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Autore: Bertu    01/10/2014    9 recensioni
Matteo è chiamato da tutti il Gigante Buono. 208 centimetri di tenerezza e amore da donare, anche se preferisce riversarlo sui piccoli pazienti dell'ospedale dove lavora che su una ragazza. Sorriso perfetto e braccia da favola, potrà mai diventare il Grande Gigante Innamorato?
Lucia abiti di fronte a Matteo, ma, complici gli orari diversi e una vita sociale inesistente, non l'ha mai incontrato. Dolce e romantica, ha un debole per i sorrisi, le belle braccia e i bambini. Sogna ormai da anni il suo "Mister X", anche se sa che non lo incontrerà mai: quando parla a un ragazzo balbetta sempre, purtroppo.
Tutto questo, però, è destinato a cambiare.
Gli amici di Matteo e la piccola Cisky uniranno le loro forse non solo per farli finalmente incontrare, ma per svolgere il ruolo di Cupido.
Saranno balbettii?
Sarà indifferenza?
Oppure sarà... amore?
Solo una cosa è certa. Come dice Ivano: "L'amore non è questione di testa, ma di pancia. Anche se io ho solo addominali scolpiti".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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UN GRAZIE ALLA MIA SAM PER IL BELLISSIMO BANNER *^*


Capitolo 16
 
Un evidenziatore in mano e la matita incastrata tra i capelli, Lucia cercava di concentrarsi per poter leggere il regolamento dell’asilo dove avrebbe iniziato il tirocinio in meno di una settimana.
“Il tempo vola quando ci si diverte” pensò fissando per l’ennesima volta le lancette dell’orologio, fisse ancora sulle 16.30
 
Con un sospiro si lasciò andare contro lo schienale della sedia e lasciò la presa dall’evidenziatore, che andò a schiantarsi vicino al resto del materiale che sommergeva la scrivania.
 
Decisamente, il tempo non stava volando.
Il tempo voleva quando era insieme a Cisky… e a Matteo.
 
Arrossendo leggermente, ripercorse con la mente gli istanti passati insieme sotto la doccia, una settimana prima. Contrariamente a quanto si sarebbe aspettata, una volta usciti dal getto caldo, non aveva provato alcun imbarazzo. Matteo l’aveva avvolta in un asciugamano bianco e di spugna che, contrariamente alle scene viste nei film, le era sembrato un po’ ruvido. Tuttavia anche quella sensazione era sparita quando il Gigante l’aveva stretta tra le sua braccia. Non si erano parlati, erano rimasti in silenzio, come se avessero paura di infrangere il momento.
 
Lucia chiuse gli occhi, rivedendo mentalmente, dietro le palpebre chiuse, il corpo nudo di Matteo. Era… perfetto. Forse fin troppo. Aveva perfino la tartaruga e la ragazza aveva deciso che le avrebbe dato un nome… o avrebbe fatto meglio a dare un nome a ciascuno dei suoi addominali?
Si sa, a volte la vita ci presenta delle situazioni troppo difficili da affrontare.
 
Peccato che la parola “orgasmo” avesse ben sette lettere e gli addominali di Matteo fossero solo sei; dove sarebbe finita la “o”? Magari quella avrebbe potuto indicare il pacchetto completo, una vocale che era solita concludere un grido concitato, pieno di passione e di brividi.
 
Chiuse gli occhi, mentre tentava di scacciare immagini di lei che, nel letto di Matteo, e sopra di lui, toccava con mano quel ben di Dio, sillabando lettera per lettera.
Sbatté la testa contro la scrivania, ma non ottenne nessun risultato positivo. Anzi… aveva ancora più voglia di attraversare il pianerottolo per andare a farsi medicare dal suo infermiere preferito.
 
