Non
significa niente (IV)
Così fa questo
amore
Che dall’ansia di
perdersi
Ha trovato in un
giorno
La certezza di
aversi
(Fabrizio De Andrè
– Dolcenera)
La
luce ambrata dell’abat-jour sul comodino, le lenzuola che non avevano resistito
e portavano chiaramente i segni dell’impatto dei loro corpi, loro due che si
cercavano affamati uno dell’altro.
Sembrava
essere tutto normale.
-Dimmi
che mi ami-
O
forse no.
-Che
cosa?!-
Fece
Kanon stordito.
-Dimmi
che mi ami- Ripeté Radamanthy in un ansito -Per favore. Anche se non è vero, tu
dimmelo almeno una volta-
Kanon
rimase a fissare il suo amante a bocca aperta, assolutamente senza parole.
No,
non poteva essere vero!
O
forse poteva.
Per
qualche recondito motivo quella notte Radamanthys aveva oltrepassato molto
prima di lui il confine tra quando il gioco era condotto con astuzia e calcolo
e quando tutto diventava confuso e c’era posto solo per l’istinto.
E
ora Radamanthys gli stava chiedendo una dichiarazione.
Giusto
in quel momento.
Il
Giudice Infernale era in condizioni a dir poco indecenti: schiacciato sotto di
lui, a torso nudo con le costole guizzavano ad ogni ansito, il viso arrossato e
gli occhi d’ambra resi liquidi dal piacere.
E
per la prima volta la sua voce era incrinata dalla supplica, e non per qualche
gioco erotico che lo torturava dolcemente, ma perché aveva bisogno che lui gli
dicesse…
-Per
fav…-
-Shh…
ho capito-
Si
affrettò a zittirlo Kanon.
Non
voleva farlo supplicare.
E
non voleva neanche deluderlo: se lui si fosse tirato indietro era sicuro che
Radamanthys ci sarebbe rimasto male, e lui per qualche strano motivo non voleva.
Quindi
doveva farlo.
Gli
liberò i polsi e si prese un po’ di tempo per accarezzargli il viso con
entrambe le mani.
Ok,
ce la poteva fare.
-Io
ti amo-
Gli
disse guardandolo negli occhi.
Radamanthys
emise un lungo sospiro tremante sotto di lui, così profondo che sembrava non
gli bastasse tutta l’aria della stanza.
Socchiuse
la bocca un paio di volte come per dire qualcosa, ma non ne uscì nessun suono e
alla fine cedette; si abbandonò sul materasso ad occhi chiusi e con la testa
reclinata di lato.
Sembrava
che poche parole lo avessero appagato più dell’orgasmo più intenso.
Kanon
rimase a guardarlo, e più lo guardava più sentiva qualcosa di nuovo che lottava
per emergere.
“Da
quando mi sembra tanto bello?” si trovò a domandarsi.
Lo
accarezzò con il dorso della mano e si sentì solleticare da qualcosa che lo
faceva sorridere.
Con
un’espressione intenerita e come minimo vomitevole.
Dire
“ti amo” era stato incredibilmente semplice, il che poteva significare solo due
cose: o che lui, Kanon dei Gemelli, era il più insensibile imbroglione faccia
da poker della Terra, dei Sette Mari e degli Inferi, per essere capace di
mentire con naturalezza a Radamanthys che lo implorava, oppure che…
“Io
lo amo davvero” realizzò all’improvviso.
“Chi
voglio più prendere in giro ormai? Io lo amo. E l’ho sempre amato… e anche lui”
Si
allungò su di lui, senza schiacciarlo ma avvolgendolo più che poteva con il suo
corpo.
Era
strano sentirlo in una maniera completamente diversa, ora che aveva ammesso di
amarlo.
Gli
posò la guancia sul petto per sentirne il respiro ed il battito del cuore, e
gli sembrava la cosa più bella del mondo.
Era
così che sarebbe voluto rimanere per sempre: allacciato a quel cuore possente che
per un momento era stato così fragile tra le sue mani.
-Io
ti amo-
Disse
di nuovo.
-Va
bene, mi basta che tu lo abbia detto una volta-
Era
bella la voce di Radamanthys che vibrava attraverso il torace.
-No,
non hai capito. L’ho detto e te lo dirò ancora perché è vero-
Sotto
di lui Radamanthys sussultò come se avesse ricevuto una scossa elettrica, e
Kanon era sicurissimo che avesse spalancato gli occhi.
Sorrise,
ancora appoggiato alla sua pelle calda.
Non
aveva paura di essere respinto perché era stato Radamanthys a cadere per primo
nella trappola del sentimentalismo; da parte sua, Kanon poteva fare un’unica
cosa per essere leale e toglierlo all’imbarazzo, e cioè coprirsi di ridicolo
almeno quanto lui.
Così
sarebbero stati pari: due deficienti, idioti, rincitrulliti dall’innamoramento
reciproco, e nessuno dei due si sarebbe mai potuto permettere di rinfacciare
qualcosa all’altro.
-Tu…
tu stai dicendo che…?-
Era
bellissimo sentire lo Specter della Stella del Cielo Furioso che balbettava per
l’imbarazzo.
-Sto
dicendo che ti amo. Avanti, dopo
tutto questo tempo possiamo anche smettere la commedia, no? Io non potrei fare
queste cose con te se non ti amassi. E neanche tu, non è vero?-
-I-io…
io…-
-Shh…
non importa, non sei obbligato a dirmi niente-
Radamanthys
allora decise di esprimersi a gesti: lo abbracciò con una tenerezza che non
aveva mai usato prima e rimase ad accarezzargli i capelli.
“Mi
sta coccolando! Accidenti, ci siamo proprio rimbambiti!”
Ed
il pensiero di essersi rimbambito lo rendeva incredibilmente felice.
-Non
ti va di finire quello che abbiamo cominciato?-
Gli
chiese Kanon dopo un po’ di tempo.
Radamanthys
sospirò.
Strano,
esitare non era da lui, ma Kanon poteva capirlo.
-Non
sarà più come prima. Lo sai, non è vero?-
Aveva
paura! Radamanthys aveva paura di essersi esposto troppo.
Ed
anche Kanon aveva un po’ paura della tenerezza che cominciava a provare troppo
spesso. Per uno Specter poi!
Si
sciolse dall’abbraccio e risalì fino a poterlo guardare di nuovo negli occhi.
-Lo
so che non sarà come prima. Forse sarà più bello-
Radamanthys
lo guardò interrogativo.
Prendersi cura di lui, anche di quel
lato insicuro che fino a quel momento Radamanthys aveva occultato
magistralmente.
Kanon
sentiva di volerci provare.
Gli
sorrise e tornò ad accarezzarlo.
-Lascia
che te lo dimostri-
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Cantuccio
dell’Autore
Orbene,
ci siamo arrivati!
Il
fatidico “Ti amo” è stato detto e adesso possiamo lasciare questi due in pace
nella loro camera da letto.
Io
invece ringrazio Hyoga4, milvia, Phoenix12, Silma, stellina20 e Zaniah che hanno messo la storia nelle preferite e alex_ love, Bliss Blake, moni93, Queen of Dragons e
MadCheshireCat che
l’hanno messa tra le seguite e ricordate.
E
ovviamente un grazie particolare a chi ha perso un po’ del suo tempo a lasciare
qualche recensione.
E
grazie a DeAndrè per aver scritto una canzone bella come “Dolcenera”
Grazie
a tutti ^^
Makoto