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Autore: Malec Lovers_    28/09/2014    7 recensioni
E se Alec avesse perso la memoria in battaglia?
E se tutti i suoi ricordi di Magnus fossero ormai perduti?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Uno spiraglio di luce oltrepassò lentamente le tende di velluto rosse, in modo da illuminare la figura del giovane Cacciatore che intanto dormiva steso a pancia sotto coperto dalla vita in giù da un leggero lenzuolo bianco, che permetteva una perfetta visuale dei marchi scuri e delle cicatrici chiare, ma ben visibili, presenti sulla sua schiena nuda.
Ci vollero pochi istanti prima che, infastidito dalla luce, Alec aprisse gli occhi; sbatté più volte le palpebre per potersi abituare all’illuminazione naturale della stanza.
Si voltò sul lato e vide Magnus che dormiva ancora. Alec gli rivolse uno sguardo carico di dolcezza e, portandosi una mano alle labbra si mise a ripensare a quanto successo la notte prima.
Si erano confessati ufficialmente il loro amore; Alec ricordava bene gli occhi verde-dorato che lo scrutavano con desiderio e passione, il profilo del suo viso illuminato dai raggi lunari che davano alla pelle scura un tratto ancora più sensuale.
Ricordava bene i suoi baci così pieni di enfasi ma anche tanto delicati; di come giocava teneramente con i suoi capelli neri, mentre lui riposava sul suo cuore che batteva all’impazzata. I loro vestiti tolti con violenza e gettati sul pavimento, la mano scura sulla sua fronte bianca mentre i loro corpi erano sempre più vicini. Quella era stata una notte carica di emozioni, sentimenti e novità. Alec si sorprese di come i loro corpi fossero così sincronizzati, simmetrici, legati, in continua ricerca dell’altro, come se si completassero a vicenda.
Era stata la prima volta, per quanto ricordasse, che aveva fatto l’amore, per giunta con un uomo.
Cosa avrebbero pensato i suoi genitori? Sapeva già che non avrebbero accettato la sua omosessualità, ma fino a quando non era mai stato con nessuno andava tutto bene. Certo, destava alcuni sospetti data la sua indifferenza per le ragazze, ma anche Jace era così. In effetti Alec era stato il primo a credere il suo parabatai come lui, ma dopo l’arrivo di Clary il ragazzo si era mostrato perfettamente etero.
Adesso lui stava con Magnus, e non desiderava stare con nessun altro. Non aveva mai desiderato qualcosa così intensamente.
Alec si domandava se avesse assunto anche con lui quell’innata gelosia e quell’intenso desiderio di proteggerlo da qualunque cosa e a qualunque costo. I suoi pensieri vennero interrotti dallo scricchiolare della porta che si apriva: Chairman Meow entrò in camera e si avvicinò al letto, ci saltò delicatamente e si posizionò proprio tra Magnus e Alec, che iniziò distrattamente ad accarezzarlo.
Il gatto sembrò apprezzare a pieno quel momento; si era legato parecchio al ragazzo e, molte volte, quando Magnus si chiudeva nello studio per ore, era la sua unica compagnia.
Le fusa svegliarono lo stregone in questione, ritrovatosi con la coda del gatto proprio sotto al naso e con un gesto della mano lo cacciò via. Alec, con le guance di un tenue colorito rosso, posò timidamente lo sguardo sull’uomo con cui condivideva il letto, per poi rendersi conto che anche l’altro lo stava osservando, con un’espressione ancora mezza addormentata. Vederlo così vicino, senza maglietta, coperto solo da un sottile lenzuolo non fece altro che imbarazzarlo, ed in men che non si dica il suo viso divenne ancora più rosso. Magnus sorrise, divertito dalla situazione. Posò le mani sulle guance di fuoco di Alec, gli si avvicinò e lo baciò con dolcezza. Fu un bacio veloce, che si sarebbe potuto definire insignificante, ma non lo fu di certo per il Cacciatore, che al tocco di quelle labbra, avvampò ancor di più, osservato nel frattempo da un Magnus compiaciuto. Doveva ammettere che anche senza tutti quei glitter, -che, nel corso della notte, per un motivo o per l’altro, si erano quasi magicamente dissolti-, era davvero bello, con i capelli arruffati e gli occhi ancora lucidi.