Sconcertata dalla piega che, in poco tempo, avevano assunto gli eventi, si avviò in cucina, fermandosi dietro il divano e osservando divertita la smorfia disgustata di Camilla durante una scena d’amore.
- Tutto questo zucchero… mi fa venire la nausea! - disse afferrando il telecomando e cambiando canale.
- Devo dedurre che… hai litigato con Gabriele? –
La bionda si girò scuotendo la testa. Camilla era bella anche con i capelli in disordine.
- Niente affatto. Amo Gabri, credo di non aver mai amato nessuno come lui. Solo mi danno fastidio queste scene letteralmente surreali! -
 
Lucia si sedette sul divano, un sopraciglio inarcato.
Non riusciva assolutamente a capire cosa ci fosse di sbagliato nella scena d’amore che aveva avuto modo di vedere per una manciata di secondi.
- Scusa Cami… ma davvero, non riesco a capire. Se ami Gabriele così tanto come hai affermato alcuni secondi fa, perché sei infastidita da una coppia innamorata come voi? Posso capire le scarse capacità recitative… ma non devono per forza influenzare il contenuto! -
 
Cami si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli ancora di più.
Lucia si preoccupò: conosceva bene la sua amica e sapeva che quel gesto non avrebbe procurato altro che guai.
 
- Luci… credimi. Mai e poi mai nella vita sentirai un coro di angeli cantare “I will always love you” mentre farai l’amore con Matteo. E assolutamente non lo sentirai durante la prima volta. È per questo che mi arrabbio, cavolo. Noi ragazze cresciamo con delle aspettative che puntualmente non sono reali. Non ci sono petali di rose che cadono dal cielo, cori angelici o visioni divine… C’è sangue, si prova dolore, a volte anche imbarazzo. È un lato dell’amore strano, a volte traumatizzante. Capisco esattamente che la maggior parte dei film romantici voglia vendere un lieto fine e noi fanciulle riponiamo troppe speranze nell’amore da poter abboccare a qualsiasi cosa… ma questi comportamenti si ritorcono contro di noi! -
 
Lucia inarcò un sopraciglio, portandosi le ginocchia al petto e le cinse con le braccia.
Ciò che aveva appena sentito sembrava così… terribile!
Non c’era magia?
Non si provava una sensazione di appartenenza?
I cuori dei partner non diventavano una cosa sola, come i loro corpi?
 
Chiuse gli occhi.
Non stava capendo nulla.
 
Per 23 anni aveva creduto in una bugia, in una fandonia, in qualcosa di irreale?
Che senso aveva preservarsi, rimanere illibate, se poi non accadeva nulla di straordinario?
Qual era lo scopo di resistere a ogni tentazione possibile se poi il coinvolgimento emotivo era pari a zero?
Perché aveva aspettato tutti quegli anni un Mr X credendo che avrebbe saputo portarla sulle vette più alte del piacere umano quando avrebbe provato soltanto dolore e disagio.
 
Di sottecchi, guardò Camilla, impegnata a rispondere a un messaggio. Stava sorridendo, quindi il mittente doveva essere Gabriele. Era quasi scontato.
Lucia ritornò ai suoi pensieri, continuando a rimuginare sulle parole dell’amica.
Come mai aveva commentato in modo così acido quando lei stessa diventava uno zuccherino appena sentiva la voce del suo ragazzo?
Forse perché…
“Perché io non sono esperta di queste cose e non ci sto capendo un’emerita minchia!” sbottò mentalmente la ragazza, iniziando a giocherellare con i suoi capelli.
 
Si sentiva a disagio.
Erano settimane che non le succedeva, in pratica da quando aveva bacio Matteo di sua iniziativa. Credeva che quella sensazione l’avesse abbandonata definitivamente, andando a tormentare altre ragazze con bassi livelli di autostima. Invece no, era rimasta in agguato, pronta a tenderle un attacco quando si sarebbe rivelata più debole. Proprio come in quel momento.
 
