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Autore: La sposa di Ade    28/09/2014    3 recensioni
L’OOC l’ho inserito per sicurezza, se i personaggi diventeranno effettivamente OOC sappiate che non è voluto.
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“E Hisoka che significa?” L’uomo distolse lo sguardo dalla pioggia e puntò le sue pupille dorate in quelle blu di Amaya, per poi portarsi un dito alle labbra e sussurrare: “Segreto.”
La ragazza inclinò la testa di lato, non capendo se quello fosse l’effettivo significato del suo nome o se volesse semplicemente tenerglielo nascosto, come se fosse un qualche assurdo e importantissimo segreto… ah, quasi le venne da ridere, che altro si sarebbe dovuta aspettare da un pagliaccio?
“Perché sei vestito da pagliaccio?”
“Sono un prestigiatore, Amaya, non un pagliaccio.” Solo in quel momento la ragazza notò che la sua mano stava giocherellando con una carta da gioco.
“Allora fammi vedere qualche trucco.”
“Cosa mi darai in cambio?” Un sorriso spontaneo si dipinse sulle labbra della ragazza.
“Segreto.” Il pagliaccio, o prestigiatore, per Amaya non faceva alcuna differenza, le allungò il mazzo di carte sotto il volto, con un sorriso furbo appena accennato sulle labbra.
“Allora scegli una carta.”
Genere: Angst, Dark, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genei Ryodan, Hisoka, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 10. Ira
[Vermillion - Slipknot]


Machi tremava, e non era per il freddo vento della tempesta che stava per avvicinarsi. A financo a lei, più o meno nelle sue stesse condizioni c'era il resto del Ragno, giusto un paio stavano in disparte, lanciando sguardi truci e pieni di dolore alle pareti vuote, non volendo portare lo sguardo al corpo di Nobunaga.
Il Capo si era avvicinato, e aveva fatto notare una cosa a cui nessuno sembrava aver fatto caso; non c'era la spada, la katana di Nobunaga non c'era.
"Dannazione." Rabbia e rancore si agitavano dentro di lei, l'avrebbe pagata, eccome se l'avrebbe pagata. Assassina e ladra; così come lo era il resto del Ragno, ma quell'azione era imperdonabile.
In quel momento Machi si ripromise che sarebbe stata a lei a concludere il lavoro che non erano riusciti a finire l'anno prima. Sarebbe morta, Amaya sarebbe morta, questa volta davvero.

I get neverous, perversed when I see her to worse
But the stress is astounding
It's now or never she's coming home
Forever

