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Autore: superpoltix    27/09/2014    1 recensioni
Andrea Libero sogna di fare la scrittrice. Anche Federico Allegri lo sogna. E cosa c'è di meglio di superare un blocco dello scrittore insieme?
"-Ehi Fede! Guarda qui!- chiamai, tirando il mio amico per un braccio.
Lui scattò su come una molla e guardò il computer. -Uh? Cos'è?- strizzò gli occhi per leggere meglio. Quella testa di carciofo non si era di nuovo messa gli occhiali.
-”Vuoi scrivere un libro ma non hai ispirazione? Clicca qui per scoprire come vincere il blocco dello scrittore!”- lessi. Poi guardai Federico. -Secondo te è un virus?-
Non rispose subito. -Ce l'hai un antivirus?-
-Sì.-
-E allora clicca.-
[...]
-Ora qualcuno mi spiega cosa sta succedendo.-
-Non lo so...- si guardò intorno sconcertato. Poi mi si avvicinò e mi sfiorò il braccio con la mano. -Dì, sei sicura che non fosse un virus?-"
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Che cos'è stato?- mi guardai intorno, iniziando a sudare freddo. -Giuro di aver sentito qualcosa.-
Fidia mi svolazzò attorno. -Oh. Era il mio stomaco.- Si passo una mano sulla pancia, come per scusarsi.
-No, non quello. L'altro.-
Federico si mise di occhiali da sole in testa, per poter finalmente vedere qualcosa di più oltre al nero delle lenti. -Credo fossero passi.- ridacchiò. -i tuoi, probabilmente.-
Lo coppinai dopo circa mezzo nanosecondo. -Non dire baggianate, Fede- lo rimproverai. -So benissimo che l'hai sentito anche tu.-
Fede stava per rispondere con una delle sue frasi ad effetto, quando un rapido rumore di passi lo fece tacere. Ci fissammo negli occhi in silenzio. Fidia si fece più piccolo possibile e mi si avvicinò guardandosi intorno. Pregai che non fosse qualche altra donna-fantasma. Ci fu un veloce spostamento di foglie alla nostra sinistra.
-Ci sta studiando...- sussurrò il mio amico.
Dei respiri affannosi a destra. Qualcosa stava fiutando il terreno. Deglutii a vuoto e cercai di vedere quale fosse la creatura che ci spiava. Quello che riuscii a intravedere non mi piacque per niente.
-Dimmi Fede- iniziai, sottovoce -in una delle tue simpatiche storie horror hai per caso messo un animale?-
Lui impallidì. Si tolse gli occhiali dalla testa e ci iniziò a giocherellare nervosamente. -Un.. animale?- si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore.
Fidia aprì la cerniera del mio zaino e si tuffò al suo interno. Saggia decisione. Se avessi avuto la sua altezza non ci avrei pensato due volte a seguirlo. Nonostante l'ansia che avessi addosso, mi costrinsi a continuare a camminare. Federico mi seguì titubante, lanciandosi svariate occhiate a destra e a sinistra. -Io... sì, ecco... un animale ci sarebbe...-
Un paio di zampe nere sbucarono da dietro un albero. Poi la bestia venne fuori completamente. Quando misi a fuoco il suo aspetto, per poco non caddi dallo spavento. Era il lupo più grosso che avessi mai visto, la sua altezza raggiungeva quasi quella di Federico (ed era quindi ben più alto di me, sigh). Ma il particolare più inquietante era che quella belva non aveva una testa sola bensì due! Così mentre una mi spappolava gli organi interni, l'altra poteva tranquillamente degustare Fede. Un'organizzazione perfetta. Il lupo avanzò ancora di qualche passo, mentre la testa di sinistra fiutava il terreno e quella di destra ci teneva d'occhio e ci ringhiava. L'orrore per quella bestia mi aveva placcato lo stomaco come un giocatore di rugby, perciò per cercare di non abbandonare il pasto che avevo giusto consumato poco prima sul fango ai miei piedi (cosa abbastanza scortese), distolsi lo sguardo dalle teste e fissai la schiena dell'animale. Pessima idea. Dalla folta pelliccia scura sul dorso spuntavano diversi aculei, che avevano tutta l'aria di assere ben più affilati di un machete e più resistenti del diamante. Ringraziai mentalmente Federico per aver creato un così docile e tenero cucciolotto magiauomini. Quel maledetto me l'avrebbe pagata per ogni mostro che avremmo incontrato, ne ero certa.
