Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jenessia    30/09/2014    3 recensioni
Una ragazza di nome Gabriella si trasferisce a Firenze per studiare.Lì fa nuove amicizie,ma mai avrebbe immaginato che incontrare un misterioso, quanto affasciante architetto avrebbe totalmente sconvolto la sua vita tranquilla.
TRATTO DALLA STORIA
-Cosa vuoi da me?-gli chiedo.
-Che tu sia MIA-mi risponde aderendo ancora di più al mio corpo.
A quelle parole il mio cuore perde un battito.Mio Dio...non può essere vero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16
Capitolo 16

Non feci che due o tre passi prima che Nick mi afferrasse per la vita e mi caricasse sulla sua spalla. Mi portò via dal salotto, sulle scale verso quella che doveva essere la sua stanza. Si adagiò al letto e mi adagiò lì sopra con non troppa delicatezza. Prima che potesso sgattaiolare via, mi imprigionò fra le sue braccia chinandosi vicinissimo al mio viso.
-Ti avevo avvertito che quando una cosa mi viene negata poi mi diverto ancora di più a prendrla!- mi disse,sussurrando al mio orecchio.
Un brivido di eccitazione mi corse lungo la schiena....NO!
Dovevamo ancora finire di parlare. Riacquistai un po' della mia lucidità e cercai di spingerlo via poggiando le mie mani sul suo ampio e solido petto.
Naturalmente fu tutto inutile, al contrario pian piano, e non capì nemmeno come, me lo ritrovai steso sopra. Ma che diavolo...??
Cominciò a lasciarmi dolci e delicati baci partendo dall'orecchio fino ad arrivare a pochi centimetri dalle mie labbra. Proprio quando mi aspettavo di sentire la sua bocca baciare con passione la mia, lui cambiò direzione facendo le stesse cose però dall'altra parte. Stavo per brontolare il mio disappunto, quando la porta della stanza si aprì improvvisamente...
-Nick, ho bisogno...- disse una voce che purtroppo conoscevo benissimo.
Nick nel frattempo si era alzato, lasciandomi libera di fare altrettanto. Io e Natasha ci fissammo. L'avversione che correva fra me  e lei era palpabile. Come se non bastasse lei indossava una cortissima culottes con una maglia poco più lunga  a coprirle un bel niente. E Nick voleva farmi credere che con QUELLA che girava così per casa non fosse successo nulla?!?. "Ma vedial!" pensai "Com'è arzilla, poi. Quelle bende alla testa dovrebbero significare che sta ancora male e non dovrebbe essere in grado di camminare!! Perché, allora, è qui, in camera del MIO fidanzato, mezza nuda e più fresca di me, come se non avesse avuto un incidente quasi un mese e mezzo fa?!?"
-Oh scusa, non sapevo avessimo ospiti- disse con nonchalance,
"Avessimo?!?! Ma che è casa tua questa?" Poco ci mancava che le saltassi al collo per strangolarla!
Mi girai verso Nick che era evidentemente imbarazzato e combattuto. Lo guardai, mettendo in quello sguardo tutta la mia furiosità, e uscì dalla stanza.
Col cavolo gli avrei detto la verità. Non dopo aver scoperto che manteneva in casa una quasi finta malata mezza nuda!
Andai in camera di Ross, entrai senza bussare e sbattei la porta. Lei era in bagno personale della stanza a darsi una sistemata, come vidi dalla porta che aveva lasciato aperta.
-E' inutile che ti agiti. Ce ne andiamo. SUBITO!- dissi rabbiosamente.
Ross uscì dal bagno con la spazzola ancora fra i capelli.- Come?! Perché? Non vuole il bambino? Non vuole prendersi le sue responsabilità? Se è così lo UCCIDO!!- cominciò lei, pronta alla carica. Non ebbi nemmeno il tempo di fermarla che Ross spalancò la porta e uscì a razzo dalla stanza. Non dovette fare molti passi prima che incontrasse Nick in corridoio, che veniva da me.
-Tu, stronzo, vigliacco schifoso che non sei altro!- cominciò Ross picchiando la spazzola sul petto di Nick.
-Ross, aspetta- dissi uscendo a mia volta dalla stanza.-Non è come pensi. Lui....- era inutile. Non mi ascoltava, intenta com'era ad insultare Nick. Tuttavia dovevo fermarla, prima che succedesse l'irreparabile.
-Sei un essere spregevole che non ha nemmeno in coraggio di prendersi le sue responsabilità. Sappi che lui riceverà tutto l'amore che tu gli neghi e lo riceverà da noi. Perché saremo NOI e SOLO noi la sua famiglia. Hai capito? E non provare ad avvicinarti mai più a Gabriella, altrimenti ti uccifo.....-.
Ross non finì la frase, perché Nick, senza tanti complimenti, la scosto e si avvicinò a me.
Era furioso.- Si può sapere di CHI sta parlando la tua CARISSIMA amica?- mi disse- Chi dovrebbe ricevere il mio amore? Tu? Perché non ti ho mai fatto capire quanto ti amo? Ho fatto qualche gesto che non ricordo e che ha fatto nascere in te dei dubbi?....Se è per Natasha, ti assicuro che non è successo nulla e che fra pochi giorni andrà  a stare dalla sorella in Messico e...-.
-Nick, smettila. Io....lascia perdere- dissi angosciata e filandomela di nuovo in stanza. Volevo soltanto andarmene di lì e stare un po da sola per  mettere ordine tra i miei pensieri.
-Adesso basta- sentì dire da Ross.- Non glielo hai ancora detto?- esordì rivolgendosi a me?-.
Io scossi la testa e mentalmente la supplicai di tacere. Nel frattempo anche Nick e Ross entrarono in stanza guardandomi interdetti.
-Adesso basta lo dico io!- sbottò improvvisamente Nick.- Gabriella, cosa cazzo mi devi dire?!?-.
-Niente-risposi, ostinandomi a non rivelare nulla, furiosa per il suo atteggiamento con Natasha.
Nick, tuttavia, non voleva sentire ragioni; infatti mi afferrò per gli avanbracci e, guardandomi negli occhi, disse- Tu ora mi dici cosa diavolo sta succedendo- la sua voce era apparentemente calma, ma in realtà da essa traspariva un forte rabbia repressa. I suoi occhi mandavano scintille...
Era inutile. Non avrebbe ceduto finché non avesse saputo la verità. Ma sì....diciamogli tutto e poi lasciamolo cuocere nel suo brodo. Questo è ciò che si merita!!
-Nick- cominciai. Dio! Era più difficile di quanto pensassi.- Io....sono venuta qui, oltre che per rivederti, ma anche perché....ehm...- feci un respiro profondo e sbottai.- Nick, sono incinta!-.






