Epilogue   -Christmas time-

25 dicembre 2015, Baker Street

-Celia, vieni, si fredda in tavola!-

La voce di Colin la riscosse. Chiuse il computer e scese la rampa di scale che separava la loro camera dal soggiorno.

-Voilà!- esclamò lui, mostrando la tavola imbandita.

-Amore, è tutto bellissimo! Sei stato davvero bravo!-

-E quella tua amica che fa le consegne la sera di Natale è ancora più brava- rise lui, schivando un pungo scherzoso di Celia. –Ehi, era una battuta! Una battuta! Ma è ovvio che ho cucinato tutto io.-

Celia si mise a ridere a sua volta, poi si legò i capelli rossi e verdi in una coda alta e si sedette a tavola.

-Buon Natale!- disse Colin, alzando il calice.

-Buon Natale!-

Poi, quando lo vide alzarsi dalla sedia e venirle in contro, infilandosi una mano in tasca, il cuore le galoppò in gola.

-Celia, lo so che non stiamo insieme da tanto, solo da qualche mese. Ma io sempre sentito così tanto parlare di te,
che mi sembra di conoscerti da una vita. E di amarti, da una vita.
Le circostanze del nostro primo incontro non sono delle più normali o felici, ma spero che un giorno le potremo raccontare con un sorriso sulle labbra a figli e nipoti- disse, inginocchiandosi. –Celia Stebbins, mi vuoi sposare?-

25 dicembre 1887, Baker Street

Sherlock aveva insistito per rimanere a casa, quella sera,
e così avevano rifiutato l’invito a cena dell’ispettore Lestrade –un poliziotto di Scotland Yard, probabile antenato di Greg,
con cui Sherlock collaborava da qualche mese- e avevano optato per un qualcosa di più casalingo.

In fondo, da quando erano arrivati nel 1887, avevano avuto ben poche occasioni di stare soli.

Soli come un tempo.

Per John era stato difficile riabituarsi a non cercare le dita di Sherlock in pubblico,
ma il lato positivo era che nessuno faceva insinuazioni su di loro.

La cosa paradossale era che, per la prima volta nella loro vita, ci avrebbero preso.

Rientrò dall’ambulatorio che stava cominciando a nevicare e Sherlock lo aspettava di schiena alla porta,
il violino sulla spalla e un canzoncina natalizia sulle corde.

-Come mai questo improvviso spirito natalizio?- chiese, mettendo con nonchalance il regalo che aveva comprato a Sherlock sotto l’albero.

-Ogni tanto capita persino a me, Watson.-

-Oh, Holmes, come mai tutta questa formalità?- chiese scherzoso, abbracciandolo da dietro.

-Non lo so, ma ho scoperto che mi piace chiamarti per cognome. Ma che mi piace di più quando tu mi chiami per nome- aggiunse poi.

-Sherlock- mormorò allora John, baciandolo piano.

25 dicembre 1892, Baker Street

Si era detto di dare solo un’occhiata, poi se ne sarebbe andato.

Solo per assicurarsi che i suoi amici stessero bene.

Per loro erano passati anni, per lui solo pochi mesi,

ma aveva comunque tutte le intenzioni di star loro lontano.

Aveva già portato abbastanza confusione nella loro vita.

E li vide, nel riflesso della finestra.

John era seduto in poltrona, un bicchiere mezzo pieno in mano e la testa appoggiata su una mano.

Meravigliosamente vivo e innamorato.

Sherlock, invece, stava agitando un regalo vicino all’orecchio e, probabilmente,
stava provando ad indovinarne il contenuto.

Meravigliosamente vivo e innamorato.

Quello che non notò, fu il pupazzo di neve che si stava misteriosamente formando da solo alle sue spalle e la ragazza bruna che lo seguiva da un paio di isolati.








Inathia's nook:

E così siamo arrivati in fondo anche a questa avventura :) Sono davvero soddisfatta. E fatemi un bell'applauso anche voi (magari non in pubblico... sembrereste un po' strane...). Perchè se questa storia è nata, ma soprattutto ha visto una conclusione, è solo merito vostro. Broken Winds era nata da una mia idea malsana di provare a scrivere un cross over tra le due serie tv che mi hanno letteralmente rivoluzionato la vita in meno di sei mesi, ma Broken World... Broken World è tutta vostra. Ed è dedicata a voi. A voi che mi avete spronata e fatta ridere e crescere con le vostre recensioni. A voi che mi avete fatto sentire importante con le vostre congetture e le vostre teorie... Spero di non avervi deluso soprattutto sul finale. 
Amo particolarmente questo capitolo. Perchè è un nuovo inizio per tutti. Per Colin e Celia che finalmente possono godersi la tranquillità tanto agognata ed essere innamorati come meritano. Per Sherlock e John, che rimarranno sempre insieme, perchè ne hanno passate davvero tante e ora una tregua se la meritano davvero. Per il Dottore, che deve lasciare andare i Pond e continuare per la sua vita...
E questo epilogo è ambientato a Natale per due motivi ben precisi. Anzi, tre, anche se il primo è perchè il Natale è il periodo all'anno che preferisco. Ho scelto il Natale per mostare uno spaccato delle "nuove" vite, delle vite che il Dottore ha toccato e migliorato. E ho scelto il Natale del 1892... Per i pupazzi di neve e Clara Oswald, ora ve lo posso dire, anche se la frase finale lasciava davveri pochi dubbi. 
Non ho molto altro da dire, se non che questa storia mi mancherà davvero. Mi mancherà Celia, mi mancherà Colin... mi mancheranno davvero tutti. E mi mancherete voi, che avete letto/ricordato/preferito e recensito questa storia. Forse questi personaggio torneranno con qualche OS, sinceramente non lo so. Al momento ho altri progetti, a essere onesta. Ma spero vorrete seguirmi comunque.
Concludo con dei ringraziamenti un po' particolari, per delle persone speciali.
In primis alla mia bellissima beta, Johnlock is the way. Non posso dire altro se non.... grazie di esserci. sempre e comunque. e io ti prometto che ci sarò allo stesso modo per te.
In secundis, Smaugslayer. Ragazza meravigliosa che si merita di essere ringraziata pubblicamente. Mi è stata accanto, mi ha sostenuto, mi ha divertito con le sue recensioni e ha fatto girare le rotelline del mio criceto/cervello con le sue teorie. Grazie.
Poi, Zoey_, splendida donnina, che si è fatta una mega maratona di molte mie storie, lasciando recensioni qua e là, e solo per questo si merita una statua d'oro. 
Infine, ultima ma non ultima, grazie a CloudyCat95, che si è sorbita anche il "prequel" di questa storia ma, anzichè morire dallo schifo, è rimasta sempre con me, sostenendomi e lasciandomi i suoi pareri.
Grazie a tutte.
Ora vado, se no mi caccio a piangere.