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Autore: mirandas    01/10/2014    6 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vi abbiamo fatti aspettare un mese, ma ora siamo tornate! :D Per il ritardo dovete incolpare me perchè mi sono ammalata ben due volte a settembre e non ho avuto la forza mentale di scrivere -.-''
Dunque, eccoci al primo capitolo del Purgatorio. Vorrei darvi un piccolo avvertimento prima che cominciate a leggere il nuovo canto. Ora che Dante e Virgilio sono una "coppia" è ovvio che si comporteranno più da fidanzatini MA non lo faranno in ogni singolo canto. Vorrei ricordarvi che questa è prima di tutto una parodia, quindi, a chi non piacciono le relazioni fra due uomini, può stare tranquillo e continuare a leggere la storia, saltando i pezzi in cui i nostri poeti preferiti saranno più intimi ;). Chi invece non vedeva l'ora che questi due si mettessero insieme saranno soddisfatti xD
Ok, ho terminato con gli annunci. Buona lettura!

Canto I
 
Dante
 
Dopo trentaquattro canti, eravamo infine giunti al Purgatorio, sani e salvi e…fidanzati?

Ero confuso, frastornato dalla quantità di eventi delle ultime ore...improvvisamente, il tempo sembrava essere passato troppo in fretta. Tra l’incontro con Lucifero, il suo album ricordi e la dichiarazione di Virgilio, beh, ce n’erano di informazioni da elaborare!

Ed avrei proseguito molto volentieri la narrazione, se non avessi avuto la lingua del mio maestro intrecciata alla mia, coinvolta in un’impetuosa danza d’amore. In più, l’aria serena e il mare illuminato dagli astri morenti, azzurro intenso come gli occhi della mia guida, non facevano che rendere il momento più romantico. Venere, benigno, illuminava il cielo proprio sopra di noi, incoraggiandoci a continuare il nostro corteggiamento.

Ci stringevamo sulla sabbia, il respiro corto e affannoso, per l'emozione e per la forza con cui ci stringevamo, quasi soffocandoci a vicenda. Separai per un attimo le mie labbra dalle sue, per poter riprendere aria, sempre più accaldato. Approfittai del momento per alzare lo sguardo al manto notturno e notai quattro stelle mai viste prima. Fu solo una fugace visione, perché il mio maestro mi afferrò il viso con entrambe le mani e diede inizio al secondo round di pomiciate.

"Ehm ehm..."

Solo allora mi accorsi della presenza di un vecchio di fianco a noi. Per la sorpresa morsi la lingua a Virgilio e mi staccai bruscamente da lui, rosso dalla vergogna. Mi sentivo come un ragazzetto che fosse stato appena beccato dai genitori a fare sesso con la propria ragazza o, in questo caso, col proprio ragazzo in camera, in un letto a mezza piazza, tra peluche di gattini e cuscini a fiori.

Aveva una lunga barba brizzolata, dello stesso colore dei suoi capelli, che portava raccolti in due treccine. Le quattro stelle lo stavano illuminando tanto da formargli un' aureola candida intorno al capo, in perfetto stile San Pietro.

Il vecchio ci guardò con severità : “Dico, ma vi sembra il caso di pomiciare davanti alle porte del Purgatorio?! Ma vi sembra un luogo di appuntamenti? Un boschetto in cui infrattarsi? Qui si la-vo-ra! Ma che squallore! Tornatevene nel girone dei sodomiti e non fatevi più vedere! E che non vi venga in mente di incidere nomi e cuoricini sulle porte, chiaro?! Come sono cambiati i tempi da quando ero giovane! Una volta il Boss non avrebbe mai permesso una simile infrazione delle regole!! Eh, no! A quei tempi era molto più severo, ma è sempre stato ossessionato dallo stare al passo coi tempi ed ora non punisce nemmeno più gli omosessuali, ma dimmi te! E poi si può sapere chi siete e da dove venite!? Sembrate due naufraghi straccioni!”

Senza preavviso, Virgilio mi afferrò la testa e mi fece inchinare a forza davanti al vecchio.

