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Autore: Devileyes    30/09/2014    5 recensioni
[Seguito de "La Baia degli Schiavi"]
"Notte fonda.
Urla, grida, gente che corre per le strade.
Un esercito di torce e forconi, di mani alzate e armi pronte e uccidere. Sangue dappertutto, una caccia spietata verso sagome indistinte.
Paura, confusione, disperazione.
Nessuna via d'uscita per i Dragon Slayer, solo trappole e vicoli ciechi. Nel cuore e nella mente, solo il desiderio di scappare.
Correre, correre, correre, fino a lasciarsi il mondo alle spalle."
Le immagini e le urla pervadevano la mente di Wendy, dandole una fortissima emicrania.
“C-Charle... che cos'era? Cos'è successo?!” domandò con voce tremula e rotta.
L'Exceed le rivolse uno sguardo terrorizzato.
“Quella era una visione, Wendy. Quello era il futuro”
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Luxus Dreher, Natsu, Un po' tutti, Wendy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTO – CACCIA AI DRAGHI


Era ormai il tramonto quando Gerard finì di sellare il suo destriero mezzo-equino e mezzo-rettile e si apprestò a partire.
Salì in groppa agilmente, sistemò meglio le sacche fissate alla sella e si aggiustò le redini, poi spostò lo sguardo un'ultima volta sui maghi di Fairy Tail.

Allora io vado” sentenziò. “Troverò questo Lucifer e cercherò di capire se è in qualche modo coinvolto in questa insensata caccia ai Dragon Slayer. Se tutto va bene, ci rivediamo fra tre giorni a Era per liberare Cobra”

Buona fortuna” lo salutò Natsu.

Mi raccomando” aggiunse Laxus. “Se trovi Lucifer fa' molta attenzione. Non è un tipo che va preso alla leggera”

Gerard annuì e fece voltare la cavalcatura verso ovest. “State attenti anche voi. Gli Alfieri del Tiranno sono ancora sulle vostre tracce” e detto ciò spronò l'animale al galoppo verso il sole morente del tramonto.

I quattro maghi lo guardarono allontanarsi tra le dune di sabbia finché non fu diventato un puntino all'orizzonte, presto inghiottito dalla luce infuocata e dalla polvere.

Una volta che fu scomparso, Wendy sospirò e raccolse da terra la sua sacca da viaggio.
Gerard è molto gentile. Ci ha lasciato cibo e acqua in abbondanza per arrivare alla fine del deserto”

Che comunque non è lontana” asserì Gajeel, guardando verso nord.

A detta di Gerard non mancava che un giorno e mezzo di viaggio per raggiungere Era, ormai erano quasi arrivati a destinazione. Non erano sicuri che andare nella città della grande prigione nonché sede del Consiglio della Magia fosse una buona idea, né sapevano se Cobra fosse effettivamente vivo, ma ormai c'erano dentro fino al midollo, e non potevano che andare avanti.
Gerard aveva detto che anche Sting e Rogue erano diretti a Era, secondo suo stesso suggerimento. L'idea di radunarsi là e mettere a punto un piano d'azione era stata accettata all'unanimità.

Forza, allora. In marcia” sospirò Laxus cominciando a incamminarsi.

Ora che avevano recuperato le energie e che avevano fatto il pieno di acqua e cibo, erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa li attendesse. Natsu in particolare non vedeva l'ora di dare inizio a una bella scazzottata coi fiocchi: c'era così tanta gente da prendere a calci! L'artefice di quel pandemonio, gli Alfieri del Tiranno, la gente che avrebbe cercato di ammazzarli, e soprattutto quegli idioti dei loro compagni che si erano lasciati possedere così facilmente!
Salamander giurò che avrebbe riempito Gray ed Erza con tanti di quei pugni da renderli irriconoscibili. Quei maledetti gli avevano rotto ben due denti!
Mentre ognuno dei quattro draghi era immerso nei propri pensieri, Gajeel rallentò il passo e si gettò un ultimo sguardo alle spalle, studiando con diffidenza l'infinita distesa desertica dietro di loro.

Ovunque Gerard avesse spedito quei wraith, non li aveva mandati abbastanza lontano: a molte leghe di distanza da loro, cinque ombre armate di spade nere si sollevarono dalla sabbia.

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Te lo chiedo ancora una volta, Dragon Slayer” sibilò l'uomo biondo strattonando dolorosamente Cobra per i capelli e torcendogli la testa all'indietro. “Dove sono i tuoi simili?

Il Drago del Veleno si lasciò scappare un gemito.
In quegli ultimi giorni aveva ricevuto così tante botte da non poterle più nemmeno contare, e quel tizio odioso ancora non sembrava soddisfatto di averlo ridotto in quello stato.
Annaspò cercando di riprendere fiato, con l'unico risultato di tossire un grumo di sangue. Qualche costola era andata di sicuro, poco da farci, e probabilmente aveva ancora qualche osso incrinato o lussato, senza contare i segni di lividi e graffi che non gli risparmiavano nemmeno un centimetro di pelle. Eppure, nel proprio ferreo orgoglio, non ne voleva sapere di cedere.
Quando il suo aguzzino strinse ulteriormente la presa sui suoi capelli per indurlo a parlare, Cobra sogghignò e gli sputò in faccia un misto di saliva e sangue.

Non avrai niente da me. Niente” ripeté tanto per assicurarsi che quel bastardo avesse afferrato il concetto.

L'uomo indurì lo sguardo e per un attimo fu tentato di colpirlo ancora, ma poi parve cambiare idea e allentò la presa, lasciandolo scivolare a terra senza più forze.
Cobra rimase seduto con la schiena contro il muro di pietra grezza, ansimando e valutando quanto ancora avrebbe potuto resistere in quelle condizioni.

