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Autore: cliffordsarms    01/10/2014    4 recensioni
Le amicizie sbagliate possono far finire in strane cerchie, ma se non fosse solo un’amicizia?
Se finalmente avessero trovato il pezzo mancante che li completa?
Per amore ci si può far trascinare in situazioni che mai si vorrebbero affrontare?
Una “good girl” può diventare una “bad girl”?
O sarà solo una maschera?
Se sì, in quale delle due situazioni si è veramente se stessi?
"'Cause good girls are bad girls that haven't been caught."
[TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=1f6YmP-zVoY]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Flavor of Your Lips is Enough to Keep Me Pressing
 
She said to me:
"Forget what you thought,
'Cause good girls are bad girls that haven't been caught.
So just turn around and forget what you saw,
'Cause good girls are bad girls that haven't been caught."
 
Ancora una volta era in piedi nell’ingresso di casa sua, continuando a fare avanti e indietro per cercare di capire se i tacchi alti neri le dessero fastidio. Si fermava poi davanti allo specchio e si lisciava il vestito del medesimo colore delle scarpe, si guardava un po’ e cercava di capire come le stessero i capelli, sistemava il cerchietto di perle banche che indossava sulla testa.
Il trillo del campanello la fece sussultare tanto che quasi cadde a terra; con il fiatone aprì la porta e vide Luke davanti a lei, con i suoi soliti jeans che gli facevano da seconda pelle e una camicia bianca, che contrastava il nero che ricompariva anche nella sua giacca di pelle. Si mordicchiò il labbro alla vista del suo migliore amico in quelle condizioni, era molto attraente, non poteva certo negarlo.
Il biondo buttò la sigaretta che stava fumando a terra, lasciando uscire il fumo dalle sue labbra, che creò una nuvoletta di un colore simile al bianco grigiastro, illuminata dal chiarore dei lampioni e della luna.
Lo squadrò ancora una volta e notò che indossava le sue solite All Stars nere, mentre lei chi voleva prendere in giro con quei vertiginosi tacchi su cui sapeva camminare a malapena nonostante avesse passato l’ultimo quarto d’ora a fare avanti e indietro nel suo ingresso? Aprì di più la porta, fuggendo poi su per le scale, lasciando l’amico con un’espressione abbastanza interrogativa stampata sul viso. Ricomparì pochi minuti dopo, ai piedi le sue Converse nere come la pece, si sentiva molto meglio.
Sorrise al biondo, che si avvicinò e le cinse la vita, lasciandole un bacio sulla testa. Clary afferrò la sua solita borsa nera e strillò alla madre che sarebbero andati a una festa. Appena fuori la porta si accese una sigaretta e cercò di rilassarsi.
Era in panico totale perché sapeva che quella non era il genere di feste alle quali andavano di solito, era una festa in una discoteca in periferia, dove Clary sapeva chi avrebbe potuto incontrare: Michael. C’era una buona percentuale di probabilità che lui sarebbe stato a quella festa a spacciare. Aveva capito di cosa parlasse il ragazzo da capelli verdi quando, il mercoledì appena passato, aveva detto a quel Josh di andare a prendere “la sua scorta”. Era così ovvio, perché non ci era arrivata prima? Non diciamo bugie, Michael le aveva rivelato del suo lavoro mentre era fatto, a intuito lei non ci sarebbe mai arrivata. Giustamente, quando l’aveva scoperto, si era detta di andare con Luke a una di quelle feste in periferia in cui, nonostante ci siano ubriaconi e fattoni, c’è da vestirsi bene, perché altrimenti non ti fanno entrare.
Presero perciò un treno che li portò a pochi passi da quella discoteca e, per loro fortuna – più di Clary che di Luke –, il buttafuori li giudicò abbastanza eleganti da farli entrare.
