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Autore: Wild imagination    27/09/2014    19 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Note dell'autrice-
Capitolo ispirato a questa fantastica fanart:

http://yu-oka.deviantart.com/art/Santana-s-Guide-To-Sexiness-210531315
Un abbraccio stritolante alle undici (UNDICI *.*) persone che hanno recensito lo scorso capitolo.
Marta Mancini, Ekija89, DuerreWayland, Sslaura, Anna_Vik, Stormer_99, Jamyra, gabriella_CM, robbbe83, la_marty, wislava.
Io non so davvero cosa dire, siete la 5x01 della mia Klaine. <3




How to succeed in sexyness (without really trying)


Le sue dita scostarono i lembi stropicciati della camicia e li sollevarono appena sopra l'ombelico, ricavando lo spazio necessario per stringere possessivamente i suoi fianchi freddi. Kurt tremò quando sentì le sue mani bollenti affondare nella propria pelle. Il riccio iniziò ad accarezzarlo lentamente, disegnando cerchi immaginari sulla sua schiena diafana. Il castano sospirò di piacere, e avvicinò le mani al suo viso per tracciare il profilo della sua mandibola pronunciata con la punte della dita.
Blaine socchiuse le palpebre proprio mentre un mugolio roco si faceva strada nella sua gola; e lui continuò a far scorrere i polpastrelli lungo il suo collo, sfiorando il suo pomo d'Adamo e arrivando a stringere con decisione il colletto della sua divisa. Due occhi ambrati, brucianti di attesa, si fissarono nei suoi, esortandolo a continuare. Con un sorrisetto e le guance imporporate, il ragazzo gli allargò il nodo della cravatta, raggiungendo i bottoni. Con gesti lenti e misurati iniziò ad aprire la camicia immacolata, scoprendo il torace olivastro...

La mattina Kurt si svegliò di soprassalto, col cuore che correva furiosamente nel petto e qualche complicazione a sud dell'Equatore. 
Questo non va affatto bene... Proprio no.
Affondò il viso fra le mani, affranto, nel vano tantativo di recuperare il controllo di sé. 
Ma cos'è che devo fare per togliermi dalla testa quel dannato ragazzo?
Più che altro dovresti fartelo...
Il ragazzo emise un gemito disperato, tentando di soffocarsi col lenzuolo; solo dopo qualche istante si rese conto che il dannato ragazzo avrebbe dovuto essere a pochi metri da lui. Sollevò la testa di scatto e, con non poca sorpresa, si accorse che il letto sfatto accanto al proprio era vuoto.
Da quant'è che si sveglia prima di me? E che fine ha fatto?
Prima che potesse provare a rispondersi da solo udì il rumore dell'acqua che scorreva copiosa, e poi una voce suadente attutita dalle pareti della doccia. 
                                                                         I'm sexy and I know it...

Oddio.
Kurt spalancò gli occhi, stringendo febbrilmente le coperte col malsano desiderio di morderle. 
Si sta facendo la doccia. Si.sta.facendo.la.doccia. Cantando "I'm sexy and I know it".
Non posso farcela. 

Tentò in tutti i modi di togliersi dalla testa l'immagine del suo compagno di stanza con i capelli coperti di schiuma, inondato dall'acqua bollente e circondato da un sottile strato di vapore. 
Solo da un sottile strato di vapore... Potrei avere un infarto in questo momento.
Le sue guance si tinsero violentemente di rosso mentre tentava di concentrarsi su qualunque altra cosa.
Qualunque cosa lo distraesse dalla voce di Anderson e da pensieri decisamente sconvenienti.
La situazione è diventata insostenibile dalla sera di San Valentino... Non so se lo faccia apposta oppure 
no, ma i miei ormoni stanno per esplodere; rischio l'autocombustione da un momento all'altro e non ho idea di come impedirmelo. Magari se mi creo scenari apocalittici con squartamenti e spargimenti di sangue riesco a frenare i bollenti spiriti...

