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Autore: _Alien_    27/09/2014    4 recensioni
[Spoiler di tutto TID e TMI, compresi possibili spoiler di COHF]
Sono passati sette anni dalla fine della Guerra Oscura e gli Shadowhunters newyorkesi sono in fibrillazione per il matrimonio fra Alec e Magnus. Per questo lieto evento, vengono invitati anche Tessa Gray e Jem Carstairs, che possono finalmente conoscere una nuova storia di Lightwood, Herondale e Fairchild. Ma qualcosa è destinato a turbare l'equilibrio dell'Istituto: i confini spazio-temporali si stanno lentamente incrinando e Alec, Isabelle, Jace e Clary si ritroveranno inspiegabilmente catapultati nella Londra vittoriana. Riusciranno a tornare indietro, nel presente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Idris, 2014
- Pronto? – Tessa si era letteralmente appesa alla cornetta del telefono, ansiosa di sentire la vocina del suo piccolo.
- Mamma! – esclamò Will. Tessa sorrise raggiante.
- Angelo mio, ciao! Come stai? È successo qualcosa? – chiese apprensiva. Jem le teneva la mano sulla spalla, protendendosi verso il telefono per sentire la voce del figlio.
- Tutto a posto. Tu e papà siete a Idris, vero?
- Sì, ma… tu come fai a saperlo?
- Lunga storia. Senti, mamma, ho chiamato per dirti che sto per raggiungere te e papà. Siccome i Portali sono chiusi, userò un’altra strada…
- Come? Ma tesoro, non puoi viaggiare da solo!
- Mamma! – sbuffò il bambino spazientito – Non sono da solo. Starò insieme ai signori Greymark e alla loro figlia Amatis. E poi ci sono anche Bill e Tom.
- Ma come pensate di raggiungerci?
- … Lady Svitata ha parlato di qualcosa che gira…
- Lady Geminy ha intenzione di usare la Gabbia-Trottola?!
- Ah, sì, ecco come si chiamava! Proprio quella!
 
- Ma non si era parlato di sistema di localizzazione? Se Izzy va nel Portale, cosa cavolo dovremmo localizzare? – Simon era in piedi, accanto a Isabelle, al centro di un quadrato disegnato sul terreno. Ai quattro lati del poligono, c’erano i quattro stregoni che avrebbero compiuto l’incantesimo ideato dal Sommo Stregone di Brooklyn.
- Magnus ha dovuto dire così, altrimenti mio padre si sarebbe potuto insospettire. – spiegò Isabelle. Era un po’timorosa, aveva paura di perdersi nel Portale, ma Tessa le aveva spiegato come fare a tornare indietro se le cose si fossero complicate. Bastava sfruttare una corrente, una di quelle folate di vento che li aveva divisi l’ultima volta. In realtà, l’obiettivo di Isabelle era preciso. Secondo Magnus, lei era l’unica a poter trovare Alec, dato che c’era quello che lo stregone aveva definito “richiamo del sangue”. Secondo lui, infatti, Isabelle sarebbe finita nello stesso posto in cui c’era Alec perché le correnti del Portale l’avrebbero trasportata nei pressi di qualcuno col suo stesso sangue. Così aveva scovato dalla Città di Diamante una pietra rossa simile a quella che la ragazza portava al collo, convinto che quel materiale speciale fosse ben più potente del quarzo micrato. Izzy sperava solo che avesse ragione.  
- Ragazzi, non siete costretti a farlo… - Magnus puntò lo sguardo sulla sorella del suo ragazzo. Gli occhi neri di Isabelle brillarono di una luce risoluta, le labbra arricciate in un lieve sorriso. Doveva farlo, nonostante i dubbi. Alec l’avrebbe fatto.
- Tranquillo, Magnus. L’hai detto anche tu: nel caso le cose andassero male, devo solo tirarmi indietro.
Sei una Shadowhunter pensò con apprensione lo stregone E voi non vi tirate mai indietro.
- Quindi… lei viene mandata nel Portale, poi viene attirata nello stesso posto dove si trova Alec per il richiamo del sangue e comunicheremo attraverso il ciondolo… ma poi? Come tornano indietro? – chiese confuso Simon.
- Il ciondolo dovrebbe riuscire a creare una connessione più forte, tale da tirare indietro Isabelle e chiunque le sia vicino. È un esperimento, ma dobbiamo tentare… - mormorò l’uomo dagli occhi da gatto.
Isabelle strinse forte la mano di Simon e, dopo un breve scambio di sguardi, lei fece un cenno d’assenso.
- Ok. Siamo pronti.
Magnus, Catarina, Tessa e Ron si posizionarono ai lati del quadrato che racchiudeva i due Nephilim. Cominciarono a recitare sempre più velocemente sempre la stessa litania, le lingue che emettevano i suoni di un fuoco scoppiettante. Isabelle stritolò ancora di più la mano di Simon e lui l’attirò a sé, abbracciandola.
- Ti amo. – le sussurrò all’orecchio.
- Ti amo anch’io. – bisbigliò lei di rimando, poi lo spinse via, fuori dal quadrato magico. Un fascio di luce azzurra fendette l’aria, allargandosi e aprendosi a ventaglio. Era appena nato un Portale clandestino. Senza pensarci due volte, la Cacciatrice si buttò nel Portale, mentre i quattro stregoni continuavano a mormorare in quella lingua sconosciuta.