Evidentemente la tortura non funziona con te” esordì il biondo, passeggiando avanti e indietro per la cella. “Sei tenace, devo ammetterlo... ma questo non salverà né te né i tuoi simili dalla mia ira. A causa vostra, maledetti maghi dei draghi, ho perso tutto”

Ti ho già detto che i tuoi problemi personali non m'interessano” ribatté il Drago del Veleno, pulendosi il labbro spaccato. “Saresti dovuto morire quel giorno insieme a quell'ammasso di ferraglia che hai tentato di resuscitare. Adesso stai solo sprecando la vita che ti è stata risparmiata per un ridicolo piano di vendetta”

L'altro si voltò a guardarlo con rabbia.
La mia vita non ha nessun valore finché esistete voi Dragon Slayer! Non c'è abbastanza spazio per me e voi in questo mondo!”

Cobra voltò la testa dall'altra parte.
Era inutile tentar di far ragionare quell'idiota, perciò si sarebbe limitato a ignorarlo. Che lo torturasse pure se gli faceva piacere. Non aveva nessuna intenzione di accontentarlo e cercare per lui gli altri Dragon Slayer, solo per vederli trucidati uno dopo l'altro. Non era leale a nessuno di loro, vero... ma non era neanche così bastardo, egoista e insensibile da consegnarli nelle mani del boia.

D'un tratto un pensiero gli arrivò alle orecchie dal cuore dell'altro, costringendolo per forza di cose a spostare lo sguardo inferocito su di lui.

No” lo anticipò, ringhiando sommessamente. “Non lo farai!”

Oh, sì che lo farò” sogghignò in risposta il biondo. “Se non fai come ti dico, saranno i tuoi compagni a pagarne le conseguenze. Li farò giustiziare uno dopo l'altro, finché delle sei preghiere non ne rimarrà che una

Cobra inorridì.
Per lui gli Oraciòn Seis erano tutto fuorché amici, però erano i suoi compagni, l'unica famiglia che avesse, l'unico luogo a cui poteva fare ritorno. Il solo pensiero di perdere anche loro come aveva perso i suoi genitori da bambino, avrebbe potuto farlo impazzire. L'idea di restare solo per sempre era troppo terribile da sopportare.

Strinse furiosamente i pugni e si alzò di scatto, strattonando le catene nel vano tentativo di lanciarsi addosso al nemico.
Lasciali fuori da questa storia! Loro non hanno nulla a che vedere con i Dragon Slayer!”

Hanno a che vedere con te” precisò il biondo, andandogli incontro e fermandosi a un centimetro fuori dalla sua portata, così che non potesse nemmeno sfiorarlo. “Sono pedine sacrificabili. La scelta è tua, Cobra: trova gli altri cacciatori di draghi, oppure guarda i tuoi compagni morire tra le mille torture che infliggerò loro”

Il Drago del Veleno si sentì tremare di rabbia e paura insieme.
Non voleva farlo. Non voleva condannare a morte né i Dragon Slayer insieme a cui aveva combattuto, né tanto meno i suoi compagni di sventura.

L'altro sorrise di nuovo, perfido e viscido.
Adesso voglio una risposta” sibilò. “Dimmi... quanti Dragon Slayer riesci a sentire nelle vicinanze?”

Non voleva. Non poteva...

Strinse i denti fino a farsi sanguinare le gengive, e nel vedere la sua esitazione il biondo girò sui tacchi con uno sbuffo e uscì dalla cella, probabilmente per andare dritto ad occuparsi dei suoi compagni imprigionati.
Prima che l'uomo potesse allontanarsi troppo da lui e rischiare di non sentirlo più, Cobra mormorò con un filo di voce la risposta.

Ce ne sono... due

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Rogue si fermò in mezzo al sentiero, voltandosi indietro a scrutare le colline che si erano lasciati alle spalle.

Sting avanzò ancora di qualche passo prima di fare lo stesso.
C'è qualche problema, Rogue?” domandò, sulla difensiva.

Il Drago d'Ombra fiutò l'aria e scrutò in lontananza, sondando tutto l'ambiente circostante. Si trovava nella stessa direzione in cui soffiava il vento, perciò non poteva sentire bene gli odori. Sopra di loro, cupe nuvole grigie e pesanti si muovevano lente come buoi al pascolo, coprendo poco a poco tutto il cielo.
C'era qualcosa che lo rendeva inquieto, come se qualcuno li stesse seguendo a loro insaputa.

Rogue” lo chiamò ancora Sting, distogliendolo dai suoi pensieri.

Il Drago d'Ombra passò in rassegna un'ultima volta le colline che avevano superato da poco, quindi riprese a camminare.
No, niente. È solo che... ho un brutto presentimento”

Non dirlo a me” ribatté il biondino, allungando il passo. “Più ci avviciniamo a Era, e più sento che stiamo andando dritti tra le fauci del nemico”

Rogue fece per annuire, ma improvvisamente sentì un formicolio dietro la testa.
Si voltò di nuovo, questa volta di scatto, e finalmente le vide: tre ombre nere come la notte, indistinte sagome di quelli che potevano essere soldati in armatura coperti da lunghi mantelli sgualciti.

Anche Sting li notò e impallidì.
Quelli... sono...”

Gli esseri di cui parlava Gerard” concluse Rogue, mettendosi in guardia. “Gli Alfieri del Tiranno”

Le tre figure si avvicinarono scivolando sull'erba come spettri, e anche da un centinaio di metri di distanza entrambi i Dragon Slayer le videro estrarre le spade con un sibilo sinistro.

Credo che scappare non servirà a niente” esordì Sting, prendendo a sua volta la postura da combattimento e cominciando ad espandere la propria magia.