Un silenzio tombale permeava in quella stanza.
"Cazzo!..era incinta! Come diavolo era potuto siccedere? Eravamo sempre stati attenti! Gabriella prendeva regolarmente la pillola...."
Un brivido di consapevolezza corse lungo la mia schiena...C'era stato un periodo in cui era stata malata e aveva assunto degli antibiotici....CAZZO!
Per una maledetta noncuranza ora ci ritrovavamo ad essere già genitori. Era troppo presto! Troppo!
-Nick...di' qualcosa- mormorò lei, guardandomi con dolcezza, speranza e timore. Che potevo dire? Che era presto per avere un ifglio?! Che non mi sentivo pronto?
Sospirai pesantemente e mi allontani di qualche passo- Gabriella- esordì guardandola.- Io...credo che sia troppo presto per noi. E' un passo troppo grande che richiede un impegno a vita...- avrei voluto pugnalarmi mille volte alla vista della sua amara delusione sul suo viso.
-Tu credi? Be'..io...- sospirò anche lei- Lascia stare Nick- continuò voltandosi ed entrando in bagno. Mi avviai per fermarla, ma lei si chiuse dentro, precludendomi ogni possibilità di rimediare, almeno al modo in cui glielo avevo detto.
Bussai ma niente.- Gabriella apri la porta e parliamo da persone civili!-.
-Voglio stare sola, Nick. Va' via!- fu l'unica sua risposta.
Cercai di farle cambiare idea, di parlarle, ma non ci fu verso che la convinse. Così l'accontentai e furiosamente uscì dalla stanza.






Erano le tre di notte. La mia valigia e quella di Rossella erano pronte. Ce ne saremmo andate. Lo avrei lasciato, nonostante lo amassi più della mia stessa vita e fosse il padre del mio bambino.
Scossi la testa per scacciare quei dolorosi pensieri e con Ross mi avviai all'ingresso. Stavo per aprire la porta quando, come avevo immaginato, lo sentì arrivare da dietro.
Lentamente mi voltai. Era vestito come il pomeriggio precedente e i suoi capelli, di solito molto ordinati, erano spettinati, probabilmente per le troppe volte che vi aveva passato le dita.
-Perché vai via a quest'ora della notte? Hai paura di parlarmi?- mi disse provocatoriamente.
-No, semplicemente non voglio farti sprecare fiato nel convincermi  a rimanere- gli risposi e mi voltai, pronta  ad andarmene.
Lui si mise alle mie spalle e disse-Non mi lasciare di nuovo così. E' già successo una volta e non ci ha portati a nulla. Ti prego, rimani-.
Lacrime, che non riuscì a trattenere, mi rigarono il viso. Era un dolore indescrivibile. Ma non avrei cambiato idea. Portavo dentro il suo bambino e lui doveva accettarlo.- Mi dispiace Nick- esordì e, senza voltarmi indietro, me ne andai.




Il taxi procedeva velocemente fra le strade di New York, anche se lo notai a stento, intenta com'ero a crogiolarmi nel mio dolore. La vista era offuscata dalle lacrime. Tutto mi scorreva accante come se non fosse la realtà. Come se fosse un incubo. Un incubo che peggiorò nel momento in cui senti il taxi sbandare e un forte scontro contro quello che pensai fosse un muro....
Nick....fu l'ultimo mio pensiero...






Author's Corner
Eccomi qui con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia, anche se il finale è un po' bruttino.
Non vi anticipo nulla. Ci leggiamo alla prossima. Mi raccomando recensite.
Besitos :*
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jenessia