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Autore: Clara_Oswin    29/09/2014    2 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo  4

Lo scontro


Casside si avvicinò e tirò Arren per un braccio verso l’uscita. Ariel lanciò uno sguardo sconvolto verso Core

 -“è stata lei…”- sussurrò –“ci avrà sentiti e lo avrà portato qui.”- disse più a se stessa che a lui.

-“ti giuro che se è così non la passerà liscia questa volta”- strinse un pugno il bruno.

Fuori dall’ospedale c’era uno splendido parco verde, con diverse fontane con sculture dedicate agli eroi storici, Casside teneva stretto Arren per un braccio poco dopo di loro camminavano Core e Ariel; arrivati nei pressi di uno spiazzo decisamente poco affollato i quattro si fermarono. Arren era a braccia conserte e non diceva una parola. Fu Core a rompere il silenzio e a sbloccare la situazione.

-“Dovete parlare”- il ragazzo dagli occhi ametista si allontanò da Ariel –“in privato”- aggiunse.

-“non ho niente da dirle”- scostò lo sguardo Arren seccato. Casside aspettava a braccia conserte accanto al biondo.

Core si avvicinò a lui e lo tirò per un braccio -“non fare l’idiota”- gli disse a denti stretti a bassa voce, dopodiché prese Casside per un braccio. –“anche noi due dobbiamo parlare”- detto questo la trascinò lontano lasciando quei due da soli, in silenzio.

Ariel si avvicinò ad Arren e lui la scansò facendosi indietro, Ariel si sentì rifiutata, in imbarazzo arretrò anche lei.

-“se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto.”- aggiunse poco dopo.

La tensione era tangibile, il cuore di Ariel palpitava violentemente in petto quasi potesse scoppiare da un momento all’altro, aveva bisogno del sostegno di Arren, non ce l’avrebbe mai fatta senza la sua presenza, aveva bisogno di lui ora più che mai.

-“non hai capito niente”- cercò di sorridere ma quello che ne uscì fuori fu un’espressione abbattuta.

-“spiegami tu allora… cosa ci facevi in ospedale con mio fratello? Perché quel medico ha detto a Core che diventerà padre? Non trattarmi da stupido Ariel!”- le disse lui in tono amareggiato con una punta di veleno.

-“se fai lo stupido ti tratto da stupido! Non ti fidi di me?! Perché se le cose stanno così potevamo anche evitare di sposarci!”- adesso era lei che aveva alzato la voce; aveva gli occhi arrossati e i pugni stretti.

“NON è QUESTIONE DI FIDUCIA Ariel!” – le gridò risentito. –“ ma non posso negare quello che ho visto e sentito! Mi sento tradito e preso in giro!”- si sfogò con lei.

Ariel pianse -“gli avevo solo chiesto di accompagnarmi perché avevo paura della visita del dottore.”- ammise lei allontanandosi, era arrivata al suo punto limite, con quegli occhi verdi fissi su di lei che la scrutavano con severità non ce a fece più e crollò in un pianto liberatore.

-“perché non lo hai chiesto a me?”- le rispose seccato. –“sono io tuo marito non lui”.

-“non volevo illuderti… se il dottore avesse dato una risposta negativa non volevo ci rimanessi male.”- gli rispose tra i singhiozzi.

Come da un brutto sogno Arren prese coscienza della situazione, ma cosa stava facendo?

-“Ariel…”- le sussurrò in tono mite rendendosi finalmente conto di quello che era successo, sua moglie era a qualche metro da lui, mai come in quel momento le era sembrata così fragile e vulnerabile, aveva promesso a se stesso di difenderla da chiunque avesse osato farle del male e adesso aveva infranto la sua promessa; lui che doveva proteggerla l’aveva ferita più di tutti.

-“va via”- lo scacciò lei voltandosi dalla parte opposta tentando di darsi un contegno.