Rogue lo imitò. “Dobbiamo affrontarli adesso, in campo aperto”

Entrambi stavano sudando freddo perché consci di dover affrontare un nemico in superiorità numerica e che per giunta nemmeno conoscevano. La situazione non era delle migliori, ma dopotutto sarebbe anche potuta andare peggio.

Gli Alfieri ormai erano a meno di trenta metri da loro.

White Drive

Shadow Drive

Pronunciarono all'unisono l'incantesimo di potenziamento magico, espandendo la propria magia e preparandosi all'attacco.
Quando le tre figure nere furono loro addosso, i due partirono alla carica come furie, sparando un doppio attacco combinato che generò un'esplosione bianca e nera del raggio di diversi metri. La nube di fumo, luce e polvere che si propagò coprì la loro vista per qualche secondo, impedendo loro di capire se avessero colpito i nemici o meno.
Contro tutte le loro previsioni, però, una mano bardata di metallo uscì improvvisamente dal muro di fumo e agguantò Sting per la testa, per poi spingerlo indietro e schiacciarlo a terra con una forza mostruosa.

Sting!” si allarmò il Drago d'Ombra, accorrendo subito in suo aiuto. Sferrò un duro calcio al fianco dell'Alfiere, lì dove dovevano esserci le costole, ma non ebbe alcun effetto se non quello di farlo spostare di appena pochi centimetri.
Rogue sbiancò, Sting gemette quando la sua testa fu premuta sul terreno con più violenza, mentre gli oscuri buchi nella maschera dell'Alfiere si voltarono a fissare il Drago d'Ombra come pozzi di tenebra.

R-Rogue...! Argh!... S-scappa...!” latrò Sting.

Rogue non ci pensò due volte, attivò all'istante il Dragon Force e colpì l'Alfiere con tutta la magia che aveva in corpo.
LASCIALO STARE!!!!” urlò a pieno polmoni.

Stavolta l'Alfiere fu sbalzato indietro di diversi metri dalla durezza del colpo, e Sting fu finalmente libero di alzarsi.

Sting, presto! Attiva il Dragon For-” Rogue non riuscì a finire la frase che il sibilo furioso di una lama d'acciaio riempì le sue orecchie, avvertendolo che il secondo Alfiere era proprio dietro di lui, pronto ad affondargli in corpo la lama.

Rogue, giù!” ruggì Sting buttandoglisi addosso e tirandolo a terra con sé prima che la spada potesse trapassarlo. Rotolarono l'uno sull'altro, praticamente abbracciati, finché non riuscirono a riprendere la concentrazione e a rialzarsi, entrambi in modalità Dragon Force.

Loro ansimavano e tremavano, mentre i tre Alfieri si ergevano dinanzi a loro, immobili e letali.
Quanto erano forti quei maledetti guerrieri senz'anima?
Pur non utilizzando attivamente alcuna magia, i loro corpi sembravano davvero immortali e invincibili.

Dobbiamo combatterli a distanza, o rischiamo di farci ammazzare sul serio” esordì Sting, le chiazze bianche sul volto e sulle spalle che si illuminavano a intermittenza man mano che caricava la propria magia. “Usiamo tutto quello che abbiamo, Rogue! Facciamo vedere loro di cosa sono capaci i Draghi Gemelli!”

Rogue espanse il proprio potere e si lasciò avvolgere da sottili fili d'ombra.
Andiamo!”

Hakuryū no...

Eiryū no...

... HŌKŌ!!!

Il ruggito feroce che proruppe da entrambi si unì in un unico raggio grigio formato da ombra e luce, e una volta raggiunto il bersaglio la sua potenza fu tale da causare un'esplosione tripla rispetto a quella di prima, tanto grande da aprire una voragine in mezzo al terreno, non dissimile da quella che aveva aperto Sting durante i Grandi Giochi Magici.
Mantennero il ruggito più a lungo che poterono e alla massima potenza, ma non servì a nulla quando la lama di una spada tagliò in due il raggio, spezzandolo a metà e deviandone la traiettoria in lontananza verso le colline. Gli Alfieri furono loro addosso prima di potersene rendere conto, e solo quando videro le loro spade arrugginite calare verso le proprie teste, i Draghi Gemelli trovarono la forza d'animo di allontanarsi con uno scatto ed evitare di venir decapitati.

Non ci credo... il ruggito non è servito a niente?” mormorò Sting, sconvolto.

Eiryū no Zangeki!” sibilò Rogue lanciandosi contro l'Alfiere più vicino e graffiandogli il petto con una sferzata d'ombra. Sentì i propri artigli stridere sulla dura corazza di metallo dell'Alfiere, e passare oltre senza danneggiarlo.

Un altro wraith apparve da dietro e lo ferì di striscio sulla coscia, mentre Sting fu sferzato brutalmente su braccia e ventre. Tagli non abbastanza gravi da ucciderli, ma sufficienti a far perdere loro resistenza, energia e velocità.
Stanchi, ansimanti e sull'orlo della disperazione, i due maghi arretrarono. Nemmeno la loro magia unita poteva nulla contro quegli esseri... cosa dovevano fare?

Sting...” mormorò Rogue, tamponandosi la ferita alla coscia con una mano. “Ci rimane un solo asso nella manica”

Unison Raid, eh?” sospirò il Drago Bianco, mentre un rivolo di sangue misto a sudore gli scorreva lungo la tempia, lì dove l'Alfiere l'aveva afferrato e inchiodato a terra.

Rogue prese un respiro profondo e allungò la mano destra.
Se falliamo, sarà la fine”

Lo so” annuì Sting facendo lo stesso con la sinistra.

