Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Calime    30/09/2014    3 recensioni
Raccolta di spaccati di vita quotidiana di Elsa e Anna:
#8. To night - A piccoli ed incerti passi si avvicinò al letto, osservando il volto sereno di Elsa nella penombra. Quando la sentì mugugnare nel sonno “cioccolata”, per poco riuscì a soffocare le risate con le mani, attenta a non far cadere ciò che aveva portato con sé sovrappensiero. [Post Frozen]
#9. Ricordi - Il primo ricordo che Elsa aveva di Anna riguardava una culla in legno intarsiato, dipinto del giallo del croco e del verde delle sue foglie, del rosa dei nastri dei fiocchi appesi e del bianco immacolato delle lenzuola che avvolgevano il fagottino all’interno. [Post Frozen]
#10. Il cielo si è svegliato - Elsa seguitò a rimestare il latte con aria meditabonda. Leggere volute di vapore si innalzavano dalla tazza ad intervalli sempre più lunghi, segno del repentino raffreddamento della bevanda, ma non parve preoccuparsene. Nessun suono uscì dalle sue labbra strette, soltanto il rumore del cucchiaino che raschiava la porcellana rivelava la sua presenza a tavola. [Missing Moment]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà della Disney.





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Prompt: 1. Libro
Titolo: Non sarò da meno!
Autore: Calime
Fandom: Frozen – Il Regno di Ghiaccio
Personaggi: Anna, Regina
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment
Lunghezza: 818 parole – 2 pagine (contatore Word)
Note dell’autore: Sono riuscita ad aggiornare prima di quanto pensassi… Wow!!
Questa volta è un capitoletto molto leggero leggero, nulla di impegnativo :) Ennesimo Missing Moment, un po’ privo di angst e con un’Anna nel pieno dell’adolescenza. Spero vi piaccia!
Un caldo abbraccio a tutti!! ♥





