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Autore: Raven Callen    01/10/2014    8 recensioni
[Happy Break Team Day!]
Cosa succederebbe se tre migliori amici si ritrovassero a fare da baby-sitter ad un bambino che non ha voglia di dormire e nessuna intenzione a render loro le cose più facili? Chissà...
***
- Nonostante ormai abbiamo venticinque anni, restano sempre dei bambini. – E’ con questa frase ed un sorriso divertito che Natsumi Endou sistema la borsa della spesa sul tavolo in cucina.
Aki Kino non capisce subito a cosa l’amica si riferisca, poi l’occhio le cade sul divano nella stanza accanto.
***
Storia dedicata a tutte le mie amiche del fandom e del sito. Specie a Yssis, perchè la faccio dannare, povera santa ^^
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Nelly/Natsumi, Silvia/Aki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Salve people! Happy Break Team Day!
Allora, ecco qualche piccola nozione sulla storia.
 
Il titolo è un riferimento alla favola (da me completamente inventata a random) che Endou racconta al figlioletto ^^
La shot è ambientata, molto vagamente, in una dimensione nebulosa collocata dopo la prima serie di IE Go. (con alcuni riferimenti sparsi per il testo)
Una dimensione in cui Endou ha un figlio. (ehi, io ho una teoria in proposito! Se, come è visto nel film degli Ogree, Mamo-chan ha un bisnipote – Mamoru non ha sorelle né fratelli, in più il bisnipote lo chiama proprio “bisnonno” – avrà figliato per forza.
Deve aver avuto un qualche erede, altrimenti questo Kanon da dove *azzo salta fuori? Ergo, ecco qui Endou alle prese con un ipotetico figlio.) Avuto da Natsumi.
Ehi, niente cori di protesta o sradicamento di capelli. Io sono ancora – e sempre sarò – una fiera e accanita sostenitrice della EndoKaze. Ma se avessi messo Ichi-kun come “moglie” sarebbe sorto qualche problema di carattere pratico e biologico. E non mi andava di usare il genderbender, visto che ho cercato di essere il più fedele possibile all’Anime, per quel poco che so del Go.
E poi Natsumi non è cattiva, anzi. E’ solo stata sposata con il personaggio sbagliato. Signori miei, non è mica colpa sua. Cibo a parte, secondo me sarebbe una brava moglie e madre. ^^
E, seconda cosa, questa ship è completamente comica/assurda (non dico demenziale perché non lo è, non ancora) quindi i Pairings sono solo accennati o necessari ai fini della trama.
 
Altra cosa.
Nella mia shot mi appartiene solo il piccolo Daichi (puccio lui ^^), mentre ho citato due volte l’OC di _Kiiko Kyah, come tributo a lei, al personaggio stesso, e a Hana. (chi conosce l’autrice, sa a chi mi riferisco)
Semplicemente, da quando l’ho conosciuta, non riesco a shippare Shuuya con qualcuno che non sia Nana Kaze (alias, Bianca Plus), ma capisco che questi sono problemi miei v.v
 
Ultimo appunto: probabilmente ho reso quasi tutti i personaggi un po’ OOC. (chi segue assiduamente le serie del Go può darmi una conferma/smentita?)
Non credo che Kidou e Gouenji bisticcino così apertamente, né che Endou sia totalmente negato con i bambini. (oddio, forse si, chi può dirlo).
Ma soprattutto che Aki abbia preso l’iniziativa di pitturare la faccia dei tre con i pastelli a cera.
Semplicemente, non ce li vedo io per prima.
Però erano troppo divertenti e non ho avuto voglia di modificare quelle parti per renderli più fedeli.
Dopotutto, il mio unico obbiettivo, in questa storia, è farvi divertire.
Non mi resta nient’altro da dire. Il resto delle note sono in fondo ^^
Buona lettura
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
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Endou è preoccupato.
Il piccolo Daichi, nella sua culla, sta piangendo come un forsennato.
Ha il viso rubicondo e agita i pugnetti in aria, manifestando tutta la sua disapprovazione.
Il suo strillo pare quello dell’allarme di casa – ma si, proprio quello che Mamoru aziona involontariamente, e puntualmente, quelle rare volte in cui si alza nel cuore della notte per bere un bicchiere d’acqua. O le più frequenti in cui torna a casa da un allenamento ad un orario indecente e non vorrebbe farsi scoprire da Natsumi, ma non ci riesce mai.
 