"Bene, ora lasciami andare." Si mise in piedi, il corpo che tremava, pieno di odio e un ammasso di sensazioni che Amaya in quel momento non riuscì a capire. Però sapeva bene che ciò che desiderva in quel momento era uscire da lì, e non tornarci mai più.
"Non credere che sia così facile." Un sorriso malsano si aprì sul suo volto, mentre si avvicinava a lei.
"Che cosa?!" Che altro voleva ancora? Amaya credeva di non poter reggere ulteriormente.
"Mi hai offerto un patto, ma io non ho ancora accettato, infatti mi sento di dover dettare una condizione." Amaya sbiancò, non voleva immaginare cosa quello sguardo significasse.
"Ti prego..."
"Io sto accettando quello che mi hai offerto, tu dovrai accettare quello che ti sto chiedendo io. Mi sembra equo, no?" Sapeva benissimo cosa desiderava Cypher, e sapeva benissimo che non avrebbe avuto modo di trattare. Ma perchè avrebbe dovuto poi? Perché sforzarsi di mantenere una purezza che non aveva mai avuto? Perché non dare il proprio corpo, quando lei stessa lo usava come puro mezzo per giungere alla sua vendetta?
"Certo." Alla fine si arrese, o così o niente. Non aveva senso proteggere i resti di un'anima a pezzi e un corpo che a malapena poteva essere chiamato tale.
"Bene allora..." Quando lo vide avvicinarsi con sguardo famelico decise però di non dargli nessuna soddisfazione; lui aveva voluto il suo corpo, e avrebbe avuto solo quello, e mai avrebbe avuto le sue emozioni.
Sentì le sue braccia avvolgerla, un contatto freddo. Non le trasmise nulla, se non un velato disgusto che, si disse, sarebbe svanito presto.
Sentì le sue labbra accarezzarle la pelle sensibile del collo, e si obbligò a rilassare i muscoli, ma fu quasi inutile quando sentì la sua lingua percorrere la linea della sua mascella e, prima che potesse protestare in qualsiasi modo, la sua bocca incontrò la sua.
Labbra fredde su un animo morto, ecco cosa stava accadendo; solo il desideio di un folle che bacia la sua scultura preferita, la migliore. Le sue mani, invadenti, corsero presto a slacciare bottoni e a strappare abiti, lei era ancora bloccata, con quella fastidiosissima catena che la obbligava a quel posto. Cypher accarezzò la spogernza dell'asta di ferro che lui stesso aveva creato, sorridendo appena, illudendola di volerla lasciare libera almeno per quei momenti. Beffarda, la sua mano andò a incastrarsi sotto il ginocchio di lei, in modo da poterle posizionare la gamba sul proprio fianco.
Amaya rabbrividì a quel contatto; la sua pelle era gelida, fredda e liscia come quella degli scheletri. Un braccio si strinse sulla sua schiena, obbligandola a un contatto maggiore.
Amaya teneve la mani, molle, sulle spalle di lui, semplicemente per mantenersi in equilirio sull'unica gamba che teneva a terra, tuttavia divenne inutile quando lui con decisione la afferrò appena sotto le natiche, obbligandola ad avvolgere le gambe sui suoi fianchi. Lo sentì fare qualche passo, poi vide la stanza capovolgersi.
Anche ora, sdraiata di nuovo su quel ripiano freddo, sentiva le sue mani percorrere i segni evidenti delle sue cicatrici, solo quello le strappò un gemito; non era propriamente una bella sensazione visto l'eccessiva sensibilità del tessuto cicatriziale, ma a quanto pare lui la pensò diversamente visto che si posizionò sopra di lei, una mano appoggiata sul suo collo, l'altra ad accarezzarle quel segno di pelle chiara tra i seni, la sua mano corse poi a quella che le segnava l'interno coscia. E pensò di aver fatto un lavoro fantastico con lei.
E riprese a baciarla con voracità, mentre continuava ad accarezzarla, ma fu costretto a fermarsi quando Amaya morse con forza le sue labbra, aprendo un piccolo taglio dolorante in quello inferiore.
"Se proprio devi, vedi di fare in fretta, non ho tempo da perdere." Lo vide sorridere, e per un momento pensò che avrebbe fatto meglio a stare zitta, perché come entrò dentro di lei fu costretta a mordersi le labbra per non emettere alcun suono.
Lo sentiva premere sul suo corpo teso, sentiva la sua pelle che, comunque, non sembrava scaldarsi a contatto con la sua.
Amaya chiuse gli occhi, tentando di isolarsi, di scivolare via da quella stanza, da quel corpo che serviva a poco, in un luogo in cui nulla esisteva, in un nero leggero e tiepido mentre le sue spinte continuavano, ritmiche, ormai quasi inesistenti per lei.
Alla fine, pensò, forse ne sarebbe uscita intatta.

"Cosa vuoi dire? Ce ne andiamo?"
"Voglio dire esattamente ciò che ho detto. Partiremo stanotte" Spostò lo sguardo su tutti, osservandoli uno a uno. "So che sei preoccupata Machi." Gli tornò alla mente la figura di Amaya, l'ultimo ricordo che aveva di lei non era esattamente piacevole, e si chiese se in fondo partie quella notte fosse realmente un'idea saggia.
"Dovremmo esserlo tutti, dannazione. Non sapete di cosa è in grado." Borbottò lei, quasi tra sé, ricordando amaramente ciò che era accaduto nei dintorni della Torre Celeste.
"Di chi stiamo parlando? Dell'uomo delle catene o di Amaya?" Shalnark scese dalla cassa su cui era seduto, avvicinandosi alla ragazza.
"Ma che domande..."
"Certo che lo sappiamo Machi, abbiamo visto tutti Nobunaga, o ciò che ne resta." Nello spazio umido calò un silnezio pesante, pieno di rancore e timore.
"Non possiamo permetterci altre morti." Chrollo sospirò, tirando fuori il taccuino su cui aveva fatto scrivere la sua profezia da Neon.
"Secondo la profezia, la prossima settimana moriranno cinque di noi."

