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Autore: Amor31    26/09/2014    7 recensioni
Per il giornalista Jellal Fernandes l’ultimo periodo è stato un inferno.
Vedendolo stressato e con il cuore a pezzi, il collega Laxus decide di aiutarlo a ritrovare l'amore per se stesso e per il proprio lavoro.
E quella che doveva essere una semplice serata tra amici sarà l'inizio di un cambiamento che rivoluzionerà per sempre la vita di entrambi.
- In sottofondo “Why don’t you do right” di Peggy Lee -
- Ultimo capitolo accompagnato da "Peach Lady" di Yuk-Cheung Chun -
- Storia partecipante al Contest "La guerra del Raiting" indetto da missredlights sul forum di EFP -
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard, Luxus Dreher, Mirajane
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

I due mesi successivi furono i più belli che Jellal avesse mai vissuto.
Lui e Erza facevano ormai coppia fissa e in qualche occasione il giornalista aveva addirittura acconsentito a un’uscita a quattro insieme a Laxus e Mirajane.
L’unica condizione che aveva dettato era stata “Non all’Amnesia”.
Di certo non era quello il locale in cui avrebbe portato Erza, così come Laxus aveva da qualche tempo smesso di frequentare il night club.
-Mira mi farà rimettere la testa a posto-, aveva detto un giorno a Jellal.
-E tu che credevi che il fidanzato di Levy McGarden fosse un cliente abituale dei locali notturni!-.
-D’accordo, d’accordo; mi ero sbagliato-.
-Wow, abbiamo finalmente trovato qualcosa che ti fa ammettere i tuoi errori-.
-Sarebbe?-.
-L’amore-, lo aveva preso in giro il giornalista, che aveva dovuto sopportare per i cinque minuti successivi le proteste di Laxus, desideroso di ribadire che in lui nulla fosse davvero cambiato.
Ma a Jellal importava poco di quello che diceva l’amico: la realtà era che la vita di entrambi aveva subito una piccola rivoluzione e le cose sembravano volgere sempre al meglio.
Sul posto di lavoro, dopo la promozione, lui aveva costretto Ultear a lasciarsi il passato alle spalle e Laxus… Laxus era ancora in attesa che Makarov si decidesse almeno ad aumentargli lo stipendio, ma era comunque soddisfatto del proprio operato. Sebbene Jellal fosse diventato caporedattore, la collaborazione con il fotografo era stretta più che mai, anche se, rispetto a prima, ora il giornalista non doveva più viaggiare tanto e spesso. Ciò era un bene, perché poteva gestire serenamente la propria relazione con Erza; eppure non gli sarebbe dispiaciuto lasciare Magnolia per qualche giorno, fosse stato anche solo per un reportage a Crocus o a Clover Town.
L’occasione gli si presentò quando il Direttore gli commissionò uno speciale su Galuna, la piccola isola considerata perla del Mare Meridionale. Settembre era ormai alle porte e Makarov gli spiegò che sarebbe stato bello avere un resoconto della appena trascorsa stagione estiva. Essendo Jellal a capo della sezione d’Attualità, chi meglio di lui avrebbe potuto gestire le interviste ai gestori dei numerosi e lussuosi stabilimenti balneari che costellavano le spiagge dell’isola?
-Quanto tempo starai fuori casa?-, gli chiese per prima cosa Erza, quando lui la informò.
-Non più di una settimana-.
-Vai da solo?-.
-Veramente saremo in tre. Oltre a me e Laxus, verrà anche Lluvia, la praticante. Il Direttore pensa che questa esperienza le farà bene e io sono d’accordo con lui-.
-Promettimi che ti comporterai bene-, si raccomandò la ragazza, canzonandolo un po’.
-Avrò un premio, se farò il bravo?-, rise Jellal.
-Uhm, chissà. Sarà una sorpresa-.
E baciandosi con trasporto si salutarono, entrambi desiderosi che quei sette giorni passassero alla svelta.