Arren non l’ascoltò e si avvicinò piano accorciando le distanze, come fosse un animale ferito, come se non volesse farla fuggire. –“mi dispiace… ho perso il controllo.”- Cercò i suoi occhi azzurri terribilmente sfuggenti e finalmente li trovò a specchiarsi nei suoi. Sembrava distrutta, ma non poteva credere di essere stato solo lui la causa di quel suo crollo.
 No c’era anche dell’altro.

 –“noi”- iniziò –“io e te”- rettificò a scanso di equivoci;
Ariel lo fissò dritto negli occhi, avrebbe voluto nuotare verso di lui, stringerlo forte e piangere, perché non poteva colmare quel metro che li separava e cercare conforto nelle sue braccia? Cosa aveva fatto per far si che ciò succedesse? Non riusciva a darsi una risposta e da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita ancora più sprofondare nell’ignoto. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.

Nemmeno Arren avrebbe potuto salvarla. Non questa volta.

-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione.  

Arren la guardò meravigliato, lei tentò di abbozzare un sorriso ancora incerta. –“io…”- iniziò lei.

-“noi… tu sei … cioè”- Si portò una mano fra i capelli –“avremo un figlio…?”- incapace di rispondere Ariel annuì semplicemente.

 Arren azzerò la distanza che c’era tra di loro e la strinse forte a sé. –“come ho potuto anche solo pensare che…”- sussurrò lui non terminando la frase.

 –“io amo solo te, mi ferisce il fatto che tu abbia avuto dei dubbi”- disse stringendolo di più, chiudendo forte gli occhi. Sentiva dentro una tempesta di emozioni e sentimenti, adesso Arren lo sapeva, non doveva più sostenere la situazione da sola. Finalmente quel contatto tanto agognato era arrivato.–“Arren ho paura”- sussurrò dalla sua spalla. Il ragazzo le accarezzò la schiena cercando di calmarla. –“Ti giuro che non ti sentirai più sola nemmeno un istante, affronteremo questa cosa insieme”– detto questo baciò la ragazza sulle labbra, avrebbe voluto cancellare quello che aveva fatto, avrebbe voluto farle capire che ci sarebbe stato sempre per lei, chiederle scusa per essere stato così geloso da non vedere l’evidenza, ma in quel momento le parole erano futili le avrebbe dimostrato ancora una volta con i suoi gesti quanto l’amava.

****

-“perché l’hai fatto?”- Core era molto arrabbiato.

-“fatto cosa?”- negò la ragazza con aria innocente.

-“avanti Cassy, non venire a raccontarmi che Arren si è trovato nell’ospedale in cui siamo venuti oggi per pura coincidenza perché non ci credo”.-

-“è una coincidenza infatti”- la ragazza dai capelli arancioni alzò le spalle incurante. Core la fissò severamente.

-“tu non hai idea dei guai che le stai procurando”-

A Cassy scappò un sorrisino. –“lei lo conosce da troppo poco tempo, non è colpa mia se non sa gestire la situazione”- la schernì.

-“Sono affari loro Casside! Non puoi e non devi intrometterti nella loro vita. Sono sposati e si amano! Non sei nessuno per giudicarli!”- le gridò arrabbiato. La ragazza si offese. –“lui non me ne ha fatto parola! Non mi ha detto nulla, è tornato con quella lì, non puoi pretendere che io non faccia niente!”-

-“ma tu non DEVI fare niente!”- perché quella ragazza si era messa in testa di creare problemi alla moglie di suo fratello? –“perché anziché ostacolare Ariel non ti congratuli con lei? È una brava ragazza e se volessi davvero bene ad Arren saresti felice per lui!”- finalmente le disse quello che pensava veramente, fu la risposta che lei gli diede che lo lasciò basito.

-“…ma io l’amo”- sussurrò sciogliendo le braccia lasciandole ricadere lungo i fianchi. –“non potrò mai perdonarglielo”- continuò serrando i pugni.