Londra, 1879
- Alec?
La testa del Cacciatore scattò verso l’alto, distogliendo lo sguardo dalla pagina del libro. Lo stregone davanti a lui aveva una mano poggiata su un fianco, mentre l’altra stringeva una scatolina fra le dita.
- Perché hai fatto forgiare un altro anello Lightwood? Non hai già il tuo?
Le guancie di Alec si imporporarono. Non aveva programmato l’evento in quel modo. Magnus non avrebbe dovuto trovare l’anello. Eppure l’aveva nascosto bene!
- Ehm… bhe, il mio si è scheggiato…
- È fatto d’argento misto ad adamas. Per cui ritengo improbabile il fatto che possa scheggiarsi. – inarcò un sopracciglio il suo interlocutore – Perché mi stai mentendo? Non ti fidi di me?
- No! Cioè, certo, come puoi pensare il contrario?! Ovvio che mi fido di te! – Alec si sfilò gli occhiali da lettura – anche se sapeva di acquisire un certo fascino quando li indossava – e si alzò in piedi, accantonando definitivamente il libro.
- E allora cosa sta succedendo? – incrociò le braccia al petto l’altro. Alec puntò il suo sguardo a terra. Decisamente non era come aveva programmato. Era tutto così poco romantico! Avrebbe voluto che quello, per Magnus, diventasse un ricordo speciale. Ma ormai lo aveva scoperto. Tanto valeva svelargli tutto.
- Ho fatto forgiare il nuovo anello perché intendevo donare il mio a qualcun altro. – disse. Non aveva il coraggio di sollevare lo sguardo. Magnus gli prese il mento con due dita e lo costrinse a fissarlo negli occhi. E le parole scapparono dalle labbra di alec come se fossero sempre state lì, come se il Nephilim avesse preparato un discorso degno dell’eloquenza di Jace. Ed invece quello che parlava era solo e soltanto il suo cuore.
- Doveva essere una sorpresa, ma ora mi vedo costretto a dirtelo. Io ti amo, Magnus Bane. Non è una novità per te, lo so, ma voglio che tu lo sappia. Voglio ripeterlo ogni giorno della mia vita, voglio darti tutto me stesso, voglio farti conoscere i miei pregi e i miei difetti, le mie paure, le mie insicurezze e voglio il tuo aiuto per superare le difficoltà. Voglio affrontare i pregiudizi insieme a te, voglio che chi ci vuole male veda quanto ci amiamo, voglio proteggerti, difenderti, voglio invecchiare e morire accanto a te. E poi, quando me ne sarò andato non per mia scelta, ma perché la morte mi reclamerà, voglio che l’ultima cosa che mai vedrò siano i tuoi occhi e voglio anche che tu non dimentichi mai di me. Per cui, adesso, te lo chiedo ufficialmente.
Si inginocchiò davanti a lui e si sfilò l’anello dal dito. Era un po’consunto dall’uso, ma le fiamme guizzavano ancora vivaci nell’argento.
- Magnus Bane, vorresti concedermi lo straordinario onore di diventare mio marito?
Lo stregone non proferì parola, ma cominciò a piangere, un sorriso stampato sul viso.
- Per Lilith, sì!  
 