Stava ancora tentando di immaginarsi scene in stile "The Day After Tomorrow" quando l'acqua fu chiusa e  lo sportello della doccia fu fatto scorrere.
Ok, ora si vestirà, aprirà la porta del bagno e io farò finta di niente.
Pochi istanti dopo la porta si aprì, ma Anderson non era propriamente... vestito. E di certo Kurt non fece finta di niente.
Nel momento esatto in cui spostò lo sguardo sul Warbler, si irrigidì, avvampò e il suo cuore iniziò a precedere a singhiozzo. Tutto contemporaneamente.
Universo, non mi complimenterò mai abbastanza per il tuo straordinario, incredibile, inimitabile senso dell'umorismo. Grazie di rendere le mie giornate così interessanti.
Blaine comparve nella sua visuale coperto solo da un asciugamano legato in vita, la pelle umida e leggermente arrossata per l'acqua calda, e i capelli scompigliati. 
Kurt seguì con invidia il percorso di una goccia che gli scivolò velocemente lungo il torace abbronzato, accarezzando gli addominali scolpiti e sparendo insieme alla V del basso ventre nel cotone dell'asciugamano. Il castano si fece violenza per convincersi a staccare gli occhi dalle ossa sporgenti del suo bacino, per poi risalire lungo la linea dei pettorali e soffermarsi lo stretto necessario sui muscoli delle spalle.
Cazzo.
Cazzo.cazzo.cazzo.cazzo.cazzo.

Anderson sembrò leggermente imbarazzato quando notò che il suo compagno di stanza era già sveglio.  
"Ehm... Pensavo stessi dormendo." borbottò a mo' di spiegazione, accarezzandosi la nuca con aria impacciata. "Devo solo prendere i vestiti nell'armadio..."
Kurt trovò la forza di annuire meccanicamente, deglutendo. Non era proprio in grado di pensare a niente di intelligente da dire, in quel momento. Le sue mani continuavano a tormentare il copriletto, e decisamente il problema a sud dell'Equatore non era stato risolto. 
Il Warbler si girò verso l'armadio, e pensò bene di recuperare dei vestiti dalla mensola più in alto.
Si allungò in punta di piedi, e Hummel rimase incantato ad osservare i muscoli della sua schiena tendersi per lo sforzo al di sotto di quella pelle deliziosa. 
Se il tuo compagno di stanza ha una schiena su cui potresti morire, batti la mani. *Clap clap*.
Kurt era sicuro che se fosse arrossito più di così sarebbe svenuto per emorragia interna. 
L'altro chiuse finalmente le ante dell'armadio, e si diresse in bagno e dando testardamente le spalle all'altro manipolatore.
Proprio quando stava per chiudere la porta dietro di sé, pensò fosse necessario stringersi l'asciugamano alla vita, e così fu costretto ad aprirlo per un attimo. 
Ma fu sufficiente perché, dalla sua posizione, Hummel potesse avere una perfetta visione della base della schiena che rimase scoperta a quel gesto. Un brivido gli fece venire la pelle d'oca sulle braccia. 
Salvatemi: ha anche le fossette... 
La porta davanti a lui si chiuse con un tonfo secco, e in quel momento Kurt prese una decisione importante.
E' arrivato il momento di passare alle maniere forti. 
Afferrò il cellulare dal comodino, digitando febbrilmente un numero. Al terzo squillo, una voce rispose.
"Pronto, Kurt?" chiese, sorpresa.
"Ho bisogno del tuo aiuto" esordì il ragazzo con la voce tremolante.
"Pensavo che non me l'avresti mai chiesto." ridacchiò Santana. "Ci vediamo da me tra un quarto d'ora."

"Quindi, in parole povere, vuoi che il tuo compagno di stanza abbia un crollo nervoso come quello che stai avendo tu..." commentò l'ispanica, dopo che Kurt le ebbe spiegato a grandi linee la sua tragica situazione.
"Beh, se la vuoi mettere così..." borbottò il ragazzo, fissando il legno della scrivania. "E' che mi sono stufato di non poter fare niente".
La ragazza avvicinò la sedia alla sua, poggiandogli una mano sulla spalla con fare consolatorio. 
"Non preoccuparti, Porcellana. Sono preparatissima: aspettavo questo momento da mesi."
Hummel la guardò stranito, ma evitò di fare domande. "Sono nelle tue mani. Devi solo rendermi MOLTO SEXY. Se pensi che sia possibile..."
"Certo che è possibile!" esclamò lei, risentita. "La materia prima ce l'abbiamo e, modestamente, io sono infallibile in questo genere di cose." Gli scoccò un'occhiata eloquente. " Prima di tutto, devi sapere che la S.G.T.S. è divisa in step."
"La S.G.T.S.?" la interruppe Kurt, confuso.
"Santana's guide to sexyness" spiegò l'amica, con aria ovvia e pomposa al tempo stesso. "Il primo step è Abbigliamento."
"Cosa c'è che non va nei miei vestiti?" sbottò il ragazzo, piccato, osservando la maglia a strisce bianche e blu che aveva indossato quel giorno.
"Niente" si affrettò a spiegare Santana, "Ma dovresti portarli in modo più... sensuale"
"Ovvero?"
"Prima di tutto..."

