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Autore: whiterabbit_ja    29/09/2014    1 recensioni
Un viaggio attraverso l'adolescenza di una ragazza. Un viaggio attraverso me e i miei anni di scuola, i peggiori e migliori della mia vita. La raccolta di quattro diari, dai 14 ai 17 anni. Qualcosa che serve più a me che a dei possibili lettori, ma che in realtà può servire a qualsiasi adolescente confuso e anche un po' coglione. La dedico al mio enorme, gigante, mastodontico ego, segno distintivo che mi ha sempre caratterizzata. Buona Lettura.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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29 Settembre, 2010
Circa due settimane fa ho iniziato il liceo. E' spaventoso. I ragazzi più grandi mi guardando con fastidio, come se non meritassi quanto loro di essere lì, come se non fossi alla loro altezza. I miei compagni sono tutti dei coglioni, stanno sempre a farsi foto e sono tutti eccitatissimi quando arrivano la mattina, poi all'uscita escono sempre a pranzo, mi hanno invitata ma ho deciso di non andare. Non ho neanche un ragazzo carino in classe, ce n'è anche uno che sembra ritardato, lui è il più simpatico, ci siamo messi vicini il primo giorno. Mi ha raccontato che è stato all'ospedale un mese l'anno scorso per un problema al fegato e ho subito pensato che fosse un alcolizzato, si chiama Carlo, anche se per me adesso è l'Alcolizzato. Non mi ha detto il vero motivo per cui è stato ricoverato, racconta a tutti che aveva la peritonite ma è una bugia, ho controllato e non ha nemmeno una cicatrice sulla pancia. Sono l'unica della mia classe che fuma, anche se anche un'altra per imitarmi lo fa e poi mi chiede di comprare i pacchetti insieme, io accetto quasi sempre perchè alla fine me li regala visto che ha paura a portarli a casa. I miei ancora non lo sanno ma immagino lo scopriranno presto, si arrabbieranno forse, ma ogni volta che accendo una sigaretta mi viene in mente l'estate e mi piace, anche se poi il gusto di catrame non mi faccia proprio impazzire. Questo sabato andrò con Carlo a mangiare fuori, ha detto che mi porta lui da qualche parte, magari andiamo ad ubriacarci. Alcune volte penso che non voglio andare a scuola, vorrei essere più grande o studiare da privatista, oppure trasferirmi da qualche parte come nei film americani, ed essere un'altra persona. Mi sento obbligata a trovare degli amici, ad avere sempre qualcosa da fare sabato sera, posti dove andare, perchè restando come sono rischio di essere considerata una ritardata alcolizzata come Carlo, anche se lui è proprio strano e lo da a vedere. L'altro giorno si è offerto per farsi interrogare in scienze anche se non aveva studiato, il professore non gli ha dato voto perchè è simpatico, ma non è stata una mossa intelligente da parte sua. Nella mia classe c'è anche una ragazza che si chiama Camilla, anche lei sembra interessante, si è fatta dare il mio numero di casa e mi chiama tutti i pomeriggi, mi racconta sempre qualcosa di nuovo su di lei, mi ha detto che è stata adottata, e poi si è messa a piangere e io non ho saputo proprio affrontare la situazione e ho cambiato discorso, mi ha anche proposto di partecipare a un concorso letterario perchè ha letto una poesia dal mio quadernino e le è piaciuta, non credo che lo farò ma è stata carina ad avvisarmi della cosa. Io però non racconto mai niente nè a lei nè a Carlo, infatti ho un pò paura che si stufino di me a lungo andare e non vorrei succedesse, almeno non prima che sia io a stufarmi di loro. E' che non so se mi posso fidare di loro, non ho la più pallida idea di come introdurre gli argomenti e tra l'altro, potrebbe anche non fregargliene nulla dei fatti miei oppure potrebbero pensare che sono pazza o malata. La terapia va molto meglio, oggi sono andata da Roberta e abbiamo dipinto nel suo studio, sono stata lì dentro quasi due ore e a un certo punto mi veniva da dormire. Ha fatto dipingere dei fiori azzurri sulle pareti, e questo è un bene, almeno quando inizia a fare i suoi monologhi ho qualcosa da guardare oltre che il vuoto. Ultimamente la vedo meno preoccupata per me, non che prima facesse trasparire sentimenti dal quel viso di cera, però anche la sua voce sembra più tranquilla, o magari sono solo io che sono meno preoccupata, ma mi piace andare lì adesso, mi sento più a mio agio e le ho detto anche una cosa vera durante la scorsa visita. Mi sono sempre chiesta se in questi cinque mesi si sia mai accorta che l'ho presa in giro in modo vergognoso, se qualcuno mi avesse raccontato le cose che le ho raccontato, io gli sarei scoppiata a ridere in faccia senza alcun dubbio. Anche i miei genitori sono più sereni, sto dicendo loro che va sempre tutto bene, cerco di sorridere anche se non ne ho voglia e faccio in modo di parlare lentamente, per pesare bene le parole da dire, mamma ha anche iniziato ad abbracciarmi qualche volta, ogni volta che lo fa sento una fastidiosissima sensazione alle spalle e cerco di allontanarmi trovando qualsiasi scusa. Ho ancora paura di ferirla, me la ricordo bene la sua espressione in ospedale, non avevo mai visto così tante lacrime sul suo viso, non ne avevo mai viste sul viso di nessuno, neanche nei film. Mi ricordo vagamente ciò che disse in quella situazione, ero imbottita di farmaci e dormivo tutto il tempo, ma ricordo bene tutte le persone che sono venute a trovarmi, incredule e curiose. Domani ho la mia prima verifica di matematica, non ho studiato ma credo andrà bene e sento il telefono che squilla, probabilmente Carlo mi sta chiedendo se sono pronta. Non vedo l'ora che arrivi Natale.
  
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