- Magnus?
Aprì gli occhi non appena Tessa lo chiamò. Dopo l’incantesimo si erano addormentati entrambi, esausti, Tessa nel suo letto e Magnus sulla poltroncina lì vicino. Mentre aiutava Tessa ad alzarsi, non riusciva a cancellare dalla propria mente l’immagine del presunto Lightwood dagli occhi blu che gli chiedeva di sposarlo. Un calore familiare e piacevole gli strinse il cuore, ma poi scacciò via il pensiero. Non lo conosceva nemmeno. E poi era un mortale, un Nephilim! Non c’è futuro per uno Shadowhunter che si trastulla con gli stregoni…
 
Idris, 2014
Simon aveva chiuso gli occhi, un po’ per la forte luce emanata dal Portale, un po’ per non vedere Isabelle saltare verso l’ignoto. Quando li riaprì, Magnus aveva gli occhi chiusi e le mani congiunte davanti al volto. Tra le dita stringeva una specie di rosario a cui era attaccata una pietra rossa, dello stesso materiale di quella del ciondolo di Isabelle.
- E adesso? - balbettò Simon, la testa che gli girava vorticosamente. Una mano si posò gentile sulla sua spalla.
- Tranquillo, Simon. Non l’abbiamo persa. Magnus ha trovato un modo di mantenere i contatti con lei. – spiegò Tessa.
- Il quarzo micrato può contrastare la distanza spaziale, non quella temporale. – affermò Ron – Così Magnus ha vincolato le due pietre rosse forgiate nella Città di Diamante, quella di Isabelle Lightwood e quella che adesso lui ha in mano. La troveremo.
- Li troveremo tutti. – concluse con un sospiro Catarina. Magnus non proferì parola. E rimase immobile, mentre i suoi colleghi se ne andavano. Simon era indeciso sul da farsi. Se Magnus era davvero l’unico che poteva comunicare con Isabelle, allora doveva restare.
- Vai a casa, Simon. – ordinò invece Magnus.
- Ma io… Izzy…
- Sta’tranquillo. Fidati di me, per favore.
Il Cacciatore annuì. Si fidava di lui. E così, con l’ansia che cresceva ogni secondo di più, si allontanò dall’insolitamente taciturno Sommo Stregone di Brooklyn.
 
Londra, 1879
Tessa uscì tremante dalla sua stanza, sorretta da Magnus. Era pallida, le labbra violacee e i capelli spettinati, ma gli occhi brillavano.
- Non saprò mai come ringraziarti per quello che hai fatto, Magnus… mi hai liberata… - balbettò, ancora provata.
- No, Tessa. Ti sei liberata da sola. Hai visto? Hai fatto tutto tu. Sei molto più forte di quanto pensi. – disse Magnus, sorreggendola mentre scendevano le scale.
- Posso chiederti un ulteriore favore, anche se credo di abusare della tua pazienza?
- Oh, ma per favore. – scacciò con un gesto della mano la mortificazione di lei – Certo, dimmi pure.
- Mi accompagneresti da Will? È sicuramente in biblioteca. Voglio abbracciarlo…
- Come desideri.
 
