Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: OcchidiNiall    26/09/2014    10 recensioni
Attenzione: Questi missing moments fanno parte della storia "Il matrimonio della mia migliore amica", per capirci qualcosa vi consiglio di leggerla.
----
“Basta guardarlo, Charlie!” continuò la mora, strattonandole il braccio con insistenza.
“Melany, so ciò che faccio. E poi non sto guardando Calum, sto guardando il suo amico”
La ragazza sospirò, capendo che alla fin fine non poteva fare granchè, visto che la sua migliore amica era la testardaggine fatta persona.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Calum Hood, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2. Michael and Charlie


Michael ora era in classe con i suoi quattro compagni, erano intenti – sopratutto lui e Ashton – a fare degli stupidi scherzi idioti verso il professore di inglese.
“Ehi Ash” esordì il ragazzo dai capelli biondi.
Il riccio si girò, ghignando e capendolo al volo “scherzo al signor Smith?”
“No, oggi no. Che ne dici di cambiarci i voti? Ho bisogno almeno di un sei, altrimenti mi bocciano anche quest'anno”
Il riccio annuì ed entrambi iniziarono a mettere in atto il loro piano.
Michael si avvicinò cauto e tranquillo al professore, dicendogli espressamente che Ashton non si sentiva bene e che, forse, era meglio se gli andava a dare un'occhiatina. Il professore, come da buon copione, si alzò dalla sedia e, una volta raggiunto il caro e “povero” Ashton si chinò, poggiandogli un palmo della mano sulla fronte.
“Mh, non sembri accaldato”, incalzò.
Michael, invece, aveva l'attenzione di tutti i suoi compagni, eccetto il secchione della classe: Jeremiah. Appena aprì il cassetto del professore il “genio”, parlò: “Prof! Prof! Clifford sta inserendo le mani nel suo registro!”
Non appena Smith si girò, Michael sbiancò in viso. Sperava davvero che non l'avrebbe mandato dal preside, anche perchè, questa era la terza volta nella settimana che gli capitava.
“Clifford...perchè?”
Ashton cercò subito di intervenire, senza alcun risultato ovviamente.
“Professore, andiamo, non crederà davvero a ciò che dice quel secch- ehm, Jeremiah! Ero venuto solo perchè volevo darle una sorpresa...sà, so che oggi è il suo compleanno e perciò volevo farle un bel regalo...”
Il professore scosse la testa, ormai afflitto.
Si rialzò in piedi e si avviò verso la cattedra, appoggiandosi poi ad essa. Michael lo guardava con aria di superiorità, anche se adesso, aveva assunto uno sguardo più...dolce, angelico.
“Clifford, il mio compleanno è stato un mese fa”
“E allora? Meglio tardi che mai, no?” ricominciò, facendo ridere la classe – compreso Ashton –.
Sospirò, “vai dal...”
“...preside, va bene signor Smith. Ok, va bene” rispose, lanciando poi un'ultima occhiata ad Ashton e aprendo la porta.




Charlie era stata cacciata dalla classe per via del suo dannato carattere. Ogni volta, era sempre la stessa cosa, non riusciva mai a contenersi, non riusciva mai a non rispondere alle provocazioni da parte dei professori. Stava diventando tutto troppo straziante. Per fortuna però che non l'aveva mandata dal preside o altrimenti...sarebbero stati davvero grossi guai. Tutti sapevano che il preside Mackanzie non era una persona dolce di sale, anzi, era molto severo.
Trascinò i piedi fino al corridoio centrale della scuola e, guardando l'orario, attese la fine dell'ora. Sbuffò, fece su e giù per il corridoio e poi si sedette a terra, sugli scalini che portavano ai laboratori.
Sospirò, guardando una figura alta e imponente rispetto a lei. A primo impatto, pensò fosse il suo Calum, ormai lo vedeva d'appertutto. Focalizzò la figura e notò che era l'amico, quello strambo che si tingeva i capelli ogni settimana, sempre di colori diversi. Ora li aveva al naturale, era praticamente un miracolo. Sinceramente, non gli era mai piaciuto, insomma, sembrava così pericoloso che...non le andava di fare amicizia con lui anche se, per conoscere Calum l'avrebbe anche sopportato.
Appena arrivato si guardarono, entrambi fissarono l'altro dall'alto verso il basso. Nessuno dei due osava parlare, era come se in quel momento stesso, dovessero battersi in una guerra all'ultimo sangue. Charlie sbuffò e voltò lo sguardo dall'altra parte, ciò le fece guadagnare un ghigno da parte del ragazzo che, ancora per qualche minuto, si prese il lusso di continuare a fissarla, contemplandola nei minimi particolari. Perchè infondo, sì, Charlie era bella. Era la bellezza fatta persona, anche se il suo carattere, alle volte, lasciava davvero desiderare. Solo che, così come affermava Melany, se riuscivi a fare breccia nel suo cuore, lei, ti avrebbe dato tutta sé stessa.




