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Autore: Lights    29/09/2014    4 recensioni
[Olicity] - Dal prologo: "La gente continua a sostenere che io, Felicity Smoak, sia follemente e perdutamente innamorata di Oliver, ma per piacere, al solo pensiero mi viene da ridere.
Bene, non mi credete, ve lo proverò! Non c'è pettegolezzo che tenga a un super test scientifico. La scienza non mente mai. I risultati sono sempre zero o uno. Semplice.
So resistere al fascino ammaliante e caldo di Oliver Queen, perché lui non-mi-fa-nessuno-effetto, ma lui saprà non cedere a Felicity Smoak?" ---- Buona Lettura, Lights
La storia ha ottenuto una nomination agli Oscar Efpiani 2015 nella categoria “Miglior attrice protagonista” per Felicity Smoak
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Metodo Scientifico

- 12 -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fase dodici: destini che s’incrociano

 

 

 

 

“C'è sempre un momento in cui una storia va raccontata,

altrimenti per tutta la vita si resta prigionieri di un segreto.”

Haruki Murakami 

 

 

 

 

 

 

Il tempo è un bene prezioso e quando capisci che sta per finire, i tuoi occhi si aprono al mondo, agisci e lotti controcorrente per appropriarti anche di un solo secondo in più da vivere… intensamente.

Solo allora guarderai il cielo e t’immergerai nella sua profondità. Chiuderai poi gli occhi per un istante, lasciandoti avvolgere dal buio della tua mente e ti farai guidare dal battito del tuo cuore.

Quando sarai pronto, li riaprirai, e in quel momento capirai di potercela fare, di poter vivere l’ultimo secondo che hai guadagnato per la tua vita, perché non è realmente finita fin quando non sarai tu a voler scrivere la parola fine.

 

 

Appoggio il libro sulla scrivania. Indirizzo lo sguardo verso l’ufficio di Oliver, impegnato in una conversazione privata con McKenna. Sbuffo. Che ci troverà d’interessante in lei? Va bene, è una bella donna, tenace, caparbia, intelligente e mette tutta se stessa nei suoi ideali. Già, che ci troverà in lei. Sbuffo, ancora.

Sono in piedi uno di fronte all’altro. È un attimo e arriva quel gesto così confidenziale, l’ennesimo, che lui accetta senza esitazione. La mano di McKenna scivola sul braccio di Oliver fino a stringere la sua. Complicità.

Infastidita, ripongo il libro nella borsa e mi alzo di scatto.

- Oliver, - Chiamo debolmente per attirare la sua attenzione.

McKenna continua il suo discorso senza interrompersi, lui mi rivolge una fugace occhiata della serie: aspetta.

- Oliver … - Riprovo leggermente più decisa.

Un altro suo sguardo e nessun cenno a muoversi.

- Oliver!

Entrambi mi guardano sorpresi. Oddio! Restano in attesa che parli. – Ecco… Sì, c’era… - Inspiro profondamente. Che imbarazzo - Volevo avvisarti che ho finito.

McKenna mi osserva, sembra quasi che mi stia dicendo “brava, vai pure a casa che noi abbiamo da fare cose molte più importanti delle tue!”.

- Grazie, Felicity.

Grazie? Beh, bel modo di scaricarmi. Certo, lo fa per tenermi al sicuro. Ma sì, passa pure la tua serata con lei, ormai non fai altro.

McKenna si mette al fianco di Oliver ed entrambi attendono la mia mossa.

- Allora… - Mi mordo il labbro.  - … io vado. - Esito, con la vana speranza che mi dica qualcosa di più interessante di un va bene”.

Oliver finalmente si muove verso di me, lasciando lei indietro. Mi accarezza la guancia, passando debolmente il pollice sul mio zigomo.

- Cerca di mangiare un po’ e riposati. Non mi aspettare alzata, faremo tardi. – Mi bacia la fronte.

Sai che novità, vorrei tanto rispondergli ma non dico niente.

- Non ti preoccupare mi trastullerò con Andrew… - Mi blocco alla sua occhiata severa. – Nel senso che ce la spasseremo alla grande, sai, i suoi esperimenti sono così eccitanti… - Oddio! – Eccitanti non in quel senso ma… - Oliver appoggia la mano sulla mia spalla e ho la netta sensazione che si stia trattenendo per non stritolarla.

Inspira profondamente, anche se non riesce a rilassare la mascella. Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: - Resta vestita, ok?

