Jared e Jensen stavano giocando ad un gioco da tavola. Un gioco fantasy con unicorni, soldatini, cavalieri, fate….

Jared però aveva l’impressione che Jensen si annoiasse.

“Non ti piace il gioco?” gli chiese.

“No, il gioco è bello…” disse Jensen triste.

“E allora qual è il problema?” chiese Jared.

“Questo!” disse Jensen indicando le statuine immobili. “L’immobilità! A volte, dopo aver conosiuto te, penso che non mi basti più l’immaginazione…voglio vedere, toccare, sentire….”

Jared lo ascoltò attentamente.

“Non farci caso, sto dicendo un mucchio di idiozie “ disse Jensen.

Jared si concentrò mentalmente, chiudendo gli occhi, e dopo alcuni secondi, le statuine del gioco cominciarono ad alzarsi e a girare su sé stessi.

Jensen rimase sbalordito.

“Jared! Jared! Sei tu a farlo?? Oddio! È meraviglioso!” disse contento Jensen, ammirando i pezzi del gioco che danzavano in luci colorate.

Jared sorrise, vedendo la felicità di Jensen.

“Ah!” disse infine, dopo poco tempo, interrompendo quello speciale contatto, e facendo cosi cadere tutti i pezzi del gioco sul tabellone, con un gran rumore.
 

“Jared!” gridò Jensen, andandogli incontro.

“è tutto a posto, Jensen. Devo essermi sforzato troppo” lo rassicurò, mentre Jensen lo abbracciava.

“Perché l’hai fatto?” gli chiese ansioso.

“Perché tu volevi…vedere la magia.” Disse sincero Jared. “L’ho fatto…per te…” disse Jared, tenendogli una mano sul petto.

“Non a tue spese! Oh, Jared…promettimi che non lo rifarai più” disse, abbracciandolo più stretto. “Non voglio che stai male per causa mia”

“C-cercherò di promettertelo, Jensen” disse ancora, Jared, sincero.