“Oh, grande saggio, ascolta, ti prego, le mie parole! Non siamo venuti qui per nostra volontà, per nostra superbia! Sono stato trascinato dal Limbo sino a qui da una donna celeste… più un’arpia a parer mio, che mi volle come guida per il mio amico Dante...è ancora vivo ed il Boss ha richiesto la sua presenza in Paradiso e c’è mancato veramente poco che ci lasciasse le penne! Se non lo avessi salvato nel bosco, a quest’ora sarebbe cibo per le tre fiere. Beatrice mi ha mandato a salvargli le chiappe e non potevamo che passare di qui per arrivare in Paradiso. Sai anche tu che l’autostrada non l’hanno ancora risistemata dall’ultima baraonda causata dai diavoli, così abbiamo dovuto affrontare il giro turistico dell’Inferno e gli ho presentato un bel po’ di dannati, così ora penso sia giusto mostrargli le anime del Purgatorio, che sono sotto la tua custodia. Compia dunque l’intero cammino fino all'attico, tanto per farsi un'idea di cosa lo aspetta dopo morto! Ora che ti ho spiegato per filo e per segno perché siamo qui, potresti aiutarci? Sempre che non ti scocci troppo, eh. Sai, Dante è un grande amante della libertà, come tu dovresti ben sapere…Catone, tu che sei morto per Utica. E prima che tu possa obiettare che stiamo infrangendo leggi divine, sappi che non è vero, perché, come ti ho già spiegato, Dante è VIVO ed io non appartengo a nessun girone ma al Limbo. A proposito, laggiù c’è anche Marzia, se vuoi quando torno le porto i tuoi saluti, che ne dici? Per favore, aiutaci…fallo per lei. Le dirò solo belle cose sul tuo conto: che dimostri ancora vent’anni e non una parola su quelle due treccine, prometto. Affare fatto?”

Accidenti, quanto aveva parlato il mio maestro! Come faceva a non fargli male la lingua dopo tutto quel discorso- e non solo - era un mistero. La mia ammirazione per lui era solo cresciuta dopo questo meraviglioso intervento. Eh, sì, Virgilio era proprio il migliore!

“CHE COSA?!” Tuonò il vecchio.

…Ok, forse a volte esagerava un pochino con le sue frasi a effetto.

“VOI DUE SIETE DANTE E VIRGILIO?” Continuò ad urlare.

Noi due ci guardammo a disagio. “Ehm…sì?”

“VOLETE DIRE CHE HO PERSO LA SCOMMESSA CON DIO E LUCIFERO?!?!?”

Mi schiaffeggiai mentalmente. Ma certo! Lucifero ce ne aveva accennato! E noi eravamo stati così stupidi da farci beccare da Catone in persona.

“Per favore, dimenticati della scommessa ed aiutaci. Se non vuoi farlo per noi, fallo almeno per Marzia!” Quasi lo supplicò Virgilio.

Catone lo guardò con disprezzo. “Ho amato Marzia in vita, ma ora lei è nel Limbo e non è più parte della mia esistenza ultraterrena. Tuttavia…vi aiuterò lo stesso, MA solo perché vi ha convocati il Boss…e voglio un risarcimento per avermi fatto perdere la scommessa.”

“CHE COS…!” Tappai velocemente la bocca di Virgilio con una mano.

“Certo, va benissimo, qualunque cosa per te, o sommo Catone.” Risposi velocemente.

L’anziano mi guardò con soddisfazione. “Come risarcimento voglio dare una sbirciata sotto la tua infula.”

Mi gelai.

Cosa? COSA? COSA?!?!?!?!?!?

“Mi sembra un’ottima idea.” Si trovò d’accordo il mio maestro.

Lo fissai allibito e notai che mi guardava con aria divertita.

Quel maledetto! Vuole approfittare della situazione per poter guardare sotto! Ma io non permetterò mai a nessuno di farlo! Non finché avrò vita!!

Afferrai con forza le due estremità dell’infula, me la calai ancora di più sul viso e, spinto dal panico, corsi come un forsennato, gridando: “Ah! Non mi prenderete mai!!!”

I due latini si guardarono con complicità, per poi scoppiare a ridere. Smisi immediatamente di correre per accusare Virgilio con lo sguardo.

Catone, nel frattempo, si stava asciugando una finta lacrima. “Sei ancora uno spasso come mi ricordavo, Virgilio!” disse, dandogli una possente pacca sulla schiena.

La mia guida per poco non cascò in terra. “Sì, lo so, ti sono mancato. Senza di me la tua vita non è più come un tempo, eh?”

Spostai confusamente lo sguardo da uno all’altro senza capire. “Voi due vi conoscete?”

