A 18 anni i miei hanno deciso che sono depressa. Non credo che sia così, insomma lo ero ma...credo di esserne uscita. E' solo che...boh, ultimamente non ho molte ragioni per uscire dalla mia camera e assaporare le gioie della vita. Sono sempre stata così, non sono mai stata ottimista, nè niente del genere. Non sono depressa. Forse sono solo...triste e non so neanche perchè. Ho passato un periodo brutto, veramente brutto e per mia sfortuna i miei professori del liceo, alla fine del mio quarto anno, se ne sono accorti. 
Sono diventata un'autolesionista e no, non ne vado per niente fiera e mi sento solo stupida perchè mi sono fatta scoprire. 

E' stato così che alla fine l'hanno saputo anche i miei genitori. Mi hanno praticamente costretta a dirglielo. Non posso dire di essere uscita anche da questo perchè mentirei. Forse hanno ragione, forse sono depressa, ma non voglio dargli ragione. Non voglio finire in uno di quei centri in cui ti insegnano quanto è bella e felice la vita. La vita fa schifo e la gente muore o ti abbandona o semplicemente ti giudica e ti critica. E' per questo che non ho nessun amico. Beh...apparte Harry. E' con lui che parlo di tutto, di tutto tutto. Come tutte le estati, ho passato anche questa con lui.

''Si beh...i miei pensano che dovrei andare da uno psicologo, pensano che io sia un pò...matta'' gli dico al nostro posto segreto. Siamo distesi sull'erba, è il nostro rituale da anni. Ci distendiamo lì a fine giornata (quando il tempo è buono) dopo aver cenato e parliamo, beviamo un pò e  fumiamo per rilassarci. Amo stare con lui, è una delle persone che preferisco al mondo. Non capisco perchè i miei continuino a ripetere che non ho amici. Io ce l'ho un amico ed è il migliore che possa esistere.
''Ma dai Mia, lo sai che non lo pensano sul serio, dagli tempo, è stata una notizia brutta per loro'' mi dice e mi guarda
''Sono passati quattro mesi Harry, quanto tempo ancora deve passare perchè lo accettino?'' dico girando la testa verso di lui
''Probabilmente non lo accetteranno nemmeno fra un milione di anni'' dice e la sua espressione diventa triste. Harry è stato il primo a sapere dei miei ''disturbi''; è stato il primo a notare che stavo perdendo peso velocemente, è stato il primo a notare che portavo molti braccialetti o che indossavo indumenti che mi coprissero le braccia. E' stato lui che un giorno, completamente esasperato, mi ha implorato con le lacrime di non farlo più. E' stato lui il primo perchè non c'era davvero nessun altro che avrebbe potuto notarlo così in fretta. E' stato lui il primo, semplicemente perchè c'era già passato prima di me e ne era uscito.
''E tu?'' continuo ''tu lo accetterai mai?'' gli domando 
Vedo la sua espressione cambiare ''No Mia, non penso di poter accettare di vederti ridotta in questo stato, però ti sono vicino, ok?''
''Ok'' dico sospirando e prendo un'altra boccata dalla sigaretta che ho da poco acceso.
''Comunque dovresti andarci...dallo psicologo intendo. Ti farà bene'' mi suggerisce
''Perchè dovrei andare a raccontare i miei pensieri ad uno strizzacervelli quando ho te?'' dico e sorrido, cercando di cambiare discorso. Non voglio andare da uno psicologo, non voglio che la gente creda che sia impazzita o cose del genere.
''Io posso ascoltarti, ma non posso aiutarti, non più di così. Io ho tentato di tutto Mia, ma non sei ancora guarita e hai bisogno di aiuto''
''Io non ho bisogno di un fottuto aiuto!'' dico alzandomi e aumentando il tono della mia voce. Anche lui si alza e si mette davanti a me.
''Ah, no? Non hai bisogno di aiuto? Cosa sono questi?'' dice alzando le maniche del maglioncino che portavo. ''Avevi promesso...Me l'avevi promesso, Mia!'' dice perdendo il controllo del suo respiro. 