She is everytihng and more
The solemn hypnotic
My doll you're bathed in posession
She is home to me

Dov'era Amaya? E cosa aveva in mente ora che aveva ucciso Nobunaga?
Hisoka riflettè; aveva trovato il suo cellulare e qualche macchia di sangue, ma non il suo corpo, lui riordava bene, e ricordava che una cosa del genere era già successa. Aveva trovato il corpo di suo fratello ai piedi della monagna, di lei non c'era traccia, eppure, dopo una caduta che sarebbe dovuta essere mortale per chiunque lei era sopravvissuta. Con tutta probabilità era viva, magari molto ammaccata, ma viva. Anche perchè i cadaveri non se ne vanno a passeggio da soli.

La predizione di Hisoka era cambiata, lui, con la sua abilità, stava tentando di manipolare la situazione, tuttavia Feitan aveva intuito il suo presunto tradimento; era stato lui a vendere Ubo?
"L'hai tradito?" In risposa, Hisoka si mise a mescolare placidamente il suo mazzo di carte. "Lo prendo come un si, maledetto!" Si mosse in avanti, con tutto l'intento di fare qualche danno.
A bloccarlo furono Salnark e Franklin.
"Aspetta, sentiamo la sua spiegazione."
"Spiegazione?! Cosa c'è da spiegare?"
"Il capo ha detto che le profezie possono cambiare a seconda delle nostre azioni."
"Hisoka, spiegaci cosa è successo questa settimana."
"Non posso."
"Perché non puoi?"
"Se vi spiegassi il motivo sarebbe proprio come dirvi ciò che non posso dirvi. Ecco perchè non posso. Non è che non voglio. Non posso. Questo è tutto ciò che posso dirvi. Ma se non vi sta bene la mia risposta... allora per difendermi non posso far altro che combattere." Sul suo volto si dipinse un'espressione contrariata; quella sarebbe stata una cosa sconveniente, oltre che inutile, secondo lui, che provava interesse solo per il Capo.
"Lasciamo perdere, è impossibile avere a che fare con te."
"Hisoka, ho un paio di domande da farti. Se non puoi rispondere dillo." Chrollo si alzò. "Nella predizione cosa sono i segreti del calendario?"
"I poteri dei membri della Brigata."
"Qual'è il potere del nostro avversario?"
"Non posso dirlo."
"In che rapporti sei con lui?"
"Non posso dirlo."
"Capisco."

"Quindi si tratta di Amaya?"
"Non per quanto riguarda questo verso, questo dovrebbe essere l'uomo delle catene, e dubito ci serva sapere qualcosa su di lei, visto che è facilmente intuibile ciò che desidera e che intende fare."
"E Hisoka?"
"L'uomo con la catena deve avere due poteri; uno con cui ha ucciso Ubo e uno che impedisce a Hisoka di parlare, è menzionata una 'spada della giustizia' nella profezia che potrebbe essere ciò che obbliga a seguire determinate regole: non mentirni o non dire niente sul mio conto. Qualcosa del genere."
Oh, è fantastico...
"La spada che impedisce a Hisoka di parlare è sicuramente potentissima, immagino che potrebbe anche attaccarlo se infrangesse le regole."
Sei magnifico... Devo assolutamente essere io a ucciderti.
Un nodo, all'altezza dello stomaco, un momento di disagio che attenuò la sua eccitazione; mancava qualcosa, o meglio, qualcuno.

"Che facciamo capo?" La predizione di Hisoka, accuratamente modificata da lui stesso, aveva creato un po' di scompiglio, niente che non fosse impossibile gestire, tuttavia il dubbio si era insinuato nelle menti di tutti; andarsene e perdere metà dei membri era davvero la scelta giusta? O era meglio restare e andare incontro all'ignoto? "Restiamo o ce ne andiamo?" Ovviamente il desiderio del prestigiatore era quello di rimanere; se si fossero separati avrebbe di certo perso le tracce di Chrollo, e addio al suo inento di sconfiggerlo, per di più gli conveniva restare a Yorkshin City se davvero sperava di ritrovare Amaya.


Kurapika sentì il cellulare vibrare, e quasi se ne sorprese; non aspettava la chiamata né il messaggio di nessuno. A sorprenderlo ancora di più fu il mittente, e il contenuto del messaggio lo stordì.
"I cadaveri erano finti  -_- " Con tanto di stellina e goccia ai lati della faccina.

