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Autore: Lady R Of Rage    28/09/2014    0 recensioni
[Repo! The Genetic Opera]
Quando lavori nelle tombe, quando tutto ciò che fai, tutte le opere che compi sono legate in qualche modo alla morte, l'unico modo per non impazzire era cercare i piccoli frammenti di vita in quell'immane groviglio di morte e cadaveri. I fiori che crescevano nei cimiteri, per esempio, o quei rari momenti in cui la luna era all'angolazione giusta e anche le lapidi avevano un'aria per così dire poetica.
Ora, Graverobber poteva convenire che Shilo Wallace era sicuramente il fiore più grande e più strano che fosse mai sbocciato nel cimitero della sua vita. E doveva pensare ancora a lungo se coglierlo, lasciarlo lì, o semplicemente passarci sopra col piede.

[Graverobber/Shilo | Post-Movie]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La Regina Dei Vetri Rotti

"Drug market, submarket.
Sometimes I wonder how I ever got in.
Blood market, love market.
Sometimes I wonder why they need me at all"
(Terrance Zdunich - Zydrate Anatomy)

 
Era sicuro che sarebbe accaduto.
Graverobber si era alzato pensando questo. Ci sarà un bagno di sangue.
E quella sera, poco prima che l’Opera iniziasse aveva ripetuto quella stessa identica frase ai due o tre drogati che lo seguivano dappertutto come animaletti da compagnia.
Stanotte ci sarà un bagno di sangue.
A lui non importava dei bagni di sangue. Non importava di chi ci capitava in mezzo. Potevano anche morire tutti, anzi, sarebbe stato meglio: più cadaveri, più Zydrate, più guadagno.
Tuttavia, dopotutto non era una cattiva persona. Non fino al midollo, almeno. E non desiderava effettivamente l’avvenire di un bagno di sangue. Se ci fosse stato, d’accordo.  Se non ci fosse stato, non sarebbe cambiato nulla. E quella sera, conclusasi l’Opera, rimase sorpreso nel constatare che la sua previsione era esatta: c’era stato un bagno di sangue. Blind Mag, la cantante d’opera cieca marchio della GeneCo, si era strappata gli occhi sul palco, gli stessi occhi che la GeneCo le aveva trapiantato anni prima, dandole la vista per la prima volta, come atto di protesta nei confronti di Rotti e della sua politica, ed era misteriosamente precipitata dal suo sostegno aereo, finendo impalata sul recinto metallico che faceva parte della scenografia. C’era stata una colluttazione sul palco, tra Rotti e un uomo di nome Nathan, il padre di quella strana ragazzina, Shilo gli pareva si chiamasse, con cui era entrato in contatto qualche giorno prima, quella che aveva sempre lo sguardo confuso, non capiva cosa stesse succedendo e continuava a supplicare “portami a casa, Graverobber, portami a casa”.
Beh, lui non era la balia di nessuno. Nemmeno di qualche drogato sbavante ai suoi piedi. Il massimo affetto che si concedeva di dare loro era qualche carezzina sulla schiena, come un cagnolino di passaggio.
Questo non significava che Graverobber non conoscesse l’affetto. E lo avrebbe scoperto in modo molto brusco e molto insolito quella stessa sera, quando Shilo Wallace gli capitò tra le braccia.
 
Era da un pezzo che la osservava. Sembrava vagare per i vicoli senza meta, come se fosse stata lei la cieca, anziché Mag. I vestiti scuri erano pieni di sangue, stranamente il medaglione bianco con impresso il volto di Marni, sua madre, era rimasto bianco, come per simboleggiare la “purezza interiore”.
Trovava talmente ridicolo quel pensiero da mandarlo via immediatamente dal proprio cervello.
Comunque Shilo era lì, come un’anima in pena, non dissimile da un altro di quei drogati  con cui tutti i giorni entrava in contatto.
Graverobber era abituato alla morte, ma sapeva che Shilo non lo era, e vedere Mag, poi Nathan, poi Rotti cadere uno dopo l’altro non doveva essere stato uno spettacolo ameno. Sentiva qualcosa, empatia, forse? Non sapeva nemmeno cosa significasse quella parola, maledizione. Non ricordava nemmeno il proprio nome!
Cosa gli importava?
 
