30/09/2014
2 recensioniTITOLO: Distillato della Morte Vivente di H.G.
GENERE: Slice of Life, Romantico
RATING: Verde
NUM. PAROLE: 400 secondo Word
PERSONAGGI: Hermione e cit Ron e Harry
INTRODUZIONE: La ragazza sta provando a scrivere un tema per pozioni , ma la sua mente è altrove.
NdA: Stavo studiando quando ho letto il banner e l'idea mi è venuta così xD non l'ho resa benissimo, me ne rendo conto, ma spero di e essermi avvicinata un pochino a quello che volevi xD. Grazie e baci.
Distillato della Morte Vivente, di H.G.
“La scoperta del Distillato della Morte Vivente è da imputare ad un errore commesso dal famosissimo mago Ron Weasley, mentre tentava di…”.
Hermione sospirò rassegnata. Distolse lo sguardo dal punto del muro che ormai fissava da più di cinque minuti: si era distratta, di nuovo.
Il libro di Pozioni giaceva sotto i suoi gomiti, era aperto a pagina centosette da circa un’ora e accanto a esso, la pergamena che avrebbe dovuto essere riempita con ingredienti e misure, era scarabocchiata in tutte le sue parti e colma di cuoricini.
La Grifondoro, buttato un occhio al suo presunto compito, non potè che arrossire: le uniche parole davvero comprensibili di quello scritto erano “Ron Weasley”. La consapevolezza della cotta adolescenziale le salì fino alle gote, imporporandogliele. Il cuore della ragazza mancò di un battito pensando agli occhi azzurro chiaro di lui e la gola le si fece secca al ricordo dell’involontario sfiorarsi avvenuto a mensa la sera prima, credette, inoltre, di poter svenire al solo pensiero di rivelare al rosso i propri sentimenti.
Dopo un ultimo sospirò si ricompose e cercò di accantonare Ron in un angolo remoto della sua mente. La ragazza s’impose di concentrarsi e, rimboccate le maniche con decisione, decretò di continuare il suo tema.
“Si pensa che il famoso mago fosse proprio alla Tana mentre fece la miracolosa scoperta…”
Un altro scarabocchio sul foglio a cui vi si aggiunse anche un nuovo piccolo cuore.
Ebbe appena il tempo di cancellare la prova della sua infatuazione, che ecco spuntare da dietro il quadro colui che era il centro dei suoi pensieri.
A Hermione si troncò il respiro e un brivido, partito dai piedi, le attraversò la schiena per arrivare dritto all’interno del suo cranio, facendole ricordare i cuoricini e gli arcobaleni disegnati sul suo compito di Pozioni.
Come risvegliata da un lungo sonno sbarrò gli occhi e si precipitò sulla prova: strappò a metà il foglio e lo buttò nel camino.
Tremando per la sua stupidità raccolse il libro e se lo sistemò tra le braccia, sorrise appena in direzione del ragazzo che parlava con Harry dall’altra parte della Sala Comune.
Avrebbe voluto urlare, Hermione; avrebbe voluto confessare il suo amore, ed invece disegnava distratta cuori su fogli adibiti ad altro uso.
Lanciata un’ultima occhiata a Ron, si avviò triste verso il Dormitorio femminile, certa che un giorno sarebbe riuscita a parlare del suo amore e non solo a scriverlo.
“La scoperta del Distillato della Morte Vivente è da imputare ad un errore commesso dal famosissimo mago Ron Weasley, mentre tentava di…”.
Hermione sospirò rassegnata. Distolse lo sguardo dal punto del muro che ormai fissava da più di cinque minuti: si era distratta, di nuovo.
Il libro di Pozioni giaceva sotto i suoi gomiti, era aperto a pagina centosette da circa un’ora e accanto a esso, la pergamena che avrebbe dovuto essere riempita con ingredienti e misure, era scarabocchiata in tutte le sue parti e colma di cuoricini.
La Grifondoro, buttato un occhio al suo presunto compito, non potè che arrossire: le uniche parole davvero comprensibili di quello scritto erano “Ron Weasley”. La consapevolezza della cotta adolescenziale le salì fino alle gote, imporporandogliele. Il cuore della ragazza mancò di un battito pensando agli occhi azzurro chiaro di lui e la gola le si fece secca al ricordo dell’involontario sfiorarsi avvenuto a mensa la sera prima, credette, inoltre, di poter svenire al solo pensiero di rivelare al rosso i propri sentimenti.
Dopo un ultimo sospirò si ricompose e cercò di accantonare Ron in un angolo remoto della sua mente. La ragazza s’impose di concentrarsi e, rimboccate le maniche con decisione, decretò di continuare il suo tema.
“Si pensa che il famoso mago fosse proprio alla Tana mentre fece la miracolosa scoperta…”
Un altro scarabocchio sul foglio a cui vi si aggiunse anche un nuovo piccolo cuore.
Ebbe appena il tempo di cancellare la prova della sua infatuazione, che ecco spuntare da dietro il quadro colui che era il centro dei suoi pensieri.
A Hermione si troncò il respiro e un brivido, partito dai piedi, le attraversò la schiena per arrivare dritto all’interno del suo cranio, facendole ricordare i cuoricini e gli arcobaleni disegnati sul suo compito di Pozioni.
Come risvegliata da un lungo sonno sbarrò gli occhi e si precipitò sulla prova: strappò a metà il foglio e lo buttò nel camino.
Tremando per la sua stupidità raccolse il libro e se lo sistemò tra le braccia, sorrise appena in direzione del ragazzo che parlava con Harry dall’altra parte della Sala Comune.
Avrebbe voluto urlare, Hermione; avrebbe voluto confessare il suo amore, ed invece disegnava distratta cuori su fogli adibiti ad altro uso.
Lanciata un’ultima occhiata a Ron, si avviò triste verso il Dormitorio femminile, certa che un giorno sarebbe riuscita a parlare del suo amore e non solo a scriverlo.