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Autore: lunatique    28/09/2014    5 recensioni
“Quali sono le tue intenzioni Harry? Vuoi essere mio amico? Dubito che lo diventeremo, quindi che senso ha sforzarsi più di tanto?” Tutte le decisioni che avevo preso nell’ora prima sull’essere più disponibile con Harry si distrussero come un castello di sabbia bagnato dal mare.
“Senti, ecco le cose come stanno.” Poggiò i gomiti sul tavolo incrociando le mani sotto il mento. “Dobbiamo passare 9 fottutissimi mesi nella stessa casa e fidati che l’idea non mi eccita più di tanto dato che ogni minuto mi convinco sempre di più che preferirei morire in una fossa piena di serpente che vivere una giornata con te.” Stavo per rispondere ma lo lasciai continuare. “Quindi, abbiamo due scelte: o ci divoriamo giorno dopo giorno a vicenda ma questo non ci porterà a nulla, o possiamo provare ad essere più gentili uno con l’altro e cercare di superare quest’anno di merda. Allora, cosa vuoi fare? Perché io non ho intenzione di passare 9 mesi a litigare con te, ma sembra che tu non voglia altro.”
**
La vita di Mackenzie Fox è già complicata e non le serve uno stupido Inglese a peggiorare tutto, soprattutto se il suo nome è Harry Styles
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai in camera dei miei genitori in cerca di qualcosa da fare (si, ero disperata) e beccai mia madre ad in profumarsi dalla testa ai piedi e mio padre intento a mettersi i calzini.
“Oh Mack, aiutami a metterla.” Mi porse una collana che a vederla sembrava costosissima, ma ci scommetto il mio smalto della Maybelline che l’aveva presa a cinque dollari da un marocchino.
Glie la allacciai dietro al collo con fare esperto. “State uscendo?”
“Si tesoro, porto la mamma a cena fuori.” Sorrise papà avvicinandosi allo specchio grande posto vicino alla porta.
“Dove andate di bello?”
I due ignorarono la mia domanda, continuando a prepararsi, così uscii e mi indirizzai verso il salone, buttandomi a peso morto sul divano dove era già rannicchiato Styles.
“Allora ragazzi…” Iniziò papà. “Ricordate: niente feste, potete invitare massimo un amico, cercate di non dare fuoco alla casa e non lavate i piatti nella lavatrice.”
“Chi mai laverebbe i piatti nella lavatrice?!” Harry corrugò la fronte.
“Che ne sapevo io che non si lavavano li!” Mi difesi.
“Ma sono cose che nemmeno la mia cuginetta di 5 anni farebbe!”
“Oh scusa, se tu vieni da una famiglia di intelligentoni, cazzo vuoi da me!”
“Ragazzi!” Ci sgridò mia madre.
“Gesù fai che la casa sia ancora così al nostro ritorno.” Sussurrò papà mentre uscivano mano nella mano.
Cominciai a camminare avanti e indietro per il salone scorrendo la mia rubrica.
Bocciai l’idea di chiamare Tamara: le voglio bene ma dubito che con Harry a casa mi avrebbe prestato un briciolo di attenzione, così optai per Megan.
Uno squillo, due, tre, quattro…
Dai Megan, rispondi!
E boom, segreteria telefonica.
“In questo momento ho da fare, non lasciate un messaggio che tanto non l’ascolterò. Pace.”
Sbuffai e tentai con Rosalie.
