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Autore: Linda1990    28/09/2014    1 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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<< Per tutti gli dei dell'Olimpo... >>
Con una leggera scrollata di capo, il bardo riprese conoscenza.
Le ci vollero un paio di secondi per riacquisire la lucidità ma non appena lo fece, il ricordo di Xena viva di fronte a lei, invase la sua mente con prepotenza.
Il suo cuore già inquieto, era ora assalito da mille domande a cui lei non riusciva a trovare una risposta, troppo frastornata anche solo per provare a dare un senso a ciò aveva visto.
Iniziò quindi a guardarsi attorno, cercando di capire dove si trovasse e subito scoprì di non essere sola in quanto Sharif giaceva vicino a lei ancora svenuto. O almeno così sperava.
<< Svegliati...ehi... >> esclamò, allungandosi il più possibile fino a riuscire a colpirgli la gamba con il piede.
<< G-Gabrielle... dove siamo? >>
Seppur con qualche difficoltà, lui si svegliò, intontito a causa del colpo ricevuto in testa ma vivo, il che poteva considerarsi una fortuna viste le circostanze.
<< Credo che ci abbiano condotti all'accampamento esattamente come aveva ordinato Xena >> rispose lei, certa di non sbagliarsi. Del resto, era sempre stata un tipo sveglio.
<< Dobbiamo trovare un modo per scappare prima che sia troppo tardi. Solo Horus sa cos'hanno in serbo per noi >> affermò l'egiziano, conscio del pericolo che stavano correndo. Ogni secondo era prezioso e andava sfruttato al meglio, al resto avrebbero pensato una volta tornati al regno.
Forte di quella consapevolezza, iniziò a divincolarsi, cercando di liberarsi delle grosse catene che lo tenevano imprigionato mentre dal canto suo, la bionda sembrava più intenta a riflettere persa nei suoi pensieri che a darsi da fare per fuggire.
<< Ma che stai facendo? Gabrielle dobbiamo andarcene prima che gli uomini di Xena si rendano conto che ci siamo svegliati! >>
<< Lei non lo farà.... >>
<< Cosa? Ucciderci? Ti sei scordata di come i suoi scagnozzi hanno sventrato come bestie quei contadini? Lei non si fermerà! >>
L'uomo non riuscì più a trattenersi e diede libero sfogo ai suoi timori, incapace di concepire la fede incondizionata che lei riponeva nella warlord nonostante avesse visto di cosa fosse capace.
<< Io non posso andarmene, lo capisci? >> sbottò l'aedo con rabbia, liberando tutto il dolore che fino a quel momento era riuscita a contenere e mascherare. << Da quando è morta, non è passato giorno senza che io sperassi che ci un modo per riaverla indietro, per sentirmi ancora sua ed ora che lei è qui, non mi importa quanto sia malvagia o quanto tempo ci vorrà... troverò un modo per farle ricordare chi è davvero >>
A quelle parole, il capo delle guardie si zittì e senza aggiungere altro, riprese ad armeggiare sulle catene con tutta la forza che aveva in corpo seppur invano. Come prevedibile, la guerriera li avevi legati in una stretta che forse solo un semidio come Hercules sarebbe riuscito a vincere.
<< Forse posso aiutarti ad andartene... >> disse ad un tratto Gabrielle.
<< Non lo farò senza di te >>
<< Aphrodite! >>
Senza dar peso alle lamentele del soldato, la donna invocò a gran voce la dea, sperando di essere udita e soprattutto ascoltata visto le impegnative attività in cui lei si lasciava coinvolgere di solito.
Passarono alcuni istanti, attimi in cui temette di essere stata ignorata ma poi, uno scintillio annunciò l'arrivo dell'amica.
<< Sai che ti voglio bene ma se mi hai fatto interrompere il massaggio di Castor per niente... >> esordì lei senza nemmeno badare a dove si trovasse o a ciò che la circondava.
<< Ho bisogno del tuo aiuto... >> la interruppe frettolosamente l'amazzone.
<< Ma che ci fai legata? E lui chi è? Ma dove ci troviamo? >>
Finalmente destata dal suo mondo fatto di oli profumati e petali di rosa, Aphrodite prese coscienza dell'ambiente attorno a sé e soprattutto della prigionia in cui era stata relegata la sua mortale preferita, rimanendone inorridita.
<< È una lunga storia, te la spiegherò più tardi ma ora liberaci >> la esortò quest'ultima senza scendere nei dettagli.
Uno schiocco di dita della divinità e la libertà fu di nuovo concessa ad entrambi i prigionieri.
<< Ecco fatto! >>
La poetessa si massaggiò i polsi dolenti, divenuti rossastri a causa della morsa in cui erano stati stretti e poi rivolse un sorriso carico di gratitudine alla sua inaspettata salvatrice.
<< Grazie per essere venuta >>
<< Gli amici si vedono nel momento del bisogno, no? >> rispose l'altra, facendole l'occhiolino.
<< So che ti sto chiedendo molto ma ho bisogno di un altro favore >> disse il bardo. << Potresti portare Sharif a Het Nesut?
<< Non resterai qui da sola con Xena! >> obbiettò lui, intromettendosi ed ignorando del tutto la procace e decisamente seminuda presenza che lo stava guardando sconvolta.
<< XENAAAAA? >> urlò quest'ultima, prima che una mano le coprisse la bocca zittendola all'istante.
<< Shhhhhh non urlare... te l'ho detto che è una lunga storia >> la rimproverò la bionda scostando lentamente la mano. << Ma ora non posso raccontartela, devi portarlo via da qui... subito... >> ribadì guardandola dritta negli occhi.
<< Non lascerò che tu... >>
Sharif tornò alla carica, intenzionato a far valere le sue ragioni ma la dea dell'amore, senza nemmeno dargli tempo e modo per ribattere, sparì portandolo con sé.
"Grazie" pensò l'aedo.
Per quanto fosse un'entità divina e decisamente sopra le righe, Aphrodite non aveva mai mancato occasione per dimostrarle il suo affetto. Anche durante il crepuscolo degli dei, era arrivata in suo soccorso dopo che Xena l'aveva colpita con il chakram per impedirle di uccidere Eve sotto l'influenza delle Furie e mai aveva provato a fare del male alla fanciulla nonostante la sua stessa esistenza costituisse l'inizio di una nuova era e la fine di quella precedente.
Lei e suo fratello Ares, dio della guerra, erano le uniche divinità rimaste e come due facce della stessa medaglia, ora mantenevano l'equilibrio sulla Terra; entrambi con una loro utilità e in un certo senso umanità che gli rendevano più simili ai mortali di quanto non volessero ammettere.
Ritrovatasi finalmente da sola, Gabrielle cercò di riordinare le idee e di farsi forza. A spaventarla infatti, non era tanto l'ipotesi di uno scontro fisico con la sua compagna ma bensì il doverla affrontare verbalmente ed emotivamente. Si sentiva ancora scossa per quanto successo, fragile come non mai a causa dei suoi sentimenti per la guerriera che ora faceva fatica a riconoscere ma non c'era tempo da perdere, doveva trovarla.
Brandì quindi un pezzo di legno che aveva trovato in giro a mo' di bastone, fece un ultimo e profondo respiro e poi si lanciò alla ricerca della sua amata.

   
 
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