-Che cosa ci fai da queste parti, ragazzina? Non è un posto adatto a te.-
La vedeva, nei suoi occhi, una richiesta di aiuto. Poteva quasi sentirla parlare, "Aiuto, Graverobber, aiuto, sono completamente sola, Rotti ha ucciso mio padre, Mag è morta e io non so dove andare, né cosa fare, aiutami, ti prego", e nonostante una voce nel suo cervello continuasse a ripetergli che stava facendo una grande cazzata in qualche modo non riusciva a lasciarla da sola.
Tra l’altro, in quel momento si era reso conto che la notte stava per calare e che faceva molto freddo, e decise che, almeno per quella volta, era disposto a calarsi nei panni del baldo cavaliere.
- Comunque non è bene che tu resti qua. Ti porto via con me, se vuoi-
 
E così decise di portarla con sé, come un re che conduce una regina straniera nel proprio regno, dove le strade erano vicoli e le piazze erano sotto i ponti.
 
Quando la notte cominciò a calare Graverobber decise di accendere un fuoco, dentro un bidone vuoto. Shilo continuava a guardarlo, con gli occhi scuri ancora pieni di timore, come se temesse di trovarsi di fronte nuovi mali, nuova cattiveria.
Graverobber non era cattivo. Era cinico, sarcastico, smaliziato, e a volte egoista, ma non era cattivo, e nonostante riconoscesse la cattiveria del mondo in cui, per chissà quale disegno divino, gli era capitato di vivere, cercava di non farsi assorbire in essa. Gli capitò quasi per caso senza accorgersene di allargare la falda del suo cappotto e di circondare con essa la spalla sottile della ragazza. I suoi occhi colsero per caso lo sguardo di Shilo, e lui rabbrividì impercettibilmente.
Doveva trovare un modo per liberarsene, e presto. Quella ragazza lo stava cambiando.
Tornò a guardare Shilo. Notò con un certo orrore che aveva appoggiato la testa alla sua spalla, mezza addormentata. In quello stato sembrava ancora più piccola e dolce. Le sfiorò quasi istintivamente il braccio, e lei aprì appena gli occhi, guardandolo stranita ma tranquilla, come dentro a un nido sicuro.
Stranamente, non gli venne di nuovo voglia di scacciarla via. Un nuovo pensiero si formò nei meandri della sua mente contorta.
Per quella sera, per lo meno, poteva restare. Le avrebbe trovato all’indomani un posto dove stare.
Così, per quella notte Graverobber non dormì solo, e la falda del suo cappotto continuò a circondare la spalla di Shilo, fino al sorgere del sole.
 
Il giorno dopo, di buon mattino, doveva tornare a lavorare al cimitero della città. Erano arrivati nuovi cadaveri freschi pronti per essere derubati, e nuove fiale vuote attendevano impazienti che lui le riempisse con la luccicante Zydrate blu cobalto. E Shilo venne con lui, più che altro perché non sapeva dove metterla. o forse perché non avrebbe sopportato di lasciarla da sola. Non riusciva più a capire niente, era tutto troppo complicato. Lui aveva sempre considerato la vita come una cosa semplice, come una successione regolare di azioni, nasci, cresci, muori... e sulla terza non c'erano dubbi. Non riusciva a capire cosa permettesse a Shilo di ribaltare completamente la tua concezione della vita. Chissà, forse tra qualche giorno avrebbe anche cominciato a trovare in essa un qualche senso, un qualche significato. Scacciò quei pensieri dalla testa come se fossero stati un tafano fastidioso. Shilo era solo un peso, doveva continuare a ricordarselo. Non poteva portarla con sé in mezzo alle tombe.
-Presto anche mio padre verrà qui. - disse Shilo.
Graverobber alzò gli occhi dal cadavere di turno e rimase per un attimo fermo come un cretino con in mano la fialetta mezza piena.
"Ecco! Maledetta, maledetta ragazzina!" pensò nella sua mente.
Se non l'avesse incontrata, se solo non l'avesse incontrata, in quel momento Nathan Wallace non sarebbe stato altro che un'altra redditizia fonte di Zydrate luccicante. Ora aveva cominciato a dargli un nome, un significato. E quello era il primo passo verso la via dell'errore.
-Puoi prenderla, se vuoi. - disse di nuovo Shilo. -La Zydrate, intendo. Da lui. Non fa differenza. Forse sarebbe stato d'accordo. -
O forse no, pensò Graverobber. Forse stai solo cercando di farmi un favore. Forse non te ne importa più niente.
E dov'era il problema? Neanche a lui importava niente. A nessuna delle persone con cui era abituato a convivere importava qualcosa. Allora qual era il punto?
Lasciò andare il corpo di turno. Adesso non gli andava più di estrarre la Zydrate. Non sapeva cosa gli andasse e cosa non gli andasse. Non sapeva nemmeno se tenersi Shilo ancora attaccata alle falde del cappotto, metaforicamente parlando, e per quanto tempo, e in che modo mandarla via quando sarebbe giunto il momento di mandarla via, quando quella ragazzina avesse finalmente imparato a camminare sulle sue gambe.
Poi tornò a guardare Shilo. Stava seduta su una delle nuove lapidi, con lo sguardo perso nel vuoto, una mano con le dita intrecciate nei capelli, l'altra teneva stretta il medaglione di Marni, ultimo ricordo di una vita sfasciata come un vetro rotto. E si rese conto una buona volta di non conoscere quello che la ragazzina stava attraversando. Si rese conto di non conoscere il dolore, di non conoscere il lutto né la perdita. Chi non ha agganci con il mondo non può immaginare cosa significhi quando uno di questi ganci, il più importante, si rompe. E cosa peggiore di tutte, in un certo senso è anche per causa, tua.
Graverobber si maledisse una, due , cinque, dieci, cento volte.
-Ti va di andare in qualche posto dove non sei mai stata?-
 
