Era strano come stando semplicemente seduto in una panchina ad osservare, la vita ti insegniasse tanto.
Quella mattina mi ero svegliato presto, avevo in mente di fare quell'esperimento ormai da molto tempo. Mi vestii pesante dato che fuori giaceva candida la neve. Giacca lunga marrone, guanti rossi e un bel berretto grigio ed eccomi pronto a varcare la soglia. Un bel sorriso era la ciliegina sulla torta di quella giornata fantastica, lo stesso sorriso che puntualmente mi accompagnava tutte le mattine. Durante la passeggiata un grande viavai di gente mi accompagnava, ma lo dovetti lasciare quando arrivai d'avanti la panchina che scelsi il giorno prima. Scelsi proprio quella, perché aveva la visuale migliore ed anche perché quasi tutte le persone ed i bambini vi passavano d'avanti durate le passeggiare, o le corse per gli scontri all'ultimo regalo: Natale era vicino. Che bel parco era quello, pieno di pini e di abeti, alberi di tutti i tipi, e da poco un venditore di stelle di natale si era appostato con il suo carretto d'avanti alle aiuole, mi rivolse un occhiata amichevole: lo conoscevo bene, ogni anno stava lì sempre nello stesso posto, sperando di racimolare qualche soldo per "mantenere" la famiglia, e quando non si trattava di stelle di natale, si trattava di rose o tulipani o geranei, ed erano sempre i più belli. Io d'altro canto, non avevo ancora comprato la mia di stella, così gli riferii di lasciarmene una da parte. L'unica risposta che ricevetti fu un occhiolino. Ogni anno mi laciava sempre quella più bella. Lì tutti mi conoscevano, mi rivolgevano sorrisi o gesta per indicare un saluto. Guardavo i bambini correre su quell'unica piccola stradina formata di ciottoli in mezzo a tutto quel verde. Ormai da qualche settimana la neve l'aveva completamente sommersa quella stradina, e non appena i bambini mi furono vicini uno di loro fece per scivolare, ma lo presi prima che riuscisse a toccare terra, mi ringraziò porgendomi un biscotto di pan di zenzero che teneva in un sacchettino pieno di questi ultimi. In fondo, vicino agli alberelli più piccoli, una madre portava a passeggio il suo bambino di un'anno appena - si vedeva anche dalla camminata insicura - che cercava con la mano di riuscire in vano a toccare le foglioline più basse, e come si allungava, la madre rideva, finché non prese il piccolo in braccio e lo aiutò, e fu lì che anche il piccolo cominciò a ridere a crepapelle come se non ci fosse nulla di più divertente, e per me fu uno spettacolo tanto dolce e delicato, fece ridere persino me. Ragazzi innamorati passavano tenendosi per mano per quella stretta stradina, avevano occhi solo l'uno per l'altra, e le loro mani si intrecciavano così sicure di star stringendo quella del ragazzo giusto. Bambini donavano fiori ai genitori, o anche i genitori giocavano a rincorrere i figli nella neve, qualcuno inciampava, qualcun'altro lanciava divertito palle di neve, e di quest'ultime me ne arrivarono tante, finché non dicisi di fare anche io la mia parte. E solo ora mi rendevo conto di quello che succedeva intorno a me. Tante cose nuove sembravano rivestire la mia vita, ed ero così contento di poterle conoscere, di poterle sfiorare come candidi fiocchi di neve che dopo essersi posati non sanno più come fare a distinguersi da quel manto bianco: fu il periodo Natalizio più bello di tutta la mia vita.


Angolo Autrice

Ciao a tutti ragazzuoli, mi è piaciuto un sacco scrivere questa FF, dico sul serio, mi fa desiderare tanto di essere parte di quella sciena, a voi no? ditemi che ne pensate, come sapete sono ben accettate le critiche negative, positive ed anche quelle neutre, grazie a tutti quelli che hanno letto la FF, correggetemi se avete notato qualche errore
vostra SweetMelody