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Autore: DiamanteLightMoon    28/09/2014    3 recensioni
-Ambientato dopo la guerra contro Gea (lievissimi spoiler)-
Gea è stata sconfitta ma il prezzo di questa vittoria pesa ancora nei cuori dei semidei. Percy Jackson, il figlio di Poseidone, è morto. Ma la sua storia non è finita. Un nuovo nemico si sta destando e solo gli eroi più coraggiosi e potenti posso femarlo. La missione dei Sette non si è conclusa con il sonno della Terra. Annabeth, Jason, Piper, Leo, Hazel, Frank e Nico guidati dal fantasma di Percy partiranno per un'impresa quasi impossibile e suicida all'alba della Fine. Perchè mostri dimenticati da tutto e da tutti daranno loro la caccia. Dovranno affrontare nemici di una potenza mai vista in una corsa contro il tempo alla ricerca di una pietra perduta e di un incantesimo in grado di risvegliare i morti e di farli ritornare in vita. Trappole e pericoli li attenderanno in agguato nell'ombra, tranelli pronti a scattare per farli fallire. Ma loro non possono fallire, perchè se non riusciranno a portare a temine l'impresa il mondo cadrà. E i suoi abitanti con lui.
-Dal testo-
"Pov's Annabeth
-Tutte le regole che conosciamo dovremo lasciarcele alle spalle, in questa missione ne esiste solo una: Uccidere o essere uccisi- dice Percy
-Sembra l'inizio di una barzelletta senza il minimo senso dell'umorismo- fa Leo
-No, sembra di stare negli Hunger Games- conclude Nico
Non ho idea di cosa siano questi Hunger Games, ma dal nome che hanno non credo siano giochi matematici."
spero di avervi incuriositi almeno un po'
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NUOVE SCOPERTE E INCONVENIENTI A SEATTLE..... ANCORA!
Pov's Percy
Se Annabeth e company erano rimasti meravigliati dal jet che gli dei ci avevano gentilmente concesso, avrebbero ricevuto un'altra sorpresa. Atterrammo a Seattle all'alba. Non capirò mai la storia dei fusi orari. Comunque appena usciti dall'aeroporto trovammo un taxi ad attenderci.
-Il signor Jackson?- mi domandò l'autista. Da un guizzo del suo sguardo capii che sapeva che cosa eravamo e i pericoli che correva a trasportarci. Annuii, non mi posi nemmeno la domanda di come saremmo entranti dentro un taxi in otto. E credo nemmeno i miei compagni. Salimmo e basta.
La macchina era stregata in modo che da fuori sembrasse una normale vettura, ma dentro si stava comodamente in otto seduti uno accanto all'altro.
-C'è una cosa che dovreste sapere, prima di arrivare- esordii facendoli preoccupare non poco. Mi fissarono a metà tra l'allibito e il terrorizzato, tutti tranne Nico che se la rideva sotto i baffi.
-Che succede ora?- gemette Annabeth
-Nulla tesoro, solo che gli dei hanno voluto viziarci un po'- sogghignai. In quel momento l'autista ci avvisò la corsa era finita. Scesi dall'auto tenendo aperta la portiera per evitare che qualcuno se la prendesse in faccia. Appena furono fuori, il taxi ripartì sgommando, lasciandoci davanti all'ingresso di uno degli hotel più in di Seattle. Fairmont Olympic hotel*, mi pare si chiamasse. Il portiere aprì il portone di vetro permettendoci di entrare.
-Uao- esclamammo. Io sapevo dove avremmo alloggiato, ma avevano omesso questo piccolo significativo particolare. Eravamo finiti in un hotel di lusso.
-Il signor Jackson?- mi chiese l'impiegata da dietro un bancone di marmo bianco. Ma perchè tutti indovinavano chi ero!?
-Sì, sono io- risposi. Mi guardò da dietro un paio di occhiali dalla montatura stile anni Settanta giallo canarino. Intuii la domanda che si celava dentro il suo sguardo.
-Sì, ho già diciotto anni, non si preoccupi- sbuffai. Ero morto a diciassette in realtà, ma tanto lei non lo sapeva. Continuando a guardarmi mi passò un mazzo di chiavi dorate.
-Terzo piano, stanza 188-
Feci un cenno a Annabeth, quella donna non mi convinceva. Lei mi si avvicinò senza fare domande.
-Ha qualcosa di strano- sussurrai nel suo orecchio indicando con il mento la donna della reception.
-L'ho visto anche io- mi rispose sempre sussurrando. Proprio mentre lo diceva sentii Jason e Piper gridare.
-ATTENTI!- un ruggito risuonò nell'aria seguito da uno strillo. Mi voltai e ciò che vidi mi fece inorridire. La donna che prima era seduta dietro l'elegante bancone ora si è trasformata in un'empusa. Gli occhi rossi, fiammeggianti, che cercavano avidamente lo sguardo di una vittima, preferibilmente un ragazzo, da sottomettere al suo potere. Ma non mi avrebbe ingannato così facilmente, ed ero sicuro che sia Nico che Jason, Frank e Leo sapessero la pericolosità dello sguardo delle empuse.