Tuttavia, quel mostro non aveva fatto i calcoli esatti.
Lucia non era la stessa. Era maturata, aveva acquistato una nuova sicurezza e… spigliatezza. Matteo, e la relazione con Matteo, la stavano cambiando, trasformandola nella ragazza che aveva tanto desiderato essere.
Una ragazza che si sarebbe fatta in quattro pur di portare a termine un obiettivo.
Una ragazza che non si arrendeva dopo la prima difficoltà.
 
Guardò Cami, con rinnovata sicurezza, e le pose una domanda che le ronzava in testa da… anni.
- Com’è stata la tua prima volta? -
L’amica si voltò, facendo svolazzare i capelli biondi. Contrariamente a quanto aveva sempre pensato Lucia, non si scandalizzò per nulla. Il viso rimase disteso e le labbra si sciolsero subito in un sorriso.
Sembrava… sprizzare gioia e felicità da tutti i pori.
- Hai presente da quanto tempo aspetto che tu mi ponga questa domanda? Sei la mia migliore amica, mi aspettavo un terzo grado! Invece arrivi con anni e anni di ritardo! -
- Ma non è vero! Se ben ti ricordi non appena ti ho vista ti ho fatto un terzo grado con i fiocchi! –
Camilla le lanciò un fazzoletto, per poi parlare con voce indignata.
- Me lo ricordo perfettamente, come fosse ieri. Mi hai fatto tre domande: “Tutto a posto?”, “Ѐ andato tutto bene?” e l’ultima, che preferirei dimenticare, “Avete usato protezioni?”. Luci, guarda… ti avrei tirato addosso un armadio. E la storia si è ripetuta anche quando ho fatto l’amore per la prima volta con Gabri. Io smaniavo dalla voglia di raccontarti tutto, ma invece… mi trovavo di fronte a un muro -
Camilla guardò l’amica con occhi tristi.
- Per molto tempo ho pensato non ti importasse nulla di me… che non volessi condividere nulla. Ti conoscevo e con gli anni ho imparato a conoscerti meglio… a capirti meglio. Ho compreso che l’hai fatto inconsciamente, che non volevi ferirmi oppure mancarmi di rispetto. Però nel primo periodo è stato difficile per me – Camilla prese un respiro profondo e si avvicinò a Lucia, fino ad abbracciarla.
 
- Adesso non pensiamoci più, ok? Matteo ha risvegliato una parte di te che mi piace molto e sono davvero felice di condividere con te tutto ciò che mi è accaduto e che accadrà. Tuttavia, devi promettermi una cosa. Che quando succederà... me lo dirai. Mi dirai se sei stata bene, se Matteo ti ha messa a tuo agio, se avete trovato il vostro feeling, il vostro ritmo. Vedi… quello è la cosa più importante -
 
Camilla si stiracchiò, allungando le gambe sul tavolino, preparandosi a raccontare la sua storia.
- A dir la sincera verità… non mi ricordo cos’è esattamente successo durante la mia prima volta. O meglio, la meccanica la ricordo, ma non so perché ho deciso di farlo proprio con lui. Si può dire che l’abbia data via, anche se non so il perché. Lui non era granché… si dava delle grandi arie da grand’uomo quando invece non sapeva minimante cosa fare e come farlo. Mi ricordo di aver pensato “ma è tutto qui?”. È stato velocissimo e poi si è accasciato su di me stile piovra e, o mio Dio, metteva le mani ovunque. Mi sono sentita tremendamente a disagio, tremendamente in imbarazzo… e ho capito di aver fatto un errore. Ma di quelli grossi, che non puoi nascondere. Se poi aggiungiamo che non ho ricevuto nemmeno una parola di conforto dalla mia migliore amica, direi che la situazione è passata velocemente dalla padella alla brace. E la cosa si è ripetuta anche per i ragazzi successivi. Non capivo cosa non andava in me… e stavo male perché non potevo parlarne con nessuno. Poi è arrivato Gabriele -
 
