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Autore: Rox    06/10/2008    3 recensioni
Benjamin Price, portiere affermato, non aveva idea di cosa fosse la morte. Mai qualcosa di così forte e devastante aveva colpito la sua vita.... fino a quel giorno. E sicuramente la visita inattesa di una donna con un segreto, non può che accrescere la sua frustrazione... Se poi in questo quadro ci inseriamo una testamento con una clausola particolare, ecco che la situazione diventa veramente complicata
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena andata via dal campo di calcio, Ginevra salì sulla macchina del suo futuro marito e con uno scatto d'ira iniziò a pestare una mano sul volante e, trovando che quel gesto le dava decisamente soddisfazione, lo ripetè sempre più forte e sempre a distanza più ravvicinata tra un colpo e l'altro.
"MALEDIZIONE!"  si ritrovò a urlare, mentre lacrime di frustrazione le scorrevano lungo le guancie... Cosa aveva fatto di male per ritrovarsi in un pasticcio simile.
Odiva quella famiglia, l'aveva odiata fin da bambina così come l'aveva odiata da adulta.
Aveva conosciuto Adam Price, il padre di Benji, nel periodo peggiore della sua vita quando lui era riuscito a rilevare la società concorrente del padre di Ginevra.
Lui, dopo tutti gli avvenimenti che erano successi nella sua famiglia dopo il tracollo dell'azienda e del padre, le aveva comunque permesso un'istruzione senza pari e una volta conosciuta la potenza del suo cervello e la voglia, quasi forsennata che aveva per lo studio, l'aveva lasciata fare, incoraggiandola.
In breve, appena raggiunta un'età comunque proibitiva per altri, l'aveva presa a lavorare a stretto contatto come segretaria personale prima e poi come suo braccio destro.
Aveva conosciuto Matthew Price, il figlio maggiore del magnate, a una serata di gala.
Aveva capito subito che era un buono a nulla, un giocatore d'azzardo perso nella sua dipendenza.
Aveva amato segretamente Robert Price, secondogenito della famiglia, mai ricambiata dall'uomo.
Era sicura che lui non l'avesse nemmeno mai vista veramente come una potenziale amante, ma semplicemente come una sorellina minore acquisita.
La cotta le era passata in fretta e nel frattempo aveva avuto le sue storie, più o meno serie e, sistematicamente, quando finivano, si rifugiava sempre ormai nella casa dell'ormai amico di sempre, Robert.
E ora doveva sposare Benjiamin Price.
E, che suo padre la maledicese dall'al di là, ne era piacevolmente eccitata e fuoriosamente obbligata.
Pestò di nuovo la mano sul volante e sospirò.
"Si da il caso che quella sia una Lamborghini, se tu non lo sapessi, ed è difficile qui in Giappone recuperare i pezzi di ricambio, quindi ti prego di smetterla di pestare i pugni sul volante!"
Ginevra sospirò e alzò gli occhi sul portiere della nazionale che la guardava con la sacca sulle spalle con aria annoiata.
"Se tu la piantassi tutte le sante volte di farmi perdere il senno e la pazienza, non dovesti nemmeno vedermi pestare le mani sul volante dela tua preziosissima macchina. E poi, non hai degli allenamenti da seguire? Allora vai e non rompermi le scatole!"