 

***

 

-Le foto di Dreyar sono impeccabili come al solito. Avete qualche idea su come approcciare la tematica?-.
-Io e Lluvia ci stiamo già lavorando. Non è vero?-.
La praticante annuì in silenzio, senza avere la forza di guardare negli occhi Makarov.
-Bene. Pensate di riuscire a terminare il pezzo entro giovedì sera? Il venerdì normalmente è dedicato alle notizie d’ambito economico e sarebbe magnifico se in prima pagina proponessimo il vostro reportage-.
-Consegneremo il giorno stesso della scadenza: ci divideremo il lavoro e riassembleremo il tutto in sede di stampa. O preferisce controllare prima della pubblicazione?-.
-È mio dovere farlo-, asserì Makarov. -Questo articolo deciderà il futuro della signorina Lockser e dunque è bene che legga il risultato finale, prima di mandarlo in stampa-.
-Come desidera, Direttore-.
-Andate, adesso. Avete altri tre giorni per finire il pezzo-.
Il superiore li congedò e Jellal si richiuse la porta alle spalle. Al suo fianco, Lluvia tremava come una foglia.
-Che succede?-, le domandò lui.
-L-Lluvia ha paura-, balbettò la giovane.
-Paura? E di cosa?-.
-Lluvia non vuole sbagliare. Lluvia desidera davvero avere questo lavoro e continuare a collaborare con Gray-.
-Sta’ tranquilla-, la rassicurò Jellal. -Il Direttore ti ha affidata a me proprio perché si è reso conto delle tue grandi potenzialità. Scriveremo il miglior articolo che sia mai stato pubblicato sul Fairy Magazine, d’accordo? E a quel punto non solo sarai assunta a tempo indeterminato, ma diventerai tu stessa una reporter di prim’ordine. Sai questo che significa?-.
La praticante scosse la testa e tirò su con il naso.
-Che avrai bisogno di un fotografo che ti segua ovunque tu vada. E Gray sarà la scelta migliore, visto che è stato reclutato da poco. Diventerete un duo formidabile. Ma non provate a battere me e Laxus, perché non ci riuscirete mai-, la prese in giro Jellal, mettendole un braccio intorno alle spalle e scuotendola un po’.
-Credi sul serio che il talento di Lluvia sboccerà?-.
-Ma certo!-.
-E Gray accetterà di lavorare con una praticante?-.
-Ascolta-, le disse ancora Jellal. -Sai cosa mi ha detto Gray due mesi fa, quando pensava di aver perso le foto scattate sulle Alpi?-.
La ragazza scosse di nuovo la testa.
-Mi ha detto che avrei dovuto aiutarvi per il tuo bene. Perché se non aveste consegnato l’articolo in tempo, Makarov ti avrebbe detto di andare via. Avrei anche potuto rifiutare di darvi una mano, ma non l’ho fatto. E questo perché negli occhi di Gray si leggeva quanto tenesse a te. Era davvero furioso; non tanto per il fatto che il suo lavoro sembrava essere stato inutile, ma perché tu stavi correndo un grosso rischio. Quindi dammi retta: impegnati a fondo in questo pezzo e poi potrai chiedere al Direttore di essere affiancata a Gray. Sono sicuro che anche lui ne sarà felice-.
Lo sguardo di Lluvia si illuminò poco a poco. Infine, tanta era la gioia, abbracciò Jellal, ringraziandolo per tutto quello che le aveva detto.
-Ora rimettiamoci al lavoro-, il giornalista riprese il controllo della situazione. -Io mi occuperò delle interviste, tu del contesto. Mi raccomando, tieni sempre sottomano gli appunti presi durante il viaggio e i grafici che ho stampato stamattina: ti serviranno per annotare le percentuali esatte dei rendimenti degli stabilimenti-.
La ragazza annuì con un convinto cenno della testa.
-Torno nel mio ufficio. Se hai bisogno di aiuto, vieni a chiamarmi-.
E detto questo si separarono, ognuno rivolgendo il pensiero al proprio compito.