La bionda sorrise, guardò il cellulare e rispose a un ulteriore messaggio del suo amato.
- Appena ho visto Gabri ho subito capito che le cose sarebbero andate diversamente. È stata una sensazione che si è rivelata vera, perché prima di fare l’amore per la prima volta abbiamo rispettato tutte le tappe. Lo volevamo entrambi, non solamente io o solamente lui… entrambi. Secondo me è stato questo che ha dato la carica al nostro rapporto: ci siamo aspettati, l’abbiamo voluto veramente. Sembra strano e troppo smielato, ma siamo voluti fidare l’una dell’altro prima di impegnarci così a fondo. È questo quello che, secondo me, è mancato nelle mie altre relazioni. La fiducia. Solo con Gabri ne ho capito la vera importanza -
Camilla guardò Lucia e poi fece una smorfia.
- Questo non significa che durante il rapporto sono scesi petali di rosa e ho sentite sussurrate all’orecchio poesie in francese romanzo. Assolutamente no. Non è un gesto che puoi generalizzarlo. È passione, pura voglia e puro istinto… altre volte, invece, è più dolce. Tante volte si ha semplicemente voglia di sentirsi vicini, di sapere che c’è qualcuno pronto per te -
 
- E… fa male? – chiese Lucia in un sussurro.
- Credo dipenda da persona a persona. Personalmente, non ho sentito molto dolore e, per fortuna, non c’è stato molto sangue. Poi sta molto al ragazzo. Non abbiamo bisogno solamente di una preparazione psicologica, ma anche di una preparazione fisica vera e propria. In fondo è un corpo estraneo… se non si è sufficientemente, sai, pronte, può fare malissimo. E quando provi dolore è meglio non continuare… aggraveresti solamente la situazione –
- E poi come ci si sente? –
 
Camilla sollevò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere.
- Guarda che so cosa è successo con Matteo… me l’hai detto tu! -
Lucia sgranò gli occhi e puntò il dito contro il proprio petto.
- Io? Ma se non ti ho detto proprio nulla! -
Camilla rise più forte, posando le mani sulla pancia, come se si trattasse della migliore delle barzellette.
- Non me l’hai detto tu, espressamente. Me l’ha detto il tuo corpo, i tuoi comportamenti. Il fatto che stai prendendo coscienza di te stessa e delle tue capacità, l’essere consapevole che delle proprie qualità. Non hai più le spalle incassate, non balbetti più quando il cassiere del supermercato ti fa una battuta. È vero, non riesci ancora a rispondere a tono, ma ti vedi diversa, migliore, e questo aiuta gli altri a vederti come tu vuoi essere vista. Psicologicamente parlando, la visione che gli altri hanno di noi è fortemente influenzata dalla visione che noi abbiamo di noi stessi. Se noi ci piacciamo, se andiamo d’accordo con il nostro corpo, se sappiamo di essere meravigliosi nonostante tutti i nostri difetti… anche gli altri lo percepiranno e ci guarderanno con occhi diversi. Comportandosi di conseguenza. E, come ti dicevo, ho visto questo cambiamento in te, Lucia. E se prima eri meravigliosa… ora brilli come una stella -
 
***
 
Mentre si preparava a uscire con Matteo, Lucia ripensò attentamente alle parole di Camilla. Sapeva che erano vere, anche se non riusciva a capacitarsi del loro effettivo significato.
Però aveva ragione… si sentiva bella.
Perché Matteo la faceva sentire bella.
E brillava perché i sorrisi del Gigante erano da un miliardo di volt e ogni volta che lo baciava tutta quell’energia la contagiava.
 
Mai si era sentita così.
Ed era bellissimo sentirsi così.
La cosa migliore era non essersi annullata, essere una persona diversa per piacere di più a Matteo. Sì, era sempre la stessa. Pregi e difetti. Ma se lui era riuscito ad accettarli perché anche lei non poteva farlo? Accettare se stessa?
“Sto imparando… ci vorrà tempo e fatica, ma sto imparando”.
 