Devi cercare di mostrare più pelle possibile, in particolare collo, spalle e avambracci. Ma puoi sbizzarrirti.
Kurt si fermò davanti all'armadio con aria affranta. Non aveva praticamente niente che rispondesse ai requisiti; non gli era mai capitato di volersi far guardare da qualcuno. 
Forse farei meglio a non iniziare nemmeno. La sensualità non fa per me...
Oh, andiamo! Non vorrai cedere subito! Così gliela darai vinta.
Lo so! Ma vedi bene anche tu che non so neanche cosa mettermi! Non ho niente del genere....
Beh, una cosa ce l'avresti. E te l'ha fornita proprio lui...
Kurt estrasse dalla pila una maglia grigia bucherellata. Non aveva avuto il coraggio di buttarla, anche se pensava che fosse inutilizzabile.
Stai scherzando, vero?
Perché? E' perfetta!  Chi di maglia ferisce, di maglia perisce...
Il manipolatore squadrò l'indumento con aria critica. In effetti, grazie ai buchi (in particolare quelli sulla schiena), una non indifferente porzione di pelle sarebbe stata scoperta. 
Sospirò. O la va, o la spacca.

"Ehm, San, non che mi stia lamentando... Ma perché mi stai scortando alla mia stanza?" chiese Kurt con aria interdetta, camminando lungo il corridoio insieme all'amica.
"Perché voglio vedere in diretta la reazione di Anderson" spiegò la ragazza con un sorrisetto consapevole. "Fammelo dire, Porcellana" aggiunse, pizzicandogli il fianco. "la maglia è perfetta. E quei jeans sono innaturalmente stretti!"
"Grazie, suppongo..." borbottò il ragazzo, imbarazzato. 
Arrivarono alla camera 216 dopo pochi minuti, e il manipolatore inserì le chiavi nella toppa.
"Sei pronto?"
Lui annuì, rigido. Respirò profondamente, prima di aprire la porta con un po' troppa energia. Come previsto da entrambi, Anderson era disteso comodamente sul proprio letto, il naso infilato in un libro. 
Il Warbler alzò distrattamente la testa, squadrando i nuovi arrivati con quella che si proponeva di essere un'espressione disinteressata. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa quando scorse l'abbigliamento di Hummel, riconoscendo la propria vittima. Il suo sguardo attonito scivolò lungo la pelle della gola lasciata scoperta dallo scollo a V, poi sulla spalla candida, e infine si fissò con poca eleganza sulle lunghe gambe fasciate perfettamente dai jeans aderenti. Deglutì rumorosamente, avvampando all'improvviso e tentando inutilmente di concentrarsi su quello che stava leggendo. 
"Colpito" sussurrò Santana con aria trionfante a Kurt, che sorrise timidamente. "Adesso girati verso di me e abbracciami."
Il ragazzo la guardò con aria smarrita.
"Tu fallo e basta!" gli ordinò la ragazza, con voce bassa ma perentoria.
Il manipolatore eseguì, continuando a non capire dove stesse andando a parare.
Si allungò verso di lei, e fu costretto ad alzarsi leggermente sulle punte dei piedi, visto che l'amica indossava i tacchi.
Quando la sua maglia si sollevò, lasciando scoperta un'ampia porzione di schiena e mostrando il sedere, arrossì vistosamente. 
Devo ammettere che questa ragazza è diabolica.
Santana ricambiò la stretta, avvicinando le labbra al suo orecchio. "Affondato. Ti sta fissando il sedere con la mascella penzolante da dieci minuti."
Il castano non poté fare a meno di esultare internamente. "Grazie" le sussurrò.
"Dovere". Poi aggiunse ad alta voce. "Bene, dolcezza. Ci vediamo domani in camera mia."
Gli scoccò uno sguardo eloquente, prima di uscire chiudendosi la porta alle spalle.
E andiamo con lo step 2. 