Endou è molto preoccupato.
Non è colpa sua. Lui non ci sa fare con i bambini così piccoli!
Marcia verso la finestra dalle tende scostate e poi, nel panico, torna indietro per cercare di calmare il bambino con parole rassicuranti. Ripete la sequenza di azioni un paio di volte, a scatti.
- Su, Daichi, calmati, da bravo. – lo prega, quasi buttandosi in ginocchio di fronte alla culla.
 
Endou è estremamente preoccupato.
E’ la prima volta che sua moglie lo lascia da solo a badare al loro figlioletto. E lui, il ragazzo che ha sconfitto squadre e squadre dei più grandi e forti calciatori del mondo, non è per niente sicuro di potersi occupare di un esserino piccolo e così delicato.
Insomma, andiamo! Badare ad un bambino non è esattamente facile come giocare a calcio.
 
A salvarlo da un attacco di cuore è il suono del campanello.
L’ex portiere della Raimon si fionda giù per le scale come se avesse un demone alle calcagna, gettandosi quasi sulla porta.
- Finalmente siete arrivati!- esclama, tra il sollievo e un lieve accenno di rimprovero. – Ho bisogno di aiuto! -
 
- Endou…, lasciatelo dire, chiamare noi per aiutarti ad accudire tuo figlio non è stata una delle tue idee più brillanti. - commenta Shuuya, togliendosi tranquillamente il cappotto e appoggiandolo sull’attaccapanni dell’ingresso.
- Concordo con Gouenji. Non potevi chiedere semplicemente ad Aki, o a Fuyuka? – aggiunge Kidou, sfilandosi la lunga sciarpa di lana beige fatta a mano. Un regalo di Haruna.
- Ho promesso a Natsumi che mi sarei occupato di Daichi da solo, non potevo chiedere a loro, lo avrebbe scoperto di sicuro! Vi prego, ho bisogno dell’aiuto dei miei migliori amici! - il novello padre sfodera la sua miglior faccia supplichevole, quella a cui nessuno può resistere.
Kidou e Gouenji cercano di non cascarci, almeno questa volta, ma ignorare quegli occhi di pura supplica li fa sentire meschini come se stessero abbandonando un cucciolo per strada.
Kidou sospira, Gouenji scuote il capo.
- E va bene. -
- Lo sapevo che non mi avreste abbandonato! – e Mamoru si lancia in un abbraccio estremamente caloroso in cui i due rimangono intrappolati.
- Potresti cominciare, padre degenere, con l’andare a recuperare Daichi, che sta piangendo da quando siamo entrati…- esala Shuuya, soffocato da tanto impeto.
- Accidenti! – e come un fulmine, Endou risale di corsa le scale, rischiando anche di inciampare.
 
 
 
 
- Certo che la nuova signora Endou l’ha fregato per bene, affidandogli il neonato. – commenta sarcasticamente il rasta. - Non l’ho mai visto scattare così per qualcosa che non fosse il pallone da calcio. -
- Questo è il motivo per cui non penso mi sposerò mai. –
A Yuuto scappa quasi un lieve ghigno. Chissà se una certa corvina permalosa era dello stesso avviso…
 
Il suono di un pianto precede Mamoru con in braccio la piccola peste, fonte dei loro guai.
E dire che, urla a parte, pare un angioletto, con quegli occhioni scuri – ora chiusi – e le guance paffute.
I capelli sembrano un nido spettinato e lo fanno sembrare un pulcino: Il colore è della madre, ma sono indomabili tanto quanto quelli del loro migliore amico.
Mamoru sta cercando di cullarlo goffamente, e il piccolo si placa appena un po’.
- Vedete? E’ da un’ora che piange, non so più cosa fare! -
- Ha mangiato? –
- Si. –
- Pannolino? –
- A posto, ho controllato almeno cinque volte. –
Shuuya prende in braccio Daichi, che intanto ha smesso di piangere, controllando discretamente il suo stato di salute. Si sa, Mamoru è un po’ distratto e non ha mai avuto a che fare con un bambino piccolo, prima d’ora. Potrebbe benissimo averlo vestito al contrario, per quel che ne sanno.
Senza quella santa donna di sua moglie è completamente perso.
- Non è che ha semplicemente freddo? Oppure deve dormire. –
Endou sospira – Dovrebbe, da un pezzo anche, ma sembra che non ne abbia poi molta voglia. –
- Hai provato a raccontargli una favola? -
Quella frase, detta dal grande e impassibile ex regista, acquista una lieve vena comica che è impossibile ignorare.
- Una favola?
 Le guance di Yuuto si macchiano appena di rosso – Che avete da guardarmi così? Con Haruna ha sempre funzionato. –
- In effetti anche con Yuuka… –
 