Snowflakes
Momenti della nostra vita




06. Non sarò da meno!


Anna sbuffò annoiata, girando l’ennesima pagina di quel tomo più pesante di lei. Con l’indice della mano destra seguiva la calligrafia chiara e arrotondata, mentre la sinistra era impegnata a sorreggere la testa ciondolante.
La mamma era stata irremovibile: finirlo tutto entro una settimana. E sette giorni erano infatti trascorsi, durante i quali aveva memorizzato qualche data, un paio di avvenimenti abbastanza importanti e… le guerre! Ricordava che ne fossero scoppiate almeno due.
Lasciò perdere la lettura, afferrando la piuma d’oca accanto al libro. La sfregò sul mento con aria assorta, persa in riflessioni che non riguardavano assolutamente i suoi bis-bis-bis-bis… nonni?
Quella mattinata era così bella da essere sprecata, se trascorsa chiusa a studiare! Giovanna era dello stesso parere e una pessima amica, visto che l’aveva ripresa ricordandole i doveri.
Sospirò sconfortata, poggiando il mento sul libro aperto. “Che noia”.
Erano quelle, le volte in cui si chiedeva come Elsa riuscisse a stare nella propria stanza senza uscire a prendere una boccata d’aria, riempirsi i polmoni della fragranza dei fiori appena sbocciati, godere della luce e del calore del sole, assaporare l’odore fresco di salsedine…
Tuttavia, ogni suo tentativo di convincerla si era rivelato fallace. Erano anni che ci provava, instancabile, testarda. Anni persi a implorarla, ad aspettare che quella porta chiusa semplicemente si aprisse – per lei.
Il tempo passava e ormai ne era certa: Elsa non le avrebbe aperto, Elsa non sarebbe uscita con lei a fare una passeggiata in giardino, Elsa non avrebbe condiviso nulla con lei, né il saluto, né quel tandem tanto desiderato e ormai dimenticato; ma soltanto occhi bassi e sguardi sfuggenti.
Ignorare quel chiaro messaggio era piuttosto infantile e ridicolo – ne era ben consapevole, ma… “Elsa, sei mia sorella!”
Gonfiò le guance di aria e la soffiò subito fuori con forza e frustrazione. Ricordò il primo insegnamento di Giovanna: “Mai arrendersi, cadere e alzarsi sempre”… E se un giorno non ci sarebbe più riuscita per il troppo dolore?
Cambiò posizione, poggiando le braccia incrociate sulle pagine aperte del libro e immergendoci la testa, sopraffatta da tutte quelle domande e tristi pensieri che si susseguivano uno dietro l’altro, rincorrendosi in fretta, sovrapponendosi quasi, così tanto da farle venire male alla testa.
Partì il conto alla rovescia, ma l’esplosione non arrivò: giunse soltanto un leggero bussare.
«Avanti» biascicò svogliata.
Il suono della serratura aperta la avvertì della nuova presenza nella stanza, poi ne riconobbe i passi in avvicinamento e il fruscio delle gonne sul pavimento.
«Anna! Stai bene?» La voce preoccupata della mamma arrivò attutita alle sue orecchie.
«Sì» rispose controvoglia Anna senza alzare la testa. «Mamma, non ne posso più di studiare! Voglio uscire!» implorò.
La Regina le accarezzò i capelli con aria sofferta. «Ormai è quasi ora di pranzo, ma più tardi possiamo andare a vedere come stanno crescendo le rose».
La principessa non si stupì di come fosse riuscita ad ignorare la verità nascosta: perché non le era permesso uscire dal castello?
Ingoiò il magone e annuì con un mugugno. «Elsa?» si arrischiò a chiedere quindi, spinta da quella speranza che non sembrava mai abbandonarla.
«Elsa sta studiando» rispose prontamente la mamma.
Fu un attimo: riemerse dalle nebbie dell’apatia, la testa scattò in alto e lentamente si voltò a guardarla con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa per la sorpresa. «Anche lei?»
La Regina annuì con un sorriso divertito. «Ha qualche difficoltà nel ricordare le date e i nomi dei regnanti che ci hanno preceduti».
«Davvero?» Anna era sempre più stupita. «Ma io credevo… Io… Lei… Elsa?!», interruppe il balbettio sconnesso.
Rise leggera alla sua buffa reazione. «Dopo pranzo mi ripeterai quello che hai imparato, va bene? Sei troppo distratta adesso», le concesse.
Anna annuì con un sorriso raggiante. «Elsa com’è andata?»
«Bene. È brava e un giorno diventerà un’ottima regina».
«Allora non sarò da meno!», s’infervorò stringendo i pungi in aria. «Cioè… Insomma… Cercherò di essere brava come lei, ecco!» Rise imbarazzata: Elsa non era poi così perfetta come aveva sempre pensato ed era certa che avrebbe trovato altri punti in comune – se soltanto le aprisse quella dannata porta e le parlasse!
La Regina non si fece sfuggire l’occasione per motivarla: Anna nutriva scarso interesse per quegli argomenti che era tenuta a conoscere in quanto principessa e seconda in linea di successione, e faticava sempre un po’ a memorizzare tutto.
«Nonostante incontri difficoltà, Elsa si fa trovare sempre preparata» affermò in tono pensieroso.
«Anche io, madre!! Anche io! Dopo pranzo vi ripeterò tutto: dalla fondazione del regno alla caduta e alla ripresa e…»
«Va bene, ho capito», la interruppe con una risata. Quindi chinò il capo per posarle un bacio sulla nuca, tra i capelli, e si allontanò per uscire dalla stanza.
Appena sentì la porta richiudersi, Anna fulminò il libro con lo sguardo. «Mi sono rimasti solo tre capitoli da leggere, chiaro? Vedi di non farmi brutti scherzi!», lo minacciò puntando il dito contro le pagine incriminate.









   
 
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