Appena dentro perciò lei si fiondò al bancone del bar, accaparrandosi uno sgabello su cui rimase immobile per una buona mezz’ora, cercando di finire il suo drink con tutta la calma possibile, nonostante l’ansia – che si era insediata dentro di lei – di non trovare il suo amato ragazzo dai capelli verdi. Intanto Luke cercava di fare colpo su qualche ragazza, strusciandosi a destra e a manca. Clary aveva perso il conto di quante ragazze il biondo avesse baciato nell’ultima mezz’ora. Le veniva da ridere, perché lui era sempre stato un ragazzo timido, di quelli che non riescono ad approcciare le ragazze con tutta quella nonchalance che stava adottando lui in quel momento.
Qualcuno le poggiò una mano sulla spalla e si avvicinò al suo orecchio, soffiandole sul collo. Rabbrividì al respiro caldo di quello sconosciuto e arrossì fortemente. Ringraziò le luci della discoteca che impedivano di vedere a quel qualcuno il color pomodoro che le sue guance avevano assunto. Chiunque fosse inspirò il suo odore fortemente, per poi soffiarle nuovamente sulla pelle, un po’ più vicino all’orecchio questa volta.
«Odori di nicotina, ti andrebbe di provare qualcosa di un po’ più forte?» le sussurrò nel padiglione auricolare lui. Lei si girò di scatto, riconoscendo quella voce.
«Michael!» esclamò, alzandosi dallo sgabello. Fu costretta a mordersi ancora il labbro, questa volta con la voglia di strapparselo alla vista di così tanta sensualità.
Il più grande indossava, anche lui, un paio di jeans neri skinny – dello stesso stile “seconda pelle” di Luke – e una camicia nera, con le maniche risvoltate al gomito. Portava anche lui le sue All Stars nere, che sembravano continuare i pantaloni, che gli abbracciavano le gambe, facendo risaltare quella magrezza che metteva un po’ in soggezione Clary, si sentiva quasi in competizione. Era un dettaglio che non aveva mai notato, ma che quella sera, avendolo squadrato per assicurarsi che si trattasse di lui, le era saltato all’occhio.
«Ma che ci fai tu qui, ragazzina?» esclamò quasi arrabbiato, voltandosi e camminando via, verso una porta che conduceva all’esterno. Era stupito, non si sarebbe mai aspettato di trovarsela lì, nonostante la sua compagnia ormai non gli desse alcun fastidio.
Lo seguì fuori e si richiuse la porta alle spalle, si sedettero sulla ringhiera del soppalco e lui le offrì una sigaretta. Poco dopo uscì anche Luke, che aveva seguito la sua amica, non avendo capito chi lei stesse seguendo e, quando vide Michael, rimase un po’ interdetto, senza sapere cosa fare, cosa dire, come comportarsi.
Sperò che non l’avessero sentito e stava per tornare dentro, lasciandoli soli, ma il rumore della porta che si chiudeva aveva ovviamente attirato l’attenzione dei due ragazzi seduti sulla ringhiera.
«Vieni, Luke, non ti mangio mica.» disse scherzosamente il ragazzo dai capelli verdi. Aveva pensato che il biondo potesse avere un po’ paura di lui, visti i precedenti avvenimenti.
Si avvicinò quindi alla ringhiera e vi appoggiò le braccia, piegandosi leggermente in avanti. Clary gli passò la sua sigaretta, che lui accettò e si passò una mano tra i capelli, per ravvivare il suo ciuffo che con l’umidità del sudore si era un po’ afflosciato.
«Non mi avete ancora detto cosa ci fate qui.» disse Michael, buttando il mozzicone a terra. La ragazza si strinse un po’ nelle spalle, mentre Luke voltò il capo verso di lei, aspettando anche lui una risposta. Lei non gli aveva detto nulla, l’aveva solo informato che sarebbero andati a una festa e che avrebbe dovuto vestirsi meglio del solito, tutto qui, nessun dettaglio particolare.
