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Autore: redevilred    08/10/2008    0 recensioni
Una ricerca di chi siamo tramite un riconoscimento dei sentimenti e delle aspettative!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno come tanti ero seduto in un angolo buio della mia camera a fumare una sigaretta. Pensando a quanto questo mondo potesse poco comprendere l’immensità del soggettivo racchiuso in ognino di noi, vidi un ombra familiare. Stranamente non mi allarmai. Rimasi seduto ad osservare. Sapevo che forse non era altro che la mia di ombra. La osservai muoversi e notai che stava ripetendo i miei movimenti quotidiani. Decisi di alzarmi timidamente dalla sedia e tentare di seguirla per un pò. Non sembrava che gli desse fastidio la mia presenza; d’altronde come la sua non dava fastidio a me essendo parte l’uno dell’altro dalla nascita. La vidi stanca, affannata. Non tentai di interagire con lei oltre che seguendola. Mi iniziò a diventare difficile quando decise di uscire da casa siccome le porte lei non le apriva, ci passava sotto. Per un attimo la persi di vista ma come se mi sentisse attese dientro l’angolo e prima di ricominciare a camminare mi fece quasi cenno di seguirla. Appesi a noi stessi forse e questo il problema pensai. Era sera non c’era tanta gente in giro ma al buglio pesto non avrei potuto seguirla. Essendo un ombra non l’avrei vista. Mi resi conto che era proprio la mia solo dopo aver notato che il mio corpo non produceva ombra. Non avrebbe potuto era li davanti a me che come un fedele cane mi tentava di far notare qualcosa a modo suo. Io da bravo padrone continuai a seguirla senza pormi troppi dubbi. Era come se sapessi che prima o poi mi avrebbe fatto capire cosa stesse realmente accadendo. Avevo notato che al passere di qualcuno vicino o addirittura sopra l’ombra stessa essa mi trasmettesse, più che telepaticamente quasi col tatto, molte sensazioni, pensieri e paure di quella persona. Non facendomele analizzare con i miei occhi bensì con l’ottica del proprietario. Incontrai per prima una persona che non mi diede neanche il tempo di guardarla che già ero quasi esploso a piangere. Non so cosa fosse non riuscii in un minuto a concepire quello che per quell’uomo ci erano voluti anni a digerire. Capii che non sarebbe stata una notte semplice ma già lo sapevo e mi piaceva. Notai che molte volte pur se le persone indossavan diverse tipologie di abiti la pensassero in maniera simile e provassero molte emozioni simili. Non riuscii a capire come facessero un barbone marocchino e un tizio sceso da una limusine bianca stupenda ad avere le stesse identiche emozioni nel momento in cui si incrociarono i loro sguardi davanti all’angolo night. La differenza non era l’emozione bensì il modo nel quale essi reaggissero a tale emozione. Vidi il barbone sorridere e bere un altro goccio e il tizio invece ingrugnirsi ed affrettare il passo. Pensai chi dei due volessi essere. Non riuscii ad immaginarlo. Avere una limusine per poi morirci dentro o non avere nulla per rimanere in vita. Ma non avevo tempo per altri pensieri dovevo ricordarmi che non ero io a guidare questa spedizione, era lei la mia fidata ombra, o simile. Ancora non ero certissimo che fosse un ombra era troppo strana la situazione per esserne sicuri al cento per cento. Accelerai il passo per coprire la distanza che si era creata fra lei e me. La seguii per un pò senza incontrare nessuno e rimasi perplesso di cosa stesse accedento. Proprio quando stavo per smettere di seguirla o almento tentare fermarla. Girò l’angolo una ragazzina poco più che 15enne che mi fece esplodere in un misto strano fra ilarità e paura. Non capii. Avrei voluto fermarla ma qualcosa mi disse che le emozioni non si spiegano a parole. Anche se l’avessi fermata non si sarebbe potuta spiegare, non l’avrei potuta comprendere. “Come faccio?” pensai. Se non riesco a capire una volta per tutte l’uomo ora che posso quando mai potro riprovarci. Vidi in lontanaza una coppia e tentai di condurre l’ombra verso di loro ma l’ombra già ci si dirigeva. Non me ne ero accorto. Appena arrivati a distanza mi resi conto che tutto quello che mi aspettavo era sbagliato. Sentii solo lieve fiducia da parte di lui e assolutamente nessun pensiero o sentimento da parte di lei. Ne rimasi sorpreso. Entrambi sembravano molto appassionati nel loro rapporto invece erano solo attori che con la parte in realtà avevano poco a che fare. Il fatto mi fece pensare. Che le loro ombre se ne siano andate da tempo? Che siano solo rimasti dei contenitori a continuare la routine? Continuavo a non capire quello che vedevo quindi decisi di tentare di interagire di più con l’ombra. Appena accelerai il passo per avvicinarmi si dissolse come se sapeva che volevo raggiungerla. Ricomparse poco più avanti facendo uno strano segno che interpretai come un no. Mi sembrava che iniziasse a ritornare verso casa. Incontrai un uomo sul greto del fiume. Avvininandomi sentii una miriade di pensieri che si aggrovigliavano come un enorme matassa senza bandolo. Forse anche lui era appeso a se stesso senza saperlo. Forse non ero il solo a provare a ripensare con la propria testa. Andammo avanti tanto questo era più in confusione di quanto lo fossi io. Tornammo a casa. Entrammo nell’androne e già l’ombra inizio piano piano ad avvicinarsi sempre di più. Entrai e notai che c’era un foglio sul tavolo. Andai a leggerlo. C’era scritto: “Non ti lasciare sporcare dal mondo rimani un uomo e come tale vivi ogni giorno con entusiasmo e non smettere mai di sorprenderti della vita altrimenti questa sarebbe inutile. Firmato: La tua ombra! P.S. Tornerò!”
  
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