-Che cazzo, però- esclamai con molta poca grazia, Hazel si voltò a guardarmi.
-Percy, un po' di finezza- esclamò Annabeth. Un lieve sorriso si formo sulle labbra di Nico e Jason che ci osservavano palesemente divertiti anche se avevamo un mostro da combattere. Uno strillo di paura mi fece girare di scatto. L'empusa teneva per la gola un ragazza umana. Negli occhi azzurri  spalancati si leggeva un immenso terrore. Premette gli artigli sul suo collo; le unghie affilate graffiarono la pelle, un piccolo rivoletto di sangue scese dalla ferita, macchiandole la maglietta della divisa. Infilo una mano in tasca, Vortice incontra le mie dita. Con un movimento fluido sguainai la spada, cioè tolsi il tappo ad una penna a sfera.
-Avanti, figlio del mare, combatti- ma perchè quando ci troviamo di fronte a qualcuno che dobbiamo combattere parlano sempre con me?
-Perchè sei il più potente- solo quando Jason mi rispose mi resi conto di aver parlato a voce alta. Sbuffai guardandolo di traverso. Ora avevamo tutti le armi in mano e i nostri poteri sottopelle pronti ad esplodere, anche solo per un'empusa solitaria. La guardai di nuovo, la mortale ancora stretta tra le sue grinfie. Osservandola meglio mi resi conto di conoscerla.
-Kelli!- strillò Annabeth con profondo rancore. Dopotutto era un mostro che ce ne aveva fatti passare di guai. Si era alleata con Luke quando era posseduto da Crono, successivamente era passata dalla parte di Gea, non mi sorprese che Urano l'avesse comprata.
-Odiosa empusa, traditrice in una maniera assurda- ringhiai.
-Lascia stare la ragazza- sibilò Leo, un lampo di fuoco negli occhi. Kelli rise diabolica, ma la lasciò andare dicendo:
-Va bene, affrontiamoci tu per tu, dato che siamo otto contro uno sceglierò io il mio avversario- guardai i miei compagni, la stessa risposta si leggeva nei loro sguardi, la stessa che ero sicuro fosse nel mio. Non abbiamo scelta. Annuii e Kelli indicò Annabeth. Capii il perchè della sua scelta, la mia fantastica ragazza l'aveva uccisa una volta e portata in fin di vita un'altra. Mi guardò e le feci l'occhiolino alzando il pollice all'insù. Mi sorrise e fui sicuro che Annabeth avrebbe trionfato una terza volta.  
L'empusa saltò giù dal bancone per avvicinarsi alla figlia di Atena che l'aspettava, la spada sguainata e un'espressione di determinazione pura dipinta sul viso. Kelli l'attaccò con uno scatto, il colpo non andò a segno perchè all'improvviso Annabeth non era più lì. Con una giravolta si tolse dalla traiettoria di tiro, elegantemente si voltò di nuovo verso la sua avversaria che nel frattempo era tornata all'attacco. Anche questa volta la mancò. Abbassandosi si era portatata fuori tiro e con un fendente ferì Kelli all'addome. Eppure il mostro non si disintegrò.
-Urano l'ha resa più forte- imprecò Nico, poi aggiunse rivolto verso Annabeth- devi colpirla più volte, mira alla testa. Meglio se gliela stacchi- Piper fece un piccolo verso disgustato, vidi Jason sorridere. Non riuscivo a togliere gli occhi da ciò che stava accadendo di fronte a me. Annabeth volteggiava in aria sfidando la gravità e atterrava senza emettere suono con grazia come se fosse priva di peso. In confronto a lei Kelli sembrava pesare mille tonnellate. Eppure ogni volta che Annabeth attaccava provando ad ucciderla lei si spostava fuori portata impedendole di ferirla. Mi resi conto che stava scappando, che aveva paura. Compresi la sua strategia: fare stancare Annabeth per poi fare il lavoro sporco quando fosse stata più debole. Sollevai gli angoli della bocca in un sorriso mentre mi facevo strada verso la mente di Annabeth. Portati al suo fianco sinistro, sussurrai piano. Non fece alcun movimento che dicesse che mi aveva sentito, ma qualcosa mi diceva che lo aveva fatto. Misi la mano dietro la schiena e mossi le dita in un movimento circolare. L'acqua nel secchio dietro il banco della reception che avevo avvertito appena messo piede nell'edifico rispose al  mio comando e silenziosa scivolò sul pavimento fino a portarsi alle spalle di Kelli. Annabeth fece un passo avanti e come da copione l'empusa fece un passo indietro. Scivolò e rapida come la luce Annabeth le tagliò la testa . Il mostro si disintegrò, testa compresa. Annabeth si fermò ansimando. Mi avvicinai a lei e le accarezzai una guancia. Mi chinai per baciarla dolcemente sulle labbra. Mi abbracciò.
