Prompt: 1. Libro
Titolo: Non sarò da meno!
Autore: Calime
Fandom: Frozen – Il Regno di Ghiaccio
Personaggi: Anna, Regina
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment
Lunghezza: 818 parole – 2 pagine (contatore Word)
Note dell’autore: Sono riuscita ad aggiornare prima di quanto pensassi… Wow!!
Questa volta è un capitoletto molto leggero leggero, nulla di impegnativo :) Ennesimo Missing
Moment, un po’ privo di angst e con un’Anna nel pieno dell’adolescenza. Spero vi piaccia!
Un caldo abbraccio a tutti!! ♥
Snowflakes
Momenti della nostra
vita
06. Non sarò da meno!
Anna sbuffò annoiata, girando l’ennesima pagina di
quel tomo più pesante di lei. Con l’indice della
mano destra seguiva la calligrafia chiara e arrotondata, mentre la
sinistra era impegnata a sorreggere la testa ciondolante.
La mamma era stata irremovibile: finirlo tutto entro una settimana. E
sette giorni erano infatti trascorsi, durante i quali aveva memorizzato
qualche data, un paio di avvenimenti abbastanza importanti
e… le guerre! Ricordava che ne fossero scoppiate almeno due.
Lasciò perdere la lettura, afferrando la piuma
d’oca accanto al libro. La sfregò sul mento con
aria assorta, persa in riflessioni che non riguardavano assolutamente i
suoi bis-bis-bis-bis… nonni?
Quella mattinata era così bella da essere sprecata, se
trascorsa chiusa a studiare! Giovanna era dello stesso parere e una
pessima amica, visto che l’aveva ripresa ricordandole i
doveri.
Sospirò sconfortata, poggiando il mento sul libro aperto.
“Che noia”.
Erano quelle, le volte in cui si chiedeva come Elsa riuscisse a stare
nella propria stanza senza uscire a prendere una boccata
d’aria, riempirsi i polmoni della fragranza dei fiori appena
sbocciati, godere della luce e del calore del sole, assaporare
l’odore fresco di salsedine…
Tuttavia, ogni suo tentativo di convincerla si era rivelato fallace.
Erano anni che ci provava, instancabile, testarda. Anni persi a
implorarla, ad aspettare che quella porta chiusa semplicemente si
aprisse – per lei.
Il tempo passava e ormai ne era certa: Elsa non le avrebbe aperto, Elsa
non sarebbe uscita con lei a fare una passeggiata in giardino, Elsa non
avrebbe condiviso nulla con lei, né il saluto, né
quel tandem tanto desiderato e ormai dimenticato; ma soltanto occhi
bassi e sguardi sfuggenti.
Ignorare quel chiaro messaggio era piuttosto infantile e ridicolo
– ne era ben consapevole, ma… “Elsa, sei
mia sorella!”
Gonfiò le guance di aria e la soffiò subito fuori
con forza e frustrazione. Ricordò il primo insegnamento di
Giovanna: “Mai arrendersi, cadere e alzarsi
sempre”… E se un giorno non ci sarebbe
più riuscita per il troppo dolore?
Cambiò posizione, poggiando le braccia incrociate sulle
pagine aperte del libro e immergendoci la testa, sopraffatta da tutte
quelle domande e tristi pensieri che si susseguivano uno dietro
l’altro, rincorrendosi in fretta, sovrapponendosi quasi,
così tanto da farle venire male alla testa.
Partì il conto alla rovescia, ma l’esplosione non
arrivò: giunse soltanto un leggero bussare.
«Avanti» biascicò svogliata.
Il suono della serratura aperta la avvertì della nuova
presenza nella stanza, poi ne riconobbe i passi in avvicinamento e il
fruscio delle gonne sul pavimento.
«Anna! Stai bene?» La voce preoccupata della mamma
arrivò attutita alle sue orecchie.
«Sì» rispose controvoglia Anna senza
alzare la testa. «Mamma, non ne posso più di
studiare! Voglio uscire!» implorò.
La Regina le accarezzò i capelli con aria sofferta.
«Ormai è quasi ora di pranzo, ma più
tardi possiamo andare a vedere come stanno crescendo le rose».
La principessa non si stupì di come fosse riuscita ad
ignorare la verità nascosta: perché non le era
permesso uscire dal castello?
Ingoiò il magone e annuì con un mugugno.
«Elsa?» si arrischiò a chiedere quindi,
spinta da quella speranza che non sembrava mai abbandonarla.
«Elsa sta studiando» rispose prontamente la mamma.
Fu un attimo: riemerse dalle nebbie dell’apatia, la testa
scattò in alto e lentamente si voltò a guardarla
con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa per la sorpresa.
«Anche lei?»
La Regina annuì con un sorriso divertito. «Ha
qualche difficoltà nel ricordare le date e i nomi dei
regnanti che ci hanno preceduti».
«Davvero?» Anna era sempre più stupita.
«Ma io credevo… Io… Lei…
Elsa?!», interruppe il balbettio sconnesso.
Rise leggera alla sua buffa reazione. «Dopo pranzo mi
ripeterai quello che hai imparato, va bene? Sei troppo distratta
adesso», le concesse.
Anna annuì con un sorriso raggiante. «Elsa
com’è andata?»
«Bene. È brava e un giorno diventerà
un’ottima regina».
«Allora non sarò da meno!»,
s’infervorò stringendo i pungi in aria.
«Cioè… Insomma…
Cercherò di essere brava come lei, ecco!» Rise
imbarazzata: Elsa non era poi così perfetta come aveva
sempre pensato ed era certa che avrebbe trovato altri punti in comune
– se soltanto le aprisse quella dannata porta e le parlasse!
La Regina non si fece sfuggire l’occasione per motivarla:
Anna nutriva scarso interesse per quegli argomenti che era tenuta a
conoscere in quanto principessa e seconda in linea di successione, e
faticava sempre un po’ a memorizzare tutto.
«Nonostante incontri difficoltà, Elsa si fa
trovare sempre preparata» affermò in tono
pensieroso.
«Anche io, madre!! Anche io! Dopo pranzo vi
ripeterò tutto: dalla fondazione del regno alla caduta e
alla ripresa e…»
«Va bene, ho capito», la interruppe con una risata.
Quindi chinò il capo per posarle un bacio sulla nuca, tra i
capelli, e si allontanò per uscire dalla stanza.
Appena sentì la porta richiudersi, Anna fulminò
il libro con lo sguardo. «Mi sono rimasti solo tre capitoli
da leggere, chiaro? Vedi di non farmi brutti scherzi!», lo
minacciò puntando il dito contro le pagine incriminate.