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Autore: Mel_mel98    30/09/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo:
[“Dormi bene, mi raccomando...”- sussurro mentre sto per uscire.
“Beck!”- la sento dire.
“Sì?”- faccio affacciandomi alla porta- “Dimmi tutto”
“Raccontagli... raccontagli di noi due.”- parla senza guardarmi in faccia, ha già gli occhi chiusi.
“Tranquilla... ci penso io, sono abbastanza bravo nel raccontare le storie.”]
Ogni sera, un racconto diverso.
Per conoscere ogni segreto di questa stupenda coppia, ormai trio.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Difficile
 
“Lo vuoi sapere di quel giorno in cui chiamai mia madre? Tua nonna, sì.
È stato... strano, per così dire. Non mi aspettavo proprio la sua reazione. Mi ha letteralmente mandato in confusione.”
 
“Sai a cosa stavo pensando?”- disse Beck avvicinandosi a Jade, seduta fuori della Hollywood Arts.
“Cosa?”- chiese senza troppo interesse, continuando a sfogliare il suo libro.
“Pensavo che potrebbe essere arrivato il momento di dirlo a mia madre...”
Lei si immobilizzò, chiuse di scatto il libro.
“Spero di aver capito male.”- disse con tono autoritario.
“No, mi sa proprio che hai capito benissimo, Jade”- continuò Beck, guardandola serio.
Lei lo afferrò per il braccio, lo strinse con tutta la forza che aveva in corpo.
“No Beck, pensavo di essere stata chiara sulla faccenda.”
Lui le stinse la mano, costringendola a lasciare la presa.
“Ehm, non proprio. Tu hai parlato, e mi hai detto ciò che pensi riguardo alla gravidanza e a tuo padre.”- disse risoluto.
“Già, e mi sembrava che fossi d'accordo con me. O sbaglio?”- chiese lei, sempre più irritata.
“Sì, certo condivido il tuo punto di vista in tutto e per tutto, non sarebbe sicuro dire a tuo padre che sei incinta, né per te né per il bambino...”
“Ma...”- continuò Jade acida.
“Ma con mia madre sarebbe diverso. Che vuoi che succeda? Non c'è alcun pericolo...”- rispose tranquillo.
“Beck, ma che stai dicendo! Come minimo inizierà a chiedere particolari, informazioni...”
“E io allora risponderò. Ma lei deve sapere del bambino, non mi sembra giusto nei suoi confronti tenerle nascosto tutto quanto.”- rispose sicuro.
Jade rimase qualche attimo in silenzio ad osservare la faccia del suo ragazzo.
Come faceva a non capire? Come poteva essere così cocciuto?
“Beck, così ti fai del male da solo. Tua madre non avrà la reazione che ti aspetti e ne rimarrai mortificato. Ne sono praticamente certa.”- disse dopo un po'.
Ma lui sembrava irremovibile, convintissimo della sua decisione.
“Io non mi aspetto nessuna reazione in particolare da parte sua, perciò è impossibile che rimanga deluso o qualcosa del genere. Quindi sta' tranquilla, andrà tutto bene. E poi pensaci: se un giorno dovesse venire a trovarmi a Los Angeles che cosa diavolo le racconterei?”
“D'accordo, ho capito, è inutile star qui a perdere tempo. Fai come ti pare. Io non ho la voglia, tanto meno la pazienza, di dissuaderti dalla tua idea.”- fece alla fine Jade alzandosi.
“Bene, grazie mille”- rispose Beck soddisfatto baciandola sulla guancia.
“Sì sì... Io vado da Cat, torno stasera verso le sette.”
“Ok.”- sorrise, poi un secondo dopo la fermò- “Un momento! Chi ti accompagna alla roulotte?”
“Mah... credo la nonna di Cat.”- fece lei tranquilla.
“Cosa?! Non se ne parla! Hai una vaga idea di come guida quella? È capace di fare un incidente ancora prima di mettere in moto!”
Jade rise.
“D'accordo, ho capito... Mi farò accompagnare a piedi da Cat... Sei più tranquillo?”
“Mah, insomma...” -disse, non proprio sollevato.
“Dai, tanto è ancora giorno fino a tardi e poi mi fa bene camminare... Ci vediamo stasera.”- e prima di separarsi si scambiarono un altro bacio.
 