-Alla faccia Annabeth, ricordiamoci di non farla mai arrabbiare- esclamò Leo. Piper si avvicinò alla giovane che Kelli aveva ferito.
-Stai bene?- le chiese posandole una mano sulla spalla. Lei la guardò tremante.
-Che-che cosa era quella?- domandò indicando il posto in cui pochi secondi prima c'era l'empusa. Ora rimaneva soltanto una poltiglia fatta di acqua e di polvere di mostro. Divisi l'acqua e lasciai che tutti i resti di Kelli arrivassero nel Tartaro. Le augurai di marcirci per sempre.
-Nulla- rispose Piper- solo un sogno- e le soffiò sul viso. La donna cadde addormentata.
-Come hai fatto?- le chiese stupita Hazel. Per tutta risposta Piper sollevò una boccetta.
-Il profumo di Morfeo!- esclamò Annabeth.
-Piper sei un genio- si complimentò Leo facendo arrossire la figlia di Afrodite.
-Ehm, scusate... cos'è questo “Profumo di Morfeo”?- domandò piano Jason parlando anche per Frank e Hazel.
-È un profumo creato da Morfeo , il dio greco dei sogni- gli rispose Nico.
-L'ha creato estraendo tutti i profumi che le persone sognano. Ogni giorno esso cambia poiché è direttamente legato con la mente degli umani- finii di spiegare.
-Accidenti!- disse Hazel. Frank e Jason fecero lunghi fischi di ammirazione.
-Credo che dovremmo salire- Leo sollevo un mazzo di chiavi con sopra il numero 188.

Aprimmo la porta della nostra camera. No, aspetta, camera non rende l'idea. Aprimmo la pota della nostra suite da diecimila di dollari a notte. Gli dei ci vogliono proprio bene! La suite aveva cinque camere da letto, affacciate su un salottino stile anni Settanta, molto elegante.
-Ok, gli dei ci credono già morti- esclamò Nico quando entrammo. Gli scoccai un'occhiataccia, ma probabilmente aveva ragione. Annabeth guardò il letto con vivido desiderio mentre si sedeva sul divanetto.
-Allora che ci facciamo a Seattle?- accavallò le gambe e mi guardò alzando lo sguardo su di me.
-Te l'ho già spiegato... qui c'è la prima pietra. E due indizi per trovarla- tirai fuori il pezzetto di pergamena con scritto il primo indizio e un'altra cosa. Appena la vide Annabeth sgranò gli occhi riconoscendola.
-Ti prego dimmi che non è ciò che penso che sia- giunse le mani sul petto.
-È quello che pensi che sia- mi dispiaceva deluderla, ma doveva sapere a quello che andava incontro.
-Che cos'è quello che lei pensa che sia?- chiese Leo confuso.
-Una pergamena con su scritto quello che dovrete affrontare per sconfiggere il guardiano di ogni pezzo della Pietra del Cielo. È stregata, le parole compaiono solo se vengono illuminate con un particolare cristallo e possono essere lette solo dalla persona che scelgono.- spiegai.
-Come facciamo a sapere chi può leggere? E a vedere il testo- domandò Frank.
-Così- dissi tirando fuori dal mio personale gonnellino di Eta Beta un cristallo viola grande con la mia mano che emetteva una debole luce.
-Ognuno di voi si passerà cristallo e pergamena provando a leggere. Escludendo me e Annabeth. Me perchè sono morto, Annabeth perchè ci ha già provato.-
Cristallo e pergamena passarono di mano in mano fino a giungere ad Hazel. Appena li toccò la luce viola del cristallo divenne più potente e i suoi occhi di solito scuri divennero dello stesso colore della pietra che stingeva fra le dita.
-Ehi, riesco a leggere quello che c'è scritto!- esclamò stupita. Frank la guardò con orgoglio e ammirazione.
-Leggi- dissero Nico e Jason contemporaneamente. La figlia di Plutone strinse leggermente gli occhi.
-Allora- iniziò- qui dice: per trovare ciò che il re del cielo più antico brama sopra ogni cosa dovrai affrontare pericolose prove, le tue paure più profonde, celate in fondo al tuo cuore. Paure di cui magari non sai l'esistenza, in questo viaggio conto il tempo imparerai  a conoscere il tuo io più profondo.- si fermò e impallidì.


*L'hotel esiste davvero, anche se non mi ricordo di preciso in quale parte di Seattle, le descrizioni me le sono inventate.

Angolo Autrice
allora... come va gente, non mi uccidete per avervi abbandonati per quasi tre mesi. sul capitolo devo dire che in realtà non doveva andare così, ma quando l'ho scritto è uscito diversamente e mi è piaciuto quindi non l'ho cambiato. *rullo di tamburi* torna Kelli, l'empusa brutta e cattiva, evviva! si scopre cos'è quel foglio che ha trovato Annabeth un po' di capitoli fa. piccolo spoiler del prossimo capitoli: capiranno come usare l'indizio che hanno già.
un bacio enorme dalla vostra Diamante
  
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