“Charlie, eccoti finalmente!” esclamò, riprendendo fiato per la corsa.
“Ehi, che hai fatto?”
“Nulla, ho solo corso per tutta la scuola, sai...ti cercavo!”
“Oh, ok” rispose indifferente, senza alcuna emozione.
“Ho fame”, riprese, facendo ridacchiare e innervosire di poco Melany che, ancora adesso, ricominciò a darle contro “possibile che pensi sempre e solo al cibo?”
Fece spallucce, mise le mani in tasca e camminò.
“Allora, com'è andata poi con il tuo Jack?”
Melany si morse il labbro e ridacchiò, “oh...bene. Solo che...devo cercare di essere meno timida”
“Lo credo bene! L'unica con cui parli è con me. Cerca di aprirti a nuove amicizie, non so...magari cerca di conoscere Calum così poi me lo presenterai ed io e lui finiremo entrambi in un letto a-”
La riccia incominciò a ridere, strozzandosi anche con la sua stessa saliva “ma che stai dicendo?”
“Oh...nulla. Sono solo le mie fantasie erotiche. Andiamo a mangiare, và”




Ed eccole di nuovo in mensa, come al solito Charlie spiava Calum e Melany, la povera Melany era lì a parlarle e a dirle di lasciarlo stare: quella sua cotta stava prendendo una brutta piega.
“E zitta, Mel! Per l'amor del cielo. In diciotto anni che ti conosco non sei cambiata di una virgola, sei sempre...rompiballe” disse, alzandosi di scatto dalla sedia per andare a posare il suo vassoio ormai vuoto ed uscire poi dall'enorme stanza.
“Oh scusa se mi preoccupo per te!” gridò in lontananza.
Charlie sbuffò e la ignorò.
Camminò fino al grande giardino che circondava la scuola e, una volta aver preso in mano il suo libro iniziò a rilassarsi davvero, concentrandosi sulla lettura.
“Ciao” esordì una figura accanto a lei, con un buffo sorriso in viso e con un quaderno in mano.
“Ti è caduto questo” continuò, sorridendole.
“Ah, grazie” rispose prendendo il quaderno nero per poi ritornare con gli occhi sul libro: non le piaceva granchè essere infastidita mentre leggeva, anzi, avrebbe fatto una pausa solo se quel “qualcuno” fosse stato il suo Calum.
“Comunque io sono Michael”, incalzò porgendole la mano destra in segno di saluto.
“Charlie” rispose distratta, senza fissarlo negli occhi e senza ricambiare il suo saluto molto cordiale.
“Senti, veniamo al dunque. Perchè quando siamo in pausa mi fissi?”
“Non posso? Sai, anche io ho gli occhi” rispose ironicamente, mettendolo a tacere.
Il ragazzo la squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulle sue curve e sul suo viso: riconobbe subito che quella d'innanzi a lei fosse davvero una gran bella ragazza, acida, ma bella.
Sorrise ghignamente e poi riprese, “ti piace il mio amico Calum, non è vero?”
La ragazza strabuzzò gli occhi e, come se niente fosse ricominciò a parlargli nonostante il fatto che avesse appena sbandierato il suo piccolo segreto. Le sembrò davvero impossibile che in neanche cinque minuti che si conoscevano lui fosse già riuscito a leggerle gli occhi e, soprattutto il pensiero. Dovette ammetterlo: quel ragazzo le faceva paura.
“Spero tu stia scherzando” rispose Charlie, ancora scossa per quella stupida domanda.
“Oh su, non mentirmi. Conosco le ragazze, che pensi? Senti, facciamo cosi; Oggi vieni a casa mia verso le sette, te lo farò conoscere, oh e...tranquilla, non gli dirò che sei segretamente cotta di lui”
E dopo ciò concluse, scrivendole sulla mano la via di casa sua.
Charlie non lo ringraziò neanche, era rimasta spiazzata dal suo comportamento. Che diamine era successo? Aveva sognato tutte le notti che qualche suo amico si accorgesse di lei e, ora che ci era riuscita era rimasta pietrificata d'innanzi ai suoi occhi e al suo sguardo così misterioso? Scosse la testa riprendendosi. Sospirò e tornò dentro la scuola pronta per sopportare qualche altra ora di lezione.





 

Tell I am your voodoo doll, nanananana!

Ciaaao belle! Scusate se c'ho messo molto per aggiornare ma...avevo molti impegni e, soprattutto ero – sono – nervosa per un sacco di motivi...
Vabbè, passando al capitolo...cosa ne pensate? Vi piace? Spero tanto di sì. Ricordo, come sempre che, questi sono piccoli Missing Moments che non saranno più di dieci o quindici (non so più o meno ma credo che non ne farò venti, ahah).
Ok, detto ciò vi rammendo(?) che ci sono anche su twitter e Facebook:

TWITTER: @tostapayne__
FACEBOOK: EyesDreamingEfp (è una pagina, ha pochi “mi piace”, ve ne sarei grata se lasciaste un piccolo “like” per farla crescere :).)

Ok, scappo.
Baci, Chiara.
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: OcchidiNiall