- Farò del mio meglio. – Molto divertente. Ritorno seria. – Stai attento e torna da me.

Oliver mi bacia e poi mi abbraccia a lui. – Sempre.

 

 

 

Scendo le scale del laboratorio lentamente. L’effetto dell’antidolorifico che Andrew mi ha somministrato stamattina sta svanendo. Eccolo qua, il consueto dolore agli arti, pronto a farsi sentire.

Passo lentamente le mani sulle braccia. Ancora pochi gradini e potrò sedermi.

Ahia! La lama di un coltello mi graffia le gambe ed io cedo al dolore.

Due braccia possenti impediscono che cada a terra.

- Tutto bene, signorina?

Mi volto e incontro due occhi neri che mi osservano inflessibili. Mi aiuta a rimettermi in piedi e a terminare la discesa.

Apro la bocca per dire qualcosa ma non riesco a pronunciare neanche una sillaba. I suoi occhi. Sono ipnotizzanti, così intensi.

Resto lì a fissare lo sconosciuto e lui fa lo stesso con me.

- Grazie. – Sussurro.

Lui non smette di osservarmi. Mi conduce vicino alla sedia e mi fa accomodare.

Andrew irrompe nel laboratorio mettendo fine a quel gioco di sguardi. – Felicity! – Dal suo tono preoccupato deduco che il mio colorito rasenta il bianco pallido.

- Tutto ok, lui… - Indico lo sconosciuto. – Mi ha acciuffato prima che potessi esibirmi in una scivolata con giravolta carpiata sulle scale.

Oh, finalmente un sorriso. Andrew al contrario inspira affranto.

- È già finito l’effetto dell’antidolorifico? Aver aumentato la dose del farmaco non è servito a niente. Scusami, ho fallito un’altra volta.

Andrew mi dà le spalle. Fino ad ora non ho mai compreso realmente quanto potesse essere difficile tutto questo per lui.

Respiro a fondo. Ultime forze, Felicity. Mi alzo dalla sedia, barcollo un attimo. Lo sconosciuto mi è accanto ma ce la devo fare da sola. Lascio la sua presa e mi avvicino ad Andrew.

- Non è colpa tua. Non pensarlo mai più. – Si volta sorpreso dal mio tono severo e mi osserva. – Ce la faremo, troverai la cura, ne sono sicura. – Gli afferro il braccio. – La mia vita è nelle tue mani e posto più sicuro di questo non potrei trovarlo.

Andrew mi guarda per un lungo momento e infine mi abbraccia. – Ce la faremo, Felicity.

- È meglio che torni a casa, non vorrei togliere altro tempo al tuo impegno con … - Mi blocco e osservo lo sconosciuto che ci fissa serio.

- Bruce. Bruce Wayne.

Non. Ci. Posso. Credere. Se quel giorno, quando decisi di lasciare quel piccolo paese senza futuro chiamato casa, non mi avessero indicato l'autobus sbagliato e non avessi fatto la conoscenza di Wanda, la mia attuale vicina di casa, la quale mi disse “Se sei su questo autobus, gioia, un motivo ci sarà! Il destino ti vuole a Starling City”, a quest’ora sarei a Gotham City e, chissà, forse lavorerei per quest’uomo!

- Signor Wayne, lei non sa che piacere fare la sua conoscenza. Ammiro il lavoro delle industrie Wayne, avete il migliore reparto tecnologico dello stato. I prototipi che proponete ogni anno al congresso della scienza internazionale mi lasciano senza parole. Li studio notte e giorno, affascinata da quanta tecnologia avanzata possa scaturire da una mente umana proiettata nel futuro. – Stringo forte la mano del Signor Wayne, che mi contraccambia con una stretta calorosa. – Se il destino avesse deciso diversamente, avrei potuto lavorare per le industrie Wayne, invece che per la Queen Consolidated. - Sorrido divertita.

- Sicuramente ne avresti giovato in serietà. – Chissà perché mi aspettavo la frecciatina velenosa di Andrew su Oliver.

- I miliardari scontrosi e dal carattere difficile non mi fanno paura, se ho gestito Oliver Queen potrei gestire benissimo anche Bruce Wayne… - Sgrano gli occhi. Maledetta boccaccia. – No, scusi, - Mi volto verso di lui. - Non mi fraintenda, apprezzo gli uomini d’affari diffidenti, con sguardo minaccioso, tutti d’un pezzo, che incutono timore con la loro prestanza fisica ma che in realtà custodiscono un animo generoso… - Maledizione! – Tre, due, uno. – Inspiro profondamente. – Non faccia caso a me, quando sono nervosa ho la tendenza a straparlare.