Il lupo alzò anche la seconda testa e ci fissò. In qualche modo riuscii a non scappare via urlando come un neonato e a non tremare. Okay, diciamo solo a non scappare via urlando. In quel momento accadde la cosa più incredibile e raccapricciante di tutte: le teste del lupo cominciarono a mutare forma, assumendo l'aspetto di volti umani. Le loro facce erano come bloccate tutte in un'unica espressione. Alcune erano sorprese, altre terrorizzate e altre ancora sembravano essere sul punto di scoppiare dalla rabbia. Quest'ultima rivelazione e il silenzio che era calato mi avevano fatto venire la pelle d'oca, nonostante il caldo afoso perennemente presente. Il lupo fece ritornare la testa che mi fissava alla normalità e dopo avermi dato un'ultima occhiata spostò lo sguardo sul mio amico. Il volto riprese a cambiare e l'animale iniziò a ringhiare più minacciosamente. Con la coda dell'occhio intravidi il Federico più pallido e tremante che avessi mai visto indietreggiare. La bestia si acquattò leggermente. Oh-oh. Poi, si scagliò su Fede. Lui, da valoroso uomo che è, girò i tacchi e scappò via strillando come una femminuccia. Osservai pietrificata il mostro mentre inseguiva Federico, portandolo sempre più lontano. Non che mi dispiacesse avere un lupo a due teste inferocito fuori dai piedi s'intende, ma così facendo il mio amico era solo contro di lui, e sebbene molte volte fosse decisamente insopportabile non potevo lasciarlo con quella belva.
-Se n'è andato?- Fidia sbucò dal mio zaino e si guardò intorno, tremando di paura. Era rimasto in silenzio per così tanto tempo che mi ero quasi dimenticata di lui.
-Sì.- risposi, cercando di riprendere il controllo di tutte le mie facoltà fisiche. Il panico che mi aveva raggelata poco prima mi aveva bloccato tutti i muscoli.
-E... sta... sta inseguendo Federico?- la vocetta del folletto era fragile e spaventata. Mi sentii terribilmente in colpa al pensiero di quello che stavo per fare.
-E... tu vuoi... vuoi andare a cercarlo...?- in quella domanda percepii chiaramente la flebile speranza che non lo facessi. Strinsi i pugni e iniziai a correre.
-Già.-
-Che bello...- Fidia si lasciò scivolare di nuovo all'interno del mio zaino.

Vorrei potervi dire che lo trovai in un batter di ciglia e che lo salvai con un gesto eroico da film di Hollywood, ma non andò esattamente in quel modo.
Beh, in effetti trovarlo non fu poi questa grande in presa, ma non di certo grazie alle mie doti da investigatrice: un ragazzo urlante e un lupo a due teste che ringhia e ulula rabbioso non passano certo inosservati. Il problema era che non avevo la più pallida idea di come salvarlo. Avrei dovuto uccidere la creatura? Anche se non era esattamente un morbido batuffolo di pelo non avrei mai voluto farle del male, e non ne avrei avuto nemmeno il coraggio a dirla tutta. E anche se lo avessi avuto, come potevo anche solo sperare di cercare di ucciderla senza finire per farle da spuntino?
Continuai a camminare nella direzione da cui provenivano le mascolinissime grida da ragazzina di Federico, totalmente assorta nei miei pensieri. Purtroppo per me, questo è un fastidioso vizio che ho da sempre e che, soprattuto in questo strano mondo, mi ha sempre portato un sacco di sfortuna e di fortuna allo stesso tempo, anche se non sempre in quest'ordine.