Benjiamin Price si riteneva un uomo paziente e controllato, ma come i suoi amici potevano confermare, non era avvezzo a farsi trattare come uno stupido e riusciva anche a cedere a scoppi di ira molto violenti quando la situazione lo stremava ed estenuava e, questa donna violentemente... donna, lo portava regolarmente a sfiorare quel limite.
"Gli allenamenti sono finiti per questa mattina. riprenderanno solamente verso le quattro del pomeriggio e siccome i miei compagni avrebbero il piacere di conoscerti,  nonostante la scenata puramente inutile di stamattina, mi hanno chiesto di invitarti con noi a mangiare nella mensa della Nazionale.
A dispetto di quello che tu possa pensare sono persone molto educate e alla mano e siccome sono amici miei ti conviene accettare visto che, dopo che saremo sposati, sicuramente avremo modo di frequentarli molto."
L'uomo era decisamente fiero di essere riuscito a mantenere la calma in quella situazione, ma guardando in faccia Ginevra, si chiese cosa le avesse detto di così offensivo per giustificare l'espressione sul volto di lei.
"Mi conviene accettare?!"
Cogliendolo completamente alla sprovvista, uscì con un gesto felino dalla macchina e gli puntò un dito sul petto battendoglielo ripetutamente contro:
"Vediamo di mettere le cose in chiaro, Price! Io sono una persona alla mano e sicuramente i tuoi amici sono delle persone strepitose, ma tu non hai assolutamente il diritto di venire qui e dirmi che mi - conviene accettare- ! Cosa diavolo pensi di fare? Pensi di poterti arrogare il diritto di minacciarmi?!"
Benji sgranò gli occhi  e senza nemmeno rendersene conto indietreggiò di un passo.
Appena si rese conto di essere, per la prima volta nella sua vita, indietreggiato davanti a una donna, la rabbia gli montò prepotente nel petto e di scatto le afferrò il polso in una stretta micidiale.
"Ora stammi bene a sentire." la sua voce era carica di vetriolo e fredda come l'acciaio.
"Sono maledettamente stufo di dover sempre ascoltare le tue lamentele. Nel caso in cui tu non te ne fossi accorta, nemmeno a me va molto a genio il sapere che sei talmente viscida da esserti inserita così bene nell'azienda e nell'amministrazione di mio padre, da doverti sposare per poter riavere quello che è mio.
Mi fa schifo in tuo arrivismo e il tuo scendere a compromessi.
Ma, d'altronde, non ho molte scelte. Le cose stanno così e io non posso fare niente per evitarlo, come hanno avuto premura di avvisarmi i miei avvocati.
Ora, piccola bastarda, stammi bene a sentire: tu ora muoverai quel bel culetto che ti ritrovi e verrai con me dai miei amici,
Ti comporterai come se non vedessi l'ora di stare con loro, scherzerai, riderai e non mi importa se dovrai fingere per farlo. E smetterai di sorridere solamente quando te lo ordinerò io, Smetterai di essere carina con loro solamente se te lo dirò io e d'ora in avanti farai tutto quello che ho voglia.
Siamo intensi?!"

Ginevra subì quello sfogo con gli occhi spalancati, ma quella parola, buttata li tra le tante, le fece salire il sangue alla testa.
Bastarda.
I suoi occhi verdi si incupirono repentinamente e dopo aver sentito quello sfogo di sciovinismo e maschilismo allo stato puro, sommato alla tensione dei giorni precedenti, la sua mano destra si alzò e cadde pesantemente sulla sua guancia esattamente nello stesso momento in cui Oliver Hutton e Patricia Gatsby uscivano, preoccupati dalla lunga assenza, a cercali.
"Bastarda?! BASTARDA?! TU OSI DARE A ME DELLA BASTARDA?! Non ci provare mai più Price, perche, giuro su quello che ho di più caro, la volta prossima ti stacco la testa a furia di ceffoni! E quel bel discorsetto da puro maschio decerebrato e maschilista sciovinista, evitalo! Di testosterone ne ho tenuto bada per una vita intera e il tuo non è tanto diverso da quello di tutto gli altri idioti su questo mondo che pensano che basti avere una "protuberanza" in mezzo alle gambe per essere considerati simili a Dio!"

Benjiamin Price sentì arrivare la schiaffo e vide il suo cappello volare via.
La guancia gli si arrossò subito e poco dopo sentì darsi del maschio sciovinista e decerebrato in meno di due secondi.
Il sapere poi che la sua "protuberanza" era stata messa in mezzo alla discussione come prova del fatto che lui fosse stupido, non lo aiutò di sicuro a calmarsi e il sentirsi paragonato a tutti gli altri uomini sulla faccia della terra, lo fece andare in bestia.
Diavolo lui era il SGGK!
"Piccola dannata idiota di una donna! Cosa diavolo pensi di fare? Pensi di poter venire qui a dettare legge sul mio comportamento?!"
"SI!" fu la semplice risposta che lo fece andare in bestia.
"Bene!"
E solo in quel momento si rese conto che così arrabbiata e sconvolta, i suoi occhi sembravano più grossi, le sue labbra più piene e il respiro affrettato era una strana parodia dell'amore.
"Hai giocato con il fuoco ragazzina! E ora ne subirai le conseguenze!" e, prima che le potesse assorbire il senso delle sue parole, la baciò di un bacio furioso, dato per ristabilire i ruoli.