Non esistevano parole per descriverlo, lui era semplicemente Magnus Bane, il Sommo stregone di Brooklyn, ma neanche quel titolo bastava a descriverlo.
Alec rimase lì, fermo, immobile, mentre lo stregone continuava a guardarlo con il viso illuminato da una gioia mai vista. Cioè, pensava di averlo già visto felice, ma si accorse in un batter d’occhio che quella felicità non era paragonabile a quella che provava ora. Magnus si avvicinò di nuovo al ragazzo, per scoccargli un tenero bacio sulla guancia.
«Buongiorno mon chere» fece ammiccando, per poi alzarsi dal letto e camminare scalzo per la stanza.
Fu subito seguito da Alec che lo guardava con aria confusa, adoratrice e anche tanto imbarazzata.
Avevano passato un’intera notte insieme. E che notte.
Si sbatterono forte la porta alle spalle, talmente tanto che Chairman Meow come un fulmine saltò dalla sua casetta, in cui si era accucciato, fino al lampadario. Lo stregone ancora pieno di sonno apriva cassetti e mensole a caso. Come per voler dimostrare che erano vuote. «Che strano» pensò «e io che credevo di aver comprato qualcosa ultimamente», si girò verso il Cacciatore e lo guardò facendo spallucce.
Alec sbiancò. «Te lo scordi, non andrò mai più a comprare qualcosa, una volta ci ho provato e guarda cosa è successo!» fece alzando le mani.
Allo stregone scappò una piccola risata, gli si avvicinò, lo strinse a se e, data la loro differenza di altezza, riuscì a dargli un bacio sulla testa per poi iniziare a giocherellare con i suoi capelli corvini. Si trovavano così a loro agio uno tra le braccia dell’altro, come se fossero nati per quello. Entrambi erano ancora a torso nudo con indosso solo un pantalone.
Le mani scesero dai capelli, alle spalle, alle braccia e alle mani che rimasero a lungo strette tra le sue più scure.
«Sono felice, davvero felice» gli sussurrò Magnus, mentre il ragazzo alzava lo sguardo per incrociare i suoi occhi, «che tu sia di nuovo con me, non puoi capire quanto sia stato straziante vederti lontano da me, non riconoscermi e poi vederti baciare quello.» finì di dire accarezzandogli delicatamente le guance con entrambe le mani.
Il ragazzo esitò, non sapeva se parlare o meno, ma poi si fece forza «All’inizio non sapevo chi fossi, mi sembrava di essere in prigione, ma poi, col tempo, vedere il tuo viso è diventata la cosa più bella della giornata. Dire che sono confuso è dire poco. L’unica cosa che so è che provo qualcosa di forte per te, e te lo ripeterei all’infinito.» fece timido.
Quasi commosso da quelle parole Magnus gli afferrò con dolcezza i fianchi e lo tirò nuovamente a sé. Un brivido attraversò il corpo del Cacciatore che nel frattempo si perdeva nella profondità di quegli occhi felini…ma d’un tratto tutto si fece buio.
Pochi istanti più tardi tutto intorno si schiarì ma non era più tra le braccia dello stregone, o meglio, lo era, ma riusciva a vedere i due corpi per intero e in lontananza. Magnus e quell’Alec -in tenuta- erano vicino al lavabo, inizialmente distanti uno dall’altro, ma un piccolo movimento delle labbra di Alec fecero esaltare l’altro, che con un movimento veloce gli afferrò i fianchi, lo voltò, lo sbatté contro il muro e gli si scagliò contro, per poi coinvolgerlo in un bacio appassionato. Alec gli cingeva le braccia attorno al collo, mentre l’altro affondava le sue mani tra i folti capelli corvini. I loro corpi si muovevano piano in perfetta coordinazione.
