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Autore: Beautiful Lie    30/09/2014    7 recensioni
(Dicembre, 1975)
«James, secondo me devi lasciar perdere. Non puoi costringerla ad uscire con te.»
Quarantadue, si disse Sirius. Aveva sentito quella frase già quarantadue volte dall’inizio del mese. Meditare il suicidio era una delle poche soluzioni rimaste. Quello, o mangiare tutte le frittelle di Moony. Decise che la seconda al momento sarebbe stata più efficace.

[Wolfstar] Di quando James prese la grande decisione di versare un filtro d’amore nel calice di Lily, la pozione venne bevuta da un Serpeverde con una prorompente appendice nasale, e Remus sapeva che sarebbe andata a finire così.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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4. Don’t worry, baby | it’s just the end of the world

«Porca puttana, non riesco a crederci.» Lily era furiosa. James si allontanò di qualche passo, intimorito. «Gli hai messo dell’Amortentia nel succo, Potter!» gridò, nei limiti del possibile, spostando una ciocca di capelli dietro le orecchie.

«James, i tuoi occhi sono così verdi. Sembrano un prato, ecco cosa sembrano. Sarò l’argento del tuo verde,» la interruppe Snape, con una voce che era forse il suono più lontano dal solito monotono nasale che James avesse mai sentito.

«Sta’ zitto.» Lo sguardo omicida della ragazza immobilizzò i due, che si guardarono con tenerezza e orrore, rispettivamente. «Cosa facciamo? Avrete pensato ad una dannatissima alternativa? Non mi dire che eravate davvero così convinti che avrebbe funzionato?»

James aveva bisogno di pensare, e la condizione fondamentale per far sì che il suo desiderio si avverasse era che Lily Evans smettesse di agitarsi. Cosa che, realizzò con rammarico, non sarebbe successa in tempi brevi. «Dobbiamo andare a cercare Remus,» concluse.

«E portare Severus lontano dalla Sala Grande. Non riesco a crederci.»

«Io e questo bonbon al cioccolato saremo finalmente soli?» chiese lui, tentando di acciuffare la mano che James ritrasse con i riflessi di un Cercatore, nascondendola dietro la schiena.

«Certo, Severus. Per tutto il tempo che vuoi. Però devi proprio seguirci, sai che James si vergogna.» Lily lo scortò cautamente in direzione delle scale, sorridendo a chiunque avesse l’ardire di studiare quello strano terzetto.

Erano appena riusciti a trascinare Severus in un angolo buio del pianerottolo, quando una voce proveniente da uno dei corridoi li costrinse a interrompersi ancora. Prima di girarsi si presero qualche secondo per ricomporsi: sorrisi e finta calma stampati in faccia davano loro un’aria felice, seppur gli occhi tradivano una certa nota omicida.

«James?» domandò un ragazzo con le gote rosate ed un foglio spiegazzato in mano. Peter aveva l’aria di aver appena corso diversi chilometri.

«Wormtail, amico mio. Non è esattamente un buon momento, questo.»

Peter si fermò di fronte a loro e, posando lo sguardo su ognuno dei presenti, concluse che quello non era davvero un buon momento. Ma James dopotutto era un suo amico e anche lui aveva assistito a tanti suoi non buoni momenti – come quando lui e Sirius avevano deciso di fare quello strano incantesimo alle lenzuola – perciò era prevedibile che cercasse comunque di aiutarlo. «Immagino che l'idea della pozione non abbia funzionato? Lily non ha l'aria innamorata.»

«No, Peter. Non ho l'aria innamorata.»

«E dal modo in cui Snape cerca di accarezzarti i capelli direi che è abbastanza chiaro perché.» Peter tentò malamente di nascondere una risata. James, invece, tentò malamente di nascondere Snape.

«Se non hai una buona idea non startene lì in mezzo, Pettigrew.»

«Ficcategli un bezoar in gola, no?»

***

Sirius aveva perso di vista James ormai da diverse ore. Con una scrollata di spalle attribuì la colpa all’Amortentia. Ad ogni modo, l’ultima cosa che desiderava era disturbare il suo migliore amico nella sofferta arte del corteggiamento – per la sanità di entrambi.

Non mi rimane altra scelta che festeggiare da solo,” si rassegnò.