"Restiamo."
Era scesa la sera, un'oscuità pressante avvolgeva la città e la zona periferica, amplificata dalla forte pioggia che aveva iniziato a scendere.
La pioggia notturna. Hisoka sospirò pesantemente, parzialmente annoiato e perzialmente scocciato, le cose non stavano andando per il verso giusto, c'erano troppe incognite, troppe cose che non conosceva o non poteva sapere. Si rigirò nervosamente il cellulare tra le mani.
E fu con suo grande sollievo e soprattutto sorpresa che il suo cellulare prese a squillare, sullo schermo era apparso un numero sconosciuto. Tentennò un attimo, restando interdetto mentre valutava le varie probabilità. Ovviamente non ne ricavò nulla, tuttavia rispondere a una chiamata non aveva mai messo in pericolo nessuno, forse.
Portò il cellulare all'orecchio, restando un attimo in ascolto; inizialmente sentì il rumore scrosciante della pioggia, poi un lieve, lievissimo respiro.
"Hisoka?" Anche con ill suono lievemente disturbato la sua voce era perfettamente riconoscibile.
"Finalmente. Credevo fossi morta." Dall'altra parte ci fu un silenzio pesante, c'era qualcosa che non andava in quell'attesa.
"Già, lo credevo anche io. Immagino tu ora non possa parlare molto, vero? Sei al Covo?" Amaya sviò, non voleva impedimenti in quel momento, parlare per di più sarebe stato inutile e una perdita di tempo, doveva avere solo alcune informazioni, niente più.
"Sì."
"Bene."
"Che hai in mente?"

La pioggia scendeva con forza, rendendo ovattato il mondo, con un temporale del genere era come vivere sotto una cupola di umidità e silenzio. L'acqua scendeva con tanta forza da dare l'impressione di poter isolare qulsiasi cosa, e le cose in lontananza apparivano come miraggi nebbiosi. Si sentiva relatiamete al sicuro, durante momenti come quelli, riusciva quasi a rilassarsi.
Amaya chiuse il cellulare, le mani che tuttavia le tremavano ancora.

I'm a slave, and I am a master
No restraints and, unchecked collectors
I exist throught my name, to self ablige
There is something in me, the darkness finds

Li stava seguendo attentamente dall'alto, guardandosi bene dall'avvicinarsi troppo e farsi scoprire e dal pererli di vista, cose che le sarebbe stata comunque parecchio difficile visto che lei sembrava non essere l'unica a pedinare quel gruppetto.
Aveva osservato bene come si erano disposti -Chrollo ovviamente in testa, poi Machi, Shizuku e Pakunoda affiancata da Kortopi- e la sua mente aveva subito cominciato a cercare strategie e possibilità di vittoria, tuttavia attaccarli in mezzo alla strada non si sarebbe rivelata una scelta saggia, contando anche che i suoi obbiettivi, Machi e Shizuku,si trovano al centro, tentare quindi un attacco sarebbe stato come un suicidio.
Tutto stava andando bene, fino a che i due inseguitori non si fecero beccare. Amaya aveva mantenuto l'In mentre il ragazzino che aveva osservato alla Torre Celeste discuteva con Chrollo, sbuffando ogni tanto, sperava davvero che quei due non rovinassero tutto.

"Ora devi celare la tua presenza." Senritsu si voltò verso di lui, socchiudendo gli occhi per via della pioggia incessante che le colava sul viso.
"Lo so! Dannazione."
"Devi essere paziente."
"Ho capito!"
"Invece non capisci! Il tuo inseguimento sconsiderato li ha messi in pericolo senza motivo. Almeno sai perché si sono lasciati catturare? Se tu vieni catturato non ci sarà più nessuno in grado di fermare il Ragno." Detto quello Kurapika sembrò calmarsi, sospirò, abbasando lo sguardo, vergognandosi per un attimo di aver fatto un gesto così sconsiderato.
"Mi dispia-"
"Non è del tutto corretto." Sentirono una voce femminile provenire da dietro di loro; Senritsu aveva riconosciuto il suo -terribile- battito cardiaco senza bisogno di voltarsi. "E non so chi tu sia ma ti consiglio di stare alla larga."
"Tu?!" Kurapika la osservò, quasi stupendosi della sua espressione interdetta, prima di ricordarsi di essersi travestito. SI tolse gli occhiali, evitando noiose spegazioni.
"Oh." Il suo vero fu più che altro di sorpresa, il suo sguardo quasi ostile. "Beh, allora vedi di non rovinare tutto e di non starmi tra i piedi."
"Tu piuttosto, dovresti farti da parte." Amaya lo fissò, studiando la sua espressione; sembrava diverso dalla prima volta che l'aveva incontrato.
"Facciamo un patto, ti va?"