Un altro sorriso. Stasera è un successone. – Ora è meglio che vada.

- Felicity, - Andrew cerca di bloccarmi.

- Volevo solo un po’ di compagnia, Oliver è fuori sede per affari, niente d’importante. Signor Wayne, è stato un piacere.

Mi stringe la mano ed io affondo ancora un’altra volta nel suo sguardo deciso.

 

 

 

 

Felicity! Mi sveglio tutto sudato. Mi volto verso di lei che dorme tranquilla al mio fianco. Sospiro sollevato. Mi alzo piano dal letto e cercando di non fare rumore mi chiudo in bagno.

Mi osservo allo specchio e prontamente la mia immagine è sostituita dalla visione che tormenta le mie notti.

È passato più di un mese da quella sera, quando Felicity mi ha confessato di essere malata. Il suo corpo marchiato dalla malattia è un’immagine indelebile nella mia mente.

Mi sento così impotente. Posso eliminare i criminali da questa città ma non posso eliminare il male dal cuore della donna che amo.

Stringo forte il lavabo. Maledizione! Che futuro potremo avere?

- Ehi, - Felicity è sulla soglia. – Tutto bene? – Si avvicina a me.

L’osservo per un lungo istante. Con i capelli sciolti e disordinati, il viso stanco, appare ai miei occhi così fragile.

- Oliver, - Afferra il viso tra le sue mani. – Sto bene. Andrà tutto bene. Ricorda: giorno per giorno. – Me lo ripete ogni volta che mi sorprende a combattere contro i demoni della paura che si annidano dentro di me. Non voglio perderti, né ora, né mai.

Appoggio la fronte alla sua. – Va tutto bene. – Sussurro piano sul suo viso.

Sorride e poi mi bacia. Le sue carezze si fanno più intense, come i suoi baci. Vuole andare oltre ma io… non posso. Blocco i suoi tentativi. La sollevo tra le braccia e la riporto a letto.

- Hai bisogno di riposarti. Sei così pallida.

Felicity mi osserva in silenzio. Il mio ennesimo rifiuto la fa desistere dal suo intento.

- Oliver... – Inizia piano. - Se hai cambiato idea, posso capirti. – Come? –Non sono cieca. Tu e McKenna, la vostra complicità, mentre io… sono solo un peso per te. – Senza aggiungere altro mi dà le spalle. – Non voglio un giorno svegliarmi e ritrovarmi di fronte alla realtà che oggi cerco con tutta me stessa di ignorare. Se vuoi stare con lei, va bene. Ti capisco. Lei potrà… - Ma si blocca.

- Felicity, - Mi avvicino piano. La volto verso di me. Non aggiungo altre parole, lascio che i gesti parlino per me.

Le sfioro dolcemente le labbra. Esita, non mi risponde. Io insisto. Le mani sfiorano il suo corpo che prontamente si protrae verso di me. Scivoliamo sul materasso e dolcemente ci amiamo.

- Giorgio per giorno. – Sussurro sulle sue labbra.

Felicity sorride. – Giorno per giorno.

 

 

 

- Felicity, da quanto è via il tuo Signor Queen? – Domanda Andrew curioso.

Sospiro sconsolata. - Ventuno giorni. Tre ore. Ventisette minuti. – Mi correggo. – Non sto tenendo il conto.

Andrew sorride. – Pensa prima o poi di farsi vivo?

- È in missione… - Andrew mi guarda sorpreso. – Intendo che sta seguendo delle trattative molto riservate che lo tengono impegnato. Affari nazionali con lo zio Sam.

- Capisco. Questo gli dà diritto di metterti in disparte?

- Ci sei tu che ti prendi cura di me. Nel senso che tu mi sei vicino, anche se non puoi darmi quello che lui mi dà. – Santa pazienza!

Andrew mi fissa per un attimo sorpreso e poi scoppia a ridere.

- Quella volta quando ci siamo baciati non mi è sembrato che ti dispiacesse, possiamo sempre riprovare se vuoi avvalorare la mia tesi.

