Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lost on Mars    30/09/2014    6 recensioni
Lily Evans è Caposcuola, la prima della classe, la studentessa perfetta ed è convinta che la sola esistenza di James Potter potrebbe portarla lentamente verso la pazzia. James Potter, d’altro canto, capitano della squadra di Quidditch, Caposcuola e indiscusso secondo in classifica tra i ragazzi più appetibili di Hogwarts, sostiene che quello che Lily prova nei suoi confronti non sia odio, ma qualcosa di indefinito che lui porterà ad essere qualcosa di molto importante, e soprattutto, qualcosa che non includa il venir picchiato con un tomo di Storia della Magia.
DAL PROLOGO:
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna si muove e tu non sei Maometto…
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



CAPITOLO 32 – DECISIONI E BUGIE

 

Quando il sole fu altro nel cielo, si contavano i morti e si spostavano le macerie. Era stata una battaglia vinta, ma troppe vite erano andate perdute in quella notte infinita. La comunità magica aveva deciso di organizzare un funerale per tutte le vittime. Chiunque era chiamato a spendere qualche parola su chi ormai non c’era più. Quando Marlene fu mandata a dire qualcosa su Mary, mise due parole in fila e poi scoppiò in lacrime. Lily prese il suo posto e finì il discorso, dicendo di quanto Mary fosse una persona meravigliosa, un’amica fidata e gentile, che raramente metteva se stessa di fronte agli altri, che aiutava sempre chi ne aveva bisogno, che cercava di vedere il buono in tutte le persone che la circondavano, anche in chi di buono non c’era niente.
Quando ritornò a sedersi al suo posto, James le passò un braccio attorno alle spalle, guardando Marlene, seduta tra Alice e Peter. L’unico che non osava nemmeno alzare lo sguardo da terra era proprio lui.
Provava delle sensazioni talmente strane e disparate che non riusciva a classificarle tutte nel senso di colpa. Teneva gli occhi puntati in basso, perfino posare la mano sulla spalla di Marlene lo faceva sentire uno schifo, un codardo, un traditore.
Un bugiardo.
Ecco cos’era. Aveva mentito a tutti, sin dall’inizio; poi aveva cancellato la memoria di Marlene, aveva ucciso ed era scappato via, con la testimonianza di se stesso a ricordargli tutto ciò che aveva fatto, le azioni e gli orrori che aveva commesso.
Bugiardo! Traditore! Assassino!
Per questo, quando la cerimonia finì, rientrò nel castello con una banalissima scusa. I suoi amici non ribatterono, in parte perché nessuno aveva davvero la forza di chiedergli il vero motivo per cui se ne stesse andando, in parte perché i problemi erano ben altri, e un ragazzo che scappava da un funerale non sembrava avere troppa importanza, di fronte a quello che era successo quella notte.
Lily rimase al fianco di James per tutto il tempo, mentre Marlene parlò pochissimo. Remus non trovava Sirius da nessuna parte, ma non chiese di lui a molte persone, dato che tutti erano addolorati per la scomparsa di qualcuno in particolare e chiedere se avessero visto per caso Sirius Black non gli pareva esattamente una mossa intelligente: non voleva che le persone lo catalogassero come un senza cuore.
Dopo un po’ lo vide, per fortuna. Era accanto ad un albero, e parlava con un ragazzo. Fin qui nulla di strano, se non fosse stato che il suo interlocutore avesse i capelli scuri come i suoi e lo stemma verde-argento sulla divisa parzialmente strappata. Sirius e Regulus Black parlavano civilmente, senza essere notati. Sirius teneva una mano sulla spalla del fratello e Remus decise di lasciarli fare, era giusto che le cose andassero così, d’altra parte, Regulus doveva essere davvero distrutto.
E lo era. Non riusciva a capire esattamente come fosse sopravvissuto a tutte le emozioni che lo avevano lacerato da una parte all’altra nel giro di pochissime ore. Prima non ci aveva creduto, poi vederla stesa a terra con il viso pallido e la pelle gelata, gli aveva fatto cadere il mondo addosso. Aveva sentito ogni singolo atomo sbriciolarsi sulle sue spalle, aveva sentito il cuore spezzarsi in due e aveva semplicemente cominciato a negare a se stesso tutto quello. L’aveva abbracciata, pregandola di tornare indietro, di aprire gli occhi e di sorridergli come solo lei sapeva fare, di accarezzargli i capelli e di dirgli “Ti amo” almeno un’ultima volta. Ma niente di tutto ciò era successo e Regulus si era arreso all’evidenza: si era piegato di fronte alla realtà e al mondo che continuava a cadere, pezzo per pezzo. Mary era morta. L’unica ragazza che avesse mai amato non c’era più. L’unica persona che lo teneva ancorata al mondo lo aveva lasciato per sempre. Regulus si era ritrovato improvvisamente solo al mondo e aveva guardato in faccia la vita vera: la sua famiglia lo opprimeva, faceva parte di una cosa che non voleva davvero, il suo unico fratello lo odiava, era solo. E qualche ora dopo, vedere le amiche di Mary parlare di lei, oppure provare a farlo, lo aveva fatto sentire anche peggio. Aveva visto di come Lily Evans non stesse pensando nemmeno ad una delle cose che aveva detto, perché