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Autore: BrigiMad    01/10/2014    2 recensioni
Un piccolo missing moment dopo che il Tardis scompare e lascia definitivamente Rose con un nuovo ed umano Dottore.
DAL TESTO: "Il Dottore chiuse gli occhi e sospirò lentamente, profondamente. Quando li riaprì lei lo stava ancora guardando in un misto di rancore e confusione. La amava. Ricordava perfettamente il giorno in cui le aveva detto addio, anche se in realtà non era stato fisicamente lui a farlo ma l’altro Dottore, quello… vero. Non era riuscito a finire quella frase, perché aveva aspettato troppo per farlo. Non ci era riuscito nonostante quelli fossero i loro ultimi minuti, gli unici che avevano a disposizione potendo solo guardarsi attraverso una frattura dimensionale. Come non ci era riuscito per tutto il tempo in cui avevano viaggiato insieme. Non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a lei e non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a se stesso."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 10 (human), Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Not Your Doctor»

 

Il Tardis stava scomparendo. Di nuovo.

Proprio come quel giorno. Il giorno più brutto della sua vita.

Avevano così poco tempo per parlare e lui era lì ma lei non poteva toccarlo, era un addio.

Un addio ad una parte di se stessa, un addio a qualcosa che non avrebbe mai potuto riavere.

Eppure durante quest’ultima avventura, totalmente incredibile e completamente imprevista, aveva sperato di poter tornare da lui. Ma ancora una volta i piani che il Dottore aveva per lei erano diversi.

L’aveva lasciata di nuovo e come se non bastasse, aveva lasciato lui lì con lei.

 

Mentre Rose rifletteva su tutto questo guardando Tardis che se ne andava, era proprio quell'uomo a tenerle la mano suscitando in lei sentimenti troppo contrastanti tra di loro.

Dolore, rabbia, disperazione… amore.

Avrebbe voluto continuare a piangere fino a che le lacrime si non fossero esaurite.

Si voltò nascondendo il volto sul suo petto e bagnandogli la giacca blu con le sue lacrime.

Non era lui e la cosa la faceva arrabbiare, ma non poteva fare a meno di abbandonarsi tra le sue braccia.

Il Dottore aveva detto che erano la stessa persona, in quanto condividevano gli stessi ricordi. Almeno fino al momento in cui Donna non aveva toccato la sua mano mozzata da cui era poi nata una sua esatta copia.

Una copia che non aveva ancora ventiquattro ore di vita, eppure aveva ricordi di novecento anni passati a viaggiare nel tempo e nello spazio e tra questi ricordo c'era anche il ricordo di lei: Rose Tyler.

«Mi dispiace».

Fu un sussurro.

Rose sollevò il viso ancora umido di lacrime «Cosa?».

Il Dottore chiuse gli occhi e sospirò lentamente, profondamente. Quando li riaprì lei lo stava ancora guardando in un misto di rancore e confusione.

La amava. Ricordava perfettamente il giorno in cui le aveva detto addio, anche se in realtà non era stato fisicamente lui a farlo ma l’altro Dottore, quello… vero.

Non era riuscito a finire quella frase, perché aveva aspettato troppo per farlo.

Non ci era riuscito nonostante quelli fossero i loro ultimi minuti, gli unici che avevano a disposizione potendo solo guardarsi attraverso una frattura dimensionale. Come non ci era riuscito per tutto il tempo in cui avevano viaggiato insieme. Non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a lei e non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a se stesso.

La verità era che aveva paura. Sapeva che Rose sarebbe rimasta, ma come? Lui non sarebbe mai invecchiato e l’avrebbe vista sfumare pian piano... senza contare che avrebbe potuto essere lui stesso la causa della sua morte.

Com'erano meravigliosi gli esseri umani.

Durante l’intero corso della sua vita non avevano mai smesso di sorprenderlo e lui non aveva mai smesso di credere il loro. Avrebbe potuto dunque non amarla? Certo che no.

Eppure, non ostante ciò era riuscito a dirglielo solo adesso, solo perché adesso sapeva che avrebbe potuto passare il resto della sua vita con lei e non si sentiva più in colpa, non si sentiva più egoista o... sbagliato. Ora poteva restare con Rose fino alla fine dei suoi giorni, se lei lo avesse voluto.

L’altro Dottore non aveva mai avuto il coraggio, la forza di pronunciare quelle parole. Non lo aveva fatto, sebbene provasse le stesse cose che ora provava lui.

Lui aveva sorriso, mentre il suo cuore piangeva.