Inciampai in una radice sporgente da terra e ruzzolai malamente in avanti, cercando di ripetermi che di alberi erano importanti per l'ecosistema e la vita e quindi non potevano essere fatti tutti diventare dei sacchetti di segatura. Mi rialzai con uno sbuffo e mi scrollai la terra di dosso. Un momento. Sbattei gli occhi e osservai basita il terreno solido e asciutto sotto i miei piedi. Alzai lo sguardo e mi ritrovai a guardare un enorme canyon a qualche centinaio di metri da me. Il peasaggio da un lato all'altro del burrone cambiava drasticamente: dalla nostra parte era verde, rigoglioso e paludoso, mentre dall'altra era desertico, con solo qualche sparuto arbusto rinsecchito. Feci scorrere lo sguardo sia a destra che a sinistra e intravidi in lontananza un sottile ponticello che congiungeva i due lati. In quel momento fui colta dalla folgorazione divina. Se fossi riuscita ad attraversare il ponte assieme a Federico il lupo sarebbe dovuto restare dall'altro lato del canyon dato che era troppo pesante. Mi sentii un genio.
-Fidia!- esclamai, al massimo della felicità.
-Che c'è?- la vocina tremula del mio piccolo amico era venata di curiosità e timore.
-Gioisci amico! So come tirarci fuori dai guai!-
Fidia sbucò dallo zaino e si arrampicò fino alla mia spalla. I suoi occhioni color arancio mi scrutarono come solo il piccolo custode sapeva fare, guardandomi fino in fondo all'anima. -Dimmi.-
-Vedi quel ponte? Noi ci passeremo sopra con Fede...- imitai con le mani in gesto di camminare sul ponticello -...e appena arriva il mostro... sbam!- tirai un pugno sulla mano che faceva il ponte -Lui cade giù. Dimmi che sono un genio ora.-
Fidia sorrise. -“Che sono un genio ora”.-
Gli diedi un leggero buffetto, fingendomi imbronciata. Contemplai ancora per qualche istante il panorama, poi mi girai verso la foresta. -Bene. Adesso andiamo a vedere se qull'impiastro è ancora vivo!-
Mi slanciai in avanti di corsa, facendo cadere Fidia all'indietro. Per fortuna che quel piccoletto poteva volare.
-AAAAAAAAAAAAAAH!!!!- un stridolo grido terrorizzato ci indicò prontamente la via da seguire. Grazie al cielo Federico aveva dei buoni polmoni.
Fidia mi volava affianco, perpendicolare al suolo, braccia lungo i fianchi e gambe unite, nella posizione di massima aereodinamicità. Nonostante la mia testa fosse affolata di pensieri, riuscii ad accorgermi della sua incredibile maestria nel volo. Riusciva a fare curve strettissime e un sacco di acrobazie pazzesche. Mi chiesi quanto tempo ci avesse messo ad imparare tutte quelle tecniche, ma poi mi diedi immediatamente della stupida: ero io che avevo creato quel piccoletto, chi meglio di me avrebbe potuto conoscerlo?
Un ruggito spaventosamente vicino per poco non mi fece scoppiare i timpani. No, se ve lo stavate chiedendo non era il feroce e virile grido di battaglia di Federico. Anche se non riesco proprio a capire come vi possa essere saltata in mente un'idea tanto balzana. Quello, signore e signori, era il ruggito di una bestia grossa, arrabbiata e cattiva. Insomma, il lupo a due teste che stavamo cercando.
Accellerai la corsa, per quanto mi fosse possibile dato che non sono mai stata una velocista, e finalmente riuscii a vedere il lupo. Era ai piedi dell'albero più grande che avessi mai visto, che continuava a grattare il terreno alla base del fusto e a grugnire irritato. Qualche decina di metri sopra la testa del lupo, dal un buco nel tronco dell'albero spuntò fuori Federico. In qualche modo il mio amico era riuscito ad infilarsi dentro il tronco, che a quanto pareva era cavo, e poi ad arrampicarsi fino a quel punto.