-“cassy”- Core era sconvolto dalla rivelazione, come aveva fatto a non accorgersene? –“quei due si amano è un dato di fatto, non puoi far niente per separarli.”- tentò di farla ragionare.

-“ non importa io farò di tutto per”- non la fece terminare. –“Se le cose stanno così, se farai veramente qualcosa che possa nuocere a Ariel o Arren farai a meno della mia amicizia, perché sappi che non te lo perdonerò mai.”-

-“Core ma”- obbiettò lei.

-“no Casside, tu non hai idea di cosa abbiano passato quei due, non ti permetterò di immischiarti nelle loro vite per la tua stupida gelosia”.

-“a te sta bene la situazione vero?”- sbottò di rabbia lei. –“ pensa se fossi stato innamorato di una persona che conosci da molto tempo e poi ad un tratto scopri di non essere mai stato niente per lei! Come ti sentiresti?!”-

-“probabilmente come mi sento adesso”- aggiunse sottovoce. Non poteva cadere nei suoi trabocchetti, capiva esattamente cosa stava passando Casside, perché anche lui era innamorato di una persona che non lo ricambiava. –“Arren”- riprese convinto di non voler perdere quella partita –“l’ha seguita fin sulla terra per conquistare il suo amore”- parlò sottovoce perché persino per lui risultava assurdo tramutarsi in un umano e andare sulla terra ferma. –“pure io l’avrei fatto!”- esclamò convinta la ragazza. –“sulla terrà Ariel contratte una malattia mortale e lui la salvò rischiando la sua.”-

-“per amore si fa tutto!”- scherzò lei prendendo tutto quello che Core le diceva come un gioco.

Ormai gli era rimasta un ultima carta da giocare, sperava ardentemente che Casside non fosse così sfrontata da rispondergli anche questa volta. –“ti metteresti in mezzo ad una coppia anche se sapessi che aspettano un bambino?”- Questa volta Core centrò l’obiettivo, Casside trasalì. –“Ariel è…incinta?”-

-“si,”- annuì lui.

Da lontano Core anche se non sentiva potè comunque vedere la scena, loro che litigavano, Ariel piangere, Arren sgomento e poi un abbraccio, un sorriso, un bacio. Avevano fatto pace. Quella ragazza era l’unica che potesse essere adatta a suo fratello, in qualunque situazione si trovasse sapeva sempre come prenderlo per il verso giusto, per non parlare che da quando si erano rincontrati era molto maturato e cresciuto.

Ariel e Arren adesso stavano venendo verso di loro, le mani intrecciate quasi non volessero staccarsi più, sembrava quasi assurdo, a dir poco impossibile, lui stesso stentava a credere ai propri occhi; pareva proprio che quei due s’amassero ancora più di prima.

-“non ti salverò”- gli disse lui.

-“cosa intendi dire?”- rispose Cassy

-“non ho intenzione di giustificare i tuoi errori dato che non ti rendi nemmeno conto di commetterli!”-

Arren e Ariel s’avvicinarono e finalmente il quartetto fu di nuovo al completo.

-“avete risolto?”- chiese Core in tono tranquillo, era evidente che l’avessero fatto.

-“si” – Attirò dolcemente a se la moglie e la circondò con un braccio con fare protettivo. –“ti avrei volentieri strangolato Cornelius , riconosco che non sono proprio stato in me per i primi 10 minuti. Ma adesso è tutto risolto.”-

-“Fratellino, per quanto tua moglie possa essere bella e dolce non mi sarei sognato mai di fare qualcosa che potesse farti infuriare.”- Arren rise –“Certo ovviamente se l’avessi conosciuta prima io dubito si sarebbe messa con te…”- continuò ironico il corvino provocando le risa di tutti eccetto una.

Arren rivolse un altro sguardo ad Ariel, -“non succederà mai più”- scandì a voce alta fissandola dritta nelle iridi celesti ancora un po’ arrossate per il pianto.