Uno squillo… Due… Tre… Al quarto mi sarei buttata per terra a piangere dalla disperazione.
“Pronto?”
Fermi tutti.
Mi ha risposto!
Dio mi ama!
“Ros!” Urlai come se non la sentissi da anni.
“Hey Macks!”
“Hai da fare?” Incrociai le dita delle mani, dei piedi, le gambe e qualsiasi altra parte del corpo che si potesse incrociare.
“Quando?”
“Adesso.”
“Veramente si, sono a casa con quelli del club del libro e stiamo parlando di Il buio oltre la siepe. Dovresti leggerlo, sai? È…”
“Si si bellissimo… Ma non puoi mollarli e venire da me?” La pregai.
“Ma veramente…” Tentennò.
“Ti prego!”
“Mack…”
“Perfavore!”
“Davvero io..”
“Porfavor!”
“Mi dispiace non posso davvero.”
Non sembrava molto mortificata ma lasciai perdere, sbuffai e chiusa la chiamata con un “non fa niente, buona serata Ros”.
A quel punto mi restava solo Tamara.
“Pronto?”
“Tam.”
“Dimmi bonita.”
“Vuoi venire a casa mia? I miei stanno fuori a cena ed io sto da sola e mi annoio.”
Quando il Bradipo sentì “sto da sola” fece una faccia offesa e alzò il dito medio.
Com’è fine il ragazzo!
“No puedo mi amor, stasera sto con Zayn.”
Ma è uno scherzo? Le mie amiche che stanno sempre a casa a non fare nient’altro che respirare e mangiare, stasera hanno deciso tutte di prendersi un impegno!
Confabulano contro di me, ne sono sicura.
“Perfavore perfavore perfavore!” Cantilenai.
“Aspetta, c’è anche Harry?”
“Si.”
“Dammi quindici minuti e arrivo.” E mi attaccò.
Certo, se deve stare con me fa tutta la “no sono impegnata scusa” ma se nomino il Coso come ci viene qui, eh! Che amarezza…
Posai il telefono sul ripiano vicino alla televisione e mi misi davanti ad Harry.
“Tra poco arriva Tamara, quindi se non vuoi farti vedere in versione barbone, ti consiglio di darti una lavata e metterti qualcosa di decente.”
Gli si illuminarono gli occhi.
“Tamara quella Tamara?”
“No, l’altra.” Dissi ironicamente, ma evidentemente il cervellino grande quanto una nocciolina di Harry non l’aveva capito.
“Ah, okay.”
“Certo che è quella Tamara, cretino! Chi sennò?”
“Che cazzo ne so io!” Mi disse mentre si avviava verso la camera.
Tamara e la sua maglietta che non lasciava spazio all’immaginazione (chissà perché se la sarà messa, anti sgamo proprio!) non tardarono ad arrivare, portando con loro anche una piccola sorpresa.
“Zayn?!” Esclamai quasi strozzandomi con la mia stessa saliva, dopo aver aperto la porta.
“Bella.” Disse a mo di saluto entrando (senza che nessuno gli avesse detto di farlo, precisando) prima di sorpassarmi ed andarsi a buttare sul divano.
“Scusa… È che non potevo lasciarlo da solo.” Mi sussurrò Tamara prima di far comparire sul suo volto un sorriso innocente.
Lo sguardo che le rivolsi non fu dei migliori.
Spostò lo sguardo alle mie spalle e gli si aprì un sorriso sul volto, così mi superò talmente velocemente da darmi una spalla, ma nemmeno se ne rese conto. Mi girai per osservare la scena della mia migliore amica che si buttava tra le braccia di una sottospecie di esperimento inglese, con un pakistano sullo sfondo che li guardava malissimo.
Presi un respiro profondo e mi preparai mentalmente alla serata che avrei dovuto passare.
 
