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Autore: Linda1990    01/10/2014    2 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Gabrielle si affacciò dalla tenda nella quale era stata fatta prigioniera e con sua enorme sorpresa, il Sole accecante di quelle terre non la colpì in pieno volto come aveva immaginato.
Era notte, di nuovo.
All'amazzone sembrò impossibile essere rimasta incosciente così a lungo ma al tempo stesso, fu felice dell'imprevisto colpo di fortuna. Alla luce del giorno infatti, sarebbe stata più visibile e muoversi per l'accampamento avrebbe richiesto una maggiore attenzione e prudenza ma con il favore delle tenebre, aggirarsi furtiva sarebbe stato relativamente più semplice o quasi. Questo almeno ero ciò che si augurava.
Abituatasi al debole chiarore lunare e con una buona dose di adrenalina in circolo, la donna si guardò attorno con attenzione cercando di formulare un piano d'azione.
"Uno contro... 100? 200? Chissà. Se poi contiamo anche Xena... lei da sola vale quanto un'armata intera" pensò un po' preoccupata.
Allontanare Sharif era stata una saggia decisione vista la mancanza di empatia e di comprensione che aveva manifestato nei confronti della guerriera di Amphipolis ma la bionda dovette ammettere a se stessa di essersi cacciata proprio in un bel guaio.
Quello però non era il momento adatto per lasciare che timori o indecisioni prendessero il sopravvento, ragion per cui tornò a concentrarsi, notando subito degli uomini nelle immediate vicinanze.
Combattere contro di loro era fuori discussione in quanto il rumore generato dalla battaglia avrebbe attirato ulteriori guerrieri e per questo motivo, il bardo decise di evitarli accuratamente, trovando riparo dietro ad alcuni cespugli per poi procedere immersa nella seppur scarna vegetazione fino ad andare oltre il loro campo visivo.
"Dovrei essere al sicuro..."
L'aedo sapeva di doversi sbrigare a trovare l'alloggio della warlord e che non sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno scoprisse la sua fuga ma non aveva idea di quale fosse e di certo non poteva andare a tentativi rischiando così di farsi catturare di nuovo.
"Xena, dove diamine sei?"
La poetessa scrutò con maggiore attenzione l'accampamento in cerca anche solo di un piccolo dettaglio che ne indicasse la presenza ma non ottenendo alcun risultato, capì di dover abbandonare quella posizione per continuare la sua ricerca altrove, magari in una zona più fortunata.
Fu proprio mentre era in procinto di proseguire in un'altra direzione che un bagliore improvviso la costrinse a retrocedere e a mimetizzarsi velocemente tra la boscaglia.
Un guerriero dall'aspetto imponente si era appena fermato a pochi passi da Gabrielle brandendo una fiaccola mentre un secondo, decisamente più basso e tarchiato, era in avvicinamento.
"Cavolo, non ci voleva..." imprecò mentalmente, sperando di non essere vista.
<< Hai visto quella biondina? Non è niente male! Speriamo che Xena sia così generosa da condividerla con noi quando avrà finito con lei >> esordì il tipo grassoccio ridacchiando.
Sentendo quelle affermazioni, l'amazzone provò una nausea improvvisa.
Da tempo infatti, l'unica persona a cui era permesso toccarla, l'unica da cui voleva essere toccata, era Xena e il solo immaginare quell'individuo al suo posto e in atteggiamenti intimi con lei, le provocava una repulsione tale da farle rivoltare lo stomaco.
<< Non ne sarei così sicuro se fossi in te e ti consiglio di tenere le mani a posto almeno fino a quando non sarà lei a dirci qualcosa. Quella donna può diventare una furia >> ribattè il combattente muscoloso.
<< Credo lo possa diventare sotto molti aspetti... >> aggiunse subito quell'altro con evidente malizia.<< A proposito dov'è ora? È dal tramonto che non la vedo >>
<< Credo nella sua tenda, vicino quelle botti laggiù. Ora però sarà meglio continuare a perlustrare l'area come ci ha ordinato >>
Dopo quelle parole e senza aggiungere altro, il più prestante dei due si avviò, lasciando il suo amico sul posto.
Dal suo nascondiglio, la bionda era riuscita a vedere e sentire tutto, ritrovandosi a dover fare violenza a se stessa nel tentativo di trattenersi dall'aggredire quel nanerottolo che un attimo prima aveva praticamente sbavato al pensiero di Xena, della sua Xena.
Non che potesse biasimarlo, sia chiaro. Lei stessa era rimasta incantata e rapita dalla sua bellezza, più simile a quella di una dea che a quella di una comune mortale ma proprio non tollerava che qualcun altro facesse certi pensieri sulla sua compagna.
Era abituata a dover convivere con la gelosia che nutriva per la guerriera, Ares stesso aveva provato a sedurla in più di un'occasione e come lui tanti altri ma stavolta era diverso perchè dopo ciò che aveva visto, non sapeva davvero cosa aspettarsi da lei e temeva che potesse essere cambiata anche sotto quell'aspetto.
"Magari è già stata con qualcuno... cioè, è tornata dal regno dei morti, traboccante di vita e a quanto pare anche di forze. Chi non scaricherebbe un po' di energie in quel modo al posto suo? Xena poi è sempre stata così passionale in tutto ciò che fa..." pensò, alimentando inconsciamente la sua frustrazione e il suo fastidio.
Nonostante la rabbia che ancora le bruciava dentro, decise di voltarsi senza vendicarsi dei commenti fatti sulla mora ma nel farlo, un crepitio proveniente da sotto i suoi calzari ruppe il silenzio e mise in allerta l'uomo che sfoderò la spada, avanzando alla ricerca della fonte di quel rumore.
Il bardo doveva fare qualcosa e doveva farlo anche in fretta se non voleva essere scoperto, dicendo così definitivamente addio ad ogni possibilità di poter confrontarsi con la sua amata.
Con un rapito scatto, andò quindi a rifugiarsi dietro a un'imponente roccia e impugnò saldamente il pezzo di legno che aveva trovato nella sua tenda; non era un'asta ma era abbastanza grosso da far male se usato nella maniera adeguata.
La donna aspettò, attese l'attimo giusto e non appena lui le fu abbastanza vicino, lo colpì con quanta più forza possibile, facendolo finire a terra tramortito.
<< Questo è per aver guardato Xena, lei è mia >> disse osservandolo privo di sensi, fin troppo compiaciuta per il lavoro svolto.
Sventata la minaccia, lei riprese subito il cammino in direzione della tenda che ora sapeva appartenere alla trace e una volta raggiunta, vi si intrufolò dentro trovandola vuota.
Xena non era lì.
Nel frattempo però, due occhi freddi come il ghiaccio l'avevano tenuta d'occhio fin dal primo istante, celati tra le ombre della notte.

   
 
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