***

Moony aveva capito che per le successive tre ore era indispensabile raggiungere il posto più isolato del castello con un libro abbastanza grande da poter essere usato come arma e, in sostanza, nascondersi lì. Non è che non si fidasse dei suoi amici, solo che – secondo regole non scritte stabilite da un James Potter dodicenne e allampanato – Remus non prendeva mai parti attive nei piani dei Malandrini. Lui, più che altro, si assicurava che non perdessero qualche arto nel tentativo di rendere la vita di Gazza un mezzo inferno.

E Remus sapeva che quella del filtro d’amore era una pessima idea. Non aveva ancora ben chiaro cosa sarebbe successo a Lily, ma qualsiasi alternativa decidesse di analizzare non faceva altro che confermare il suo piano: leggere in solitudine ignorando il mondo esterno andava più che bene.

La Torre di Astronomia non era disponibile, scoprì con imbarazzo. I due Grifondoro che la occupavano, di cui non aveva visto le facce ma era quasi sicuro fossero del settimo anno, erano così avvinghiati da non accorgersi nemmeno di un Remus Lupin balbettante e imbarazzato che si allontanò al più presto verso la sua seconda opzione.

Aveva trovato l’apertura del Tunnel qualche mese prima: James e Sirius erano impegnati in qualcosa che coinvolgeva carote e le lenzuola di Peter, qualcosa di cui Remus non voleva saperne assolutamente nulla, ed esplorare il castello gli era sembrata una buona idea. Il Tunnel si trovava dietro una statua, in una posizione piuttosto evidente per chi lo stesse cercando: non molte persone, doveva ammettere.

Il problema era che ogni qualvolta Remus Lupin desiderava essere lasciato solo, egli veniva prontamente interrotto da un Sirius Black di passaggio.

«Remus? Remus, quello è il tuo naso, vero?» domandò qualcuno, l’ombra sul muro di pietra ingigantita e deformata. «Moony, mi sono addormentato in un cazzo di passaggio di—Insomma, non potete lasciarmi da solo. Tu e James siete perfidi.»

«Padfoot?» chiese Remus, a metà fra il nervoso e il sorpreso. «Non mi dire che hai di nuovo rubato il Whiskey Incendiario dalle cucine. Ne abbiamo parlato: niente alcol nei dormitori.»

«Sono sveglio da – credo – dieci minuti, ma permettimi di ricordarti che non siamo nella Sala Comune, bensì in una specie di tunnel buio e puzzolente. Oltretutto, le tue priorità mi preoccupano. Hai notato prima la bottiglia di me.» Nonostante lo spazio limitato, Sirius cercò di stiracchiarsi lasciando un po’ di posto per Remus, che si accucciò con il libro incastrato fra le ginocchia e la pancia.

«Cercavo di scappare dal pericolo,» spiegò lui. «Ho trovato questo tunnel qualche mese fa mentre tu e James combinavate un disastro con delle— credo fossero carote? Sai cosa non sarebbe male? Disegnare una mappa di Hogwarts. Certo, si prospetta come un lavoro immenso e verremmo mangiati dai ragni prima di poter capire com’è fatto il castello, ma non sarebbe una brutta idea considerando—»

Sirius gli mise due dita sulle labbra e Remus si zittì all’improvviso, la bocca ancora aperta.

«Moony, mi sono appena svegliato e credo di essere leggermente ubriaco. No.» Sirius si passò una mano fra i capelli e lo fissò con uno sguardo tanto scocciato quanto divertito.

Remus ci aveva provato. Aveva sigillato ogni singolo episodio strano e imbarazzante in una scatola della sua mente, li aveva seppelliti in un angolo e lasciati a marcire. Funzionava, funzionava tutto alla perfezione. Solo che non capiva perché ogni volta che Sirius lo toccava le scatole si riaprivano di colpo disseminando sensazioni inadeguate, e non era poi tanto facile mantenere il controllo di qualcosa che non riusciva nemmeno a definire.

«Dovresti dirlo ad alta voce, quello che stai pensando. Qualche volta aiuta.»

«Il passo successivo è non pensare affatto?» chiese, sardonico. Prima che il silenzio riempisse ogni angolo del vecchio cunicolo l’altro si lasciò sfuggire una risata. Remus accarezzò il dorso ruvido del libro e chiuse gli occhi.

«L’Amortentia a un certo punto aveva questo odore.»

«Di muffa e Whiskey Incendiario?» E poi, vagamente preoccupato, «Moony, sei sicuro di stare bene?» Sirius lo osservò confuso, gli occhi scuri che sembravano brillare al buio.

