai la schiena al muro. Nessuno aveva mai fatto una cosa tanto tenera e romantica per me. Commossa, accostai la maglia al viso e inspirai profondamente, riempiendomi di quel profumo ormai impresso indelebilmente dentro me. 

  
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