“Ciao mamma”
“Beck! Santo cielo!”- sentì gridare dall'altra parte del telefono.
“È da un bel po' che non ti fai sentire! Come va?”- chiese la madre.
“Bene, benissimo... Sul serio, qua è tutto a posto.”- disse, cercando di essere il più convincente possibile.
“Ah, sono contenta! Ma lo sai che non ti credo... Se non fosse successo qualcosa non mi avresti chiamato!”
Beck sorrise. Sua madre era una donna molto furba. Non le sfuggiva mai niente. Era sempre stato impossibile nasconderle le marachelle che combinava da bambino.
“Beh, forse hai ragione... qualcosa è successo.”- disse, sedendosi sul letto.
“Va bene, fammi indovinare...”- cominciò la donna.
“No mamma, non credo che tu riesca ad indovinare questa volta...”
Lei rimase un attimo in silenzio.
“Dai, dammi qualche indizio, sono brava ad indovinare!”-esclamò- “Per caso... riguarda la tua ragazza, Jade?”
“In un certo senso sì”- annuì il ragazzo.
E sentì il suo cuore battere più forte.
Solo in quel momento si rese veramente conto della notizia che stava per comunicarle.
E si domandò, per la prima vera volta, come avrebbe potuto prenderla.
Alla fin fine, a sua madre Jade non piaceva e non era mai piaciuta.
La tollerava sì, ma niente di più.
“Per caso vi siete lasciati?”- domandò la madre, mantenendo il tono della voce neutro.
“No mamma, affatto. Abbiamo avuto una piccola crisi, ma adesso insieme stiamo meglio che mai”
“Ah... direi che questa è una cosa... buona. Era questo che volevi dirmi?”
Beck si trovò esitante.
“Beh, partendo da lontano... sì.”- disse alla fine.
Sentì il rumore di una sedia dall'altra parte del telefono.
“Dai Beck, figliolo, sputa il rospo. Non ce la faccio più ad aspettare e tra un po' devo mettermi ai fornelli. Quindi o me lo dici adesso o mai più.”
Beck respirò profondamente.
“Mamma, Jade è incinta.”
Seguirono attimi a suo parere interminabili, fatti solo da un profondo silenzio.
“Beck io... cosa dovrei dirti adesso?!”- sembrava leggermente alterata, anche se tentava di contenersi. Beck ne rimase stupito.
“Mamma... che cosa...”
Le parole gli si erano incollate alla bocca. Non riusciva più a dire niente.
“Cavolo Beck, perché? Perché mai avete fatto una cosa del genere?! È stata lei a convincerti a fare un'azione così scellerata, è stata quella lì a costringerti ad accettare una tale situazione?”
E ritrovò immediatamente la forza di parlare: “Smettila, non parlare così, non devi neanche pensarci! Jade mi ha lasciato libero, ha lasciato decidere a me cosa volessi fare. Quindi non parlare così di lei, per favore.”
La donna sospirò.
“Tu non sai assolutamente a cosa stai andando in contro...”
“Certo che non lo so, e come potrei? Mamma, si tratta di mio figlio, della ragazza che amo... non voglio e non avrei mai potuto abbandonarli.”- disse convinto.
“Oh Beck... Tu sei così buono, così dolce e sensibile. Logico che tu abbia scelto questa strada.”- sussurrò.
E Beck la riconobbe. C'era pietà nella sua voce.
Lo stava compatendo. Ancora.
“Mamma, ancora questa storia! È da quanto ti ho presentato Jade che non fai altro che dire che lei è così maleducata, così fredda e scortese, mentre descrivi me come un santo. Dovresti smetterla, seriamente!”- sbottò.
“Beck, mi hai chiamato per chiedermi un'opinione sulla faccenda immagino. Bene, questa è la mia opinione. Avresti voluto che fossi contenta per te, che ti facessi, non so, i complimenti per l'imminente paternità. Beh, sarei una falsa se mi comportassi così. Ti illuderei che fosse una cosa facile, avere un bambino a cui badare.”- rispose severa.
Il ragazzo si distese sul letto, letteralmente schiacciato da quelle parole.
“E poi, cosa pensi di poter vivere di tre in quella roulotte? In due con un bambino! Con quali soldi comprerai pannolini, fasciatoio, passeggino... Non è una cosa facile per due adolescenti questa Beck!”- continuò la donna.
“Non penso che sia una cosa facile e no, non stavo cercando il tuo appoggio. Volevo semplicemente... che tu lo sapessi.”- disse rassegnato.
“Perfetto, ora lo so. Mi dispiace di non aver avuto la reazione che ti aspettavi.”
A quelle parole il ragazzo si ricordò della precedente conversazione con Jade. Anche lei aveva detto la stessa cosa.
“Non mi aspettavo nessuna reazione in particolare”- ripeté un'altra volta- “Ma forse... mi sarei aspettato solo un po' più di fiducia.”
Sentì la madre sospirare.
“Io mi fido di te tesoro, mi fido davvero. Ma per prepararsi all'arrivo bisogna pensare ad un sacco di cose e... potresti non averle considerate tutte.”- disse poi.
“Per esempio? Guarda che non sono un cretino, anche io so benissimo che vivere dove vivo adesso sarebbe un suicidio. Jade si è già procurata di trovare una sistemazione e si è accordata con Cat, la sua amica. I suoi genitori sono partiti e lei è andata a vivere da sua nonna. Con il permesso di suo padre abbiamo ottenuto la casa per un anno intero. Poi vedremo come procedere.”
“Oh, bene. Ottima idea. Ma il problema maggiore sono i soldi, a meno che non vogliate dare da mangiare vermi a vostro figlio”- fece con una nota di sarcasmo.
“Ho già trovato lavoro.”- rispose immediatamente Beck, spiazzandola.
“Ah sì?!”
“Già... Ho trovato posto in un bar, lavorerò a giorni alterni e di sera, così potrò anche dare una mano a Jade. E prima che tu me lo chieda: anche per lo studio sono a posto. Ho parlato con il coordinatore e abbiamo programmato un piano di studi agevolato che mi permetterà di finire la scuola.”
Parlò tutto d'un fiato, senza mai fermarsi.
Perché sì, doveva ammetterlo, dire quelle cose lo faceva sentire meglio. Un po' più pronto, se vogliamo.
Dopo i soliti saluti chiuse la chiamata, e lasciò cadere sul letto il telefono.
 