Ginevra sentì solamente le labbra di lui premere sulle sue e d'istinto le serrò, mentre con i pugni glieli pestava sul torace che sembrava fatto di cemento armato.
Iniziò a boccheggiare per la mancanza di fiato e, in un gesto istantaneo, aprì la bocca per cercare ossigeno, ma dando così all'uomo la possibilità di approfondire il bacio.
Sentì la punta della sua lingua penetrarle in bocca e la mancanza di ossigeno venne sopperita con un bisogno più impellente.

Appena sentì la bocca di lei aprirsi nella ricerca dell'ossigeno, non ebbe esitazioni e fece quello che voleva fare fin dal primo momento in cui l'aveva vista quella mattina.
Iniziò a bacirla sempre più profondamente e passionalmente e sentendo la sua risposta, rincarò i suoi assalti.
Quando la sentì cingergli il collo con le braccia, perse definitivamente il lume della ragione e senza nemmeno rendersene conto, la sbattè contro la fiancata della macchina appoggiandosi una sua gamba contro il fianco per farle capire la portata della sua eccitazione.
Rendersi conto di essere sul punto di non ritorno in mezzo a un parcheggio e lasciarla bruscamente, fu semplicemente la conseguenza più logica ed entrambi si guardarono con il fiato corto, le labbra gonfie e i sensi ottenebrati.
"Dobbiamo piantala di provocarci in questa maniera. Finiamo per fare o dire cose che entrambi vorremmo evitare."
Ginevra lo guardò con un ghigno sprezzante dipinto in volto:
"Sta di fatto che quelle cose che ho detto le pensavo sul serio e non ho intenzione di evitare di litigare con te quando lo ritengo opportuno solamente perchè tu sei incapace di mantenere il controllo!"
E vederlo scoppiare a ridere e non capirne il senso, furono le cose che la spiazzarono di più in questa vita.
"E ora perchè ridi?"
"C'è gente che potrebbe assicurarti che al mondo non c'è persona più controllata di me. Forse sei solamente tu che riesci a scuotermi e non so se la cosa mi piaccia o no"
Allontanamdosi di un passo si rese conto chealmeno altre due persone dovevano essere state partecipi di quello scambio infuocato, sia di parole che di baci.
"Cosa c'è Holly?!"  lo apostrofò, mentre con la coda dell'occhio vedeva la sua giovane promessa arossire fino alla punta dei capelli.
"Oh beh, ecco... ci chiedavamo solamente dove eravate finiti... Tutti di la vi stanno... ehm... aspettando... ma se non volete venire... beh ecco, capiamo..."
Benji nel frattempo aveva raccolto il cappello da terra e se lo era di nuovo calato in testa e Ginevra lo invidiò moltissimo per la protezione che gli conferiva.
"Non c'è problema"
Si stupì da sola per essere riuscita a formulare una frase di senso compiuto dopo quello che aveva provato pochi istanti prima.
"Avevamo dei punti da... eh... chiarire. Ora siamo pronti."
E alzando gli occhi sorrise al capitano della Nazionale che lentamente si distese anche lui in un sorriso rilassato:
"Oh bene. Siamo tutti molto contenti che tu abbia deciso di restare. Sai siamo tutti curiosi di conoscere la fidanzata di Benji!" e, togliendo tutti dall'imbarazzo generale, la prese a braccetto e la condusse verso l'interno dello stadio.
"Chiariti i punti, Benji?!" lo prese in giro Patty mentre l'uomo sorrideva.
"Ho come l'idea che in realtà abbiamo solamente complicato ancor più la situazione!" e appoggiandole un braccio sulle spalle la spinse a raggiungere gli altri.
  
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