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Autore: DaisyBuch    29/09/2014    1 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da poco Athena aveva capito di potersi materializzare quando ed ovunque lei volesse, così invece di apparire sulla spiaggia, quella volta apparve davanti al boschetto di Iris. Voleva a tutti i costi andare al rito delle naiadi, inoltre non sarebbe stato gentile non presentarsi. Aspettò Iris, e dopo poco tornarono insieme alla sorgente. –Cos’è la storia della maledizione di Ade?- chiese Athena, che se lo chiedeva da molto.
-Mah, niente di che,- alzò le spalle la bambina, -il dio dell’oltretomba ha scatenato una maledizione, adesso nell’Olimpo si è creata una confusione cosmica e tutti si odiano, invece di vivere in pace e governare il mondo come facevano prima.-
Roba da poco. –Oh.- riuscì a dire Athena, attonita.
-E come ci è riuscito? Voglio dire, Zeus non può permettere una cosa simile, non è il più potente di tutti?- rise sarcasticamente Athena, facendo la voce grossa.
 Iris si fermò e la guardò severamente, -Taci! Zeus sa, e vede tutto e tutti. Potresti venire punita per le tue parole!- la sgridò. Sul fatto che Zeus sapesse tutto, Athena aveva qualche dubbio.
-Ed io sono solo una driade, mi è concesso sapere poco, di quello che succede sull’Olimpo nessuno qui sa qualcosa con certezza.- sussurrò. Nel frattempo erano giunte alla fonte, la radura era illuminata naturalmente dalla luce della luna, inoltre qualche lucciola volteggiava qua e la, rendendo l’atmosfera magica. Athena poteva udire il suono delle voci delle naiadi, che cantavano dolcemente e tanto bene, che la loro sembrava un’unica voce.
-Sorelle, abbiamo ospiti!- sorrise Melissa, dando il benvenuto alle due. Questa non indossava veli, cosa che mise Athena a disagio, ma vide che per loro era normale, anche le altre erano completamente nude.
-Tieni, Athena, e bevi!- disse porgendole quella che le ricordava vagamente una conchiglia. La ragazza guardò all’interno del recipiente, ma l’odore le bastò per capire cosa fosse: vino.
Le altre naiadi si avvicinarono per salutarla e parlare con lei, volevano quasi tutte ringraziarla per Dafne, quest’ultima era in splendida forma, ballava come non mai e cantava a perdi fiato.
-Oh, la mia salvatrice!- le disse con una voce entusiasta, la prese per mano e la tirò verso la cascata.
Athena non potè non bagnarsi tutta, l’acqua tutta via non era fredda, e si scaldò con l’atmosfera di festa, e soprattutto con il vino.
-Non potrò mai renderti il favore che mi hai fatto, tu mi hai dato salva la vita, dolce umana! Ma voglio presentarti una fanciulla che si è unita a noi proprio quest’oggi.- disse e la chiamò a sé, Athena non riuscì a cogliere il suo nome, ma non appena arrivò davanti a lei sentì che c’era qualcosa che non andava. Questa “fanciulla” le sembrava alquanto strana..
-Athena, togliti le vesti, sei una di noi questa sera, devi danzare!- Lara interruppe il filo dei suoi pensieri, che era abbastanza disordinato e flebile.
-Di solito indossate veli, o sbaglio?- azzardò Iris. Le naiadi, offese,  non diedero peso alle sue parole e non le risposero, tutte a parte Tea che si era avvicinata ad Iris, -Ce l’ha suggerito un uccellino.- spiegò strizzandole l’occhio. Athena non voleva togliersi un bel niente, ma dagli occhi minacciosi di Iris capì che non aveva altra scelta, doveva sia bere il vino e mangiare il capretto appena ucciso senza pietà davanti a lei, sia togliersi le vesti. La luce lunare faceva risaltare i seni maturi delle cinque fanciulle davanti a lei, che ballavano senza freni, ridevano, mangiavano e bevevano, Athena provò ad imitarle ma non ci riuscì per molto.
-Ehi, fanciulla, togliti i veli!- urlò Cassidy all’ospite che era stata presentata prima alla ragazza.
Questa, visibilmente a disagio, rispose di no e tornò sulla riva. Le Naiadi s’infuriarono ed imposero le loro regole alla nuova arrivata, questa continuava a dire di no, a sfuggire alle loro mani.
Melissa cominciò a bollire, nel vero senso della parola. L’acqua di cui il suo corpo era fatto cominciò a divenire rovente, tanto che sbuffi si levarono dalla sua pelle calda.
 –Ti abbiamo invitato al nostro rito, ingrata! Devi mostrarci rispetto!- esplose con furia, - Se non ti spoglierai, ti malediremo e ti infliggeremo una grave malattia!-
Athena si spaventò da quest’ira, tutto perché questa poveretta non voleva spogliarsi?
Questa piangeva, e cominciò a togliersi le vesti di dosso il più lentamente possibile.
-Io l’ho fatto per te, Dafne!- diceva alla ninfa, che nemmeno le dava ascolto. Dopo molte sollecitazioni, si tolse finalmente il vestito, che scoprì un petto senza seno.
-Non ha il seno!-esclamò orripilata Lara, -Povera fanciulla, ecco perché non voleva mostrarsi!- la compatì.
-Togli il resto.- lo ammonì severa Melissa. La fanciulla si tolse l’ultimo capo e tutte ebbero un sussulto.