Amaya sapeva del blackout grazie al patto che poco prima aveva stretto con il ragazzino biondo. A ripensarci, però, quel patto aveva più che altro avvantaggiato lei; si era fatta dire cosa voleva esattamente fare Kurapika e in cambio di quelle informazioni gli aveva detto, non esattamente promesso, che lei non avrebbe mirato al suo obbiettivo, lasciandogli quindi la possibilità di catturare Chrollo, così che lei fosse sicura di poter prendere qualcun'altro.
Così non si sarebbero intralciati a vicenda.
E quel qualcun'altro si era rivelata essere Shizuku, per il semplice motivo che lei non aveva tra le mani due recalcitanti ostaggi, al contrario di Machi, che tuttavia appariva a lei come un bersaglio succulento. Ma in quel modo Shizuku era scoperta e Amaya aveva avuto tutto il tempo sferrare il suo attacco.
Si era mossa nello stesso istante in cui le luci erano saltate, con un movimento fluido aveva scagliato il suo attacco; la spada, fedelissima spada, era scattata in avanti, segmentandosi e amuentando la propria lunghezza*. L'aveva vista scattare in avanti con incredibile precisione e velocità verso Shizuku.
Aveva mirato all'addome, con l'itento di recidere l'aorta addominale, così da ucciderla quasi sul colpo, tuttavia la ragazzina faceva parte del ragno per un motivo, e le sue percezioni l'avevano aiutata ad accorgersi dell'attacco, ma non abbastanza da schivarlo.
Si era a malapena accorta della lama che la lacerava da parte a parte e del sapore ferroso del sangue, prima di venire strattonata indietro da una spada che sembrava avere la mobilità di una frusta.
Scivolò e venne trascinata a terra, ancora mezza intontita dalla sorpresa si accorse a malapena che la gelida lama era appena svanita. Fece per alzarsi, pronta a fronteggiare un avversario che tuttavia non riusciva a vedere, ma che ben conosceva, prima di avvertire un dolore lancinante al ginocchio e subito dopo l'impatto con il pavimento lucido.
Riuscì a materializare la sua aspirapolvere e a colpire, prima di portarla davanti a sé come scudo, principalmente per coprire organi nobili e testa, mentre la sua mente vagava disperata tentando di trovare il giusto ordine da dare alla sua arma, o della giusta cosa da fare quando, con la vista che si era un po' abituata all'oscurità, vide una lama traslucida riflettere la luce improvvisa di un lampo, attraversando senza difficoltà alcuna la sua arma, prima di calare su di lei come un funesto vento oscuro*.

Nel frattempo Kurapika era riuscito a catturare Chrollo, sfruttando in modo intelligente l'improvviso blackout, tuttavia la situazione che si era creata subito dopo non sembrava volgere a suo favore. Chrollo sapeva bene, e sperava che anche gli altri del Ragno la pensassero allo stesso modo, che lui, come ostaggio, era privo di valore.

Areoporto di Lingon alle otto, vieni da sola. quello era il luogo dello scambio e, nonostante gli altri membri le avessero detto di non accettare, di non scambiare i loro ostaggi per il Capo che, come lui stesso aveva detto, sarebbe stato facilmente sostituibile, non era riuscita a rifiutare, non poteva accettare che a guidare il Ragno non fosse Chrollo; amava troppo la Brigata e i suoi membri per vederli stravolti.
Conoscere la debolezza di Kurapika non era ervito a nulla, sapere che lui teneva più ai propri amici che alla sua vendetta si era rivelato inutile, ormai Pakunoda aveva deciso di accettare le sue condizioni pur di mantenere intatto il Ragno, di permettergli di muoversi ancora, a testa alta.
Sul dirigibile in quell'istante si trovavano Kurapika e Leorio; osservavano la donna avvicinarsi insieme ai due ragazzini.
Si accorsero troppo tardi che Pakunoda e i due ostaggi erano stati seguiti; una figura longilinea dai capelli rossi affiancata una fugura appena più bassa, dai lunghi capelli bianchi.
"Ma quello è..." Il cellulare di Kurapika squillò.
"Ciao..." Pakunoda si voltò, notando prima Hisoka e poi Amaya, il suo sguardo era una mescolanza di rabbia e sorpresa.
"Perché sei qui?!"
"Cos'hai intenzione di fare?"
"Lasciami salire con loro sul dirigibile. Se ti rifiuti ucciderò Gon e Killua."
"Bastardo."
Sto solo scherzando, sarebbe un tale spreco
"Il mio obbiettivo è il Capo, una volta rilasciato scenderò dal dirigibile, voglio combattere con lui. È tutto ciò che voglio." Pakunoda notò appena lo sguardo di Amaya farsi più cupo, mentre quello del prestigiatore sembrava accendersi.