- Era un sacco di tempo fa, entrambi avevamo bevuto troppo e poi Oliver ed io non stavamo neanche insieme. – E io ero sotto copertura, termino nella mia mente.

Andrew si avvicina a me con un’aria malandrina. – Non sei curiosa neanche un po’?

- Io… - Ma non faccio in tempo a rispondere che una freccia scocca davanti ai nostri occhi dividendoci per lo spavento.

Andrew ed io ci guardiamo inorriditi.

- Stai. Lontano. Da. Lei. – La sua voce perentoria toglie il fiato. – La prossima non sarà una freccia di avvertimento.

Mi volto verso Arrow. Incrocio i suoi occhi severi. Mi manca l’aria. Porto le mani al petto. La gola brucia. Ho quasi la sensazione che la cassa toracica si stia sgretolando, talmente è forte il dolore che sento. Non ho più ossigeno. Le gambe cedono. Cado in ginocchio e il tonfo rimbomba nel laboratorio.

Riesco a udire in lontananza le loro voci allarmate prima di accasciarmi totalmente a terra.

 

 

 

 

Non so quante ore sono passate ma la situazione non è cambiata. Il suono del monitor del battito cardiaco di Felicity rimbomba nel laboratorio e interrompe, scandendo il tempo, il silenzio che è calato.

Stringo la sua mano nella mia. Non mollare, non mi lasciare, ti prego. Una preghiera che ripeto in continuazione. Apri gli occhi, maledizione!

- Le condizioni di Felicity sono peggiorate in questi giorni. È entrata nel secondo stadio della malattia e si sta avvicinando pericolosamente al terzo. Invece di rallentare il male che c’è dentro di lei si sta espandendo con rapidità.

Andrew affonda le mani tra i capelli.

- Che cosa possiamo fare?

Mi fissa per un lungo istante.

- Non avrei mai creduto di chiedertelo, ma allora me lo sentivo. - Lo guardo dritto negli occhi. - Arrow, è tempo che tu saldi il tuo debito con me.

- Che vuoi che faccia? – Il mio tono severo lo fa esitare.

Andrew si avvicina alla scrivania, afferra il fascicolo e me lo porge.

- Sono i dati che ho raccolto durante questo periodo. La linea nera indica il peggiormente delle condizioni fisiche di Felicity; al contrario, la linea rossa, il miglioramento.

- A che cosa sono dovuti questi picchi positivi?

Andrew mi osserva e non risponde. – Non lo immagini? Dimenticavo che il tuo enorme ego non ti fa vedere più in là del tuo naso.

Scatto in piedi con la voglia di rompergli la faccia.

- Stai calmo, eroe! – Punta il dito sul foglio. – Non ti dicono niente questi periodi? Non so spiegarti il motivo ma le condizioni di Felicity migliorano solo quando ha al suo fianco Oliver Queen. Lui è un balsamo per il suo male. Il suo stato d’animo migliora se lui è accanto a lei, come se non avesse più preoccupazioni. Al contrario quando è via per lavoro, diventa come un animale in gabbia.

Osservo attentamente le date scritte e mi ritrovo a ricordare tutti i pochi giorni trascorsi con lei. Quest’ultimo periodo è stato il più lungo tra quelli in cui ero assente.

- Cosa vuoi che faccia?

- Devi andare da Oliver Queen e intimargli di scegliere: la sua società o la donna che dice di amare. Minaccialo, trafiggilo con le tue frecce, ma mettigli così tanta paura da farlo restare al fianco di Felicity per sempre.

 

 

 

 

Continua....

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

La storia è giunta al termine. Il prossimo capitolo è l’ultimo (è in fase di scrittura), almeno che i personaggi non decidono tutt’altro e c’è qualcos’altro da rivelare.

Che succederà a Felicity? Quale sarà il destino di Oliver e Felicity?

Quante domande! A sapere le risposte :D

In ogni caso, tenete d’occhio i personaggi ci servirà per il futuro ma ve lo svelo alla fine ^_^

 

Il personaggio di Wanda l’ho preso in prestito, appartiene a nes_sie e se volete saperne di più tuffatevi nelle sue storie e vi garantisco che non ve ne pentirete ;)

 

Bruce Wayne, al contrario, se ne sta…. SPOILER, mi dispiace la produzione mi ha impedito di continuare XD

 

 

Grazie infinite, come sempre, a vannagio e a jaybree per il loro supporto quotidiano.

 

 

Alla prossima settimana!

   
 
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