-Oh!- un grido unanime si diffuse per la radura. Athena si voltò velocemente, imbarazzata da capo a piedi.
-E’ la cosa più brutta che io abbia mai visto!- osservò Iris disgustata, Athena accorse a coprirle subito gli occhi.
-Cara, lo dici adesso.- le rispose Cassidy, che aveva l’aria di saperla lunga.
-Cas! Ma che dici!- la sgridò Tea.
-Tu!- tuonò Melissa. –Ci hai mentito! Sei un uomo!- esclamò con tutto il disgusto possibile.
Le altre, che sembravano essersi rese conto della situazione, erano arrabbiate quanto Melissa.
-Traditore!- l’accompagnò Cassidy.
Iris, che sembrava spaventata, si avvicinò all’orecchio di Athena, -Gli uomini non sono assolutamente ammessi ai nostri riti.- sussurrò.
-Aspettate!- parlò l’uomo, -Il mio nome è Leucippo, e tutto ciò che ho fatto è dovuto a Dafne, io la amo, e questo era l’unico modo per starle vicino..- si spiegò.
-Non provo interesse per un uomo che per conquistarmi deve mentirmi!- urlò Dafne.
-Adesso la pagherai molto cara.- lo ammonirono.
Iris prese per mano Athena, - non sarà un bello spettacolo, andiamo.- Athena non parlò e seguì Iris senza fiatare. Sentì l’uomo urlare.
-Cosa gli stanno facendo?- chiese Athena. –Lo stanno uccidendo.- rispose calma, continuando a camminare.
-Cosa? Dobbiamo impedirlo!- si fermò la ragazza, ma Iris non le volle dare ascolto. Athena, decisa ad impedire quell’orrore, corse verso la sorgente.
-Athena, ti uccideranno!- le urlò Iris, nel tentativo di fermarla. Ma ad Athena non importava.
Corse più veloce che poteva, era senza fiato, ma quando arrivò alla fonte era troppo tardi. Le Naiadi sciacquavano il loro corpo sporco di sangue, una scia rossa scorreva sul fiume. Athena cadde in ginocchio. Non era possibile che avessero commesso un assassinio per così poco, non poteva essere, era così sconvolta che non riusciva nemmeno a parlare, ma quando Melissa e le altre ricominciarono a cantare sentiva che doveva dire qualcosa.
-Naiadi!- le chiamò e tutte si girarono smettendo di cantare. –Avete commesso un terribile errore, avete tolto la vita di un umano, ed adesso cantate come se niente fosse? Quell’uomo ha agito per amore, è forse un crimine tale da esser punito con la morte?- chiese loro. Nessuna fiatò eccetto Melissa che le rispose poco dopo. – La tua razza crede che non ci sia una conseguenza alle proprie azioni. La curiosità viene punita, come ogni eccesso, e lui sapeva bene il rischio che stava correndo.- rispose pacata.
-Non meritava la morte! Pensate anche alle vostre azioni..- ribattè Athena, quando venne interrotta da un urlo.
Tutte si voltarono, era una voce femminile. –Dov’è Dafne?- si allarmò Cassidy. Le altre ninfe si allarmarono e provarono a cercarla, si chiesero se fosse lei che stava urlando, poi si sentì un altro grido, più vicino.
-Dafne!- urlarono in coro le ninfe. –Dafne!-
Athena corse in direzione della voce che aveva sentito, accompagnata dalle Naiadi. Queste fuori dall’acqua avevano un aspetto umano, erano solamente più asciutte, il loro corpo non brillava d’acqua come nella sorgente. – Più tempo è fuori dall’acqua e prima morirà!- ricordò Tea alle altre. Si cominciò una ricerca frenetica quando, a diversi metri di distanza, Athena vide Dafne scappare da un uomo. Questo era molto alto e bello, ma soprattutto intorno a lui c’era una certa aura luminosa che lo faceva risplendere di luce propria. –Non scappare!- disse l’uomo rincorrendola. –Non voglio farti del male!-
-Ho già respinto la tua richiesta, non cambierò idea!- urlò Dafne, nascondendosi tra gli alberi.
-Io sono Apollo, dio del sole e dell’arte. Perché non vuoi sentir ragione? Perché respingi un dio?- esclamò stupito.
Athena stava per intervenire quando l’anello le strinse il dito, ricordandole che lei non doveva fare niente.
-Non ti voglio!- gli rispose. Più chiara di così non poteva essere.
-Dammi l’occasione di spiegarti..- la pregò Apollo, che cercava di aggirare gli alberi dove lei si nascondeva.
-Oh padre!- chiamò Dafne con gli occhi verso il cielo. –Ti prego vienimi in aiuto, ti supplico!- pregava la ninfa disperata. Apollo stava quasi per raggiungerla quando questa tutto d’un tratto, proprio in mezzo agli altri alberi, cominciò a trasformarsi in uno di essi. I suoi piedi scesero verso il basso, mettendo radici salde, il suo corpo si tramutò in tronco e divenne di colore marrone, le sue dita si allungarono e si diramarono, i suoi capelli divennero una chioma verde, e questa si tramutò in un alloro.
 Apollo l’aveva appena raggiunta, accarezzò le foglie, sconfitto. -Diventerai il mio simbolo.- le sussurrò.

 
   
 
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