 

***

 

Alle cinque di quel pomeriggio, contro ogni previsione, era rientrato a casa.
In realtà lui ed i suoi colleghi erano stati praticamente cacciati dagli uffici a causa di un controllo imposto dal Comune. Per verificare la sicurezza dell’edificio, come avevano spiegato gli addetti ai lavori, portandosi dietro rilevatori che Jellal non aveva mai visto prima e strumenti di cui era impossibile capire la funzione a una prima occhiata.
Entrò nell’appartamento e si diresse immediatamente in camera da letto, deciso a continuare la sua parte per l’articolo commissionato da Makarov. Accese il portatile, lasciato in bella vista sul comodino, e sedette sul letto, poggiandosi il computer sulle ginocchia; aspettò che le icone sul desktop si caricassero e inserì la chiavetta USB in una delle tre porte sul lato destro del PC, aprendo il file che gli interessava e rileggendo ciò che aveva scritto in ufficio.

L’anno scorso la stagione è stata magnifica, ma quella appena passata ha battuto ogni record: più di trecentomila bagnanti hanno scelto le nostre spiagge per riprendersi dalle fatiche lavorative. La maggior parte dei clienti è rappresentata da famiglie, piccole o grandi che siano, ma è cresciuto anche il numero dei single che decidono di andare in vacanza senza la compagnia degli amici. Gli affari non sarebbero potuti andare meglio: le spiagge sono state affollate perfino nei giorni in cui si è fatta sentire la pioggia. Dal punto di vista delle attività ricreative, offriamo servizi illimitati e per tutte le fasce d’età, ma la nostra priorità rimane il benessere dei bambini: abbiamo uno staff di professionisti che lavorano abitualmente con |

Jellal sentì il cellulare squillare. Lo recuperò dal comò – lo aveva appoggiato lì non appena aveva fatto ingresso nella stanza – e lesse il nome apparso sul display con un sorriso.
-Erza-, salutò l’interlocutrice, -tutto bene?-.
*Ieri non ti sei fatto sentire, ma ho saputo da Mirajane che eravate tornati. Potevi chiamarmi…*
-Ero stanco morto-, ammise lui, grattandosi nervosamente la nuca. -Mi sono addormentato sul divano non appena ho acceso il televisore-.
*E io non me la sono sentita di disturbarti, visto che ho ricevuto la notizia a mezzanotte passata*
-Non preoccuparti-, la rassicurò. -Ti avrei telefonato già stamattina, ma Makarov non mi ha dato un attimo di respiro-.
*Capisco. Quando torni a casa? Ho voglia di rivederti*
-A dire la verità ci sono già-.
*Come?*
-Problemi logistici in ufficio. Ce ne siamo dovuti andare tutti-.
*Hai da fare?*
-Stavo giusto continuando l’articolo condiviso con Lluvia. Per il resto, non ho altri impegni-.
*Ti disturbo se vengo da te? Volevo farti sentire una cosa in anteprima*
-Cosa?-, chiese curioso Jellal.
*Dimmi solo se posso venire*
-Ma certo! Quando vuoi-.
*Allora aspettami. Tra tre quarti d’ora sarò lì, promesso*
-Va bene. Non mi muovo-.
*Jellal?*
-Uhm?-.
*Ti amo*
Senza che il giornalista potesse replicare, Erza chiuse la chiamata, lasciandolo ancora in linea.
“Chissà cosa le è preso, stavolta”, si domandò lui, poggiando il telefono sul comodino e riprendendo a scrivere indisturbato.