-“ però tutto questo malinteso non sarebbe successo se tu non fossi stato condotto qui casualmente”- disse Ariel guardando Casside, non gliel’aveva perdonato era solo colpa sua se si era ritrovata a litigare con Arren. –“tu ci hai spiati l’atra notte in cucina!”- l’accusò lei risentita.

-“no non vi ho spiati! Ma dopo che ti sei presa la libertà di gridare nel bel mezzo della notte, non sono riuscita a prendere sonno tanto facilmente!”- la ragazza fulva reagì, sicuramente era in minoranza, era evidente che avesse torto, ma ciò non le impediva di combattere  ugualmente, anche se la causa sembrava persa in partenza bisognava sempre dare il massimo; così le era stato insegnato.

-“Arren come avrai capito era solo un malinteso, Ariel voleva solo essere accompagnata da qualcuno”- iniziò Core.

-“qualcuno…che non fossi tu!”- punzecchiò Casside poco prima di ricevere un sguardo truce da parte del moro.

Ariel teneva stretta la mano di Arren, gli rivolse uno sguardo interrogativo ma lui era certo ormai di quello che stava per fare –“non sta a te intrometterti nelle nostre questioni, Casside. Sono faccende che riguardano me e Ariel, sei pregata d’ora in poi di starne fuori.”- Dopodiché rivolse la  sua attenzione nuovamente verso il fratello.

-“Credevo di essere la tua migliore amica! Credevo volessi sempre la sincerità dalla persone che ti stavano intorno, a quanto pare Ariel ti ha ben abituato a non fare caso alle bugie che ti racconta!”- gli gridò contro.

-“Ora basta CASSIDE!”- contro ogni aspettativa fu Core ad intervenire. –“sono stanco di questa tua continua gelosia nei confronti di Ariel, se non sei in grado di gioire con noi è meglio per te che non ti faccia più vedere!”-

Il silenzio piombò fra i quattro. La ragazza dai capelli arancio guardò piena di risentimento Core, credeva che fosse suo amico, ma un amico non l’avrebbe trattata così, non le avrebbe detto quelle cose…

Ariel intervenne in un sussurro. –“non volevo causare così tanti problemi, mi dispiace sia andata così”- con un gesto istintivo si portò la mano sul ventre, quasi a voler proteggere il suo bambino da tutta quella cattiveria. –“forse sarebbe stato meglio se non fossimo venuti…”-

-“no Ariel, non lo pensare nemmeno; è una gioia per tutta la famiglia averti qui, specialmente adesso che sapranno di avere un nipotino…”-

-“hai ragione”- riprese a parlare Casside –“sarebbe stato meglio che tu non fossi mai venuta!”-

Sotto gli occhi sgomenti di tutti la fulva continuò  –“ io non faccio parte della famiglia, né mai lo sarò; perché io non sono in grado di mentire; non sono in grado di fingere di essere felice per voi.”- detto questo la ragazza dalla coda fiammeggiante voltò spalle e nuotò velocemente via, lasciando da soli i tre ragazzi ancora stupiti per la reazione eccessiva della ragazza, un tempo loro amica.

Ariel si avvicinò a Core. –“grazie per avermi difeso”- fece una pausa e lo osservò, era impossibile non notare la sua espressione, era impossibile non capire che quel ragazzo provava qualcosa per Casside. –“Spero che un giorno lei lo capisca”-.

Ariel e Arren nuotarono via, avevano un bel po’ di cose di cui parlare perlopiù riguardanti il bambino.

Udite quelle ultime parole sul volto del ragazzo si dipinse un’espressione acerba, era convinto di averlo celato al meglio, era convito di essere stato cauto e invece a quanto pare Ariel l’aveva intuito. Anche lui si allontanò dallo spiazzo ritornando verso casa, con una fitta al cuore, da solo.

Dove prima c’erano quattro ragazzi adesso non c’era più nessuno; da qualche parte per le strade della città vagava una sirena con lo sguardo assente, anche lei rimasta da sola non per scelta questa volta, ma per orgoglio.

  
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