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Autore: Smeralda Elesar    01/10/2014    1 recensioni
Due momenti per Radamanthys e Kanon.
Il primo è un risveglio insieme ed un occasione per chiarire il loro rapporto. Forse.
"Radamanthys gli allungò un calcio nelle caviglie e stavolta Kanon si girò verso di lui con un ringhio.
-Ma che modi sono?!-
-Rispondimi. Tu mi ami?-
Il suo amante strabuzzò gli occhi"
Il secondo è un incontro tra i due in cui c'è molto più "ti amo" di quanto entrambi siano disposti ad ammettere.
"Radamanthys stava centellinando l’ultimo sorso di liquore con una lentezza così ostentata da far venire a Kanon una gran voglia di giocargli uno scherzo.
Ci pensò un po’ su, e l’idea giusta emerse dalla sua mente quando si ricordò della discussione che avevano avuto l’ultima volta.
Kanon si alzò soddisfatto: ora sì che sapeva come far prendere un bello spavento ad un Giudice Infernale!"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Kanon, Wyvern Rhadamanthys
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non significa niente (IV)

 

Così fa questo amore

Che dall’ansia di perdersi

Ha trovato in un giorno

La certezza di aversi

 

(Fabrizio De Andrè – Dolcenera)

 

 

 

La luce ambrata dell’abat-jour sul comodino, le lenzuola che non avevano resistito e portavano chiaramente i segni dell’impatto dei loro corpi, loro due che si cercavano affamati uno dell’altro.

Sembrava essere tutto normale.

 

-Dimmi che mi ami-

 

O forse no.

 

-Che cosa?!-

 

Fece Kanon stordito.

 

-Dimmi che mi ami- Ripeté Radamanthy in un ansito -Per favore. Anche se non è vero, tu dimmelo almeno una volta-

 

Kanon rimase a fissare il suo amante a bocca aperta, assolutamente senza parole.

No, non poteva essere vero!

O forse poteva.

Per qualche recondito motivo quella notte Radamanthys aveva oltrepassato molto prima di lui il confine tra quando il gioco era condotto con astuzia e calcolo e quando tutto diventava confuso e c’era posto solo per l’istinto.

E ora Radamanthys gli stava chiedendo una dichiarazione.

Giusto in quel momento.

Il Giudice Infernale era in condizioni a dir poco indecenti: schiacciato sotto di lui, a torso nudo con le costole guizzavano ad ogni ansito, il viso arrossato e gli occhi d’ambra resi liquidi dal piacere.

E per la prima volta la sua voce era incrinata dalla supplica, e non per qualche gioco erotico che lo torturava dolcemente, ma perché aveva bisogno che lui gli dicesse…

 

-Per fav…-

 

-Shh… ho capito-

 

Si affrettò a zittirlo Kanon.

Non voleva farlo supplicare.

E non voleva neanche deluderlo: se lui si fosse tirato indietro era sicuro che Radamanthys ci sarebbe rimasto male, e lui per qualche strano motivo non voleva.

Quindi doveva farlo.

Gli liberò i polsi e si prese un po’ di tempo per accarezzargli il viso con entrambe le mani.

Ok, ce la poteva fare.

 

-Io ti amo-

 

Gli disse guardandolo negli occhi.

Radamanthys emise un lungo sospiro tremante sotto di lui, così profondo che sembrava non gli bastasse tutta l’aria della stanza.

Socchiuse la bocca un paio di volte come per dire qualcosa, ma non ne uscì nessun suono e alla fine cedette; si abbandonò sul materasso ad occhi chiusi e con la testa reclinata di lato.

Sembrava che poche parole lo avessero appagato più dell’orgasmo più intenso.

Kanon rimase a guardarlo, e più lo guardava più sentiva qualcosa di nuovo che lottava per emergere.

“Da quando mi sembra tanto bello?” si trovò a domandarsi.

Lo accarezzò con il dorso della mano e si sentì solleticare da qualcosa che lo faceva sorridere.

Con un’espressione intenerita e come minimo vomitevole.

Dire “ti amo” era stato incredibilmente semplice, il che poteva significare solo due cose: o che lui, Kanon dei Gemelli, era il più insensibile imbroglione faccia da poker della Terra, dei Sette Mari e degli Inferi, per essere capace di mentire con naturalezza a Radamanthys che lo implorava, oppure che…

“Io lo amo davvero” realizzò all’improvviso.