Mi sbracciai nel tentativo di farmi vedere, ma tutta la sua attenzione era (giustamente) rivolta al mostro sotto di lui. Riflettei su come potessi spiegarmi il mio astuttissimo piano che a lui non sarebbe mai venuto in mente (come sono modesta).
-Fidia- sussurrai, per paura che il lupo potesse sentirmi -vai da Federico e digli del piano-
Il tremante folletto deglutì, poi annuì.
-Forza- lo incoraggiai -sii coraggioso.-
Lui chiuse di occhi e spiccò il volo, tuffandosi dalla mia spalla.
Il mio intestino cominciò ad annodarsi dalla tensione mentre osservavo quel minuscolo esserino volare a pochi metri da quel gigantesco bestione inferocito. Mi sentii quasi svenire di sollievo quando lo vidi posarsi sulla testa del mio amico. Grazie al cielo e a tutti i santi che ci vivono, era andato tutto bene. Li vidi scambiarsi alcune rapide parole e vidi Fidia indicare nella mia direzione. Lo sguardo di Federico vagò verso di me per alcuni istanti, poi mi mise a fuoco. Quanto vorrei che quello stupido non l'avesse mai fatto.
-Andreaaaaaaa!!!- gridò, agitando una mano per salutarmi. Si accorse troppo tardi di quanto grosso fosse il suo errore.
Le due teste del lupo si alzarono di scatto e lo individuarono. Righiò e ululò il suo compiacimento nell'aver ritrovato la preda, mentre l'altra si avventò su di lui per azzannarlo. Lo sentii imprecare e lo vidi scomparire in tutta fretta all'interno del tronco. Non riuscii a vedere però dove fosse finito Fidia e ciò mi agitò non poco. Il lupo, che ormai si era infurbito e aveva capito il trucco, riabbassò le teste a riprese a raspare a terra, ringhiando e uggiolando. Sentii Federico inveire su di me, in quel momento non ci diedi troppo peso. Ero leggermente impegnata a trovare un piano B per sarvargli la pelle.
-Al diavolo!- esclamai e corsi nella loro direzione, con il cuore in gola e l'adrenalina a mille. Mentre mi avvicinavo intravidi Fidia ronzare intorno a una delle teste del lupo per cercare di distrarlo. Il mostro distolse per un attimo la concentrazione dalla base dell'albero e sollevò una testa verso il piccolo folletto cercando di azzannarlo. In quell'istante, senza sapere bene il perché, mi fiondai sotto le sue zampe e riuscii ad infilarmi nel buco del tronco in cui si era nascosto Fede, mentre dietro di me sentii schioccare a vuoto le affilatissime zanne del lupo. Tale era la foga con cui mi ero precipitata all'interno dell'albero che non riuscii a frenare la mia corsa e sbattei contro qualcosa, per poi caderci pesantemente sopra.
-Ahi.- Federico strisciò lentamente via da sotto di me, lanciandomi varie occhiate contrariate. -Mi sembrava di essere stato chiaro sui carboidrati...-
Mi rialzai più disorientata che mai, massaggiandomi la fronte dove avevo picchiato una sonora testata per terra. Quando mi fui ripresa abbastanza dalla botta ed ebbi finalmente realizzato che quello era il mio amico e cosa aveva appena detto, non seppi se saltargli al collo per abbracciarlo o prenderlo a schiaffi.
-Dobbiamo andarcene di qui- dissi, lanciando una rapida occhiata alle zampe del che continuavano ad apparire e scomparire dal buco nel tronco, aprendolo sempre di più.
-Ma no dai, pensavo di restare ad abitarci- ribatté ironico lui -grazie del consiglio, non saprei davvero come fare senza di te.-
Stavo per risponderglia tono, quando lui mi afferrò e mi spostò di peso da dove ero. Voltai il capo indietro e capii subito il perché: il lupo era riuscito a far entrare una delle sue teste dentro il buco e per poco non mi avrebbe staccato una gamba.
-Grazie.- dissi, raggelata.
