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Autore: Edlyn    30/09/2014    1 recensioni
Trovava strano che proprio lì, così fuori mano, si fosse deciso di costruire un parco con tanto di altalena, scivolo e una fontanella con una buffa statua al centro. Buffa non era l'aggettivo giusto. Anzi, la trovava decisamente inquietante. Aveva le sembianze di una bimba che si portava le mani al volto per bere e, dalle mani sgorgava l'acqua che andava a ricadere nella vasca della fontana.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angeli Piangenti, Doctor - 12, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lisa si guardò intorno perplessa. Nessuno la stava inseguendo. Non più almeno.
Cosa stava succedendo? Stava forse sognando? Forse era già arrivato l'autobus e si era addormentata sui sedili?
Si tirò un pizzicotto su un braccio. Ouch! No, era decisamente sveglia.
Con un sospiro si sedette su una pietra, la testa appoggiata sulle mani. Guardava il mondo che la circondava. Il sole caldo, l'erba fresca, un paio di api che stavano ronzando sui fiori, in lontananza un gruppo di corvi stava planando verso la fine della radura. Lisa li seguì con lo sguardo, e fu allora che notò una cosa strana, che stonava decisamente con il paesaggio circostante. Niente lì intorno suggeriva la presenza di esseri umani, eccetto quella cabina blu laggiù in fondo, vicino a un gruppo di quercioli.
Beh, non c'era molto altro da fare, Lisa si alzò in piedi e con l'ombrello rotto in mano, ancora gocciolante, si diresse verso la cabina blu.
Quando si fu avvicinata notò che sopra la cabina c'era un uomo seduto, che scrutava l'orizzonte con una specie di binocolo. Si avvicinò con cautela e quando fu a meno di un metro di distanza si fermò ad osservare quello strano personaggio. Non sembrava essersi minimamente accorto di lei.
Vincendo la sua timidezza Lisa si schiarì la gola, cercando di attirare la sua attenzione. Non ce l'avrebbe mai fatta a rivolgergli direttamente la parola.
- Ah-ehm!
Niente.
- AH-EHM!
Nulla.
Quella situazione era esasperante. Lisa si voltò nella direzione in cui il tizio stava guardando, ma non notò niente. Cominciò a dondolarsi sulle gambe. Che fare? Sembrava veramente molto impegnato. Disturbarlo le sembrava inopportuno.
Sottovoce disse - Scusi, signore?...
Più forte – Signore?...
Dopo aver preso fiato gridò – SIGNORE!
Il tipo sussultò e quasi scivolò giù. All'ultimo riuscì a reggersi con una mano su quella specie di lampadina in cima alla cabina. Si girò verso Lisa con un'espressione fra lo stupito e l'arrabbiato.
Lisa istintivamente fece un passo indietro. Oddio è un matto!
L'uomo continuava a guardarla - Che c'è? Spero sia importante per disturbarmi mentre sto cercando di rintracciare quella distorsione temporale!
Ecco, infatti. Un matto fatto e finito. Sempre indietreggiando con un filo di voce Lisa rispose - Mi scusi. Sono un po' confusa, saprebbe dirmi dove mi trovo?
L'uomo si rimise davanti agli occhi il binocolo – Oh, eccola qui infatti!
Senza staccare gli occhi dal binocolo scese dalla cabina con un salto, quasi rotolò per terra, continuando a guardare Lisa, ormai paralizzata dalla paura.
- Eccola qua! Ma pensa te, così piccolina? Per forza uno la perde!
Aveva smesso di usare il binocolo, ora la stava guardando dritta negli occhi, cercando qualcosa in tasca con la mano.
Lisa non osava neanche respirare. Il tipo si stava avvicinando sempre di più e le faceva una gran paura. Di mezza età, alto, magro... E soprattutto quelle sopracciglia! Quello era lo sguardo di un pazzo, senza dubbio. E lei era sola, in mezzo al niente, non sapeva neanche dove si trovava...
Scoppiò a piangere.
Doveva essere una reazione assolutamente inaspettata, perché il tipo si fermò guardandola in maniera confusa, con un piede ancora alzato e la mano sempre in tasca.
Rimasero così per alcuni minuti, lei piangendo come una fontana, lui trasformato in una statua di sale.
Fu lei la prima a riprendersi. Il tipo era rimasto immobile, e non sembrava più così minaccioso. Tirando su col naso, Lisa lo osservò meglio. Portava una camicia bianca, pantaloni scuri eleganti e una giacca piuttosto lunga blu scuro, con la fodera rossa.
- Scusi, c'è un circo da queste parti?
- C-come prego?
Sembrava sinceramente confuso.
- Sì... Lei, lei non è un prestigiatore?
Il tipo sembrava indeciso sulla risposta da dare. Poi con un sospiro tirò fuori dalla tasca un fazzoletto rosso e lo porse a Lisa.
- Lasciamo perdere... Tieni.
Ancora titubante, Lisa allungò la mano per prendere il fazzoletto. Era un grande fazzoletto rosso, sembrava di seta, quasi un foulard.
- E' un pagliaccio?
- …
- Un... un clown insomma?
- In genere mi faccio chiamare il Dottore.
Lisa si asciugò la faccia dalle lacrime e si soffiò energicamente in naso. Guardò il fazzoletto, ormai completamente bagnato, ci pensò un attimo – Lo rivuole?
- No grazie, tienilo pure.
Lisa si asciugò di nuovo gli occhi e poi si mise il fazzoletto in tasca.
- Forse siamo partiti col piede sbagliato.
- Lo penso anche io.
- Mi chiamo Lisa e... credo di essermi persa.
- Lo penso anche io.
Lo guardò. La stava prendendo in giro? Sembrava serio... Forse era uno scherzo? Se era uno scherzo era decisamente ben realizzato.
- Mi sta prendendo in giro? E' uno scherzo?
- No, tu mi stai prendendo in giro! Ti sembro forse un clown?
Detto questo allargò le braccia e fece una giravolta.
- Sinceramente non saprei. Sono un po' confusa.
Il Dottore fece ricadere le braccia, e con un “bah!” aprì la porta della cabina e sparì dentro, sbattendo l'uscio.
Lisa era perplessa. Rimase immobile davanti alla cabina blu. Che fare adesso?
Improvvisamente come era sparito, il Dottore riapparve spalancando un'anta della cabina. In mano portava una tazza fumante.
- Tieni, bevi. Qualcosa di caldo aiuterà a calmarti.
Lisa guardò la tazza, sospettosa.
- Andiamo, forza, prendi!
- Mmmh, scusi sa. Ma non è molto prudente accettare bevande dagli sconosciuti.
- Bah, ti stai confondendo. Dagli sconosciuti non si devono accettare le caramelle, le bevande vanno benissimo! E poi non siamo sconosciuti, ci siamo presentati prima. Io sono il Dottore e tu sei Lisa. Visto?
Il Dottore aveva detto tutto di fila, senza neanche prendere fiato. La cosa la fece sorridere. Questo strano uomo le stava porgendo una tazza stando a quasi un metro di distanza, allungando le braccia a più non posso. Come se non volesse spaventarla di nuovo avvicinandosi troppo.
Lisa decise che poteva fidarsi. Prese la tazza in mano, ci soffiò un po' sopra per raffreddarla. L'odore era dolce, non sgradevole. Portò le labbra alla tazza e prese un piccolo sorso, assaporando.
- Allora? Com'è? Ti piace?
- Non saprei... - Lisa prese un altro sorso – E' strano. Che cos'è?
- Coca-cola calda.

  
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