Rimase disteso a fissare il soffitto, ripensando alla conversazione avuta con la madre.
Beck era seriamente... ferito.
Non sapeva bene nemmeno lui da cosa, ma si sentiva come se lo avessero pugnalato.
Non aveva mai pensato che allevare un bimbo sarebbe stato facile. Ma adesso improvvisamente gli sembrava una cosa impossibile.
Poi la porta della roulotte si aprì e si ricordò di non essere da solo in quell'ardua impresa.
“Com'è andata da Cat? Tutto a posto?”- disse tirandosi su.
“Sì, certo... Abbiamo fatto... le solite noiose cose da ragazze. Tu?”- fece Jade posando la borsa sul tavolo.
“Ti vedo un po' giù... Hai chiamato tua madre, vero?”- indovinò incrociando le braccia.
“Esattamente.”- disse solamente Beck.
Poi si alzò di scatto e andò a sedersi al tavolo, invitando anche lei.
“Jade, non sarà facile,vero? Voglio dire, avere un bambino.”- chiese, guardandosi le mani.
“Nessuno ha mai detto che è una cosa facile.”- rispose semplicemente lei, con la sua solita calma e freddezza.
“Ma noi possiamo farcela, giusto?”
Lei rimase in silenzio.
Beck alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi.
“Forse... forse non sono pronto. Poi mi dico che anche tu potresti non esserlo. E alla fine giungo alla conclusione che singolarmente potremmo non farcela, ma grazie al cielo i bambini nascono solo ed esclusivamente dall'unione di due persone.”
Jade rise.
“Perché ridi?”- fece lui, quasi offeso.
“Ti sto facendo diventare matto, di' la verità.”- disse lei.
“Decisamente.”- ammise Beck, ma questa volta anche lui si lasciò sfuggire un sorriso.
 
“E questa è la storia del perché non vedrai molto spesso la nonna qui a farti visita.
Ma in compenso ci ha spedito la culla e la carrozzina che usava quando io ero piccolo. Ma ci pensi? Le ha mandate dal Canada!
Deve aver speso una fortuna, con il corriere”
 
 


Angolo dell’autrice
Finalmente ce l’ho fatta! È stata dura, ma sono riuscita a trovare un po’ di tempo e a fare ordine nel mio cervello.
Devo dire che da questo fine settimana ho scritto parecchio, e mi sono portata un bel po’ avanti.
Diciamo che ho già praticamente finito la fic, ma mi concedo comunque ancora qualche giorno per riguardare bene il prossimo capitolo prima di pubblicarlo.
Beh? Che ne pensate?
Prima di tutto voglio chiarire un punto importante… Io sono sempre stata convinta che Beck fosse venuto da solo a Los Angeles, lasciando tutti i suoi parenti in Canada.
Per questo secondo la mia storia la madre è laggiù ed è ignara di quanto sia accaduto negli ultimi mesi tra lui e Jade.
Ma qualche giorno fa, guardando una puntata di Victorious mi è sorto il dubbio: e se invece la mamma fosse a Los Angeles con Beck? Ci ho pensato perché in quell’episodio mi è sembrato (sembrato perché l’ho visto in inglese, e per questo non sono sicura di ciò che ho sentito) di cogliere un riferimento alla madre…
Mah! Sono stata veramente tanto a pensare e a ripensare, a cercare conferme, ma niente di niente.
Così, dato che avevo già scritto il capitolo, ho deciso di lasciarlo stare e di chiedere il vostro umile perdono nel caso avessi sbagliato.
In ogni caso, fatemelo sapere!
Personalmente non penso che questo sia un capitolo particolarmente emozionante, e mi dispiace.
Ma credo (ripeto credo, perché ovviamente non ne ho la minima idea!) che quando ci si ritrovi ad affronate una gravidanza a diciotto anni, ci siano sì momenti di forte impatto emotivo, ma anche tante difficoltà da affrontare.
Detto questo… ci vediamo nelle recensioni!
Mel
   
 
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