"C'è qualcosa che non va."
"Cosa?"La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo sospettosa.
"Dimmelo tu, è a te che mi sto riferendo."
"Va tutto bene." Tuttavia il prestgiatore notò una certa tensione nella sua mascella
"Non mentirmi."
"Non ti sto mentendo! Sono riuscita a uccidere Shizuku, cos'è che non dovrebbe andare?"Già, cos'è che non dovrebbe adare?
"Ti vedo diversa, è successo qualcosa?"
"Smettila." Amaya tremava ancora, il dolore al fianco che via via si faceva sempre più intenso.

Un dirigibile si stava allontanando, a terra era rimasta Paku, seduta dentro al dirigibile, stanca, mentre tentava di riflettere e di ignorare il fatto che fuori c'erano Chrollo e Hisoka.
"Ho aspettato così tanto per questo momento. Tipico sguardo famelico di Hisoka "Adesso, facciamolo." Si era liberato della finta pelle con il tatuaggio, l'aveva lasciato cadere a terra. "Non è più una disputa interna, non trattenerti."
Chrollo rise, forse per la prima volta, con vero gusto.
"Non posso combattere con te. O meglio; non vale la pena di combattermi, ha usato la sua catena sul mio cuore, impedendom di usare il Nen."
"Che importanza ha?" Fece Amaya inizialmente con la voce sommessa, piena di dolore e rabbia. "Non me ne frega niente se non puoi combattere, io tu uccido, non mi importa." Fece per fare dei passi avanti quando sentì un presa ferrea sul suo braccio, si voltò, l'espressione gelida di Hisoka la bloccò per un momento.
"Non lo farai."
"Ti ci metti anche tu? Lasciami stare, lo uccido!" Tentò di scrollarsi dalla sua presa, inutilmente, perchè lui stava usando la Bungee-Gum, in quel momento, presa dalla furia e dalla smania di uccidere, quasi senza accorgersene materializò un'arma, una katara* nella mano sinistra, e con un movimento per niente premeditato puntò al volto del prestigiatore, sapeva che il suo colpo non sarebbe andato a segno, infatti si ritrovò con il polso bloccato e il dolore delle ossa rinsaldate la obbligò a lasciare la presa sull'arma, che svanì prima ancora di toccare terra.
"Non te lo lascerò fare." Aveva ancora qualche possibilità di scontrarsi contro di lui, tutto stava nel trovare un esorcista che sapesse rimuovere il nen. Non avrebbe rinunciato così facilmente.
"Se credi che mi lascerò fermare..."Stringendo i denti per il dolore Amaya materializzò un'altra arma, dalla lama più lunga, in quel momento Hisoka fu costretto a balzare indietro per non ritrovarsi una lama piantata nell'occhio.
Ormai il patto non contava più, quello che lei aveva accettato alla Torre Celeste in fondo non era un vero e proprio patto, non avevano stretto nessuna promessa, era questo che passava nella mente della ragazza, infondo lei non aveva mai tenuto in considerazione che qualcuno potesse uccidere i suoi obbiettivi al posto suo, non l'avrebbe permesso.
"Amaya." Si voltò verso Chrollo, ignorando la sensazione spiacevole che avvertiva alla schiena, sentiva l'aura di Hisoka, pesante, addensata nella sua tecnina, che ora le stava appiccita alla maglia, pronta a tirarla indietro.
Chrollo vide nei suoi occhi un folle rancore, una rabbia inestinguibile e nonostante sapesse che non c'era quasi nulla che potesse fare prese la sua decisione. "Ricordi quando ti ho trovato?" Lei strabuzzò gli occhi, non aspettandosi quello. "Tu e tuo fratello eravate due poveri disgraziati, vivevate a malapena ed eravate invisibili agli occhi di tutti. Ma io vi ho notato, vi ho porto la mia mano, dovresti essermi riconoscente per quello che ho fatto per voi." Quello, se possiblie, alimentò la rabbia di Amaya come liquore su una fiamma.
"Quello che hai fatto per noi?! Ci hai ucciso, razza di bastardo! Non ci hai teso la tua mano, ci hai buttato giù dalla tua fottuta montagna!" L'aura si addensò attorno a lei, per poi concentrarsi tra le sue dita; materializzare più di un'arma era sempre stato particolarmente faticoso, ma vista la situazione, quella era l'unica scelta; fra le sue dita apparvero dei corti coltelli dal lancio.
Avrebbe mirato al cuore, le rondini* avrebbero fatto il loro lavoro, trapassandolo da parte a parte, se solo Hisoka non avrebbe distolo la sua attenzione, manifestando la sua aura prima ancora che potesse lanciarle.
Quello di voltarsi era stato un riflesso istintivo, quello di contrarre i muscoli dell'addome si rivelò inutile.
Il pugno alla bocca dello stomaco le tolse il fiato, lasciandola per qualche istante a boccheggiare, aggrappata agli abiti del prestigiatore per via delle gambe che all'improvviso sembravano non reggerla più, la mente che saettava tra la rabbia  e la sorpresa, appena un po' annebbiata da dolore, prima che tutto si colorasse di nero.