Con l'apertura della scuola sono ricominciati anche i problemi e ho finito per infrangere la promessa che avevo fatto ad Harry all'inizio dell'estate. 
''Come hai...'' inizio a formulare la domanda. Come ha fatto ad accorgersene? Siamo agli inizi di Ottobre, è normale portare un maglioncino a maniche lunghe.
''Sussulti ogni volta che ti sfioro, ecco come l'ho capito'' dice intuendo la mia domanda ''Mia, giuro che se non ti fai aiutare puoi scordarti di me, io non ci sto più a vederti così'' dice e si gira per andarsene.
''Quindi è così che la metti? Te ne vai e basta?'' gli chiedo e lui si ferma e si volta.
''Si Mia, io e te abbiamo chiuso'' 

Bene, ho appena perso l'unico amico che avevo, l'unico che mi ha mai compresa. Finisco la bottiglia di birra e me ne torno a casa, pronta a sentire le lamentele dei miei genitori.

''Dove sei stata? Potresti almeno avvisare. Domani hai scuola. Ti rendi conto di che ore sono?'' dice mia madre appena chiudo la porta di casa. Sono solo le undici e mezza.
Ci risiamo, adesso parte con il discorso. ''E puzzi di alcool, hai bevuto? Adesso è questo quello che fai? Ti ubriachi?''
''Non sono ubriaca, mamma e smettila di rompere, non sono più una bambina''
''No, sei peggio di una bambina! Cosa diavolo abbiamo fatto io e tuo padre per meritarci una figlia come te?'' dice urlando. 
La ignoro completamente, sono già abbastanza triste di mio e me ne salgo in camera, chiudendo la porta a chiave, anche se è del tutto inutile perchè so che da qualche parte hanno una copia di tutte le chiavi della casa. 
 
Non so come o in quanto tempo ho preso questa decisione ma prendo la lametta che tenevo nascosta e taglio in profondità e non mi fermo a farlo solo una volta. No, lo faccio ripetutamente fino a quando non perdo i sensi.

Harry's POV

Non posso esprimere a parole quanto sia arrabbiato e deluso in questo momento. Non posso credere che abbia infranto la nostra promessa. Credo quasi di odiarla. No, non odio lei, odio quello che è diventata. Questa ragazza è solo l'ombra della Mia che conosco. La ragazza a cui volevo bene era un'altra; era solare e...divertente e anche un pò matta, ma matta nel senso buono. Voglio aiutarla ma non so come fare, ecco perchè voglio che vada da un fottuto strizzacervelli. E' distrutta e io non posso aggiustarla. Mi sento così inutile in questo secondo. Mi sento perso senza di lei. So che le ho detto che può scordarsi di me ma...io non posso stare senza di lei. 
Le mando un messaggio ''scusa se sono stato duro con te, voglio solamente che tu stia meglio, tutto qui''
Non mi risponde, forse è troppo arrabbiata, forse si è addormentata, forse...forse dovrei chiamarla.

Il suo telefono squilla, ma lei non risponde. Non posso permettermi di pensare al peggio, deve essersi addormentata lasciando il telefono accesso, deve essere così per forza.
Lo schermo del mio cellulare si illumina e il sollievo è immediato quando vedo la sua foto e il suo nome sullo schermo del mio telefono. 
''Mia...ascolta piccola, mi dispiace, non volevo trattarti in quel modo è solo che...'' comincio senza darle il tempo di parlare
''Harry...'' dice la voce di una donna che non è Mia ''Harry...Devi venire subito''
Non chiudo neanche la chiamata e mi metto la prima maglietta e paio di jeans che trovo. Esco di casa come una furia e attraverso velocemente la strada. E' una fortuna che io e Mia abitiamo così vicini.
Salgo su per le scale e quello che vedo probabilmente non lo scorderò mai.

Ciaoo,
breve commentino. Volevo dirvi che questa storia
mi è venuta in mente durante le ore di scuola e da un sogno che ho fatto tempo fa.
Vi dico solo una cosa: preparate i fazzoletti ahahahah
Al prossimo capitolo :)
Me la lasciate magari una recensione??