Stava imparando ad amare i suoi capelli corti e a vederli sotto una luce più sofisticata, più elegante.
Stava imparando ad amare i suoi fianchi. A volte avrebbe voluto segarli per entrare in jeans più stretti e più alla moda. Tuttavia, Matteo vi appoggiava sempre le mani. Li stringeva, li accarezzava, li vezzeggiava… e non avrebbe fatto nulla di tutto ciò se non gli fossero piaciuti.
Stava imparando ad apprezzare il suo carattere timido e a volte troppo introverso, perfino asociale, perché aveva saputo aprirsi con le persone che contavano davvero.
Stava imparando ad apprezzarsi anche da un punto di vista lavorativo: non c’era niente di male nell’intraprendere la carriera come “maestra d’asilo”. Non doveva assolutamente prestare attenzione alle critiche dei genitori, ma fidarsi di chi le voleva veramente bene.
 
Come Matteo.
 
Matteo si fidava dei suoi consigli. Non la prendeva mai in giro se aveva un’opinione diversa dalla sua. Anzi, sembrava apprezzare questo scambio di idee, come se fosse una ventata di aria fresca
Per questo motivo voleva suggerirgli di iscrivere Cisky all’asilo.
Un qualunque asilo.
 
Con il tirocinio alle porte non avrebbe più potuto dedicare la maggior parte del suo tempo a quella bambina fantastica, ma non voleva che Matteo prendesse una babysitter per rimpiazzarla. Era tempo per Cisky di affrontare una nuova sfida, di stare insieme ad altri bambini, nonostante i comportamenti infantili lo zio Ivano e lo zio Luca erano decisamente troppo cresciuti, e imparare le regole dello stare insieme.
Forse all’inizio avrebbe avuto dei problemi, ma Lucia conosceva delle strutture con personale validissimo. La biondina non avrebbe sentito troppo la mancanza del suo Gigante Buono e la sera tutto sarebbe stato come da routine.
 
Sistemandosi la camicetta, la ragazza attraversò il pianerottolo per bussare alla porta del Gigante.
Poco dopo fu Cisky ad aprirle, attaccata alla maniglia e in punta di piedi.
Le sorrise subito e allungò le braccia per venir presa in braccio e fare due coccole.
- Tutto bene, topina? Qualcosa non va? -
- Matteo ha deciso di indossare la sua camicia arancio. Credevo l’avesse buttata via, fa così schifo che Palla non la userebbe nemmeno per pulire la sua gabbietta. Anzi, forse la salverebbe perché è dello stesso colore delle sue carote preferite… anche se ho dei seri dubbi –
 
Quando Matteo comparve in salotto, Lucia non riuscì a resistere e scoppiò a ridere.
Il Gigante, sorridente, si guardò in giro e poi parlò con tono di finta polemica.
- Stai ridendo di me? Come osi…? Sono meraviglioso! -
- Assomigli a una carota!! Sei una grande carota gigante! – si portò poi le mani alla bocca, l’espressione sorpresa. Chiese a Lucia se poteva metterla a terra, in modo che andasse da Palla a dargli una carota, o più di una, da mangiare. Sgambettò allegramente verso il frigorifero, il vestitino rosa che svolazzava attorno alle gambine.
 
Matteo si avvicinò a Lucia e, con un braccio, le cinse la vita.
- Sta diventando grande – sospirò.
- Sta crescendo bene. Stai facendo un ottimo lavoro. Sei un bravissimo papà –
Il Gigante la guardò scettico, portandosi una mano agli occhi.
- Faccio del mio meglio… anche se non credo sia abbastanza. Cisky è una bambina… diversa, diversa da tutti i bambini che ho incontrato nel corso degli anni. A volte ho come la sensazione che lei capisca tutto, che sia come una grande spugna: vuole assorbire il sapere degli altri. Le piace stare con Luca perché insieme… leggono tanti libri diversi. Non le solite favole che le leggo io, ma anche classici alla sua portata come “I viaggi di Gulliver” oppure altre letture. Credo che con me si annoi… -
 