 

***

 

Alle sei e mezza il trillo del citofono lo costrinse ad abbandonare una seconda volta l’articolo – che aveva ormai abbondantemente superato le tre pagine – e a correre alla porta.
-Un attimo!-, gridò, avvicinandosi all’ingresso e aprendo.
Erza gli si buttò tra le braccia l’istante successivo, lasciando cadere a terra una maxi borsa dall’aria estremamente pesante. Lo baciò come lei sola sapeva fare e lo lasciò senza fiato, sorridendo felice.
-Mi sei mancato-, gli disse, affondando il viso nel suo petto. -Com’era Galuna?-.
-Bella, ma non tanto quanto lo sarebbe stata se ci fossi stata anche tu-.
La ragazza gli schioccò un secondo bacio sulla guancia: -Sei naturalmente portato a lusingare tutte le donne che frequenti?-.
-Solo te-, le rispose, cullandola tra le proprie braccia. -Allora… Cos’è che mi volevi far sentire?-.
-Questo CD-, disse lei, raccogliendo la borsa e mostrandogli un disco che aveva tutta l’aria di essere stato masterizzato.
Jellal lo prese e se lo rigirò tra le mani, perplesso: -Cos’è?-.
-C’è della musica che ho trovato su Internet. Voglio un tuo consiglio, se non ti dispiace-.
-Assolutamente no. Piuttosto, a cosa ti serve il mio parere?-.
-È per lavoro-, spiegò lei, dirigendosi in salotto. -Hai un impermeabile?-.
-Scherzi?-.
-Niente affatto. Ce l’hai o no?-.
-Ma certo-.
-Potresti andare a prendermelo, allora? Fa parte dell’esibizione-.
-OK-.
-Questo stereo funziona?-, domandò ancora Erza, indicando un vecchio apparecchio sistemato su un ripiano accanto al televisore.
-Dovrebbe. Non lo uso da parecchio, ma credo che faccia al caso tuo-.
-Perfetto. Uhm, c’è ancora qualcosa da sistemare, qui…-.
Jellal la lasciò mormorare tra sé e sé e andò a recuperare l’impermeabile che gli era stato richiesto. Aprì l’armadio nella propria stanza, si barcamenò tra stampelle e pantaloni piegati alla bell’e meglio e finalmente tornò in salotto.
-Tieni-, le disse, porgendole l’impermeabile dal colore indefinito: era a metà strada tra il beige e il grigio. Il giornalista non avrebbe saputo dire che razza di tonalità fosse.
-Grazie-, rispose Erza, che ne frattempo aveva abbassato le serrande delle finestre, lasciando la stanza nella penombra.
-Ora posso ascoltare il tuo CD o…?-.
-Non ancora-, lo bloccò la ragazza. -Dammi solo un secondo. Siediti sul divano, intanto: devo simulare un’esibizione e l’atmosfera deve essere simile a quella dell’Amnesia-.
-Va bene-, disse Jellal, esibendo un tono di voce esitante e guardando la giovane uscire dalla stanza trascinandosi dietro la borsa. Sentì una serratura scattare e capì che doveva essersi chiusa in bagno.
“C’è qualcosa che non va”, pensò preoccupato. Vedere Erza comportarsi in quel modo lo agitava un po’. “Deve avere in mente chissà cosa… Spero solo che non sia niente di particolarmente… Esagerato, ecco. Se dovesse essere troppo provocante, le dirò sinceramente di scegliere un’altra esibizione. Abbiamo già chiarito che deve solo cantare; lei stessa mi ha assicurato che non farà mai altro. Però…  Non vorrei darle l’impressione di essere geloso o preoccupato. È il suo lavoro, dopotutto, e io non ho alcun diritto di interferire. Ma lei rimane comunque la mia ragazza; no, no, ho il dovere di dirle le cose come stanno. Ora mi sentirà. Sul serio, cos’è questa storia del…”.
La porta del bagno si aprì e Jellal percepì i passi di Erza in avvicinamento.
“È qui”, si disse. “Vediamo che cosa ha escogitato”.
-Ho una premessa da fare-.
La ragazza rientrò in salotto esordendo così, evitando che il giornalista potesse dire qualcosa prima di lei.
-Innanzitutto, quella a cui stai per assistere è un’anteprima; te l’ho già detto a telefono, ma è meglio ripeterlo. Secondo: non ho molta esperienza in questo campo, quindi sarei felice se non mi prendessi in giro, ma anzi, apprezzassi lo sforzo. Terzo: non parlare. Quarto: non smettere di guardarmi-.
Jellal, ammutolito, rimase a fissarla, aspettando che facesse partire la musica. Dal canto suo, Erza attese qualche altro secondo prima di decidersi a inserire il CD nello stereo e ad alzare il volume.
E la musica partì.

