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Autore: Nemes    05/10/2008    0 recensioni
Due ragazzi che si incontrano dopo due anni. Un sentimento, da tempo celato, riaffiora tra di loro. Riusciranno a dirsi la verità o sarà l'orgoglio a prevalere?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono miei ma appartengono al mitico Takehiko Inoue



AVVERTENZE: se non vi piace la storia o comunque le situazioni che vi sono non siete costrette a leggerla e potete fermarvi quando volete!!



VERITA’ E ORGOGLIO



CAPITOLO 1
Hanamici uscì dall’ospedale ritrovandosi nella confusione della città. “Bene la riabilitazione è finita, finalmente potrò tornare a giocare!” Disse dando un ultima occhiata all’edificio. “Chissà come saranno sorpresi di vedermi gli altri, ora che sono tutti alla stessa università hanno formato la nuova squadra dell’Hosei e giocano a livello nazionale, ma non possono fare a meno di me, il GENIO.” Disse mettendosi le mani sui fianchi e ridendo sguaiatamente come suo solito. Il rossino percorse le affollate strade del centro quando qualche cosa attirò la sua attenzione e lo costrinse a fermarsi. Lì, dall’altra parte della strada, fermo alla fermata dell’autobus, stava un ragazzo dai capelli neri, il cuore di Hanamici ebbe un sussulto e per qualche secondo parve fermarsi, era Rukawa tornato in Giappone dopo aver passato due anni in America. Il numero 10 dello Shohoku era paralizzato, il suo cuore batteva all’impazzata mentre gocce di sudore freddo iniziavano a formarsi sulla fronte, la sua mente era annebbiata e non riusciva a muovere un muscolo, né a parlare, né a staccare gli occhi dal volpino. Dalla parte opposta dalla strada Rukawa se ne stava con lo sguardo basso ad ascoltare la musica, solo dopo molto tempo si alzò ed incontrò quello di Hanamici; lo vide arrossire così tanto che non si distingueva quasi il colore dei capelli da quello della pelle. Il volpino provò le stesse emozioni e sensazioni del rossino, ma avendo un carattere più introverso riuscì a mascherarle e controllandosi al meglio riuscì a non arrossire e salì sull’autobus, appena arrivato, con molta naturalezza. Il rossino vide l’autobus fermarsi tra lui e Rukawa e quando ripartì, il volpino era scomparso. Rimase immobile per un tempo indeterminato prima di mettersi a correre come un forsennato. Mille pensieri, ma soprattutto domande gli affollavano la mente, perché tutto d’un tratto aveva provato quelle sensazioni? Perché la vista di Rukawa lo aveva provato così tanto? Si ricordò di aver provato la stessa sensazione due anni prima, quando aveva visto Rukawa per l’ultima volta prima che partisse, aveva cercato di dimenticare quei momenti ma ora, perché era ricomparso? Perché era tornato a tormentarlo? Sapeva di provare qualche cosa per quel ragazzo, ma il suo smisurato orgoglio gli impediva di accettare la verità. “No non è vero, io non posso amarlo, non posso essere gay… a me piacciono le ragazze!” Cercava di autoconvincersi. Le lacrime iniziarono a scendere silenziose sulle sue belle guance bronzee, così decise di fare una lunghissima corsa e di andare sulla spiaggia, lì forse il mare ed il rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia gli avrebbero dato un po’ di silenzio e pace, cose che in quel momento desiderava più di qualsiasi altra cosa. “E’ stato solo un caso che io mi sentissi in quel modo quando l’ho visto!!” Continuava a ripetersi. Si nascose il volto tra le mani continuando a riflettere “E se invece fosse così? Perché non appena Rukawa è partito ho lasciato perdere Haruko? Che la utilizzassi solo come ragazza schermo? NO NO NO! sono solo coincidenze!” Disse muovendo velocemente la testa prima a destra e poi a sinistra. “Io non lo amo…” E poi ammise “Non posso! E poi, anche se fosse, lui non mi potrebbe mai ricambiare perché mi odia, l’ha sempre urlato al mondo intero, non ci può essere futuro per noi..” E detto questo portò le ginocchia al mento e vi nascose la faccia, ormai diventata rossa a causa delle innumerevoli lacrime versate. -- Rukawa intanto era appena tornato a casa, dopo aver messo le valigie alla rinfusa si sdraiò sul letto, stanco ed assonnato, ancora confuso dal fuso orario. Se ne stava sdraiato a pancia in su, con le braccia incrociate dietro la nuca, a guardare il soffitto, ma la sua mente era altrove, pensava ad un certo rossino. Perfino una persona distratta come lui avrebbe capito che Hanamici, quando lo aveva visto, aveva avuto una reazione strana, forse se l’era solo immaginato. “Maledizione!” Urlò girandosi su un fianco e tirando per terra il cuscino, aveva capito di provare qualche cosa per quella testa calda dopo la partita contro il Sannoh ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi, aveva paura di un rifiuto e d’essere sbeffeggiato ed umiliato e poi… poi una persona così chiusa e taciturna come lui, come poteva riuscire a dichiararsi a qualcuno? Ma per quanto ancora avrebbe potuto resistere il suo cuore straziato dentro l’involucro di ghiaccio del suo animo? “Devo cercare di non pensarci, non posso rischiare, devo dimenticarmelo!” Si disse “ Ma come posso? Nemmeno in America non sono riuscito a smettere di pensare a lui, figuriamoci ora che dovrò vederlo tutti i giorni agli allenamenti!”. Quella notte fu una notte insonne ed interminabile per i due giocatori di basket. Note: L’Hosei è un’ università realmente esistente in Giappone. Io non so come funzionano le università Giapponesi così ho immaginato che in una stessa facoltà si potessero studiare più materie in modo che i personaggi potessero interagire.
  
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