Lucia gli baciò una spalla, non riusciva ad arrivare fino alla guancia senza un aiuto da parte sua, e iniziò a massaggiargli la schiena con ampi gesti circolari.
- Andrà tutto bene. Avevo intenzione di farti una proposta che, a questo punto, cade proprio a fagiolo. Tuttavia, credo che dovrai aspettare la fine della festa – gli prese una mano e ne baciò il dorso, per poi sorridere.
Matteo la guardò con occhi lucidi e strinse la mano di Lucia e, attraverso quel gesto, cercò di farle capire quanto stava diventando importante per lui e cosa significasse veramente averla accanto.
Un gesto che da solo valeva più di un milione di parole.
 
Lucia abbassò gli occhi, sorridendo. Aveva capito tutto, ma ancora non riusciva a realizzare di essere diventata così importante per un ragazzo. Una spalla d’appoggio, un partner per risolvere i problemi, qualcuno con cui dividere preoccupazioni e gioie della vita.
Gli sarebbe piaciuto baciarlo, baciarlo per davvero, stringerlo a sé e distendersi sul divano e stare insieme a lui.
 
Non era passato molto tempo dalla doccia e non si sentiva ancora pronta per esplorare territori che un tempo le apparivano così lontani, ma che adesso si stavano facendo sempre più vicini. Però iniziava a desiderarlo ed era felice che fosse un sentimento partito da lei, non da spinte esterne.
Matteo non le stava mettendo alcuna pressione, anzi… sembrava godersi ogni passo del cammino.
 
Ci sarebbe stato tempo.
Doveva continuare a fare ciò che si sentiva, cioè che veniva spontaneo, senza forzature.
Anche il Gigante sembrava vivere la stessa situazione perché sorrise e, silenziosamente, le mimò una parola.
Dopo.
 
- Io sono prontaaaa – urlò Cisky ricomparendo in salotto. – Palla ha la sua riserva di carote così non deve digiunare mentre siamo via. Adesso possiamo andare dallo zio Ivano -
 
***
 
Ivano, o meglio la sua fidanzata, aveva organizzato un ultima grigliata all’aperto, prima che il tempo costringesse tutti a rimanere isolati in casa.
Alice ne aveva approfittato per invitare alcune nuove colleghe, in modo che si sentissero le benvenute non solo all’interno dell’ambiente di lavoro, ma anche fuori.
 
C’erano anche delle ragazze single che aveva sperato di poter presentare al cerbiatto tenebroso, ma di Luca non c’era l’ombra. Come di Gian e Giorgia.
Non appena Ivan avvisto la coppietta e la bambina che entravano dalla porta corse verso di loro.
- Scappate finché potete, sciocchi! Questa casa sta diventando un manicomio. Portatemi con voi verso un luogo sicuro, al riparo da queste donne con gli ormoni alle stelle o con un’acidità che nemmeno una zitella di ottant’anni… -
 
Fu interrotto da Alice, o meglio, da una gomitata nelle costole.
- Ivano, tesoro, puoi andare ad accendere il fuoco? Stiamo morendo di fame… -
Scuotendo la testa, l’uomo si avviò verso il barbecue, lasciando i neo arrivati in compagnia della sua dolce metà.
 
Alice baciò e abbracciò tutti, riservando un’attenzione speciale a Cisky.
- Ci sono anche dei bambini della tua età! Puoi giocare con loro, se vuoi. Vieni, ti accompagno -
La biondina scosse la testa, lanciando sguardi imploranti a Matteo.
- Forse è meglio aspettare un pochino… - cerò di suggerire Lucia, il cuore in gola nel vedere il comportamento di Cisky. Perché una bambina così solare doveva comportarsi in quel modo?
- Sciocchezze… non vedono l’ora di giocare con te! E quando ho detto che hai un coniglio vero a casa volevano tutti diventare tuoi amici –
 