E Shilo annuì, forse perché non aveva nient'altro da dire.
Il tour guidato del suo mondo intanto continuava, e l'efficiente guida turistica di nome Graverobber non poteva non dirsi soddisfatta della condotta della sua unica, speciale turista.
Quando lavori nelle tombe, quando tutto ciò che fai, tutte le opere che compi sono legate in qualche modo alla morte, l'unico modo per non impazzire era cercare i piccoli frammenti di vita in quell'immane groviglio di morte e cadaveri. I fiori che crescevano nei cimiteri, per esempio, o quei rari momenti in cui la luna era all'angolazione giusta e anche le lapidi avevano un'aria per così dire poetica.
Ora, Graverobber poteva convenire che Shilo Wallace era sicuramente il fiore più grande e più strano che fosse mai sbocciato nel cimitero della sua vita. E doveva pensare ancora a lungo se coglierlo, lasciarlo lì, o semplicemente passarci sopra col piede. I fiori non gli erano mai piaciuti: troppo colorati, troppo odorosi, troppo legati alla vota: Doveva trovare un altro modo per identificare quella ragazza. E durante il tour guidato Shilo non parlò quasi mai. Continuò a guardare avanti, perché non c'era da guardare, c'era solo da sentire e da ricordare. Ricordare il corpo insanguinato di Nathan Wallace, e Rotti Largo che esalava il suo ultimo respiro sul palco della sua ultima opera, e gli occhi di Blind Mag mentre precipitava durante quella che sarebbe stata la sua ultima performance, e i suoi ultimi momenti di vista.
Graverobber si era in parte dispiaciuto per la fine di Mag. Gli era sempre andata abbastanza a genio, come cantante e come persona. Era consapevole dei suoi errori, ma non era andata a rivoltarcisi dentro in eterno come un maiale nel fango. Non aveva vincoli con niente, ed era per questo che il suo sacrificio era risultato più facile e più nobile allo stesso tempo.
 
Quella sera si fermarono nello stesso identico posto, e Graverobber accese un nuovo falò sulle rovine di quello della sera precedente.
-Ho saputo.- disse dopo un attimo di pausa -che sarà Amber a ereditare la GeneCo.-
Non sapeva nemmeno perché l'avesse detto. Cosa gli importava di Amber Sweet, o Dolores Largo, o come accidenti si chiamava? Cosa gli importava di lei e dei suoi orribili fratelli? Cosa gli importava della sorte della GeneCo, quando l'unica cosa che sembrava contare veramente era che continuassero a esserci nuove ripossessioni, nuovi morti, nuova Zydrate per nuovi drogati?
-Forse è la cosa migliore.- disse Shilo, strappandolo dalle sue riflessioni. –Gli altri due non mi sono mai piaciuti. Luigi con quel coltello… Pavi con quella faccia finta… -
Graverobber la ascoltava appena. Non voleva parlare dei Largo. Gli sembrava che più ne parlasse più qualcosa in lui si insozzasse in modo irrimediabile. Cosa piuttosto strana, per uno che lavorava nei cadaveri.
-A volte mi chiedo come finirà. Forse peggio di Rotti non si può fare.- disse Shilo.
Poi guardò fisso Graverobber, e messe le mani nelle sue disse qualcosa di inaspettato.
-Sarebbe bello smettere di sopravvivere, e incominciare a vivere.-
 