"Ora che abbiamo scoperto che da qualche parte dentro di te è nascosto uno spogliarellista da Babylon." cominciò Santana. Kurt le rivolse un'occhiata allucinata. "Passiamo allo step numero due."
Ho quasi paura.
"Eating! " esclamò la ragazza, entusiasta. "Si tratta di indurre il nostro ragazzo a fare pensieri impuri riguardo al modo in cui mangi."
Il manipolatore affondò il viso fra le mani. "Perché ho la sensazione che dovrò leccare un ghiacciolo davanti ad Anderson?" borbottò, con le guance in fiamme.
"Perché te lo farò fare" rispose l'ispanica con semplicità. "Ma non si tratta solo di ghiaccioli o lecca-lecca. Finché mangerai in modo lento e passionale, sarà sexy... Solo assicurati che sia qualcosa di succoso o della giusta dimensione. Come le fragole o le banane."
"E dove le trovo le fragole?! Siamo a marzo!" obiettò Kurt, lamentoso. 
"Oh, ma devo fare tutto io?" sbuffò la ragazza. "Va bene, va bene. Vedrò di procurartele."
La sera stessa, Hummel fece ritorno nella propria camera con un cesto di frutta in mano. Totally normal.
Anderson lo occhieggiò stranito, ma non osò fare commenti. Il suo sguardo si soffermò un attimo di troppo sulla pelle diafana lasciata scoperta dallo scollo della camicia, e Kurt sorrise con aria soddisfatta. 
Si sistemò a gambe incrociate sul letto, scegliendo con cura il primo alimento.
Direi di iniziare con qualcosa di non troppo ambiguo...
Afferrò dal mucchio una mela rossa particolarmente matura, portandola alle labbra con decisione.
Ricordati cos'ha detto Santana: lento e passionale.
Sospirò, preparandosi a fare del suo peggio. Addentò il frutto con studiata lentezza, arricciando leggermente le labbra e staccandone un pezzo. Masticò con flemma, lanciando un'occhiata di sbieco al suo compagno di stanza. Quello gli lanciava occhiatine turbate, il corpo palesemente in tensione. 
Beh, mi sembra un buon inizio. 
Quando ebbe terminato la mela, pensò di passare a qualcosa di più... incisivo.
Adesso dedichiamoci a qualcosa di succoso...
Sollevò fra il pollice e l'indice una fragola, portandola alla bocca. Si limitò a mordicchiarne la punta con un sorrisetto malizioso, e una goccia cremisi gli scivolò sulle labbra; vi passò la lingua con un movimento fluido, socchiudendo le palpebre. 
Blaine, accanto a lui, era arrossito vistosamente, e aveva iniziato a deglutire a vuoto. Si agitò sul letto, cercando una posizione più comoda.
Quando ebbe finito anche quel frutto, Hummel pensò che fosse necessario leccarsi le punte delle dita.
Ora qualcosa delle giuste dimensioni...
Afferrò una banana dalla ciotola, iniziando a sbucciarla in tutta tranquillità. Ebbe la soddisfazione di vedere il suo compagno di stanza avvampare e spalancare gli occhi, fissando terrorizzato le sue dita. Si girò verso di lui con un sorriso angelico.
"Ne vuoi una, Anderson?"
Quello deglutì prima di rispondere in un soffio. "No, grazie" e tornare a fingere di leggere il proprio libro.
Kurt fece spallucce e, assumendo l'espressione più maliziosa del suo repertorio, morse il frutto con passione.
Durante tutta l'operazione, il riccio continuò a lanciargli occhiate in tralice, visibilmente agitato, assumendo una tonalità sempre più intensa  di rosso porpora.
...Ma anche i ghiaccioli sono particolarmente efficaci....
E adesso il colpo di grazia.
Scartò il ghiacciolo in tutta calma, e lo avvicinò alle labbra. Dopo un attimo di imbarazzo, iniziò a succhiarne la punta, per poi vorticare la lingua su tutta la superficie con espressione soddisfatta.
Blaine sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. O  un infarto. O entrambi.
Non c'era un punto del suo viso che non fosse diventato viola, e le sue pupille erano talmente dilatate che l'ambra dei suoi occhi si era ridotta ad un contorno quasi invisibile. 
Il castano ridacchiò di gusto, leccando il succo che era rimasto sul bastoncino del ghiacciolo.
Chi semina vento raccoglie tempesta, Anderson...


"E ora, mio apprendista, lo step numero 3."
"E cioè?"
"Doppi sensi, Kurt. TANTI."