 
Possiamo notare uno Zayn Malik seduto sul divano accanto ad una Tamara Todd, susseguita ovviamente da un Harry Styles.
Ora, possiamo ben accorgerci da come i due esemplari privi di materia grigia si contendino l’unico esemplare dotato di “tette” (apparentemente, due cose di forma rotonda che hanno il potere di mandare in tilt gli elementi privi di cervello), quasi con la stessa ferocia che hanno due leoni nella savana.
Poi possiamo pure ben notare, a debita distanza dagli altri, il solo essere che possiamo definire “homo sapiens sapiens”, intento a mangiare dei pop corn già pronti presi al supermercato.
Ora, calcolando l’intesa che sembra esserci tra il secondo ed il terzo soggetto e sottraendola agli sguardi furiosi che il primo soggetto gli lancia, il risultato è semplice: non ne uscirò viva.
Ne sono sicura, come sono sicura del fatto che Damon Salvatore sia molto meglio di Stefan, e che Harry si ritroverà senza un arto se non toglie subito il braccio da intorno alle spalle di Tamara.
E come sono sicura che domani dovrò regalare altre sigarette a Zayn per calmarlo ed evitare che finisca in carcere per qualche omicidio colposo.
 
 
Venerdì mattina. Ore 10.20. Francese. Metà della classe sta pensando ad almeno cento modi per suicidarsi senza dare dell’occhio, l’altra metà sta dormendo con la testa sul banco.
Oggi mi sono svegliata con lo scazzo a mille, avendo dormito malissimo per via di una sgridata dei miei.
La sera prima, infatti, avevo subito un’ora di sgridata di papà che, dopo aver beccato Zayn disteso sul divano al suo rientro, lo aveva cacciato via quasi a calci in culo (cosa di cui fui felicissima, non sopportavo più ne lui ne Tamara).
Ma il problema fu che addossò tutta la colpa a me del fatto che quel mezzo terrorista si trovasse a casa sua. Ed io ho cercato di spiegargli che in poche parole si era autoinvitato, ma come al solito non mi diede ascolto. A volte penso davvero di parlare in un’altra lingua, perché nessuno sembra fare mai quello che dico.
Mi guardai distrattamente intorno: purtroppo, il mio corso di francese non era seguito da nessuno di mia conoscenza, nemmeno da Kayle, quindi non avrei potuto passare l’ora a distrarmi guardando il modo davvero sexy in cui respira, o sentire il suo dolce russare mentre schiaccia un pisolino sul banco.
Ah Kyle, com’è bello!
Mi persi per qualche secondo su Kylandia con lo sguardo nel vuoto, scuotendo poi la testa e tornando sulla terra.
Infilai le cuffie nelle orecchie dopo averle collegate al mio cellulare, tanto la prof era talmente cieca e vecchia che non si sarebbe accorta di nulla.
Misi ripetizione casuale, stravaccandomi sul banco.
 
I miss you, I miss you. Where are you? And I’m so sorry, I cannot sleep, I cannot dream tonight ,I need somebody and always...
 
Assolutamente no! Stoppai velocemente la musica, incazzata. Di tutte le canzoni che mi potevano capitare, proprio quella che mi portava a fatti che avrei voluto eliminare definitivamente dal mio cervello, ovviamente. Maledetto Louis ed il giorno in cui ha deciso di entrare a far parte della mia vita!
Affondai la testa nelle braccia conserte sul banco, cercando di soffocare un gridolino per il nervosismo.
Mi dovevo assolutamente calmare.
 