se avesse tolto quella maschera d’acciaio che la faceva apparire forte, avrebbe fatto esattamente come Marlene McKinnon, sarebbe scappata via senza saper dire nemmeno una parola di quello che aveva detto su Mary, perché non si poteva riassumere la vita di una persona in qualche frase, non si poteva sminuire qualcuno a cui si voleva bene in un discorso, inventato sul momento o meno. Lui, almeno, non sarebbe mai riuscito a descrivere Mary a qualcuno, semplicemente perché ci sarebbero state così tante cose da dire che una vita intera avrebbe potuto non essere abbastanza. Perché Mary andava ricordata in ogni singolo dettaglio, anche il più insignificante. Andava ricordata nei suoi piccoli gesti quotidiani, nei sorrisi distratti che faceva, nelle diverse tonalità che la sua voce assumeva a seconda del suo umore; andava ricordata nella fretta che aveva nel vestirsi per non arrivare tardi a lezione e in tutte le piccole e semplici cose che la rendevano quella che era. Unica e inimitabile Mary. Nessuno avrebbe mai avuto la sua risata e la sua allegria, nessuno al mondo avrebbe mai potuto prendere il suo posto, in qualsiasi circostanza si trovasse. Era esistita una sola Mary MacDonald e aveva scelto di amare proprio lui, solo Regulus e nessun altro. E forse era proprio questo a ferirlo ancora di più.
«Reg, so che è difficile» disse Sirius, sospirando. Guardò negli occhi il fratello, rispecchiandosi nei suoi stessi occhi, riscoprì che alla fin fine un minimo di rapporto con suo fratello gli era mancato e che ora parlare con lui era bello.
«No, non lo sai. Nessuno lo sa» replicò Regulus, abbassando lo sguardo a terra.
«In effetti hai ragione, ma non trovo altre parole. Non so come ci si comporta in queste situazioni, e so che tu sei quello che la sta prendendo malissimo...».
«Io sono innamorato di lei» lo interruppe Regulus. «Certo che la sto prendendo malissimo».
«Tu eri innamorato di lei» lo corresse Sirius.
«No. Io lo sono ancora. Lo sono adesso e lo sarò sempre, non ci sarà un tempo passato quando si tratta di lei. Lo so che è morta e, cavolo, dirlo rende il tutto ancora più reale, ma per me lei non sarà mai una cosa successa e basta. Continua a succedere e continuerà a farlo per il resto della mia vita».
Sirius lo guardò, cercando di comprenderlo, ma non riusciva a capire quella sua ostinazione. Era come se volesse non accettare che Mary fosse morta davvero, anche se l’aveva persino riconosciuto.
Ebbe paura ad immaginarsi nei panni di suo fratello, perché aveva paura ad immaginare la sua vita se la persona che amava fosse morta. Aveva paura perfino ad accostare il nome di Remus a quel pensiero, perciò non lo fece e rinunciò a provare a capire le emozioni di Regulus. Anche perché aveva ragione, né Sirius né nessun altro poteva capire davvero.
«Senti, mi dispiace non esserci stato in questi anni, di essere stato troppo occupato a vedere in te la nostra famiglia. Ma dopotutto, sei ancora mi fratello e... mi dispiace» disse Sirius, buttando fuori ogni cosa che pensava, credendo che avrebbe potuto farlo sentire meglio.
Regulus alzò lo sguardo e incontrò quello di Sirius, un momento dopo lo abbracciò goffamente: gli era mancato avere qualcuno con cui essere davvero se stesso, gli era mancato avere un fratello.
«Li ucciderò tutti» sibilò Regulus. Strinse il tessuto della camicia di Sirius e si morse con violenza le labbra. « Li annienterò. Li fermerò, distruggerò Voldemort, fosse l’ultima cosa che faccio».
Sirius non replicò, ma continuò a dare pacche gentili sulla schiena di Regulus, che intanto veniva scosso da frequenti e silenziosi singhiozzi, che cercava di mascherare come meglio poteva.
«Sirius?».
«Sì?».
«Tu ami davvero Remus?»
«Lui è la persona di cui mi fido di più al mondo... il che è più o meno la stessa cosa».
«Allora amare qualcuno significa avere la più assoluta fiducia in quella persona?».
«Reg, il fatto che non sia stato tu a dire a Mary di essere un Mangiamorte non vuol dire che tu non l’amassi» fece notare Sirius. « Volevo dire, ami. Che tu non l’ami» si corresse subito dopo.
«Sono comunque felice che l’abbia saputo prima, altrimenti mi sarei sentito ancora peggio. Ma forse se non l’avesse saputo sarebbe stato meglio. Forse l’hanno uccisa perché sapeva».
«Non hai nessuna colpa per la sua morte».
«Lo so, devo solo convincermene».
Sirius fece per replicare, ma una figura alla sua sinistra attirò l’attenzione sia sua che di Regulus. Remus si trovava in piedi poco distante dai due fratelli e non staccava gli occhi da Sirius.
«Ti cercava James» mormorò, un po’ imbarazzato. Quasi gli dispiaceva interrompere quel momento. Vide Sirius esitare un attimo, ma con grande sorpresa, su Regulus a parlare per primo.
«Vai pure».
Sirius raggiunse Remus. Avrebbe voluto chiedergli se non fosse tutta una scusa, ma evitò, perché non lo riteneva davvero importante, non come altre situazioni e domande che gli vorticavano per la testa. Quella notte lo aveva cambiato così tanto, sembrava maturato tutto d’un tratto, sembrava avere tutta la capacità di saper scegliere cosa si addicesse e cosa no ad un determinato momento.
