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Autore: CreepyGirl    29/09/2014    1 recensioni
questa è la mia prima FF Ianthony abbiate pietà
Ian e Anthony, solo amici, vero?
questo è quello che hanno sempre creduto fino a quando non hanno iniziato a fare i conti con quello che c'è davvero nei loro cuori.
(ho fatto un leggero disastro, trasformando la storia da rossa a fluff malinconica quindi chiedo perdono)
(ah e non sono brava con le introduzioni, scusatemi ancora :'))
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Anthony Padilla, Ian Hecox
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter9

Anthony rientrò, non era particolarmente tardi, ma comunque sentiva di essere molto stanco, avendo lavorato duramente tra le registrazioni dei video e i montaggi vari.
Sospirò, gettandosi sul divano. Almeno tutto quel lavoro lo aveva distratto dall’assenza di Ian.
 
Lui era da Melanie.
 
–devo smetterla di pensarci...– sospirò tra se e se tristemente.
 
Tolse la t–shirt e la portò in bagno, poggiandola nel cesto dei panni sporchi.
Accanto al cesto c’era un cumulo di panni dai colori vivaci.
 
Ian e il suo disordine.
 
Li raccolse e li ripose nel cesto.
Senza Ian non ci sarebbe stato più tutto quel caos, meglio così.
 
Andò in cucina, aveva voglia di prepararsi un toast con il suo amato burro d’arachidi crunchy.
 
Aprì il frigorifero, prese il suo barattolo e lo poggiò sul tagliere, prese i toast e li mise nel tostapane.
Tentò più volte di incastrare la levetta che faceva sempre i capricci, facendolo irritare da matti.
 Improvvisamente però sorrise tra se e se, era davvero consumato quell’elettrodomestico e presto avrebbero...avrebbe dovuto cambiarlo.
 
Ian e i suoi toast bruciacchiati.
 
La mattina quando era di buon umore, Ian “cucinava” sempre qualcosa.
Dei toast al burro sempre troppo bruciaticci, o peggio, delle uova strapazzate insipide e mezze bruciate.
 
Ma era così carino e tenero quando tentava di preparare qualcosa per entrambi, la sua espressione era concentrata per ogni singolo dettaglio e i suoi occhi azzurri brillavano al pensiero di cimentarsi in cucina.
 
Anthony pensò che nonostante non sapesse cucinare nemmeno le cose più semplici, il pensiero era quello che contava. Anche se spesso erano costretti ad uscire per riuscire a mangiare qualcosa di decente.
Ian era un vero e proprio imbranato, un cretino, un impedito, un...
 
Ad Anthony si strinse il cuore.
Non avrebbe più trovato nulla in disordine, nessuno avrebbe più bruciato i toast al mattino.
Nessuno si sarebbe più impegnato tanto per cercare di mettere su qualcosa di salutare per cena.
Nessuno avrebbe più comprato il burro d’arachidi cremoso.
Nessuno avrebbe lasciato più le briciole di pane nel barattolo di cioccolato spalmabile.
Nessuno avrebbe più occupato il bagno per ore dopo aver esagerato con il messicano.
Nessuno lo avrebbe più accudito durante i suoi attacchi di panico, nessuno lo avrebbe più abbracciato in quel modo speciale.
 
Ian sarebbe andato via da quella casa, via dalla sua vita, e tutte quelle cose che lui aveva sempre reputato fastidiose adesso erano quelle che sentiva di amare di più.
 
Ma doveva lasciarlo andare.
Avrebbe avuto una casa sua, una famiglia, una moglie, e dei figli...
 
Quei pensieri gli fecero rivoltare lo stomaco e corse velocemente al bagno per rigettare tutto quello che aveva ingerito poco prima.
 
Quando ebbe finito sentì gli occhi umidi e lo sforzo per il rigetto stava facendo tremare il suo corpo come una foglia.
 
Si trascinò fino allo specchio e si guardò mentre tremava.
Gli occhi cioccolato erano arrossati e gonfi, i capelli erano un disastro, le labbra infuocate in contrasto con il pallore del suo viso. Notò anche un odioso filo di barba che cominciava a crescere.
Non riuscì a provare nient’altro che disprezzo per quell’immagine.
 
Si guardò intorno, il rasoio luccicò alla lucetta giallognola del bagno.
Lo afferrò e lo osservò come un uomo delle caverne osserva il fuoco.
Un rasoio, pensò osservando le lame taglienti e rimanendo ipnotizzato dal modo in cui riflettevano la luce. Si guardò ancora una volta allo specchio, poi la sua concentrazione ritornò sull’oggetto.
 
Devo farlo?  Sospirò indeciso continuando a guardarsi allo specchio.
 
–ah, lo faccio.
 
Anthony allungò un braccio e prese la schiuma da barba dal mobiletto, spruzzandosela sull’ovale del volto.
Iniziò a passarsi il rasoio sul viso, odiava avere la barba, gli dava un’aria troppo adulta.
 
Il telefono squillò –un attimo!– gridò spazientito, e muovendo i muscoli del viso finì per tagliarsi leggermente lo zigomo –porca troia!– imprecò dal dolore.
 
Poggiò il rasoio nel lavandino e cercò a tentoni le medicazioni per i tagli da rasoio che Ian custodiva gelosamente sul mobile in alto.
Urtò qualcosa con la mano, sentì un tonfo e vide tutto il lavandino schizzato di rosso, che andò a mescolarsi con l’acqua del lavandino, creando un disastro rosso vivido –che diavolo ci faceva quella roba lassù?– urlò, mentre il sangue finto stava colando lungo le mattonelle del pavimento, sporcandogli anche i piedi.
 
Ian.
 
Anthony si guardò le mani completamente rosse di quella roba colorata e le strofinò sul una vecchia maglietta bianca lì vicino.
 
Il bagno era un disastro, sembrava una scena da film dell’orrore.
Meritava una fotografia.
 
Intanto il suo i–phone continuava a squillare, e quando Anthony stava per rispondere, si spense.
 
–fottuta Apple, voi e le vostre batterie da quattro soldi.
 
Prese lo smartphone e andò in camera sua per cercare il caricabatterie, sperando che, per una volta, Ian l’avesse messo al suo posto.
  
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