Graverobber sentì l’aria che gli usciva dai polmoni. Un getto unico, potente, inaspettato, ma liberatorio. Aveva capito, finalmente, che non sarebbe mai riuscito a liberarsi di Shilo: non solo, ma voleva tenerla con se, proteggerla fino alla fine, averla sua e appartenerle. Perché Shilo era buona. Perché Shilo era importante.
Perché Shilo era spuntata fuori come Venere dalle acque del mare (così gli avevano raccontato molto tempo fa, e non sapeva nemmeno chi fosse questa Venere, né gli importava qualcosa), e si ergeva come una regina nel suo regno fatto di drogati, cadaveri e vetri rotti, come per ricordargli, nuovamente, e più forte che mai, che la vita aveva un senso.
 
Beh, stavolta non riusciva a odiarla.
 
-Lascia stare i Largo. - le disse, prendendole il mento con la mano guantata. -Lasciali a marcire nel loro brodo di finzione. -
Shilo lo guardò di nuovo, e per la prima volta da quando ricordasse, la vide che sorrideva.
-Comunque vada, non importa. Quei tre stronzetti non possono farci nulla ormai. -
Ormai le aveva preso anche la mano. Non se ne preoccupò. Era ora che si esibisse nella sua specialità: fregarsene delle cose.
-Ora sei qui con me, Shilo. Non c'è spazio per nessun altro. -
Fu dopo un secondo che si rese conto che, per la prima volta, l'aveva chiamata per nome. Un altro punto nella lista delle cose di cui se ne fregava altamente, che nell'ultimo giorno e mezzo era diventata più lunga che mai.
E Shilo continuava a sorridere, e più sorrideva, più Graverobber era convinto che fosse degna di restare.
-Mi chiedevo... - disse la ragazzina dopo un attimo di pausa. -Quello del tombarolo è un lavoro duro. Se per caso avessi bisogno di un'assistente... -
-E' decisamente un lavoro ingrato. - convenne lui dopo un attimo. -Ma qualcuno lo deve pur fare. -
Le prese la testa fra le mani, e avvicinò la sua bocca all'orecchio di Shilo.
Ringraziò nuovamente il suo menefreghismo, lo ringraziò ripetutamente.
-E penso che tocchi a noi, Shilo.- le disse sorridendo.
Un attimo dopo la baciò. Senza cerimonie o anticipazioni, solo un bacio puro e semplice, come era nel suo stile. Sentì Shilo ridere a contatto con le sue labbra, e decise che, per il momento, poteva mandare il menefreghismo a quel paese.
In fondo, in due si lavorava più in fretta.
 
Angolo Della Cuin
Repo! non è uno sfigafandom e basta: è LO sfigafandom, e capisco abbastanza perchè. Eniuei, a me piace tanto. E sono felicissima che questa bella storiella abbia finalmente visto la luce *hugga la Bella Storiella*
L'idea mi è venuta dopo un sogno che ho fatto in Norvegia. Non ricordo la trama. Fatto sta che c'era Graverobber, ed ero ispirata. Così, grazie anche alla nuova idea di registrare i guizzi da scrittrice negli audio dell'iPhone (GRAZIE MAMMA!) ho concepito LEI!
Amo tutti quanti voi che leggete.
Graverobber è il mio personaggio preferito di Repo!. Mi sembra uno che si atteggia a menefreghista quando invece è una persona molto affettuosa e compassionevole. E lui e Shilo sono il mio OTP nel film (beh, non c'è molto altro da shippare effettivamente).
Sono felicissima di essere tornata, e grazie.
MiticaBEP97

 
  
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