«Come sta?» gli chiese Remus.
«Male, come vuoi che stia?».
«Quindi vi siete... uhm, riappacificati?».
«Non oserei spingermi così in là, ma credo di sì».
Cominciarono a camminare verso gli altri, che si trovavano ancora accanto alle sedie. Marlene era seduta e ancora non parlava, Remus si staccò per un attimo da Sirius e si mise seduto accanto a lei, posandole una mano sulla spalla.
«Hey» le sussurrò dolcemente, in passato non avevano avuto un bellissimo rapporto, soprattutto a causa di quel grosso equivoco che entrambi erano però riusciti a superare, e nonostante tutto, Remus voleva bene a Marlene, anche se aveva seguito il terribile consiglio di Austin Krueger e anche se lei lo aveva schiaffeggiato di fronte ai Grifondoro. Erano amici e basta, non molto legati, ma lui era l’unico che non aveva ancora provato a confortarla e a farle dire qualche parola.
Come previsto, Marlene non disse niente, si limitò ad alzare lo sguardo e poi a riabbassarlo, sconfitta.
«Non è questa la fine del mondo, Marlene. Sei viva e sei con noi, i Mangiamorte se ne sono andati. Non è anche questa una piccola vittoria?» continuò Remus.
Lei scosse la testa.
«E che cos’è, allora?».
Ora tutti guardavano Marlene, perché tutti sapevano quanto lei tenesse a dire sempre la sua su ogni cosa e non poteva certo rifiutare una risposta ad una domanda del genere. E difatti, non lo fece.
«È sopravvivenza. Nient’altro che sopravvivenza. Noi abbiamo avuto le nostre perdite, loro lo stesso. Siamo sopravvissuti e basta, nessuno ha vinto davvero» sibilò la ragazza, guardando un punto vuoto di fronte a sé. «La mia vittoria è riavere Mary, e lei non c’è. Per questo non ho vinto».
«Qualcuno ha visto Peter?» chiese James, per smorzare la tensione. Peccato che tutto quello che fece fu peggiorare ancora di più le cose, perché Marlene gli rifilò uno sguardo truce, che poi venne investito dalla tristezza e nascosto da una patina opaca.
«Non devi nominarlo» gli sussurrò Lily.
«Perché?»
«Se ne è andato nel castello senza dirle nulla. E lo sappiamo entrambi che Peter le piaceva» rispose Lily, prendendo James da parte, in modo da allontanarsi da tutti gli altri.
«Aspetta, piaceva? Mi sono perso qualcosa?»
«La migliore amica della ragazza per cui provi qualcosa è morta, e tu sparisci senza nessun motivo, senza nemmeno provare a consolarla o mostrare un minimo di comprensione, come credi che si sia sentita Marlene?» ribatté Lily.
James sospirò, in effetti, Peter non ci aveva fatto una bellissima figura. Ma forse era solo perché non sapeva comportarsi.
«Insomma, Peter è timido! Lo sappiamo tutti, magari non si è sentito semplicemente all’altezza di riuscire a confortare Marlene» James cercò di giustificare il suo amico.
«Non importa che sia timido o meno, non ci si comporta così» disse Lily.
«Vedrai che si aggiusterà tutto, Lils. È un po’ quando ti svegli da un bel sogno e realizzi che la vita vera fa schifo, solo che in questo caso non c’è stato nessun bel sogno, ma la vita vera continua a fare schifo» disse James. Lily si lasciò sfuggire un sorriso.
«Il tuo finto filosofare mi mette sempre di buon umore, James» sospirò la ragazza, stringendosi a  lui.
«Visto?» replicò James.
«Torniamo dagli altri» disse ancora Lily.
Marlene adesso si era alzata in piedi e rispondeva più o meno alle domande che le facevano, Sirius ogni tanto gettava un’occhiata ai margini del bosco, per vedere sempre la stessa scena, ovvero suo fratello con la schiena appoggiata ad un tronco e lo sguardo perso in mille progetti di vendetta, Alice e Frank si stavano guardando l’un l’altro come se avessero dovuto dire una cosa importante, ma non avessero davvero il coraggio di farlo, e quindi si stessero chiedendo silenziosamente “chi lo dice per primo?”. Sembrava quasi una situazione di relativa ordinarietà e calma, solamente che mancavano due grandi nomi all’appello, uno dei quali non vi sarebbe più stato.
«Ragazzi» esordì Alice, spezzando il silenzio generale. «Io e Frank dobbiamo dirvi una cosa molto importante».
Ottenuta l’attenzione di tutti, Frank sospirò e strinse la mano di Alice. Doveva dirlo lui, insomma, aveva avuto il coraggio di dirlo ad Alice, di farle la domanda più importante della sua vita, dirlo ai suoi amici non sarebbe stato poi così diverso.
«Sappiamo che forse non è il momento adatto, ma io ed Alice abbiamo deciso che ci sposeremo» disse il ragazzo, sotto lo sguardo sbigottito dei suoi amici. «Insomma, non so quando, ma presto. Il più presto possibile».
Lily si portò entrambe le mani davanti al viso per lo stupore e corse ad abbracciare Alice, congratulandosi sia con lei che con Frank. Tutti gli altri fecero lo stesso, come illuminati da quella notizia gioiosa che aveva provveduto ad alleggerire quella giornata che portava ancora i segni e le ferite della notte appena trascorsa.
«Quindi Lils, io e te saremo i prossimi, giusto?» scherzò James.
«Nei tuoi sogni, Potter» esclamò lei di rimando, facendo scoppiare l’ilarità generale.
Quello che Lily non sapeva ancora, era che presto, tutto avrebbe cominciato ad insinuarsi anche nei suoi, di sogni.