“Chi voglio più prendere in giro ormai? Io lo amo. E l’ho sempre amato… e anche lui”

Si allungò su di lui, senza schiacciarlo ma avvolgendolo più che poteva con il suo corpo.

Era strano sentirlo in una maniera completamente diversa, ora che aveva ammesso di amarlo.

Gli posò la guancia sul petto per sentirne il respiro ed il battito del cuore, e gli sembrava la cosa più bella del mondo.

Era così che sarebbe voluto rimanere per sempre: allacciato a quel cuore possente che per un momento era stato così fragile tra le sue mani.

 

-Io ti amo-

 

Disse di nuovo.

 

-Va bene, mi basta che tu lo abbia detto una volta-

 

Era bella la voce di Radamanthys che vibrava attraverso il torace.

 

-No, non hai capito. L’ho detto e te lo dirò ancora perché è vero-

 

Sotto di lui Radamanthys sussultò come se avesse ricevuto una scossa elettrica, e Kanon era sicurissimo che avesse spalancato gli occhi.

Sorrise, ancora appoggiato alla sua pelle calda.

Non aveva paura di essere respinto perché era stato Radamanthys a cadere per primo nella trappola del sentimentalismo; da parte sua, Kanon poteva fare un’unica cosa per essere leale e toglierlo all’imbarazzo, e cioè coprirsi di ridicolo almeno quanto lui.

Così sarebbero stati pari: due deficienti, idioti, rincitrulliti dall’innamoramento reciproco, e nessuno dei due si sarebbe mai potuto permettere di rinfacciare qualcosa all’altro.

 

-Tu… tu stai dicendo che…?-

 

Era bellissimo sentire lo Specter della Stella del Cielo Furioso che balbettava per l’imbarazzo.

 

-Sto dicendo che ti amo. Avanti, dopo tutto questo tempo possiamo anche smettere la commedia, no? Io non potrei fare queste cose con te se non ti amassi. E neanche tu, non è vero?-

 

-I-io… io…-

 

-Shh… non importa, non sei obbligato a dirmi niente-

 

Radamanthys allora decise di esprimersi a gesti: lo abbracciò con una tenerezza che non aveva mai usato prima e rimase ad accarezzargli i capelli.

“Mi sta coccolando! Accidenti, ci siamo proprio rimbambiti!”

Ed il pensiero di essersi rimbambito lo rendeva incredibilmente felice.

 

-Non ti va di finire quello che abbiamo cominciato?-

 

Gli chiese Kanon dopo un po’ di tempo.

Radamanthys sospirò.

Strano, esitare non era da lui, ma Kanon poteva capirlo.

 

-Non sarà più come prima. Lo sai, non è vero?-

 

Aveva paura! Radamanthys aveva paura di essersi esposto troppo.

Ed anche Kanon aveva un po’ paura della tenerezza che cominciava a provare troppo spesso. Per uno Specter poi!

Si sciolse dall’abbraccio e risalì fino a poterlo guardare di nuovo negli occhi.

 

-Lo so che non sarà come prima. Forse sarà più bello-

 

Radamanthys lo guardò interrogativo.

Prendersi cura di lui, anche di quel lato insicuro che fino a quel momento Radamanthys aveva occultato magistralmente.

Kanon sentiva di volerci provare.

Gli sorrise e tornò ad accarezzarlo.

 

-Lascia che te lo dimostri-

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Orbene, ci siamo arrivati!

Il fatidico “Ti amo” è stato detto e adesso possiamo lasciare questi due in pace nella loro camera da letto.

 

Io invece ringrazio Hyoga4, milvia, Phoenix12, Silma, stellina20 e Zaniah che hanno messo la storia nelle preferite e alex_ love, Bliss Blake, moni93, Queen of Dragons e MadCheshireCat che l’hanno messa tra le seguite e ricordate.

E ovviamente un grazie particolare a chi ha perso un po’ del suo tempo a lasciare qualche recensione.

E grazie a DeAndrè per aver scritto una canzone bella come “Dolcenera”

Grazie a tutti ^^

 

                                                    Makoto

 

 

   
 
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