- Quindi… - li interrompe Mamoru. – Voi conoscete qualche favola da raccontargli? –
Stavolta anche il viso di Shuuya prende una tinta color fragola. Entrambi scuotono il capo con decisione.
- E’ passato troppo tempo… -
- Già, non ne ricordo più nemmeno una… -
Ammettere di conoscere delle favole per bambini non avrebbe giovato molto alla loro reputazioni, no davvero.
Non che Endou fosse così meschino da andarlo a spifferare in giro, però… al loro ex Capitano poteva capitare qualche commento, totalmente innocente, di troppo. Sempre meglio non rischiare.
Se la notizia fosse arrivata alle orecchie di Nana - o peggio, di Fudou! – non avrebbero avuto più pace.
 
- Ma non puoi inventarne una? Dopotutto il padre sei tu, vorrà sentire la tua voce, mica la nostra. – commenta Shuuya, per salvarsi d’impaccio.
- Si ma…non so cosa raccontare! Non potreste darmi qualche suggerimento? –
- In realtà non è troppo importante il contenuto della storia, Daichi è ancora troppo piccolo per capire.
Però questa è un’ottima attività per l’apprendimento futuro del linguaggio, inoltre… -
- Attenzione, Kidou-kun, altrimenti il piccolo si addormenta per la noia. – ghigna il biondo.
Yuuto gli lancia un’occhiataccia, ma decide temporaneamente di soprassedere.
 
- Una storia… cosa potrei...? Ci sono! -
Preso da un’ispirazione improvvisa, Endou si riprende il figlio e trascina i suoi amici nell’accogliente salotto: se non si tuffa di peso sul divano è solo perché ha Daichi in braccio.
Preso possesso del posto centrale, Mamoru si sistema il bimbo sulle ginocchia e comincia, con tono molto ispirato:
 
C’era una volta, tanto tempo fa, un bambino che abitava in un piccolo e umile villaggio.
Il bambino doveva aiutare spesso i suoi genitori a lavorare la terra, perché erano una famiglia di contadini, ma riusciva sempre a trovare un po’ di tempo per stare con i suoi amici e a giocare con loro. Il suo gioco preferito era il calcio! Un gioco bellissimo, per cui tutti i bambini condividevano una grande passione!
 
Gli occhi di Mamoru brillano di entusiasmo, facendo sorridere i due uomini.
E’ riuscito a infilare il calcio persino in un racconto per bambini.” Pensano contemporaneamente, accomodandosi accanto al loro migliore amico.
- Questa la voglio proprio sentire. – oltre gli occhiali verdi, le iridi di Yuuto si accendono di divertimento.
Daichi nel frattempo è tutto preso dal racconto di Mamoru, catturato dal suo tono entusiasta e dalla gestualità buffa e ricorrente.
 
- Questo bambino aveva tanti amici, ma ce n’erano due con cui passava interi pomeriggi a giocare a pallone, nascosti agli occhi degli adulti.
Uno di loro era il figlio del dottore del paese. Aveva i capelli bianchi come la panna - e tutti dritti verso il cielo!- e la carnagione scura. Aveva un carattere deciso ed era un gran testardo, quando si metteva in testa qualcosa non c’era quasi modo di dissuaderlo. Aveva due occhi scuri e profondi che sprizzavano scintille, specie quando si arrabbiava con il suo povero amico Mamo-
 
- Endou! – lo interrompe Shuuya. – Si può sapere perché mi hai inserito nella storia? -
- Oh, andiamo, Gouenji, non fare il guastafeste! Mi avete detto voi di inventarmela. -
- Si, ma così mi fai sembrare un folletto! –
- E’ per far ridere Daichi! -
- Dai, non te la prendere. –
- Fai presto a parlare tu, Kidou! –
 
- Aspettate, adesso arriva il bello! – esclama l’allenatore della Raimon, tutto preso dal suo racconto.
 
