Non posso cambiare, o forse non voglio.
Non posso smettere di pensare di essere grassa, non voluta… Chi mi vorrebbe, neanche io desidero la mia compagnia.
Vorrei dimagrire, non so che collegamento abbia con quanto sopra; intanto mi tremano le mani,
non so se per i farmaci o perché sono triste, di una tristezza che mi accompagna da troppo tempo.
E vorrei cambiare, ma mi spaventa, mi fa una fottuta paura e scusate il linguaggio.
Le note tristi degli Aerosmith mi accompagnano, tra poco canterà Bob Dylan,
poi forse metterò i Gun’s n Roses, chissà… Sembra che la mia vita giri attorno alla musica,
triste se sono triste, arrabbiata se sono arrabbiata e poi torna quel pensiero, voglio dimagrire, voglio vedere le ossa.
Perché? Perché voglio essere la me più autentica, voglio capire cosa accade al mio interno e mi chiedo:
a cosa cazzo sono serviti tutti questi anni a gravitare da una psicologa e un’altra se il mio malessere continua, ininterrotto.
Ogni giorno, in ogni momento mi chiedo che senso abbia essere qui, sotto questo cielo scuro, forse solo io lo vedo grigio.
Per altri è azzurro, ma per me è sempre color porpora, scuro e minaccioso.
Posso dire di essere depressa? Mi sarà finalmente permesso o ancora non soffro abbastanza?
Sono stufa, stufa di vivere, stufa di non essere, di non apparire e di essere invisibile,
una pedina nelle mani di qualcuno che non sa a che gioco sta giocando, che forse non lo vuole sapere.
Sono stanca di soffrire, di pensare alla morte come a un’amica, di non temerla, di desiderarla…
Riflessioni attorno a una vita non voluta.