 

Peach Lady, take a peek

You’re looking at me

Come to get me

You know I want you badly

 

Erza giocherellò con la cintura dell’impermeabile, annodata così tanto da strizzarle la vita già sottile, e iniziò a slacciarla lentamente, cantando con fare sensuale le note sprigionate dallo stereo. Fissò i propri occhi in quelli di Jellal e ammiccò nella sua direzione, sfilando a poco a poco la cinta dai passanti; ondeggiò i fianchi e portò le dita ai larghi bottoni del trench, sganciandoli dalle asole uno alla volta, ma nascondendo ancora ciò che indossava sotto quel primo strato di stoffa.
Jellal ebbe appena la forza di deglutire: non si aspettava di certo che la ragazza improvvisasse uno striptease solo per lui.

 

Peach Lady, don’t hesitate

Keep moving closer to me

You will know, my lips taste like candy

Oh yesterday, yes I do, yes I do, I feel real love

Uhmm – never sour…

 

Erza si passò un dito sulle labbra, quasi a invitare il fidanzato a baciarla. Ma il giornalista capì che non era quello l’intento della donna: era una provocazione, un modo per mandarlo fuori di testa. Come se ne avesse avuto realmente bisogno!
La guardò fare una giravolta e lei gli diede la schiena, continuando ad ammaliarlo con il suo canto e con quelle movenze sinuose. Jellal immaginò che stesse portando nuovamente le mani all’altezza dei bottoni, perché l’istante successivo Erza aprì l’impermeabile e, stendendo il braccio, lo gettò a destra, come se nulla fosse, svelando un mini abito ricoperto di paillettes color rubino che poco lasciava all’immaginazione.
Gli dava ancora le spalle e Jellal, impaziente, si domandò quando avrebbe deciso di voltarsi.
Dovette aspettare ancora prima di veder esaudite le proprie preghiere: Erza sollevò i capelli, dandogli la possibilità di ammirare la schiena completamente nuda, e li lasciò ricadere lentamente, provocando ben più di un fremito al giornalista.

 

Oh, Peach Lady
Hey, boy! I know you’re looking at me
Not a game, just both of us
Come fall in love with me

 

Si girò ancor più lentamente e finalmente Jellal tornò a guardarla negli occhi. A dire la verità, fu difficile, per lui, mantenere l’attenzione sul viso della ragazza: tutta colpa di quel vestito, che aderiva perfettamente alle forme di Erza, scivolandole addosso come una seconda pelle.
E il giornalista iniziò a sudare. Sentiva la camicia incollarglisi alla schiena e le mani fumare vapore. Che dire poi del suo stomaco? Non dava più segnali di vita da almeno due minuti e l’uomo si convinse di averlo perso per sempre. Come se non bastasse, si disse di non prestare attenzione alla scossa che di tanto in tanto gli affliggeva il basso ventre, spostandosi in regioni che avrebbe dovuto mettere a tacere. Ma come poteva riuscirci, quando aveva davanti agli occhi il suo Angelo Rosso?