-Non guardarlo negli occhi- rispose lui, iniziando ad arrampicarsi su per il tronco -mi è venuta un'idea.-
Distolsi velocemente lo sguardo dal lupo e lo seguii. -Mi dica.-
-Adesso noi andiamo su. Lì c'è un punto comodo per sedersi. Poi io torno giù e lo faccio arrabbiare per bene, così lui si infilerà completamente nel tronco e noi protremo uscire da lì sopra facendolo restare incastrato qua dentro!- spiegò lui, entusiasta. Con uno scatto delle braccia si tirò su e si appollaiò su una sporgenza del legno.
Lo imitai con decisamente meno agilità. -Va bene- ansimai esausta -basta che non mi ci resti secco.-
Lui iniziò a scendere, fin troppo allegro e sorridente per uno che si sta per gettare tra le fauci di un'enorme lupo a due teste. -Restarci secco io? Ti stupirò vedrai!-
Scossi la testa con un leggero sorriso. Federico era davvero fuori di testa. Mi alzai in piedi e mi affacciai da un altro buco nel tronco, per un'occhiato di ricognizione. Sotto di me c'era l'enorme corpo del lupo che continuava a scavare nel tentativo di entrare, con una testa infilata dentro il tronco e l'altra che cercava di morsicare qualcosa intorno a lei. Aguzzai la vista e... era Fidia! Il piccoletto continuava ancora nella sua coraggiosa impresa! Quando il folletto si allontanò dal lupo per schivare l'ennesimo morso mi sbracciai per farmi notare, pregando silenziosamente che mi vedesse. Fortunatamente il cielo fu clemente con me e il custode volò fino a me ed entrò nel tronco a tutta velocità, per poi abbracciarmi il collo.
-Stai bene!- esclamò felice. Gli posai delicatamente una mano sulla schiena. Stava tremando.
-Certo che sto bene- risposi -e anche Federico- aggiunsi, indicando verso il basso.
Lui guardò sotto di noi e impallidì. -Ma sta cercando di farsi ammazzare per caso?-
-Più o meno.-
-Ci sono quasi!- ci gridò Fede di rimando, ha quasi infilato la seconda testa... preparatevi ad una ritirata strategica!-
In quel momento sentii un ruggito più terribile degli altri e uno stridulo grido subito dopo. Il rumore di artigli sul legno mi fece indovinare che il lupo fosse riuscito ad entrare. La testa di Federico mi comparve improvvisamente davanti. -Via subito!- gridò.
Non me lo feci ripetere due volte. Con un salto mi gettai fuori dal tronco, seguita a ruota da Fidia e dal mio amico. Ruzzolammo rapidamente giù per il fusto dell'albero, procurandoci vari graffi e lividi. In una delle tante capriole che feci durante quella discesa malfatta riuscii a vedere una delle teste del lupo affacciarsi dal buco da cui eravamo usciti e ringhiarci contro. Sperai con tutto il mio cuore che non riuscisse ad uscire.
L'impatto con il terreno fu più doloroso di quanto non mi fossi aspettata. La mia schiena si spiaccicò letteralmente per terra, amplificando ancora di più il colpo e facendomi restare senza fiato. Federico invece atterrò di pancia, qualche mentro più distante da me. Fidia ci svolazzò davanti e ci osservò preoccupato.
-Credo... di essermi rotta... tutto.- riuscii a dire, con voce strozzata. Una decina di metri sopra di noi, il lupo cercava disperatamente di liberare la sua enorme testa dal buco in cui si era incastrata. Mio malgrado scoppiai a ridere, facendomi dolere il corpo ancora di più. Federico si raggomitolò a pallina e mi fissò.
-Che bello- biascicò -non mi sento più la milza.-
Mi misi lentamente in ginocchio. -Sono così felici che mi metterei a ballare la macarena- dissi, cercando di fare un respiro profondo, anche se i miei polmoni sembravano dover collassare da un momento all'altro -ma mi sembrerebbe davvero esagerato.-
Fede si tirò a sedere. -Concordo.-

  
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