Poco dopo a malincuore si distaccarono tenendosi ancora per la mano, fino a che, a causa della distanza, le loro dita si sciogliessero l’une dalle altre.
Il Cacciatore afferrò le frecce posate sul tavolo, se le mise in spalla, si diresse verso la porta per aprirla.
Prima che potesse andare si voltò a guardare lo stregone, e gli strizzò un occhio, per poi uscire dall’appartamento.
Dopo ciò ci fu di nuovo il buio, e sentiva una voce in lontananza. «Alexander? Ci sei?».
Una volta che ebbe ripreso la vista delle cose che lo circondavano, vide il viso dello stregone che, vedendolo con l’espressione spaventata e confusa assunse un’espressione preoccupata.
«Ho visto una cosa» Alec aveva sgranato gli occhi e aveva lo sguardo perso diretto verso il muro nel quale l’aveva sbattuto Magnus nella sua visione. «Io, tu. Cioè eravamo noi, stavo per andare a caccia, e noi, beh, si ci siamo baciati, contro…» fece imbarazzato sempre guardando il muro.
Lo stregone guardò nella direzione in cui guardava Alec e qualcosa si accese nei suoi occhi. Magnus si girò di scatto verso il giovane Cacciatore.
«Un ricordo, Alec un ricordo!» disse esaltato.
«Un ricordo?» si fermò a pensare il ragazzo.
«Ma come è possibile?» chiese sempre più confuso. Magnus gli prese il viso tra le mani.
«Non lo so, ma questo è successo, è successo veramente! Prima che tu perdessi la memoria, è successo!» Magnus sembrava delirare, velocemente gli diede un bacio, per poi staccarsi, guardare la sua espressione perplessa e stringerlo a sé. Rideva nervosamente e lo stringeva forte, in preda ad una strana euforia. Aveva ricordato, poco, ma lo aveva fatto e questo gli riempiva il cuore di gioia, facendo riaffiorare tante altre speranze.
Una veloce occhiata all’orologio li fece scattare, erano le 9.30 del mattino e alle 10 Alec avrebbe dovuto trovarsi all’appuntamento con Kyle.
Corsero entrambi, chi in camera e chi in bagno. Magnus uscì zampettando dalla camera mentre si infilava uno dei suoi strettissimi pantaloni eccentrici, e Alec dal bagno con la bocca ancora sporca di dentifricio.
Dopo un quarto d’ora il Cacciatore era pronto, mentre lo stregone era ancora chiuso in bagno.
Toc Toc
«Un attimo, ho un problema!!!» gridò istericamente lo stregone.
«Che problema?» replicò Alec dall’altro capo della porta.
Magnus aprì la porta e guardò il suo ragazzo con faccia seria. Un occhio era perfettamente colorato da una sottile linea di eyeliner e glitter, e l’altro… no. Alec continuò a guardarlo interrogativo.
«Sono finiti i glitter. Capisci che dramma? Io non posso uscire così» continuò a urlare come una diva.
«Su dai che ti interessa? Andiamo!» cercò di sollecitarlo Alec, ma Magnus gli diede un colpetto sulla testa.
«Ragazzino io sono il Sommo stregone di Brooklyn, ho una reputazione da difendere! Tu inizia ad andare e a perdere tempo, io vado al negozio a prenderne altri.»
«E cosa dovrei fare? Ballare?!» chiese il Cacciatore, esausto.
«No, sei un pessimo ballerino, ti lascerebbe lì ancor prima di averti salutato. Fai qualcosa, ma non baciarlo!» disse velocemente lo stregone con un velo di umorismo.
«Ma come io avevo proprio intenzione di baciarlo!» replicò Alec in modo scherzoso.
Lo stregone gli passò davanti e andò verso la porta, si sollevò il cappuccio della giacca e lanciò uno sguardo gelido al Cacciatore. «Alexander.» disse serio. «Non ci pensare nemmeno.»