 

Peach Lady
Uh hu Uh huh… Uh huh…
The way you’re moving and dancing, every moment
Oh, boy! You coming too

 

Erza avanzò piano, incrociando i passi e facendo oscillare per l’ennesima volta i fianchi.
“Mi vuole morto”, pensò Jellal. “Questa donna riuscirà a –“.
Il suo cervello staccò la spina e il flusso dei pensieri si arrestò immediatamente.
Il resto del corpo non rispondeva più a nessun ordine: era andato in tilt.
E a provocare quel cortocircuito era stato il vestito di Scarlet.
Vestito che era scivolato a terra nel momento in cui la ragazza si era liberata delle spalline.
-E-Erza-, mormorò lui, balbettando e sgranando gli occhi.
Lei sorrise e si portò un dito sulle labbra, indicandogli di fare silenzio. L’unica cosa che indossava adesso era l’intimo coordinato e dello stesso colore dell’abito appena tolto.

 

Peach Lady – I drive you crazy – Peach Lady – I got you

 

La donna era a pochi centimetri da lui. Avrebbe potuto sfiorargli le gambe con le ginocchia.
Ma fece di peggio.
Fece qualcosa con cui riuscì a far avvampare ulteriormente Jellal, il cui viso aveva già acquistato una tonalità di rosso simile a quella dell’intimo indossato dalla sua fidanzata.
Si mise a cavalcioni su di lui, scorrendo le proprie mani sulla camicia umida del giornalista; avvicinò le labbra alla sua bocca e lo illuse di dargli un bacio. Sorridendo ancora, gli mordicchiò il lobo dell’orecchio sinistro e soffiò un sensuale “Sono abbastanza brava con il burlesque?”.
Jellal non seppe mai quale divinità lo aiutò a restare calmo – anche se calmo era un parola grossa. Mantenne il controllo, seppur con difficoltà, e trovò la forza di chiederle se davvero quella era la prima volta che si esibiva in uno striptease.
-La prima, la prima-, confermò Erza. -Ho solo messo in pratica alcune mosse speciali che le mie colleghe usano sul palco-.
Che cosa avrebbe dovuto dirle? Che era riuscita a fargli saltare le coronarie?
-Promettimi che lo farai solo per me-, esalò lui, guardandola e specchiandosi nei suoi occhi.
-Non c’è bisogno di prometterlo-, replicò la ragazza. -Questo è il premio che ti spetta per esserti comportato bene a Galuna. Non ti avevo detto che avresti potuto ricevere una sorpresa, una volta che saresti tornato?-.
Erza sorrise e lo sguardo del giornalista si illuminò.
Non avrebbe mai trovato un’altra donna come la sua Scarlet.
-Ma il premio non è ancora completo-, puntualizzò lui. La ragazza lo fissò con aria perplessa e Jellal continuò: -Non mi hai ancora dato un bacio-.
Ed Erza non se lo lasciò ripetere una seconda volta.
Gli sollevò il viso con entrambe le mani e strinse tra le proprie labbra quelle del fidanzato, dando inizio a una danza proibita che sarebbe durata ancora a lungo.
-Non devi lavorare stasera?-, le domandò Jellal, riprendendo momentaneamente fiato.
-È il mio giorno libero-, sillabò lei. -Abbiamo un’intera notte davanti a noi-.
Non ci fu tempo per rispondere.
Le bocche si incontrarono ancora, incendiando la passione che era scorsa tra di loro fin dal primo sguardo. Le dita si intrecciarono, i corpi si incastrarono in una combinazione perfetta.
Quello sarebbe stato solo l’inizio della loro storia d’amore.






Angolo dell'Autrice

Salve a tutti i lettori che si sono spinti fin qui ^^
Non ho molto da dire, se non ringraziarvi: grazie per tutto il supporto e la passione che mi è arrivata tramite recensione e commenti privati.
Sul serio, non pensavo che questa mini Long potesse avere un così largo riscontro; significa che la Jerza si sta facendo strada nei vostri cuoricini di shippers <3
Di nuovo, grazie a tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, seguite e ricordate; grazie a tutti coloro che hanno anche semplicemente letto con costanza ogni singolo capitolo.
Sperando di tornare presto in questo Fandom (probabilmente con un'altra mini Long. Perdonatemi, ma sono prolissa '^^), vi saluto tutti.
Alla prossima,

Amor31

   
 
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