Caricarono velocemente tutta l'energia che restava loro, convogliandola prima nei palmi e poi nello spazio tra le loro mani, così che le loro due magie si fondessero per crearne una nuova, il più perfetto degli Unison Raid conosciuti. Non si erano mai neanche allenati granché per raggiungere quel grado di sincronia: la loro amicizia, i loro cuori, i loro respiri, la loro affinità... tutte queste cose erano perfette così com'erano, nate e cresciute spontaneamente. Nessuno avrebbe mai potuto compiere una magia d'unione più potente della loro.
Gli Alfieri del Tiranno avanzarono a lame sguainate, i volti diabolici delle maschere che sogghignavano in maniera distorta, deridendoli.

Rogue” chiamò Sting, lo sguardo fisso sul nemico.

Il Drago d'Ombra rimase ad ascoltarlo in silenzio, mentre l'Unison Raid assumeva la sua forma finale e si preparava a venir scagliato.

Sting sorrise.
Distruggiamoli

Sì”

Urlarono entrambi, lasciando che la loro maga unita scaturisse in tutta la sua devastante potenza e portando in avanti le mani per liberarla contro i tre nemici.

SEIEIRYŪ... SENGAAA!!!

Le Zanne Luminose del Sacro Drago d'Ombra esplosero come la deflagrazione del Big Bang, travolgendo nella loro luce multicolore tutto ciò che incontrarono sul loro cammino. Terra, cielo, alberi, rocce, carne, spirito... ogni cosa fu spazzata via da un'onda d'urto che si propagò per miglia e miglia, facendo tremare il regno intero.

Purtroppo, però, per la seconda volta il loro Unison Raid fallì.

Non era servito contro Natsu Dragneel durante il quarto giorno dei Giochi, e non servì ora dinanzi a tre spettrali nemici, i quali erano animati da una magia ben più antica e terribile dell'Unison Raid.
Quando l'esplosione di luce e ombra si dissolse, gli Alfieri del Tiranno si fecero avanti a passo solenne e indomito, i mantelli ormai quasi del tutto laceri e le armature graffiate e piene di ammaccature, tuttavia ancora intere.
Nel vederli, i Draghi Gemelli tremarono e crollarono in ginocchio, senza più forze. Avevano usato tutto il potere che era rimasto loro sperando di sopraffare il nemico, ma neanche stavolta avevano avuto successo.

Due Alfieri si fermarono davanti a ognuno di loro, le spade sollevate e pronte ad infliggere il colpo di grazia.

Sconfitto e rassegnato, Sting trovò la forza di cercare un'ultima volta la mano del partner, di stringerla nella sua e di rivolgergli un sorriso malinconico.

Sono felice di averti conosciuto, Rogue”

Il Drago d'Ombra chiuse gli occhi, poi le lame calarono.

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Gerard aveva dovuto lasciare la sua cavalcatura giù alle pendici delle montagne e proseguire a piedi, inerpicandosi sull'impervio sentiero che serpeggiava tra le aspre rocce del monte Hakobe.
Faceva molto freddo, lassù, tra la temperatura bassissima e le sferzate di vento gelido che sollevavano neve e cristalli di ghiaccio.
Non si era attrezzato per affrontare un clima del genere, ma non aveva neanche intenzione di restare a lungo. Doveva solo trovare l'uomo di cui gli avevano parlato Natsu e gli altri, farci quattro chiacchiere e poi tornare a valle.
Camminava ormai da tre ore in salita, affondando i piedi nella neve fresca che gli arrivava fino alle ginocchia.
Si strinse meglio addosso il mantello quando una raffica particolarmente violenta lo gelò fin nelle ossa, scompigliandogli i capelli e spingendolo pericolosamente verso l'orlo del dirupo sulla sinistra.

Dovette tenersi saldamente alle sporgenze rocciose sull'altro lato per non rischiare di cadere giù.
C'era quasi da chiedersi se anche il famigerato Drago degli Inferi avesse fatto tutta quella fatica per arrivare in cima. Cosa ci era venuto a fare, poi, lassù?

Gerard aveva seguito una pista per due giorni, basandosi sulle tracce di cenere e i segni di colpi di spada sparsi qua e là lungo il cammino. Non era stato per niente facile, ma ormai era sicuro che Lucifer Totenstern si fosse diretto su quella montagna nelle ultime ore.
Più avanti il sentiero curvò verso l'interno della montagna, per poi allargarsi progressivamente fino a perdersi nella vasta distesa bianca di un ghiacciaio. O meglio, doveva esser stata una distesa bianca, ora punteggiata di corpi anneriti e chiazze di sangue semi-congelato che si raffreddavano velocemente con l'imperversare della tempesta di neve.

Gerard esitò un momento, sconcertato.

Il ghiacciaio era pieno zeppo di cadaveri ancora freschi, i cui corpi stavano venendo ricoperti dalla neve caduta dal cielo. C'erano corpi piegati in posizioni innaturali, rocce annerite dal fuoco, ampie macchie rosse che balzavano subito all'occhio sul biancore della neve, oltre a spade, lance e archi conficcati qua e là nel ghiaccio. Sembrava un campo di battaglia dove il conflitto si era appena concluso senza né vinti né vincitori.
L'ex Mago Sacro avanzò lentamente tra i resti di quella carneficina, scavalcando i corpi o aggirandoli, puntando verso l'unico sopravvissuto al massacro.

Seduto comodamente su una montagna di cadaveri accatastati, c'era Lucifer.