«Coincidenze.» disse piatta, abbassando lo sguardo sulla sua pancia. «Avevo sentito di questa festa e ho deciso di venire, per cambiare un po’.» chiarì vagamente. Michael le sorrise debolmente, Luke fece spallucce, spostando lo sguardo sul ragazzo dai capelli verdi.
Il più grande scese con un salto dalla ringhiera e si posizionò di fronte a Clary, mettendole le mani sulle ginocchia e facendosi spazio tra le sue gambe. Le fece segno con una mano di abbassarsi un po’ e lei ubbidì. Lui si mise in punta di piedi, per riuscire a raggiungere il suo orecchio.
«Che ne dici se offriamo a Luke qualcosa di meglio di una sigaretta?» le sussurrò, facendo poi un sorriso sghembo quando rimise i talloni a terra. Il biondo aveva osservato quella scena sentendosi di troppo, i due avevano agito come se tra loro non ci fosse mai stato quel rapporto di odio che invece li aveva caratterizzati per tutto il corso del precedente mese. Quando Michael si era avvicinato così pericolosamente alla sua amica aveva perciò voltato la testa dall’altra parte, cercando di lasciare ai due il loro spazio, ma quando aveva capito che non si sarebbero baciati era tornato a guardarli.
Il ragazzo dai capelli verdi si era allontanato dalla castana, mettendosi la mano in tasca e tirando fuori due canne già rollate e pronte all’uso. Ne passò una a Clary e l’altra la tenne tra le sue dita; entrambi accesero lo stecchetto sotto lo sguardo spaventato e preoccupato di Luke, che non capiva perché la sua migliore amica stesse facendo una cosa del genere, una cosa che lei non avrebbe mai fatto.
I due lasciarono entrambi uscire delle spesse nuvole di fumo, illuminate dalla luce attaccata alla parete del palazzo. Clary poi offrì la sua canna all’amico, che la prese tra le mani titubante.
«Dai Luke, non fare il santarellino!» esclamò lei, scendendo dalla ringhiera e avvicinandosi a Michael, che le sorrise complice. Il biondo mise lo stecchetto tra le labbra e guardò gli altri due con sguardo supplichevole. I due gli fecero segno di muoversi.
Mentre Clary prendeva dalle mani di Michael la sua canna, Luke era riuscito a fare qualche tiro e ora non si riconosceva più quale dei due stecchetti fosse appartenuto prima a chi.
Terminarono entrambi i cilindretti di marijuana e mentre questa faceva effetto, tornarono nel locale. Presero tutti e tre un alcolico che ampliò e velocizzò la diffusione dell’erba nel loro sangue. Bastò aggiungere la musica alta e le luci stroboscopiche e il gioco era fatto, letteralmente. Tutti e tre i ragazzi erano completamente fuori.
Si lanciarono in mezzo alla pista a ballare, o meglio a strusciarsi, con varie persone. Michael si attaccava a ogni ragazza che entrasse nel suo campo visivo, bella o brutta che fosse; Clary si avvicinava a ogni ragazzo almeno decente che riuscisse a individuare; Luke continuava quello che stava facendo prima, baciando un numero indefinito di ragazze.
In poco tempo i due maschi si trovarono a strusciarsi contro Clary e, tutti e tre insieme, si trovarono a formare un sandwich al centro della pista, con la castana in mezzo che non poteva certo negare di sentirsi perfettamente bene in quel momento.
Si voltò, in modo di essere di fronte a Luke. iniziò a fissarlo negli occhi e lui fece lo stesso. Michael li aveva lasciati soli, andando a impegnare le sue labbra con un’altra ragazza sconosciuta.
Lo sguardo di Clary compiva un tragitto più lungo che solo fino agli occhi del biondo, infatti oscillava tra le sue iridi e le sue labbra carnose. E lo stesso faceva lo sguardo di Luke, che si mordicchiava il labbro, cercando di trattenersi.