“Certo!” mi rispose Virgilio, appoggiandosi alla spalla dell’altro. “Vedi, prima di essere elevato da semplice anima a guardiano del Purgatorio, Catone viveva con me nel Limbo. La messinscena di prima serviva solo a ricordare i bei vecchi tempi. Insomma, mi conosci Dante, non leccherei mai i piedi di qualcuno così spudoratamente!”

Mi venne in mente qualche occasione in cui l’aveva fatto, ma me ne stetti zitto per il bene di Virgilio. Non volevo certo renderlo ridicolo davanti ad un amico di vecchia data…cosa che lui aveva fatto a me senza problemi, nonostante Catone non fosse nemmeno un mio conoscente.

Farei bene a vendicarmi. Ma non ora…No, aspetterò il momento giusto! La vendetta è un pasto che va servito freddo, dopotutto.

“Starei ore a chiacchierare qui con te, amico mio, ma purtroppo ho una tabella di marcia da rispettare e devo portare Dante fino agli estremi del Purgatorio, sano e salvo possibilmente.” Disse, facendomi l’occhiolino.

Lo ignorai, arrabbiato per la figuraccia di poco prima, ma lui non ci dette troppo peso.

“Capisco. Ora ti dirò quello che devi fare. Dunque, visto che il tuo fidanzatino ha un po’ di superbia sulla faccia, oltre a del gran lerciume di inferno - c'è uno smog pazzesco - devi purificarlo cingendolo con un giunco e lavandogli il viso. Quell’isoletta laggiù produce proprio i giunchi che ti servono. Non appena avrete finito, seguite il sole, che vi mostrerà la via più agevole per salire il monte. Questo è tutto. Scusatemi ma adesso devo andare, ho un appuntamento importante. Virgilio, è stato un piacere rivederti; Dante, tienilo d’occhio per me, mi raccomando!” Detto questo svanì, senza lasciare traccia.

Subito approfittai del momento di smarrimento generale per fiondarmi tra le braccia del mio maestro. Lui mi sorrise teneramente e mi strinse a sé senza esitare.

“Mi dispiace per l’interruzione e per lo scherzo.” Mormorò con la bocca sopra l’infula.

Sbuffai. “Non fa niente.” Pensai di rinunciare al mio piano di vendetta, ma poi lui dovette darmi un pizzicotto sul sedere, facendomi arrossire come un peperone.

“Maestro!” protestai, svincolandomi dalla sua presa.

“E no! Il mio nome è Virgilio! Quando siamo da soli voglio che mi chiami così.”

Storsi il naso con una smorfia. “Vedremo.”

“Come sarebbe a dire?”

“Se ne ho voglia ti chiamerò così.”

Virgilio fece per protestare ma io lo zittii. “Altrimenti giuro solennemente che non ti farò mai guardare sotto l’infula!” mi scappò detto. Quasi subito mi pentii delle mie parole ma davanti al suo sguardo speranzoso, come potevo rimangiarmi ciò che avevo appena detto?

“Davvero lo faresti?” domandò lui, quasi con le lacrime agli occhi per la commozione.

Distolsi lo sguardo imbarazzato. “Non appena me la sentirò.” Borbottai.

Virgilio mi diede un dolce e veloce bacio sulle labbra, poi mi prese per mano. “Seguimi, dobbiamo tornare indietro e fare quanto ci ha detto Catone.”

Arrivati alla spiaggetta indicataci, la mia guida trovò dell’erbetta su cui si era depositata della rugiada. Capendo cosa voleva fare, gli porsi le guance, ancora bagnate dalle lacrime che mi avevano seguito per tutto l’Inferno. Il mio maestro raccolse la rugiada con due mani e me la versò addosso. Mi sentii purificato e nuovamente in forze. Il mio colore naturale sulle guance era tornato dopo essere stato coperto tanto a lungo con il fumo dell’Inferno. In seguito proseguimmo lungo la spiaggia e, quando Virgilio trovò il giunco, me lo cinse attorno ai fianchi con delicatezza. Stavo per fare una battutina, quando i miei occhi si spalancarono per la meraviglia: il giunco era ricresciuto immediatamente, tale e quale a quello che Virgilio aveva strappato!

Chissà a quanti altri miracoli avrei fatto da spettatore nel Purgatorio! Sperai con tutto il cuore che, questa volta, si sarebbe trattato di miracoli positivi e non crudeli come quelli a cui erano sottoposte le anime dell’Inferno.
  
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