Molte cose gli avevano detto a proposito di quel Dragon Slayer, ma ironicamente non appena lo vide Gerard pensò all'unica che non gli era stata riferita: la sua bellezza.
Il Drago degli Inferi aveva un portamento elegante e regale come pochi, e anche stravaccato a gambe larghe su un cumulo di corpi morti riusciva ad avere un aspetto a dir poco sublime.
La pelle bianca quasi quanto il latte, facile da confondersi tra la neve, i lunghissimi capelli color dell'argento vivo, gli occhi di un azzurro tanto intenso da far male a guardarlo.
Con tutte le probabilità quell'uomo era davvero un mostro, ma non si poteva che restare incantati dinanzi al suo aspetto divino.

Come Gerard fu entrato nel suo raggio d'azione, a pochissimi metri da lui, Lucifer sollevò lentamente il capo per rivolgergli uno sguardo vagamente incuriosito.
Lo studiò per pochi ma interminabili secondi, scrutandolo da capo a piedi come un predatore che valuta se la vittima di turno valesse la pena di essere braccata.
Alla fine sorrise, e dalla vista dei suoi canini aguzzi Gerard ebbe la conferma che era proprio un Dragon Slayer. In alternativa poteva essere solo un demone.

Dimmi, topolino” esordì con voce inaspettatamente ipnotica e melodiosa. “Sei venuto anche tu a reclamare la testa del drago?”

Dal modo in cui lo vide accarezzare l'impugnatura della sua katana, Gerard intuì che quel tipo non aspettava altro che bagnarsi di altro sangue. Del suo sangue.

Prese un respiro profondo e calibrò bene le parole, attento a non provocarlo.
Tu devi essere Lucifer Totenstern, il Drago degli Inferi, dico bene?”

Lucifer inarcò un sopracciglio, apparentemente sorpreso.
Conosci il mio nome e il mio titolo, ma io non conosco te”

Non ci siamo mai incontrati, prima d'ora” continuò Gerard. “Il mio nome è Gerard Fernandez. Ero coinvolto alla costruzione della Torre del Paradiso, sia come schiavo che come suo edificatore. Ora ho creato una gilda indipendente alleata a Fairy Tail”

Lucifer continuò a giocherellare con l'elsa della spada, per niente impressionato dalle sue parole.
Se Gerard sperava di ingraziarselo definendosi alleato di Fairy Tail, aveva fatto male i conti.

Non sono qui per combatterti” aggiunse, sperando che l'altro togliesse la mano da quella maledettissima spada. “Voglio solo farti qualche domanda. Ho parlato con gli altri Dragon Slayer di Fairy Tail, e insieme siamo giunti alla conclusione che tutto ciò che sta accadendo sia opera di qualcuno che ce l'ha con voi per un motivo particolare. È stato Laxus a... suggerirmi di parlarne con te”

Lucifer ridacchiò e tornò a guardarlo negli occhi.
Ora che lo guardava con più attenzione e più da vicino, Gerard si rese conto che il Drago degli Inferi aveva trovato un modo per tatuarsi il marchio di Fairy Tail dritto nell'occhio, al posto della pupilla.

Ah, davvero? È questo che ti ha detto? Non mi sorprende” rispose con tranquillità. “Il vostro ragionamento è corretto, in effetti. Qualcuno che odia profondamente i Dragon Slayer sta cercando di catturarci e ucciderci tramite un incantesimo che controlla milioni di persone in tutto il regno. La domanda che vi siete posti è: per quale motivo un essere umano dovrebbe nutrire un tale odio verso i Dragon Slayer da cercare di sterminarli come insetti? E soprattutto... chi ha generato un tale odio?”

Gerard intuì dove voleva andare a parare, perciò si affrettò e spiegarsi meglio.
Non ti sto accusando di essere la causa di tutto questo”

Lucifer smise di sorridere e lo guardò con una serietà più gelida del ghiaccio che lo circondava.
Dovresti, invece. Perché sì, ho ucciso tante di quelle persone, sterminato tante di quelle famiglie e tribù da poter scatenare l'odio dell'intera nazione. Più o meno tutti quelli che conosco e sono sopravvissuti nutrono un profondo rancore nei miei confronti. Perciò è più che legittimo che tutto questo stia accadendo per causa mia”

Gerard non seppe come replicare.
Adesso gli era chiaro perché i maghi di Fairy Tail provassero un tale timore nei confronti di quel folle Drago degli Inferi, che con tanta leggerezza parlava dei massacri compiuti. C'era da chiedersi come il Master Makarov avesse potuto accettarlo nella gilda.
Probabilmente era proprio lui la causa scatenante di tutto quel pandemonio. Chiunque stesse cercando vendetta contro i Dragon Slayer, la stava cercando perché motivato dalla crudeltà inaudita di Lucifer, le cui azioni avevano fatto pensare alle sue vittime che tutti i Dragon Slayer fossero come lui.
Ora restava solo da capire chi era divenuto l'araldo di tale furia.

Hai qualche idea di chi possa essere così desideroso di vendetta da fare tutto questo? Da quello che ho capito hai rubato molte vite e lasciato molti orfani... c'è qualcuno che potrebbe voler reclamare seriamente la testa dei Dragon Slayer?”

Lucifer sorrise di nuovo e scosse la testa come un genitore davanti a un bambino particolarmente ottuso.
Hai posto la domanda sbagliata, topolino. In molti vorrebbero vendetta contro di me, ma ben pochi oserebbero sfidare l'ira di un Dragon Slayer”

E allora... ?”

Prova ad allargare i tuoi orizzonti” lo interruppe Lucifer. “Prova a pensare come farebbe un pazzo megalomane ossessionato dalla sete di potere. Una comune vittima cercherebbe vendetta da sola, non arriverebbe mai a sconvolgere l'intero ordine delle cose. Chi sta cercando di uccidere i Dragon Slayer è un uomo mosso da una sete di vendetta così profonda da essersi addirittura destato dalla tomba. Un uomo che a causa dei Dragon Slayer ha perso tutto ciò che ha costruito nell'arco di un'intera vita. Un uomo che si è visto portare via i propri sogni da un branco di ragazzini armati di una magia ormai dimenticata”

N-non capisco...” fece Gerard. Non riusciva a seguire cosa il Drago degli Inferi gli stesse dicendo, non riusciva a collegare i suoi pensieri e a capire su cosa stesse portando la sua attenzione.