“Sono a casa!” Urlai lanciando la borsa e le scarpe che caddero rovinosamente da qualche parte, nel salotto.
“Oh, eccoti finalmente!” Esclamò mio padre dalla cucina, dalla quale sentii arrivare un profumino davvero invitante, quindi dedussi che non era stata la donna che mi aveva partorito a cucinare.
Probabilmente avevano ordinato qualcosa da un Take Away qua vicino.
Camminai molto velocemente verso la cucina con la fame che avanzava insieme ai secondi.
“Macks, indovina un po’ a chi va il merito di questo ben di Dio?” Esordì mio padre, accomodato al suo posto.
“A giudicare dal buon odore, di sicuro non a mamma.”
Claire, come previsto, mi ammutolì con uno sguardo intimidatorio.
“Avete ordinato da Patsy’s?”
“No, è tutta opera mia.” Harry, che fino a quel momento nemmeno avevo notato, si girò con due piatti fumanti in mano ed un sorrisone compiaciuto sul volto.
“Tu cucini?” Domandai con una nota di divertimento ed una di stupore nella voce.
“Si, siediti.” Mi indicò con un gesto della mano uno dei posti della tavola che erano rimasti ancora vuoti e mi feci strada fino ad accomodarmi. Mi fu subito servito un piatto stracolmo di un qualcosa che assomigliava molto ad una serie di calzoni rimpiccioliti.
“Cos’è?” Chiesi, punzecchiandolo con la forchetta come se avessi paura che potesse iniziare a camminare e saltare fuori dal piatto da un momento all’altro.
“Cornish Pasties, un piatto tipico della mia regione.” Harry si accomodò ed intrecciò le mani, puntando i gomiti sul tavolo. “Assaggia.”
“Non stai cercando di avvelenarmi, vero?” Domandai scettica.
Il Bradipo alzò gli occhi al cielo, facendo uscire un sospiro dalle sue labbra.
“Assaggia.” Ripetè.
La paura che avesse messo dentro quella roba qualche sorta di veleno per togliermi di torno e darsi alla pazza gioia non era scomparsa, ma la fame ebbe la meglio e ne presi un pezzo.
Le mie papille gustative furono invase da un sapore salato e stranamente buono. Guardai l’altra metà del mio Cornish Pasties che era rimasto nel piatto e potei subito notare che, all’interno della sfoglia, vi erano diverse verdure e tipi di carne che, non essendo un’esperta della cucina, non riconoscevo.
“Allora?” Mi scrutò curioso.
“È buono, dai.”
Sorrise vittorioso ed iniziò a mangiare.
La cena andò avanti con conversazioni noiose tra il Bradipo e mia madre sulla cucina, e tra il primo e mio padre sullo sport. Io rimasi in silenzio a finire la mia porzione di cibo per la maggior parte del tempo, quando Claire non decise di inserirmi nel loro discorso.
“Come, non sei mai stato a Coney Island?!” Chiese stupita mia madre.
“Non ne ho ancora avuto l’occasione.” Rispose Harry con un’alzata di spalle.
“Ma tu non puoi venire a New York senza visitare Coney Island!”
Ti prego non dirlo, ti prego non dirlo, ti prego non dirlo.
“Macks ce lo devi assolutamente portare!”
No no no no!
“Anzi, perché non lo porti al fare un bel giro di New York? C’è così tanto da vedere qui!”
E tu perché non ti decidi a chiudere quella fogna ogni tanto?
“Che bella idea!” Aumentò il carico mio padre, che venne carbonizzato da un mio sguardo.
“Per me è okay.” Harry si girò verso di me. “Che ne dici, Mackenzie?”
Mi rivolse uno sguardo compiaciuto nel vedermi sul punto di rovesciare tutta la cena su mamma, cose che mi face arrabbiare ancora di più, ma non volevo dargliela vinta così sorrisi forzatamente ed annuii quasi allettata dall’idea di sprecare i miei pomeriggi in giro per New York con il Coso.
“Anche per me.”
Harry mi guardò stranito come per dirmi “che cazzo stai dicendo”, così sfoderai un sorriso compiaciuto e ritornai a mangiare con un ghigno malefico stampato sul viso.
Uh Dio buono, che cosa avevo appena fatto!

 
***
 
Mbellaaa!
Okay sono sparita per mesi interi.
Scusate scusate scusateee!
Chi sta nel gruppo di facebook sa bene i motivi, ma per voi altre li riscriverò qui: a giugno ho avuto gli esami, ho passato tutto luglio a casa di mia nonna senza un computer/una connessione decente sul cellulare per via dei lavori che c'erano a casa mia. Ad agosto invece mi hanno spedita a pecoralandia (=in un paesino sperduto vicino rieti dove abitano i miei cugini) sempre senza una connessione ed un computer
Settembre l'ho passato per metà a non fare un cazzo e l'altra metà dietro ai compiti che sembrano non finire più (ho iniziato lo scientifico quest'anno quindi è tosto l'impatto).
Vabe, ora che vi siete fatte abbastanza i cazzi miei possiamo passare al capitolo hahahaha
Non c'è molto da dire, a parte il fatto che l'ultima parte è forse l'unica che mi piace
Pollici in giù per questo capitolo che per ora ho classificato come il peggiore della storia :(
E vabe, tutto qui.
Ringrazio le ragazze che hanno recensito, quelle che hanno messo tra preferite, ricordate e seguite. Ringrazio anche le mie lettrici silenziose, tanta pace e amore anche per voi ragazze!
Ci vediamo al prossimo capitolo, vi lascio con una gif di Megan che è troppo gnocca.



 
   
 
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