Cisky si dimenò per sfuggire dall’abbraccio di Alice e andare a rifugiarsi dietro le gambe di Matteo.
- Io non voglio che mi rubino Palla. Palla è il mio coniglio, io non voglio dividerlo con loro. Loro me lo porteranno via, è mio! -
Lucia si abbassò, fino a guardare la biondina negli occhi spaventati.
- Tesoro, nessuno ti ruberà Palla. Ti giuro che nessuno lo farà… che ne dici di andare a vedere questi bambini? Da lontano… Alcuni saranno antipatici, forse, ma sono sicura che ci sarà almeno una bambina che ama il rosa e i fiori come te. Puoi provare a giocare con lei, senza farlo per forza… vedere com’è. Se non ti piace, torniamo subito da Matteo, non ti devi preoccupare. Nessuno ti farà del male, ok? -
 
Lucia prese in braccio la bambina e, a passi lenti e misurati, si avvicinò alle altre mamme. Teneva Cisky stretta contro il proprio petto, per farle sentire il proprio calore e il proprio affetto.
 
Matteo sospirò e sentì il cuore allargarsi.
Le sue ragazze.
- Sembra un angelo, chissà cosa hai fatto per meritare una ragazza del genere – gli chiese Alice, incrociando le braccia.
- Non lo so… ma è… -
- Perfetta? –
- Sì –
- E allora che aspetti? Non fartela scappare per nulla al mondo, la perfezione è difficile da trovare. Soprattutto se sa incastrarsi con l’altra metà del tuo mondo. Non permettere a nessuno di portarla via, potrai pentirtene amaramente –
 
Alice se ne andò, lasciando Matteo da solo con i propri pensieri.
Aveva ragione,  non doveva permettere a nessuno di portargli via Lucia.
Perché non era solo perfetta per lui, lo era anche per Cisky.
E sapeva capirlo. Accettarlo. Sapeva gestire crisi di ogni tipo.
Ma, soprattutto, si fidava di lei.
 
Poche erano le persone degne della sua fiducia.
Ma sapeva che a Lucia non avrebbe potuto affidare solo la propria vita.
No, avrebbe potuto affidarle anche quella di Cisky.
Perché era speciale.
 
Sorridente si incamminò verso di loro. Anche se la ragazza aveva gestito la situazione alla perfezione, non voleva che si sentisse da sola.
Da adesso in poi avrebbero affrontato le situazioni difficili della vita in due.
Sempre insieme.
Come una coppia.
Come una famiglia.
 
 
Ragazze… ciao :)
A tutte voi che avete iniziato l’università oggi o in questi giorni vi faccio un grande in bocca al lupo.
Non so, ma oggi non sono in vena di scrivere delle grandi note, quindi dovete perdonarmi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) è stato “strano” ma contemporaneamente “bello” scriverlo. Devo ringraziare Ilaria e soprattutto Elisa perché hanno risposto al mio terzo grado.
Grazie mille per avermi seguito fino a qui… spero che mi seguirete anche oltre ;) Come sempre, se questo capitolo vi è piaciuto, non vi è piaciuto, vi ha trasmesso qualcosa, o semplicemente volete dire la vostra all’autrice… lasciate pure una recensione :) Mi renderete molto felice :) Se siete timidi… aggiungetemi su efp, così da poter sapere le ultime dal monto del GGI.
Eh… niente.
Non ho nient’altro da dire per oggi. Strano xD
Un abbraccio :)
Robi
 
Ps: è vero, non ho risposto alla recensioni dell’ultimo capitolo, ma ne ho alcune in arretrato e sto andando in ordine. Questo non significa che non le abbia lette e ADORATE *^* Grazie mille a Romy2007, Criminol, Engel2, DarkViolet92, FlyLoveBelieve, Cardie9980, Beatrice94, Bijiuottina, Serpentina, Silvietta, thebest89, SoftKitty, Niglia e Beatrice94 ! Il vostro supporto significa molto per me.
   
 
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