Lucifer si alzò e scese con un balzo leggiadro dalla montagna di cadaveri, atterrando proprio di fronte a lui.
Al momento mi viene in mente solo una persona che rispetta tutte queste condizioni”

Gerard cominciò a sudare freddo, ora che si stava avvicinando alla soluzione del problema.

Gli occhi di Lucifer brillarono di fiamme cerulee, accese e vive.
L'unico che ha sfidato l'ira di cinque Dragon Slayer, ed è morto, per questo”

Dimmi il suo nome” mormorò Gerard.

Lucifer lo guardò come se lo vedesse per la prima volta, e a quel punto sorrise, scoprendo i canini affilati come rasoi.
Ti ho già detto anche troppo, topolino. Se vuoi sapere il resto, sopravvivi

E in un attimo, la sua spada fu sfoderata.

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Cobra si destò dal torpore del sonno quando le sue orecchie sensibili captarono il suono cigolante della porta della prigione che veniva aperta. Il suono di passi affrettati che seguì, fu più che sufficiente a fargli capire che quel bastardo biondo stava venendo di nuovo a tormentarlo.
Da disteso che era si tirò a sedere con uno sforzo immenso, cercando i trattenere i gemiti quando i muscoli doloranti gli mandarono una nuova scarica di fitte e le ferite si riaprirono.
Appoggiò la schiena segnata dalle frustate contro il muro e rimase in attesa dell'arrivo dei suoi aguzzini.

Impiegarono un paio di minuti per arrivare alla sua cella, e Cobra ebbe tutto il tempo di ascoltare i loro pensieri in lontananza. Sentiva il suono di passi di tre persone, di cui due non avevano alcun pensiero, alcuna emozione: Alfieri. Il terzo, prevedibilmente, era l'uomo che lo aveva tormentato a volontà negli ultimi giorni, costringendolo a fare cose di cui si era pentito subito.
L'uomo biondo arrivò alla sua cella e la aprì con un calcio dopo aver girato il chiavistello, facendosi da parte per permettere ai due silenziosi wraith di entrare.

Mettetegli le manette anti-magia ai polsi e caricatelo sul carro. Lo portiamo con noi a Crocus”

A Cobra non piacque niente di tutto ciò, ciononostante non poté far altro che alzarsi quando lo strattonarono, per poi seguire in silenzio il suo carceriere. Gli Alfieri gli misero le manette ai polsi e lo condussero attraverso i corridoi della prigione, senza parlare né respirare, né dare alcun segno di vita oltre al movimento.
La luce del giorno fuori dall'edificio ferì per un momento gli occhi del Dragon Slayer, divenuti particolarmente delicati a causa del lungo periodo passato nella semi-oscurità. Tuttavia, avrebbe mille volte preferito quel buio pesto piuttosto di vedere alla luce del giorno l'atroce spettacolo che avevano appena messo in atto gli Alfieri del Tiranno, ai diretti ordini del loro evocatore.

L'esecuzione di due Dragon Slayer.

Quando li vide, e quando loro ricambiarono il suo sguardo con occhi rassegnati e privi di speranza, il suo cuore si strinse in una morsa dolorosa e soffocante.

Lui li aveva consegnati nelle mani del nemico.
Lui li aveva portati alla morte.

Non riuscì a guardare mentre gli Alfieri li passavano a fil di spada con il suono nauseante di carne staccata dalle ossa. L'odore di sangue fresco che seguì, fu così forte da rivoltargli lo stomaco mentre veniva caricato su un carro corazzato.

Mi dispiace” sussurrò con un filo di voce rotta dal senso di colpa. “Mi dispiace

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Natsu sollevò di scatto la testa quando una forte corrente d'aria gli portò alle narici il profumo dell'erba e dell'acqua, un vero toccasana che risanava i polmoni dopo la bruciante polvere del deserto. Un paio di miglia davanti a loro il deserto finiva, scontrandosi contro i solidi piedi di una catena montuosa di dura roccia.

Ci siamo!” esclamò allegramente. “Quella è la fine del deserto!”

Wendy sospirò di sollievo, Gajeel sogghignò.

Oltre quelle montagne c'è Era” constatò Laxus.

Alla fine, in un modo o nell'altro erano arrivati a destinazione. Era stata un'avventura che aveva messo a dura prova la loro forza di volontà, eppure erano consci che il peggio doveva ancora venire.

Forza, andiamo!” li spronò Natsu, mettendosi a correre. “Un ultimo scatto e ci siamo!”

Gajeel lo guardò come si potrebbe guardare un perfetto idiota.
Ma che fai, ti metti a correre come un bambino?”

Geloso, testa di ferro? Evidentemente sei troppo lento per starmi dietro” gridò di rimando Salamander.

Che hai detto?!”

Ho detto che sei lento come una vecchietta di novant'anni!”

Salamander, brutto...!”

Gajeel partì di corsa dietro all'eterno rivale, seminando di un bel pezzo Wendy e Laxus, i quali rimasero a guardare i due contendenti in una gara di corsa testa-a-testa.

Laxus sorrise e li osservò allontanarsi sempre più, in direzione delle montagne.
Si rivolse a Wendy, sogghignando.

Ehi, piccoletta. Che ne dici di far vedere a quelle due teste calde chi è veramente veloce?”

