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Autore: ladymisteria    01/10/2014    1 recensioni
Quando il Dottore scopre ciò che River gli ha tenuto nascosto per giorni, decide di rinunciare - seppur per un breve periodo - alla sua vita fatta di viaggi in giro per l'universo. Ma ben presto si renderà conto che le avventure più grandi possono facilmente annidarsi anche all'interno del TARDIS.
Versione riveduta e corretta.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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Il Dottore passeggiava da diversi minuti per i corridoi del TARDIS, fischiettando allegramente - il motivo del suo buon umore custodito gelosamente tra le mani.

Per un puro colpo di fortuna, l’uomo aveva trovato una confezione dei suoi amatissimi Jammie Dodgers - miracolosamente sfuggita alla furia famelica di River.

Erano settimane che la donna prendeva letteralmente d’assalto la cucina della nave a qualsiasi orario del giorno e della notte, ingurgitando qualsiasi cosa fosse anche solo lontanamente commestibile.

Compresi i suoi biscotti.

Per questo motivo, quando il Dottore aveva scovato quei fortunati superstiti, aveva deciso di salvarli dalla donna; portandoli il più lontano possibile dalla stanza – e di conseguenza anche dal pericolo rappresentato da River.

Non era poi stata sua la colpa se - durante il tragitto verso un nuovo nascondiglio - aveva sentito l’irrefrenabile desiderio di assaggiarne uno;  ritrovandosi ben presto a divorarli tra un motivetto e l’altro.

Proprio quando stava per addentare il sesto biscotto, l’uomo udì un singhiozzo provenire dall’interno del salotto.

Perplesso, l’uomo entrò, scoprendo la moglie raggomitolata su uno dei divani.

«River? Che succede?» le chiese preoccupato, sedendosi immediatamente al suo fianco.

La donna si asciugò gli occhi chiari.

«Oh, nulla. Non devi preoccuparti. Torna pure alle tue passeggiate. Anzi, abbandonami pure da qualche parte. Non ti cercherò, puoi stare tranquillo» singhiozzò.

Il Dottore aggrottò la fronte, confuso.

«Perché mai dovrei… Perché vuoi essere abbandonata da qualche parte, scusa?».

River lo guardò, sbigottita.

«Io non voglio essere abbandonata! Sei tu che vuoi farlo!» esclamò.

L’uomo si grattò la guancia, confuso.

«Davvero?» chiese.

River sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

«Certo, è ovvio!» replicò, mentre nuove lacrime scendevano lungo le sue guance.

«Oh… Però è strano» mormorò il Gallifreyano, piano.

«Che cosa?» chiese la donna, la voce rotta.

«Non lo sapevo».

River si voltò verso il marito, corrucciata.

«Non sapevi cosa?» domandò.

«Beh, che volevo abbandonarti da qualche parte. Tu come facevi a saperlo, se nemmeno io lo sapevo?» chiese a sua volta.

La donna aprì e chiuse la bocca per qualche istante.

«Si può sapere che diavolo stai dicendo?!» sbottò.

«Ehi, sei stata tu a cominciare!» replicò il Dottore, sulla difensiva.

Sentiva già i primi sintomi del più grande mal di testa nella storia dell’universo…

River Song sospirò, preferendo rinunciare.

«Ascolta, Dottore… Siamo seri. In tutti questi anni mi hai voluto al tuo fianco puramente per sanare il tuo costante senso di colpa. Prima mi hai vista morire alla Biblioteca, poi hai scoperto che Amy era mia madre – la donna a cui avevi promesso di trovarmi e proteggermi – ed infine, non dimentichiamo che sono stata in prigione per supportare il tuo piano, dopo lo Utah. Una cosa per cui ti sei sempre sentito in colpa. E ora… Ora mi trovo qui perché porto in grembo tuo figlio, e non certo perché apprezzi la mia compagnia. Quindi… Quindi perché costringerti a sopportarmi?» concluse River, cominciando nuovamente a singhiozzare.

Il Dottore non aprì bocca per diversi istanti, sbigottito da quanto aveva appena sentito.

«Stai dicendo sul serio, River?» chiese alla fine, incredulo.

«Beh… Sì» replicò quest’ultima, lentamente.