"A quel punto" stava dicendo Kurt, tenendo il cellulare incastrato tra la testa e la spalla. "Lui ha preso e ha tirato fuori quell'uccello." Si distese sul letto a pancia su, accavallando le gambe.
"Continua così, Porcellana. Stai andando alla grande." ridacchiò Santana, all'altro capo del telefono.
"Io ho tentato di dirgli che non era abituato quanto me a fare cose del genere, che avremmo sudato troppo, e che senza protezioni avremmo rischiato di fare un casino, ma lui non ha voluto sentir ragioni."
Anderson iniziò a tossire rumorosamente, rischiando di strozzarsi con la propria saliva.
"Per fartela breve" continuò Hummel dopo avergli lanciato un'occhiata di sbieco. "Non è stato per niente divertente, non credo che lo farò di nuovo con Puck."
"Kurtie, io e Britt stiamo piangendo dal ridere!"
I colpi di tosse si fecero più intensi, e il Warbler assunse un'aria sconvolta, insieme ad una sfumatura bluastra.
"Insomma, i miei jeans erano un disastro! E dire che gliel'avevo detto che era meglio toglierseli..."
Blaine era diventato viola, e lo stava guardando con gli occhi fuori dalle orbite.
"Sono arrivato alla conclusione che, la prossima volta, le gabbie ai pappagalli di mia nonna le cambio da solo."
Ba dum tsss!

"Il quarto e ultimo step, Kurtie, è closeness. Devi tentare di avvicinarti a lui e sfiorarlo il più possibile."
"Non sarà per niente facile..."

Va bene, Kurt. L'ultimo sforzo e poi lo farai impazzire definitivamente.
Il manipolatore vide il se stesso riflesso nello specchio annuire con fermezza, e poi si uscì dal bagno, deciso.
Si appoggiò allo stipite della porta con le braccia incrociate.
"Ehi, Anderson..." iniziò con aria sensuale, rivolto al suo compagno di stanza. Quello alzò la testa, pescando una patatina dal pacchetto che aveva sulle gambe, decisamente titubante. "Mi faresti un favore?"
"Dipende..." rispose, sistemandosi meglio sul letto e infilandosi la patatina in bocca.
"Oh, non è niente di troppo impegnativo." lo rassicurò Kurt, sedendosi accanto a lui con espressione maliziosa. Il riccio lo guardò con aria strana, ma l'altro non gli lasciò il tempo di replicare. "Vedi, ho scelto un nuovo profumo, ma non ne sono molto sicuro... Potresti dirmi cosa ne pensi?" Si indicò la gola nivea, avvicinandosi all'altro ragazzo con un movimento fluido.
Kurt, non pensarci, o rischi di correre fuori dalla stanza urlando.
Il moro deglutì rumorosamente, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso di Hummel. Avvicinò esitante il naso alla sua mandibola, inspirando profondamente ad occhi chiusi. Nonostante i buoni propositi dell'uno e dell'altro, entrambi rabbrividirono per quella vicinanza. Lo sguardo di Anderson scivolò accidentalmente sulla clavicola scoperta del castano, e i suoi occhi iniziarono a bruciare. Kurt avvampò, mentre il cuore gli scalpitava nel petto. 
Si allontanarono all'improvviso, come se avessero preso la scossa. "E' buono..." commentò Blaine dopo qualche istante, fissandolo negli occhi. "Ma non mi sa molto di te."
Hummel rischiò seriamente di perdersi in quell'oceano color ambra, ma riuscì a riprendersi in tempo, scoccandogli un sorriso sghembo. "Continuerò a cercare..." commentò, con un falso sospiro affranto.
All'improvviso si chinò nuovamente verso di lui, accarezzandogli l'angolo delle labbra col pollice. Prolungò il gesto per qualche istante in più del necessario. 
Le guance dell'altro si tinsero di un rosso acceso, e il suo respiro accelerò, mentre il castano percepì il solito brivido lungo l'avambraccio. "Avevi una briciola sulle labbra" sussurrò, a pochi centimetri dal suo viso.
"Grazie" mormorò Blaine, non allontanandosi di un millimetro. 
Ma come diavolo fa ad essere così... così?!
Io devo fare degli sforzi disumani per sembrargli "passabile", e a lui basta guardarmi con quegli occhioni a calamita per farmi sciogliere!

Kurt si alzò senza dire una parola, buttandosi a peso morto sul proprio letto, mentre gli occhi dell'altro continuavano a fissarlo.




























-Note dell'autrice-
:D
Il Kliss è dietro l'angolo...
Magari dietro due o tre angoli. Chi vuole intendere, intenda. 









  
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