Prese in mano il pomello, lo girò ed uscì di corsa dall’appartamento, seguito poi da Alec.
Pochi minuti più tardi il ragazzo arrivò al luogo dell’appuntamento.
Si guardava in giro ricordando il giorno in cui aveva aiutato Kyle. Era così diverso allora, o meglio, lo sembrava, così innocuo, ma non aveva fatto altro che causare problemi, e la colpa era interamente sua che si era lasciato abbindolare.
Adesso toccava a lui rimettere a posto le cose, doveva farlo per Magnus.
Erano le dieci precise e del ragazzo non c’era traccia. Ma prima che potesse guardare nuovamente l’orologio, una figura scura emerse dal vicolo buio lentamente.
«Ciao Alec» fece Kyle avvicinandosi.
Il Cacciatore era da sempre un pessimo bugiardo, ma adesso doveva sforzarsi e rendere la commedia quanto più reale possibile. «Kyle, finalmente. Pensavo non saresti più venuto.» disse andando incontro al ragazzo.
Una volta trovatosi di fronte, il più basso provò a baciarlo come sempre, ma questa volta non ci riuscì. L’espressione di Magnus di quando gli diceva di “non pensarci nemmeno” gli si era impressa nella mente.
«Ma come? Ti scansi? Non ero il tuo ragazzo io?» chiese con una punta di acidità, quasi perplesso. Di sicuro non si aspettava quella reazione dopo le ultime volte nelle quali strappargli un bacio era stato facile come rubare le caramelle ad un bambino.
Il Nephilim non sapeva cosa rispondere e si limitò a guardarlo. «Dove sei stato stanotte? Hai lasciato la casa di quel pazzo, vero?» fece Kyle in tono autoritario.
A questo Alec sapeva rispondere, cosa dire era facile, bastava solo mentire, una piccolissima bugia e ce l’avrebbe fatta. «Ovvio, sono tornato a casa mia!» disse, convinto di essere stato credibile. L’espressione di Kyle mutò radicalmente, iniziarono ad emergere dalla pelle le prime rughe e vene sulla fronte. «TU MENTI!» urlò, per poi scagliarsi sul Cacciatore prendendolo alla sprovvista.
Lo gettò a terra, ma prima che potesse assalirlo, qualcosa, o meglio, qualcuno lo gettò con violenza contro il muro.
Entrambi alzarono lo sguardo e videro Magnus in piedi di fronte a loro: dalle sue mani continuavano ad uscire scintille blu.
Il Cacciatore riuscì a rotolare sul fianco e rialzarsi, per poi sparire.
 «NON TOCCARE IL MIO RAGAZZO!» fece cercando di intimidirlo. Kyle, poco prima accasciato a terra, si sollevò e partì spedito in direzione dello stregone, che lo evitò con facilità facendoselo sfrecciare vicinissimo, a quel punto gli sussurrò quasi nell’orecchio «Oh, non userò la magia. No no, non ci trovo alcuna soddisfazione!» con tono sadico.
Detto questo, mentre il ragazzo andava ancora in avanti a causa dello slancio troppo forte, gli diede un calcio trasversale all’altezza dello stomaco, facendogli così cambiare traiettoria e fallo schiantare di nuovo contro il muro.
 Questa volta fu più rapido a rialzarsi e correre di nuovo verso l’altro, colto alla sprovvista, e gettarlo a terra. Gli era sopra e gli tirò un pugno in pieno di volto, facendo scattare lo stregone.
I suoi occhi da verdi-dorati erano diventati rossi, e non promettevano niente di buono. Bastò uno scatto in avanti per far volare Kyle all’indietro e ritrovarsi su di lui. Gli restituì il pugno dieci volte più forte, e imprecando contro di lui, gliene diede un secondo dall’altra parte della faccia.
Si alzò con ancora ai piedi il corpo di Kyle steso sull’asfalto come la prima volta in cui l’aveva visto Alec.