Magia dell'Aria e magia del Fulmine... Natsu e Gajeel non avevano speranza.

Wendy soppesò la proposta, poi sorrise di rimando e annuì.
Certo!”

La Dragon Slayer del Cielo richiamò l'incantesimo Vernier per sollevarsi in volo e aumentare drasticamente la propria velocità, mentre Laxus si ricoprì di scariche elettriche e divenne un tutt'uno con il fulmine.
Quando scattarono in avanti, raggiunsero e superarono gli altri due Dragon Slayer con una velocità tale da travolgerli in un vortice di vento e farli rovinare a terra entrambi, l'uno sull'altro.

Siete lenti, ragazzi” li rimbeccò Laxus, ridacchiando mentre raggiungeva di gran carriera le montagne e balzava di roccia in roccia, sempre più in alto.

Scusate, Natsu-san, Gajeel-san!” gli fece eco Wendy, subito dietro di lui.

Natsu e Gajeel si ritrovarono a terra a mangiare la polvere.
Come nella famosa maratona delle ventiquattro ore, Wendy li aveva battuti di nuovo, sorridendo tutta contenta mentre loro ancora lottavano per rialzarsi. Laxus, neanche a parlarne, era già arrivato sulla cima della catena montuosa, e li osservava ridendo da almeno mezzo miglio di distanza.
Salamander e Acciaio Nero si rivolsero un'occhiata truce, quindi si sferrarono vicendevolmente una testata per ringhiarsi addosso.

È tutta colpa tua, ferraglia arrugginita!”

Mia? Di chi è stata l'idea di fare una gara di corsa contro Laxus?!”

Ho sfidato te, non Laxus! E neppure Wendy!”

Sei proprio un idiota!”

Ripetilo!”

I-d-i-o-t-a!”

Bastardo!”

Cominciarono ad azzuffarsi come cani in lotta per un osso, e dalla cima del monte di roccia, Laxus e Wendy li guardarono scuotendo la testa e sorridendo. Quei due non cambiavano mai!

Laxus sospirò e lanciò un'ultima occhiata al deserto che si stavano lasciando le spalle. Visto da lassù, alla luce del tramonto, appariva ancora più immenso e sconfinato, con le dune di sabbia che si perdevano fino all'orizzonte. Era una vista mozzafiato che in altre circostanze si sarebbe goduto meglio, ma al momento pensieri più oscuri lo preoccupavano.
Si voltò nell'altra direzione per vedere la valle sull'altro versante delle montagne. Anche da lì riusciva a vedere l'enorme edificio che ospitava la sede del Consiglio della Magia, poco distante dalla città di Era.
Si girò di nuovo per urlare a Nastu e Gajeel di darsi una mossa, ma all'improvviso vide qualcosa che lo pietrificò.

In lontananza, sulla cima di una duna di sabbia, cinque figure nere avvolte in mantelli logori li stavano osservando.

Gli Alfieri.

Wendy sussultò. “Laxus-san! Quelli sono...!”

Merda!” imprecò il Dio del Tuono prima di guardare in basso, verso i due idioti ancora impegnarsi a darsele di santa ragione e del tutto ignari del pericolo.

Gli Alfieri del Tiranno si mossero, venendo verso di loro a una velocità maggiore rispetto a quella di un comune mortale.

Laxus digrignò i denti e urlò con quanto fiato aveva nei polmoni.
Natsu! Gajeel! CORRETE!!!”

I due Dragon Slayer ebbero solo una frazione di secondo di tempo per accorgersi del nemico in rapido avvicinamento, poi, quando compresero cosa stava succedendo, smisero di azzuffarsi e si lanciarono di corsa verso i piedi delle montagne alla massima velocità consentita dalle loro gambe.
Corsero come assatanati mentre dietro di loro i cinque Alfieri avanzavano rapidi e inesorabili, ombre di morte venute a reclamare le loro vite.
Mancavano solo poche decine di metri alle pareti scoscese della montagna, poche decine di metri alla salvezza. Wendy e Laxus li incitavano a correre più veloci, mentre alle loro spalle udivano distintamente il cigolio delle spade sfoderate.

Cazzo!” imprecò Gajeel. “Dobbiamo rallentarli o di questo passo ci raggiungeranno!”

Natsu balzò in aria e ruotò su sé stesso, gonfiando i polmoni al massimo.
Karyū no... HŌKŌ!!!

Il ruggito che seguì s'infranse addosso ai loro inseguitori, intrappolandoli dietro un muro di fuoco le cui fiamme divampavano verso il cielo e crepitavano con un gorgoglio sinistro.
I due Dragon Slayer approfittarono di quell'occasione per allungare ancora un po' il passo e correre di gran carriera verso la parete di roccia.
Quando la raggiunsero, saltarono e si aggrapparono agli speroni di pietra più sporgenti, usandoli come appigli per darsi la spinta e salire.
Prima che potesse mettersi in salvo, però, Natsu si sentì stringere improvvisamente la caviglia da una presa ferrea, scoprendo con orrore che un Alfiere con il mantello in fiamme lo stava tirando giù, verso il punto cui gli altri quattro si apprestavano a colpirlo con le spade avvolte da lingue di fuoco.
Natsu strinse i denti e cercò di divincolarsi per fargli mollare la presa, ma l'Alfiere era dotato di una forza mostruosa, tanto che i suoi guanti d'acciaio gli lasciarono lividi violacei attorno alla caviglia.

Ugh... dannazione!” ringhiò mentre veniva trascinato giù.

Gajeel si accorse di cosa stava succedendo e fece per scendere ad aiutarlo, ma improvvisamente un fulmine caduto dal cielo si abbatté duramente sul wraith, costringendolo finalmente a lasciare la presa e ad arretrare.