- L’altro era un bambino che viveva in un grande castell. Suo padre era un nobile ed era il signore di quel paese! Il bambino aveva i capelli castani acconciati in…in… in una stranissima pettinatura! Aveva la pelle pallida perché non usciva quasi mai a giocare, stava sempre in casa a studiare e studiare! I suoi occhi erano rossi, come le fragole sulla torta che ci porta sempre zia Aki, ma lui se ne vergognava e perciò indossava sempre degli occhialini molto strani, che il coprivano. Indossava anche un mantello rosso, in cui però rischiava sempre di inciampare, e… -
 
A sentire quel suo autoritratto così fantasioso, buffo e non troppo lusinghiero, l’attuale allenatore della Teikoku rimane allibito, indeciso se offendersi oppure no.
- I miei capelli non sono affatto strani! – si impunta infine, sistemandosi la cravatta con un gesto indispettito.
- Dai, Kidou, non te la devi prendere. –
- Tu sta zitto, Gouenji. –
 
Daichi, seduto sulle gambe del genitore, batte le manine e ride come un matto, divertito da quello strano siparietto che pian piano sta prendendo vita davanti ai suoi occhi.
Endou è lanciatissimo e continua a raccontare.
 
 – I tre bambini si incontravano sempre nel bosco vicino al villaggio. Tra gli alberi e i sentieri, un po’ in collina, c’era una bella radura piena di fiori ed erba verde, in cui i tre giocavano sempre a calcio, anche per interi pomeriggi! Non si stancavano mai.
A volte venivano anche sgridati dai loro genitori perché erano spariti tutto il giorno. Ma loro si divertivano troppo e non volevano mai smettere.
Poi, un giorno… -
 
- Ehi, aspetta un secondo. Io non sono d’accordo! Perché devo sembrare una specie di folletto dei boschi? -
- E ti lamenti? Io sembro una specie di buffone di corte! E poi perché devo essere io quello più ridicolizzato? E’ Shuuya che è si atteggiato a “Supremo Imperatore” e si è tinto i capelli di azzurro, non io! –
- E chi è che porta due fondi di bottiglia al posto di un paio di occhiali normali? –
Il moro si passa una mano tra i capelli, leggermente confuso. Come mai i suoi amici discutono così? Era solo una favola, dopotutto.
- Ragazzi, su calmatevi. –
- Tu non impicciarti!- sbottano in coro, per poi riprendere a discutere.
 
I suoi migliori amici, sempre così composti, così seri e posati…
Ora sembrano due casalinghe che si accapigliano per l’ultima pentola in offerta.
In effetti, a vederli non diresti mai che sono così buffi, quando litigano. Vederli alterati e fuori dai loro ruoli abituali è un raro privilegio – e si fa per dire, perché di solito è lui la causa delle loro ire – concesso solo a Mamoru.
- Non prendetevela. Dopotutto, è solo un racconto per bambini, no? -
L’occhiataccia combinata che Endou riceve lo mette a tacere mentre i due litiganti proseguono imperterriti il loro dibattito.
La cosa sembra destinata a protrarsi per parecchio, con Kidou e Gouenji che si accapigliano – ma sempre compostamente, eh! – ed Endou che cerca di quietare gli animi.
Il tutto mentre Daichi ridacchia e si gusta la scena.
Nonostante la favola sia rimasta a metà, lui si diverte lo stesso.
 
 
 
 
 
***
 
 





- Nonostante ormai abbiamo venticinque anni, restano sempre dei bambini. – E’ con questa frase ed un sorriso divertito che Natsumi Endou sistema la borsa della spesa sul tavolo in cucina.
Aki Kino non capisce subito a cosa l’amica si riferisca, poi l’occhio le cade sul divano nella stanza accanto.
 
Tre giovani uomini stanno dormendo profondamente, uno appoggiato all’altro. La testa di Endou è mollemente buttata all’indietro, mentre Gouenji è crollato sul bracciolo del divano. Kidou si è addormentato con il capo che ciondola in avanti e le braccia incrociate.
Tutti e tre hanno i capelli spettinati, i vestiti sgualciti e impiastricciati con qualche macchia di colore qua e là.
Le condizioni della stanza – neanche troppo catastrofiche, per quel che ritiene Natsumi – lasciano immaginare le attività svolte dai tre uomini per tenere a bada il piccolo Daichi.
Ci sono segni di un inseguimento, di un nascondino improvvisato, alcuni giocattoli sono sparpagliati per tutto il tappeto – pronti per essere calpestati e far cadere, tra colorite imprecazioni, il povero malcapitato di turno – mentre sparsi un po’ ovunque ci sono tanti pastelli a cera e altrettanti fogli di carta.
Baby Endou è seduto per terra, incolume in mezzo a tutto quel marasma, che mangiucchia la stanghetta degli occhiali di Kidou.
 