Iniziò a prenderlo a calci. «Questo è per essere entrato in casa mia. Questo per aver messo tutto a soqquadro. Questo per avermi sporcato il tappeto. Questo per il mio gatto che hai preso a calci. Questo per aver baciato il mio ragazzo. Questo per aver detto che era il tuo, di ragazzo. Questo è per me. Questo è per Alec e…» si fermò un secondo, per poi sferrare un ultimo calcio. «E questo è perché mi stai antipatico.»
Ogni calcio aveva il suo perché, e tutte quelle spiegazioni lo lasciaraono in un mare di sangue che gli usciva dalla bocca.
Lo stregone indietreggiò. Non aveva mai perso così tanto il controllo, i suoi occhi tornarono normali, e quasi gli dispiacque di aver reso così inerme quel ragazzino adesso sofferente.
Pochissimo dopo, un po’ barcollando, si rimise in piedi, ma Magnus non aveva paura. Di certo non aveva la forza e l’equilibrio per scagliarsi di nuovo sullo stregone.
Kyle raccolse piano un pezzo di vetro appuntito, posto a terra vicino ai cassonetti della spazzatura. Lo lanciò con estrema precisione in direzione del cuore dello stregone, che era irrimediabilmente distratto.
Ma prima che potesse raggiungere il corpo, una freccia lo colpì con estrema precisione rompendolo in mille pezzi.
Subito dopo fu scoccata un’altra freccia, che andò a conficcarsi nella spalla di Kyle, inchiodandolo a terra.
Alec dall’oscurità raggiunse Magnus con ancora l’arco in mano, ed entrambi si posero dinanzi al corpo disteso a terra, ricoperto in parte dal suo stesso sangue.
Il Cacciatore afferrò la mano dello stregone e la strinse forte. Si erano difesi a vicenda.
«Cosa è che vuoi?» chiese Alec cercando di imitare il tono di Magnus, ma invano.
«E’ questo che vuoi, vero?» si intromise lo stregone, sfilandosi l’anello dal dito e ponendolo sul palmo della mano.
Lo mostrò poi al ragazzo al servizio della Regina, il quale fece solo un leggero cenno di approvazione.
A quel punto Magnus gli lanciò il piccolo gioiello dorato.
«Non c’era bisogno di questi giochetti, non vale nulla per me. Tu al contrario hai preso una cosa per me molto preziosa. Adesso dimmi perché non dovrei ucciderti!» assunse un tono davvero intimidatorio.
«La mia Regina» disse piano Kyle, ancora dolorante. «se non mi ucciderete, vi aiuterà, lei sa!» era completamente terrorizzato ed inerme.
Alec guardò prima lo stregone per ricevere un segno di approvazione, poi si avvicinò a Kyle e gli tolse la freccia dalla spalla, permettendo così la sua fuga, poi ritornò verso il nascosto.
«Come sappiamo che dice la verità?» chiese
«Lo farà. Le fate non mentono ed hanno un grande potere» rispose Magnus, guardando ancora il ragazzo ferito che scappava lontano, poi prese la mano di Alec e lo attirò a se’.
«Ce l’abbiamo fatta» gli disse dolcemente.
«Si» rispose Alec, ricambiando quel suo sguardo dolce, per poi voltarsi e poggiare piano le labbra su quelle di Magnus.
 
 
Nota delle autrici:
Lucrezia: Hola! Scusate il ritardo, causa scuola. Io sono soddisfatta di questo capitolo, perché è molto lungo, c’è Malec e Kyle le prende (soprattutto) xD u.u Spero che sia piaciuto anche a voi <3
 
Ilenia: Devo dire che questo è stato tra i capitoli più complicati da scrivere, a maggior ragione spero che vi piaccia tanto. Finalmente Kyle le ha prese ed è presente tanta Malec **. Vi invito a recensire la storia ormai quasi terminata.

Alla prossima,


Malec Lovers_ <3
   
 
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