Laxus arrivò da loro balzando di roccia in roccia, completamente avvolto dai suoi terribili fulmini.
Salite, presto!” ordinò, scaricando un'altra pioggia di elettricità addosso agli Alfieri. Non li avrebbe fermati, ma come minimo poteva rallentarli.

Gajeel afferrò la mano di Salamander e lo tirò su, fuori dalla portata del nemico, quindi ricominciarono a salire velocemente mentre sotto di loro Laxus affrontava da solo i wraith.
Wendy li aiutò con il suo incantesimo dell'aria, così da sollevarli e farli arrivare direttamente in cima, finalmente al sicuro.

A quel punto, la giovane Dragon Slayer del Cielo si sporse oltre la cima della montagna e richiamò l'attenzione di Laxus.
Laxus-san! Ci siamo!”

Bene! Arrivo!” urlò di rimando quello, sferrando un ultimo calcio ad un Alfiere prima di schizzare via come una saetta, fuori dalla sua portata.

Gli Alfieri non dissero niente, non si lamentarono né ruggirono di rabbia: cominciarono semplicemente a scalare la montagna.

Eh no, bastardi!” ringhiò il Drago del Fulmine, sollevando un pugno verso il cielo e richiamando il Raging Bolt, per poterlo abbattere direttamente sul fianco della montagna e generare così una valanga di massi e polvere che investì gli Alfieri e li trascinò giù.

Cazzo, quelli non si arrendono!” ringhiò Gajeel dopo aver assistito la scena.

Laxus atterrò accanto a lui e guardò giù, verso il cumulo di pietre e detriti da cui già spuntavano le mani metalliche dei wraith.
Già, ma se non altro non hanno nessun potere magico. Sono immortali, veloci e maledettamente forti, ma per il resto le loro capacità non vanno oltre quelle dei comuni mortali”

Anche Natsu si sporse per vedere il modo in cui gli Alfieri si aggrappavano alla parete di roccia, cercando inutilmente di scalarla al pari un branco di cani che tentano di prendere un gatto in cima all'albero.

Troveranno un modo per raggiungerci” sentenziò. “Dobbiamo allontanarci da qui”

Era non è lontana” aggiunse Wendy, indicando la sede del Consiglio della Magia nella valle sottostante.

Tsk. Avremo mai cinque minuti di pace?” borbottò Gajeel mentre cominciavano a scendere sull'altro versante.

La strada in discesa fu molto più rapida che in salita: facilitati dalla gravità, i quattro maghi arrivarono nella valle sottostante in pochi minuti, trovandosi ad atterrare sull'erba fresca di un vasto prato. Poco distante da loro, l'edificio che era allo stesso tempo il quartier generale del Consiglio della Magia e la sede delle prigioni, sorgeva imponente e maestoso in una vasta radura.

Avviciniamoci lentamente” esordì Laxus, scrutando l'edificio silenzioso a distanza di sicurezza. “Potrebbero esserci guardie nascoste ovunque”

Io non ne vedo nessuna... anzi, per la verità quel posto sembra proprio disabitato” fece notare Natsu. Non c'era nessuna forma di vita in vista, né umana né animale. Nulla si muoveva, tutto era silenzioso e immobile come se quel luogo fosse abbandonato.

Solo perché non vedi nessuno non vuol dire che non dobbiamo fare attenzione!” ringhiò Gajeel, scrutando nervosamente l'edificio. “E poi... c'è davvero un pessimo odore nell'aria. Sento puzza di guai”

Devono esserci altri Alfieri, qui vicino” constatò Wendy.

Natsu storse il naso. “Non è solo questo” disse con tono lugubre. “Qui c'è anche odore di sangue”

Decisero di avvicinarsi lentamente e con molta cautela. Gerard aveva detto loro di aspettare il suo ritorno, ma non ce la facevano a trattenersi davanti al loro bersaglio così meravigliosamente sguarnito di soldati. Se Cobra era ancora vivo, probabilmente era tenuto prigioniero lì sotto.
Quando arrivarono a meno di un centinaio di metri dalla sede del Consiglio, senza che nessuno tentasse di fermarli o catturarli, Natsu si accorse di un particolare che prima non aveva notato: l'ingresso dell'edificio era costituito da una lunga strada cementata su cui montavano la guardia decine di statue di cavalieri in groppa a rampanti destrieri, ma proprio davanti a tutte queste svettavano una fila di pali di legno che nulla avevano a che vedere con lo stile della struttura.

Fu in quel momento che l'odore di sangue divenne più forte che mai, pizzicandogli il cervello.

Senza pensarci due volte abbandonò ogni cautela e schizzò di corsa verso il corridoio di statue, il cuore in gola al pensiero di ciò che avrebbe trovato.

Natsu, aspetta!” lo chiamò Laxus, tentando invano di fermarlo.

Natsu-san!”

Tsk. Quel cretino” sibilò Gajeel prima di corrergli dietro con tutta l'intenzione di acciuffarlo per la collottola e riportarlo indietro, in un punto meno scoperto. Quando tuttavia lo vide rallentare e fermarsi davanti a una fila di pali di legno, rallentò a sua volta, sgranando gli occhi man mano che si avvicinava fino a fermarsi accanto al compagno con la bocca completamente asciutta e l'espressione impietrita dall'orrore.

Quando Laxus e Wendy li raggiunsero, quest'ultima sobbalzò e si portò le mani alla bocca, mettendo a tacere un urlo muto, mentre il Dio del Tuono tirava giù un paio di maledizioni.

Quei pali di legno dalla punta aguzza servivano come spiedini per infilzare teste umane.
Teste di Dragon Slayer.

E due di essi erano già stati riempiti.


  
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