Remus non era sicuro di stare bene, in effetti. Da qualche parte nel mondo qualcuno doveva aver estimato il limite massimo di salivazione e, qualunque fosse, lui lo stava superando.

«Non di muffa e di Whiskey Incendiario. Sapeva di te, Sirius.» E poi ancora, «So di avere appena combinato un disastro, ma per sentire odore di cane la situazione dev’essere già abbastanza grave, credimi.»

Avrebbe voluto iniziare a parlare di scatole e dopobarba e quella volta della coperta per mettere in chiaro come non fosse impazzito da un giorno all’altro, ma non aveva la minima idea di dove cominciare. E, soprattutto, fin dove fermarsi. Remus si alzò dal suo cantuccio, le impronte di sudore che cominciavano a svanire dalla costa del libro.

«No,» rispose l'altro. Che era un po' strano, visto che Remus non aveva chiesto niente. Sirius lo tirò per la manica sbrindellata del maglione, costringendolo a ritornare seduto dov'era prima. Solo un po' più vicino. Prese un respiro profondo e il brillio del Malandrino si fece di nuovo strada sul suo volto, per poi essere rimpiazzato da qualcosa di più profondo e forse un po' più triste. Remus stava ancora cercando di identificare quell'istante, catalogarlo, ma rinunciò a qualunque iniziativa non appena Sirius lo baciò.

C'era qualcosa in quel contatto bollente – qualcosa che aveva a che fare con Sirius e il modo con cui stava giocherellando con il colletto della sua camicia, sfiorandogli la pelle del collo, – che gli stava distruggendo il cervello. Era qualcosa che bruciava in gola, che sapeva di alcol e di dolce e un po’ anche di risentimento.

Remus allungò le braccia sopra la testa di Sirius e premette i palmi contro il muro di pietra alle sue spalle, spingendoli un po' più vicini. Lui stava sorridendo, lo sentiva sulle sue labbra anche senza dover aprire gli occhi. Mugugnò qualcosa, ma Remus non aveva la minima intenzione di stare ad ascoltare, perciò riprese a baciarlo, un po’ più piano.

«Forse dovremmo—»

«Sì, andiamo a salvare la vita al povero Prongs. Possiamo, be’, possiamo dimenticare questo strano inconveniente e fare finta di nulla. Non che, insomma.» Sirius giocherellava con il nodo allentato della sua cravatta fissando un punto indistinto della clavicola di Remus. Non che gli fosse dispiaciuto. Non che non fosse qualcosa a cui stava pensando da mesi.

«James.»

«James, certo,» rispose lui sollevato.

Remus agitò la bacchetta e aspettò che la porta del cunicolo si spalancò. Appena i suoi occhi si adattarono di nuovo alla luce, si spostò verso il muro per lasciare uscire Sirius. Lui fece un passo avanti e poi si fermò, un sorriso sfacciato mezzo illuminato sul volto.

«Moony, non ci pensare neanche,» cominciò. Remus lo fissò, confuso. «Non passerai le prossime ore di Storia della Magia a chiederti cosa sia successo, a cosa sia dovuto, e soprattutto perché. Mi costringeresti a soffocarti nel sonno con un cuscino e a nascondere il tuo corpo sotto il letto di Peter. Immagina la sua faccia disperata, non capire da dove venga la puzza. Ci tieni all’igiene di Peter? A non vedermi in prigione con l’accusa di omicidio?» Sirius fece intendere che non era richiesta alcuna risposta. «E allora niente ragionamenti contorti.»

«Sai di cosa dovremmo parlare, invece? Del tuo constante bisogno di manipolare le mie reazioni.» Ma Remus sorrideva, le orecchie ancora rosse.



 


N/A Buonasera, e grazie come al solito della lettura. ♥(ノ´∀`)Quindi, ricapitolando: abbiamo una Lily abbastanza arrabbiata, un Peter con la sensibilità sotto ai piedi, e il povero James che vorrebbe buttarsi sotto un treno. E poi Sirius e Remus che fanno cose senza pensare alle conseguenze, ma forse è meglio così. Tra l'altro, sono in ritardo anche questa volta – non riesco a crederci. Questo sia perché continuo ad addormentarmi in giro, sia perché non si è mai completamente sicuri del proprio lavoro. In realtà sono io che non so sistemare l'HTML in tempi normali, diciamocelo. Tra l’altro, devo ancora decidere se postare l’epilogo a parte o no, ma il prossimo sarà l’ultimo capitolo. (: Non è che qualcuno ha una Giratempo da prestarmi?

  
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