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Autore: MelissaMclean    30/09/2014    3 recensioni
Tutti possono sbagliare.
Tutti sbagliano su qualcosa.. qualche piccolo dettaglio.
Ma cosa succede se sono degli dei e dei malvagi a compiere errori di valutazione?
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Isabelle credeva di essere una normalissima ragazza della sua età, più o meno.
Un giorno tutto intorno a lei si ridimensiona rivelando la sua natura di semidea.
Ma non è quella semidea che segue gli standard... Non è una "normale" mezzosangue.
Le sue "origini" divine sono totalmente ignote, intricate.
Col suo arrivo al campo, molte cose strane accadranno, cose mai viste prima, una profezia divisa in due parti...
Probabilmente il futuro del campo mezzosangue dipenderà da lei.
[[Titolo modificato--->"Una mezzosangue speciale"]]
[[Ambientata poco prima della storia di Percy]]
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove era finito? E come aveva fatto a sfuggire dalla mia vista così facilmente?
Decisi di andare a controllare.. magari era caduto nella boscaglia, che stava a pochi passi da lì, dove erano soliti a nascondersi quegli scorbutici dei procioni che si divertivano a fare agguati alla quiete pubblica.
Si, odiavo profondamente i procioni ma questa è un' altra storia.
Misi un piede giù dal marciapiede pronta ad attraversare la strada, ma l'autobus che aveva appena svoltato sulla stradina a ovest stava arrivando a prendermi. Quindi le mie intenzioni di scoprire qualcosa su quel ragazzo si rivelarono totalmente vane.
Salendo pensai se anche quella fu solo una "visione mentale", ma decisi di rimuovere il pensiero dalla mia testa timbrando il biglietto e andandomi ad accomodare su un sedile vicino all'uscita.
A quell'ora l'autobus era vuoto apparte una ragazza sulla ventina d'anni intenta a leggere.
Notai però che teneva saldamente il libro tra le mani, quasi volesse stritolarlo, e che ,intravedendo il movimento dei suoi occhi, stava ripetendo sempre la stessa frase.. Dedussi che faceva fatica a leggere.
Non erano fatti miei ma pensai fosse dislessica, che avesse il mal di testa o avesse qualche altro tipo di problema ma poi sentii delle  vocine stridule e acute che provenivano dai sedili retrostanti ai suoi.
Non mi meravigliai quando vidi la ragazza alzarsi con rabbia e spostarsi accanto all'autista.. Quelle voci erano veramente insopportabili.
Mi alzai e cambiai di posto per vedere meglio. Da quel sedile riuscivo chiaramente a vedere da dove provenivano quei tormenti..
Erano tre anziane signore: una era alta e magrissima, una bassa e in carne e l'ultima era una via di mezzo tra le altre.. tutte con una pelle grigiastra e piena di rughe ma nonostante le differenze fisiche sembravano gemelle.
Si stavano facendo spazio su due sedili nonostante fossero tre  e l'autobus fosse deserto.
Muovevano i loro sederoni enormi a forma di albicocca, evidenziati il doppio da quei leggins color carota che indossavano tutte e 3 (non un bello spettacolo), e si continuavano a schiaffeggiare con quelle mani dalle unghie eccessiamente lunghe, rovinate e gialline.
Mi misi istintivamente una mano sulla bocca per trattenere le risate che sentivo pervadermi ma involontariamente ne  uscì una riecheggiando per l'autobus vuoto.
Le vecchiette si voltarono verso di me e iniziarono a fissarmi con occhi scurissimi e alquanto vitrei.
Ops, mi avevano sentita.
Quando pensai che stessero per farmi una ramanzina, come tutte le buone nonnine fanno, si misero a confabulare sottovoce tra loro come delle 14enni che non aspettano altro che spettegolare su ogni tipo di avennimento.
Sentii qualche parola tipo scelta e rinuncia ma non ascoltai bene, ero troppo occupata a farmi piccola sul sedile per l'evidente e orribile figura fatta.
Ripresero a fissarmi, suonarono il pulsante per prenotare la fermata e appena l'autobus si fermò scesero tenendosi a braccetto spingendo come se potessero passare in tre su una fila orizzontale per uscire.
L'autobus non riparti subito,  perciò riuscivo a scorgerle dal finestrino dopo che si sedettero sulla panchina della fermata. Una tirò fuori una matassa di lana blu, una prese  una forbice dall'impugnatura strana  e l'ultima prese a studiarmi.
Quella di destra aprì la forbice e quella accanto a lei le passò il filo aspettando che quella che mi fissava le desse il conseso, o almeno era quello che vedevo.  Rivolse lo sguardo alle sorelle e dopo un triplice sospiro misero via il tutto alzandosi e allontanandosi dal mio campo visivo.
Evidentemente esisteva qualcuno più problematico di me.
Dopo una buona oretta trascorsa sull'autobus ad ascoltare dalla radio dell'autista i was made for loving you dei Kiss, che ascoltava a ripetizione e cantava a squarciagola, scesi finalmente da quel veicolo maledetto.
Feci un respiro profondo e mi avviai verso la scuola, che stava a circa 150 metri, con passo deciso ma allo stesso tempo insicuro e pesante.
"Saint.  Boulevard Academy.. La scuola migliore per un futuro radioso" si..  questo è quello che diceva l'insegna che stava fuori sul cancello.
A dire il vero questa scuola era carina dal punto di vista archittettonico, ma dentro non volevo immaginarmi com'era.. anche se l'avrei scoperto presto.









Angolo autrice:
Ecco il secondo capitolo di questa fan fiction(anche se non so se si può definire così perchè per ora mi sembra un obrobrio).
Ho cercato di seguire lo stile di Rick Riordan dando anche nomi ai titoli dei miei capitoli seguendo i suoi.
Spero di farvi avere presto il prossimo capitolo dove alla fine scriverò, a parte, la descrizione di Isabelle dato che non l'ho ancora fatto.
Spero che questo capitolo vi piaccia e se mi dite quello che pensate in una piccola recensione, anche critica ovviamente, mi fate un piacere.
Grazie un bacio. :)
   
 
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