 

 

 

NdA: Okay, ci sono! :D In ritardo di un po', ma la scuola mi ha portato a non scrivere per giorni, so here I am!
Okay, ragazzi, mettiamo in chiaro due cose (?): 1) so che questo capitolo è corto e relativamente veloce, lo so, so anche che può sembrare tutto affrettato, ma mi serve per dare una visione generale dei personaggi, perchè è l'ultimo capitolo effettivo e sull'epilogo ç__ç voglio concentrarmi più sui miei Jily, perché dopotutto, la storia è su di loro ♥
2) la seconda cosa che volevo dire e che ho già detto è che, appunto, il prossimo sarà l'epilogo e io mi sento così male al pensiero che non ho nemmeno la forza di aprire il documento su cui sto lavorando da quasi un anno (sì, perché la storia era in cantiere un po' prima di gennaio, diciamo da novembre/dicembre 2013 :3), e di scriverlo, quindi aiuto ç__ç
I miei bambini.
Detto questo, ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero: jale90,Erule, niclue, Jade_Horan, Fraraphernelia, AriPotterJackson10, kikka_love1d, e CastagnettaRosso_e_Oro
Ora scappo a studiare arte (domani verifica ç___ç) e stasera rispondo a tutti voi, grazie davvero, aspettatevi un discorsone la prossima volta1
Baci,
Marianne



 

 
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lost on Mars