NdA:

Un po' di Info:
*La spada/frusta: Questa è un'arma che esiste e non esiste, nel senso che è spesso utilizzata in videogiochi e anime/manga, ma nella realtà non ne è mai stata realizzata una funzionale, non che io sappia. (La si può trovare nel videogioco Soul Calibur, nell'anime Deadman Wonderland in versione mastodontica e in chissà quanto altro) (ES: http://img1.wikia.nocookie.net/__cb20080805170106/soulcalibur/images/c/c0/Valentine.jpg )
*vento oscuro: sarebbe in teoria il nome (tradotto) dell'arma che ha usato contro Nobunaga, quella più o meo invisibile e che attraversa le cose inaimate, che ho anche citato in uno dei capitoli iniziali ambientati alla Torre Celeste. Letteralmente il suo vero nome sarebbe Darkdrift (vento oscuro), e la si può trovare in un videogioco (Dark Souls) e se non sbaglio funziona esattamente come ho spiegato io, o almeno, l'aspetto è lo stesso.
*Katara: Lama in acciaio, massiccia e triangolare, affilata su ambo i lati. In alcuni esemplari è più lunga, diritta e con profonde scanalature parallele ai bordi, o fiammeggiante ("lama flambard"). In altri la lama è ricurva, simile ad una variante più massiccia del khanjar. Impugnatura perpendicolare all'asse dell'arma, stretta ai lati dalle due stanghe di metallo che dipartono dal forte della lama ed assicurano la katara all'avambraccio dell'utente. (ES: http://p1.la-img.com/368/25561/9433198_2_l.jpg )
*rondini: Queste me le sono invetate io ._. sarebbero coltelli da lancio privi i impugnatura, molto affusolati e aereodinamici, per avere una forza perforante maggiore rispetto ai normali coltelli da lancio.

Ed eccoli! I "primi" veri problemi per Hisoka, mi pare che tutti voi stavate aspettando una cosa del genere... o sbaglio?
Ammetto che la prima scena mi da dato del filo da torcere, non sapevo neanche se mettercela... spero comunque che vi sia almeno 'piaciuta'
Comunque, dal prossimo capitolo in poi (salvo per, credo, il primo paragrafo) la storia non seguirà più l'andatura del manga. La cosa mi rende incredibilmente felice, perché così riuscirò a concentrarmi meglio sulla storia (e ammetto che trasrivere le cose dagli episodi non mi è mai piciuto, ne mi sembrava che venisse fuori qualcosa di bello), i capitoli avranno una lunghezza più ragionevole, mi rendo conto che questi ultimi saranno stati lungherrimi, ma volevo togliermi questa parte.
Non vedo l'ora di recuperare il mio ritmo di scrittura e di liberarmi da quello che mi imponevano gli episodi :) i prossimi capitoli saranno migliori, lo prometto.
Anche perché siamo mooolto vicini alla fine, qualcuno lo sa già ;)
A presto ^^


  
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