L’uomo si passò una mano sugli occhi, mettendosi poi più comodo.

«Ascoltami bene, perché sto per dirti qualcosa che nessuno sano di mente ti direbbe mai - specialmente ora che sei incinta: ti sbagli. Ti sbagli, River Song. E di grosso. Quello che hai detto, tutte le cose che sono accadute… Non hanno minimante influito sulla mia decisione; sul mio desiderio di averti al mio fianco. Semmai mi hanno più volte fatto pensare di allontanarti da me, finché avevi ancora una vita che non ero riuscito a rovinare. Tu sei qui perché, ringraziando l’universo, sei stata abbastanza folle da innamorarti di me, e soprattutto da riuscire a fare innamorare me di te» disse, serio.

Lanciò uno sguardo al ventre di River, sempre più evidente mano a mano che i giorni passavano, e provò immediatamente una fitta d’orgoglio.

«Non credo serva dirti il perché ti ritrovi ad aspettare mia figlia, vero? Anche perché ricordo con una certa precisione che eri presente» ghignò alla fine, sperando di farla sorridere.

Fortunatamente ci riuscì.

«Sì, ero lì» confermò River, continuando a fissare ostinatamente il tavolino davanti a lei.

«Ottimo. Sarebbe stato alquanto imbarazzante, altrimenti» lo sentì replicare.

«E’ solo che…» iniziò la donna, scrollando le spalle.

«Non so. Ci sono volte che penso che tu ti comporti in un certo modo, con me, solamente perché ti senti – stupidamente – in dovere di farlo. Ovviamente so che non è così. Me l’hai dimostrato più volte. Ma a volte i dubbi e le insicurezze emergono e…».

Si voltò verso il Dottore, scoprendolo impegnato a masticare con gusto dei biscotti tirati fuori da chissà dove.

Sgranò gli occhi, incredula, e l’uomo – sentendosi osservato – si voltò a guardarla a sua volta.

«Che c’è?» chiese con la bocca piena, spargendo briciole ovunque.

Gli occhi di River si ridussero a due fessure.

«Stai mangiando» sibilò.

Il Dottore fissò alternativamente i biscotti – ancora fra le sue mani – e l’espressione della donna.

Fantastico.

Ora sì, che era nei guai.

«Beh… Credevo che avessimo appianato i tuoi dubbi, e… E poi, li stavo già mangiando, prima!» tentò, imbarazzato.

River non diede segno di averlo ascoltato.

«Io ti parlo – per una volta - con il cuore in mano, esprimendoti le mie preoccupazioni… E tu mangi dei biscotti?!» ringhiò.

«Sono Jammie Dodgers» puntualizzò lui.

«Stai zitto» sibilò River, furente.

«Ma…»

«Ho detto zitto!».

L’uomo deglutì.

«Tesoro, dovresti rimanere calma, a riposo…» tentò.

«Se ti azzardi ad aprire la bocca un’altra volta, a riposo ti ci farò stare io. A vita!».

Il Gallifreyano sospirò esasperato.

Ci mancavano solo gli ormoni impazziti…

River si sporse verso di lui, e - approfittando del momento di distrazione - afferrò il pacchetto di biscotti, iniziando a mangiarli.

Il Dottore la fissò scioccato.

«Ehi!» esclamò, scandalizzato.

«Sono miei, quelli!».

La donna però scosse il capo, e nascose la confezione sotto un cuscino vicino a lei; fuori dalla portata del marito.

«Ti sbagli. Erano tuoi. Ora sono nostri».

Il Dottore guardò con occhi nostalgici i suoi preziosi Jammie Dodgers.

«Posso averne almeno uno?» sussurrò dopo un po’.

Ma di nuovo River scosse il capo riccioluto.

«No. Così imparerai a prestare attenzione, quando ti parlo»

«Ma io stavo prestando attenzione!» obiettò l’uomo, piccato.

«Può darsi, ma ormai è troppo tardi. Sono finiti».

E quasi a voler dimostrare la veridicità delle sue parole, River appallottolò il pacchetto – ormai vuoto – e lo lanciò contro il Dottore, colpendolo alla fronte.

«Visto?».

Il Gallifreyano sospirò nuovamente.

Sarebbero stati mesi molto lunghi…
 

   
 
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