Sapendo che questo era il miglior lieto fine che potesse avere. Un lieto fine che solo una parte di lui poteva vivere. La sua parte umana.

Chissà... se dopo quel giorno il vero Dottore si sia soffermato a pensare che da qualche parte, in un altro universo, un altro dottore con i suoi stessi ricordi e i suoi stessi pensieri, una parte di lui, viveva la sua unica vita accanto a Rose. Una vita in cui sarebbe invecchiato, una vita con un solo cuore... umana.

In parte lo avrebbe invidiato forse ma d’altra parte, avrebbe solo potuto continuare ad essere il Dottore: con il suo Tardis che viaggia nel tempo e nello spazio.

Ebbene... un Dottore umano sebbene uguale a lui, avrebbe potuto comunque essere “il Dottore”?

Forse Rose Tyler aveva ragione e lui non era se stesso, non era il suo Dottore.

Non era il dottore di Rose.

«Prima. Quello che mi hai sussurrato all'orecchio…» aveva ancora la voce rotta dal pianto, «…se è la verità dimmi... cosa ricordi di quel giorno, cos’hai pensato? Cos’hai provato? Dimmelo!».

Lui la guardò fissa in viso con gli occhi vitrei, sentiva il suo unico cuore battere forte ed era una sensazione strana. Aveva un solo cuore.

«Ricordo... di non essermi mai sentito umano come quel giorno. Credevo che fosse l’ultima volta che ti avrei vista quindi stavo per... Ma avevo paura, avevo aspettato così tanto per farlo... Sono riuscito a perdere anche gli ultimi minuti che avevo... Ho pronunciato il tuo nome e quando mi sono ritrovato nello spazio da solo io…»

Smise di parlare preso da una stretta alla gola.

«Cosa? Quando ti sei accorto che il tempo era scaduto tu... cosa?!» la sua voce era carica di dolore e di rabbia nei suoi confronti. Il Dottore era consapevole di averla esasperata per tutto il tempo che avevano passato insieme sul Tardis, non mostrandole mai quello che provava davvero. Eppure lei era sempre stata così paziente... Ma del resto come avrebbe potuto dirgli che la amava? Era un Signore del Tempo, i Signori del Tempo non invecchiano, si rigenerano e lei un giorno se ne sarebbe andata. Non poteva amarla.

«Io ho… pianto».

Una lacrima gli rigò la guancia mentre pronunciava quella frase. Rendendo ancora una volta vivo e bruciante quel ricordo che faceva così male.

«Non ti ho mai visto piangere. Mi dicevi “Io sto sempre bene” anche quando era ovvio che non stavi bene per niente...»

«Rose, tu hai reso una parte di me più umana e mi hai reso migliore, ora puoi continuare quello che hai iniziato. Come ho già detto: ho una sola vita a disposizione e sarei felice di trascorrerla con te, se ti va».

Ora posso amarti Rose Tyler.

«Non dovrò mica ricominciare tutto da capo vero? Hai appena sterminato un’intera razza. Di nuovo. Erano solo Dalek ma penso che l'altro te abbia ragione... c'é del lavoro da fare».

Gli sorrise, anche se aveva ancora le guance rigate dalle lacrime.

Lui si chinò sul suo viso per asciugarle «Erano secoli che non avevo il più coraggio di dirlo a nessuno... Avevo dimenticato quanto facesse male...»

«Per questo che lo hai sussurrato? Se lo dici a bassa voce fa meno male?»

Il Dottore anuì. «Ti amo, Rose Tyler. Da tanto tempo oramai e lo avevano capito tutti tranne me. So di non essere il tuo Dottore, ma non scambierei questa nuova vita con niente… se questa posso viverla insieme a te». Sussurrò queste parole come se fossero parole troppo preziose per sciuparle pronunciandole.

Si avvicinò al suo viso lentamente, assaporando ogni secondo di quel gesto. Ogni reazione del suo corpo interamente umano. Il battito cardiaco accelerato e il caldo formicolio che avvertiva nel petto... La baciò e fu come se fosse la prima volta. In quell’istante gli sembrò che un solo cuore non fosse abbastanza per contenere la sensazione che provava.

Poi, mentre la teneva stretta tra le braccia gli sussurrò quelle frase ancora una volta. Sembrava l'unica cosa che avesse importanza. Era una sensazione di totale completezza, non aveva più nient'altro a cui dover pensare a parte lei. «Non voglio perderti mai più Rose»… e per un attimo, avvertì ancora una volta il battito di due cuori. Insieme.

Il suo cuore e quello di Rose.

Due cuori.

Due cuori sarebbero bastati.

   
 
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