- Fortuna che la situazione era sotto controllo. – sbotta l’ex signorina Raimon, portandosi le mani sui fianchi.
Tuttavia le condizioni di suo marito e dei suoi compari sono talmente buffe che ben presto segue la verde in una risata divertita.
In effetti quei tre fanno un po’ di tenerezza: sono reduci da un intero pomeriggio alle prese con un neonato che sa già il fatto suo.
Aki prende in braccio Daichi, che ancora gioca con gli occhiali, e lo consegna alla madre.
- Sai, forse sarebbe bello avere una foto ricordo del momento. – commenta.
- Trovi? – la neomamma si fa pensierosa, mentre si assicura il bambino in braccio.
La Kino annuisce, con aria complice.
- Vai a prendere la macchina fotografica, mentre io aggiungo un tocco personale. -
 
 


 
***



Un paio di giorni dopo, tra le foto di famiglia ne compare una un po’ particolare.
Una foto che ritrae tre giovani adulti appisolati sul divano e attorniati da un caos di giocattoli e fogli colorati.
Kidou, Endou e Gouenji, le facce dipinte con i pastelli a cera.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 










 
 
Note 2 – La vendetta:
 
Waa, da quanto non mettevo le doppie note ^^
Cooomunque.
Happy Break Team Day! (again)
Si, lo so, spacco il minuto. Aspettare lo scoccare della mezzanotte – e domani c’è l’interrogazione di fisica T.T – solo per poter postare questa shot assurda è una cosa da masochisti.
Eh già, direi che è proprio da me.
Allora, oggi (è più domani che oggi, perché ho sonno e voglio andare a dormire, ma chissene) è il 01/10/14.
Che data è? Il primo di ottobre? Anche, ma soprattutto è la giornata al grande trio del fandom, ai tre solidi pilastri della Raimon.
Endou Mamoru. Gouenji Shuuya. Kidou Yuuto.
Sarà una grande giornata all’insegna dell’amicizia. Penso che, se sopravvivo alla scuola, la festeggerò mandando a quel paese compiti e pagine di studio e mi riguarderò episodi della prima serie di IE a random utilizzando il wi-fi gratis della biblioteca :3
Tornando a noi, perché sto facendo tutto questo gran casino per questa data?
Semplice, perché questa ricorrenza ricapiterà tra talmente tanti anni che se ne dovranno occupare i miei futuri (ed eventuali) figli e nipoti. E’ un po’ come il passaggio di una cometa, che capita una volta ogni tot anni.
Se non scrivessi niente penso che avrei il rimpianto per tutto il resto della mia vita, quindi eccomi qui.
La posto ora, alle 00:01 (o giù di lì) perché domani sarà un casino e non avrò sicuramente tempo, non voglio rischiare ritardi.
Anche perché… *rullo di tamburi* il giorno dopo (aka 2 ottobre) è il mio compleanno!
Sissignori, 18 anni suonati. Dovrei sentirmi una persona matura e responsabile, ora….
Buahahaha! Si, certo, come no.
 
Tornando a noi, volevo anche scusarmi per essere sparita per tanto tempo dal sito.
Mi scuso con le persone a cui dovevo recensire qualcosa, o semplicemente rispondere a un messaggio.
E’ un periodo infernale, tra studio e famiglia e pressioni-perché-è-l’ultimo-anno-di-superiori (per di più le lezioni teoriche di scuola guida mi stanno impegnando più del previsto. Neanche un mese scolastico e già non ne posso più!) quindi è probabile che, anche quando mi rimetterò in pari, sarà una cosa estremamente lenta.
Vi chiedo di portar pazienza, perché io tornerò v.v sono una testarda cocciuta, mia sorella lo dice ogni volta in cui mi impunto in un qualche videogioco. Non mollo finchè non riesco, punto. Così farò.
 
Mando un bacio a tutti voi, e un grazie a chi legge.
Kiss

 
The Raven
 
  
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