Will aveva acconsentito a dare loro la Chiave, ma aveva preteso di essere presente durante le loro ricerche e Alec aveva deciso di accettare prima che Jace cominciasse a protestare. Il giovane Lightwood si era immaginato una Sezione Ombra, appunto, buia, con delle lampade ad olio che emanavano bagliori giallastri sulle pagine dei libri. Invece era uguale al resto della biblioteca, una semplice forte di frassino la divideva dagli altri reparti. Una volta entrato lì dentro, si era sorpreso per l’immensa quantità di libri che c’erano. Forse una differenza tra quella Sezione e il resto c’era. I tomi avevano copertine rilegate in pelli particolari, alcune scintillanti, altre provenienti da qualche strano animale esotico. La maggior parte dei titoli erano in oro, argento, adamas e altri metalli preziosi. Sicuramente lì c’era quello che cercavano. Il punto era che Alec non aveva la più pallida idea di cosa dovesse cercare di preciso e soprattutto dove avrebbe dovuto guardare. Qualcuno bussò alla porta e interruppe i suoi pensieri. Will la aprì e si ritrovò davanti Tessa. I due si guardarono negli occhi un solo istante, prima di saltarsi addosso reciprocamente e di stringersi forte l’una all’altro. Lei scoppiò a piangere, abbracciandolo stretto.
- Credevo che non sarei più riuscita a farlo…
- Oh Tess. Tessa. La mia Tessa… - mormorava come un mantra Will, affondando il viso nell’incavo del suo collo.
- È permesso? – domandò qualcuno dietro la coppia. Il cuore di Alec fece un triplo salto mortale carpiato. Magnus entrò nella stanza con i suoi agili ed eleganti movimenti felini, gli occhi da gatto che scintillavano. Era contento per la sua amica, Alec avrebbe potuto giurarci, ma una sorta di malinconia gli velava lo sguardo. Era lo stesso sguardo che aveva Alec quando fissava Clary e Jace, subito dopo che la rossa aveva scoperto l’esistenza del Mondo Invisibile. In quel periodo era convinto di amare Jace e provava gelosia, ma anche qualcos’altro. Anche lui aveva desiderato tanto che qualcuno non si limitasse a guardarlo, ma ad ammirarlo, come il suo parabatai faceva con Clary. Poi si era convinto che magari nessuno lo ammirava proprio perché non c’era niente di speciale, in uno come lui, che non si metteva mai in mostra. E poi era arrivato Magnus, l’arcobaleno del suo mondo nero.
Lo stregone, sentendosi osservato, lanciò un’occhiata seccata al Lightwood, ma appena i suoi occhi si allacciarono a quelli blu dell’altro, il fastidio che aveva provato per l’essere stato fissata troppo a lungo svanì. Cosa diavolo avesse quel ragazzo di diverso, non avrebbe saputo dirlo. Sapeva solo che c’era una strana forza soprannaturale che lo calamitava verso quel Nephilim.
- Ehm, ok, va bene. Alec? Noi avremmo qualcosa da cercare…  - si schiarì la voce Jace. Alec sbatté un paio di volte le palpebre e si girò verso il biondo, annuendo.
- Hai ragione. – convenne, poi spostò lo sguardo verso Will e Tessa, che non avevano ancora smesso di stringersi forte. Sapeva di aver bisogno di aiuto per trovare ciò che stava cercando, ma non se la sentiva di interrompere quel momento così intimo. Magnus sembrò notare la sua incertezza.
- Cosa stavate cercando, esattamente? Posso rendermi utile?
Prima che Alec potesse negare, dato che si sentiva a disagio con quel Magnus che non lo riconosceva, Will sorrise riconoscente allo stregone.
- Ehm… - Jace guardò il parabatai per cercare conferma e, quando la trovò, riprese a parlare senza esitazione – Certo. Ci servirebbe una mano, in effetti.
- Se non vi dispiace, io e Tessa andiamo. Magnus… - Will consegnò all’amico la Chiave della Sezione Ombra – So che li lascio in buone mani.
Jace poté giurare di sentire un Tienili d’occhio appena sussurrato, poi la coppia uscì e chiuse la porta.
- Bene. – si passò una mano tra i capelli Alec, i nervi a fior di pelle – Al lavoro.
 
Erano passate un paio d’ore e i tre ragazzi non avevano ancora cavato il ragno dal buco. Magnus era stato d’aiuto nelle ricerche, ma Jace poteva vedere come il suo parabatai reagiva ogni volta che lo stregone faceva qualcosa. Ad un certo punto, si erano divisi nelle ricerche, consultando tra diversi scaffali, e Alec aveva accidentalmente fatto cadere metà dei libri. Sbuffando, si era piegato a raccogliere i volumi, facendo attenzione a riporli al posto giusto. Gli restava da raccogliere l’ultimo libro e la sua mano ne sfiorò un’altra, calda e color caramello. Il Lightwood deglutì.
- Credo che tu abbia appena trovato ciò che stavamo cercando. – sentenziò Magnus, sfilandogli il libro dalle dita. Si raddrizzarono nello stesso momento e l’arciere non poté fare a meno di arrossire. Stava per dire qualcosa, la prima cavolata che gli passava per la testa, perché il suo cervello aveva deciso di disconnettersi momentaneamente, quando un boato assordante fece tremare l’Istituto dalle fondamenta. Magnus perse l’equilibrio e cadde all’indietro, prendendo la presa sul tomo. Aveva già chiuso gli occhi, aspettandosi di impattare presto contro il pavimento, ma tutto quello che sentì fu una presa gentile, ma ferma, attorno alla schiena. Quando aprì gli occhi, incontrò quelli azzurri del Cacciatore, che lo stringeva a sé.
- Alec! Magnus! Presto, venite… ma che…?! – Jace inarcò un sopracciglio. Alec arrossì violentemente e aiutò Magnus a rimettersi in piedi, per poi ritrarsi da lui come se scottasse.
- Che succede? – chiese, guardando dovunque tranne che verso Magnus.
- Non lo so! Andiamo a vedere!
E senza aggiungere altro i tre si catapultarono fuori.
Il libro che avrebbe potuto aiutarli giaceva sul pavimento, dimenticato.

NdA: Per l'Angelo, 5 recensioni per un solo capitolo!!! Ommioddio grazie a Chesy, saretta98SS, Raluralu, Amy_demigod e Marty060201. Siete fantastiche. Vi prego di avere pazienza, propabilmente aggiornerò tra due settimane, ma se potrò farlo prima sarò contenta di farvi una sorpresa :D
A presto,
_Alien_
 
  
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