Le afferrò la vita, trascinandola ancora più vicina, se possibile, e iniziarono a danzare tenendo le loro fronti una contro l’altra. Lui si abbassò, lasciandole piccoli baci a fior di labbra, come per invogliarla a proseguire.
Clary decise di prendere il controllo della situazione: afferrò con una mano il colletto della camicia del biondo, facendolo avvicinare di più alle sue labbra, poi lo lasciò e, mettendo la stessa mano sulla sua nuca, lo spinse contro le sue labbra. Approfondirono sempre di più il bacio, lasciando che le loro lingue s’intrufolassero l’una nella bocca dell’altro.
Continuarono così finche Clary non sentì la vibrazione del telefono di Luke nella tasca dei suoi jeans. Si staccarono e, controvoglia, il biondo tirò fuori il cellulare e notò che era un messaggio di sua madre:
“Dove siete? Siete in ritardo, tornate immediatamente!” senza nemmeno la firma, questo significava che era davvero molto arrabbiata.
I due si guardarono e capirono che sarebbe stato meglio andarsene davvero, prima di beccarsi una sgridata di dimensioni colossali. Le loro mamme non sapevano nulla di dove si trovassero e, di certo, se avessero scoperto che avevano fumato qualcosa di più pesante delle sigarette, li avrebbero minacciati di non farli più vedere, o qualcosa del genere. In realtà non sapevano nemmeno cosa aspettarsi dalle prediche o dalle punizioni che i loro genitori avrebbero potuto dargli, non era mai capitato, erano sempre stati perfetti in questo.
Si guardarono intorno in cerca di Michael e quando lo guardarono, lo trovarono attaccato alle labbra di una ragazza riccia, troppo impegnato per andare a disturbarlo. Quando si staccò per un secondo gli fecero un saluto con la mano, che lui ricambiò con un cenno del capo, e andarono al guardaroba per riprendere la giacca e la borsa di Clary.
Salirono perciò in treno e Luke si avvicinò a lei pericolosamente, come se non ne avesse avuto abbastanza. La castana si lasciò dare un bacio a fior di labbra ma, quando il biondo stava per approfondire, lo spinse via.
«Luke… dimentichiamoci di questa cosa, okay? È stata tutta colpa della canna, noi… noi non vogliamo questo, lo sai, vero?» disse senza aver il coraggio di guardarlo in faccia, volgendo perciò la sua concentrazione al paesaggio scuro che scorreva veloce fuori dal finestrino, illuminato flebilmente solo dai lampioni che costeggiavano la ferrovia.
Il biondo annuì e si spostò nel sedile di fronte a lei, osservando anche lui fuori dal vetro. Clary aveva ragione, loro erano solo migliori amici, a lui piaceva Hilary e a lei piaceva Michael. Continuava a ripetersi questo nella sua mente, nonostante il sapore di nicotina mista a qualche alcolico delle labbra della ragazza gli scorreva ancora in bocca.
 
Notes
HEY HEY HEY
Finalmente i tanto attesi Cluke moments! Siete felici? Spero di sì, non erano previsti, ma volevo accontentare le mie lettrici. Non fatevi troppi film mentali, però! Dovete continuare a shippare Michael e Clary!
Come dice lei, è solo colpa dell’erba se si sono baciati, uu.
Io spero di non aver ucciso nessuno con le descrizioni di Michael e Luke, insomma capite, non è roba di tutti i giorni vedere MiCHAEL E LUKE CON LE CAMICIE, NO?
Il titolo è una frase di “Coffee Shop Soundtrack” degli All Time Low, ma in realtà la canzone non c’entra con la storia, era solo quel verso che combaciava perfettamente col capitolo lol.
E invece la canzone di questo capitolo è, finalmente, “Good Girls” dei nostri amati 5 Seconds of Summer! Ovviamente ci seguirà per qualche altro capitolo, la Fanfic è ispirata a quella!
Scappo, devo fare i compiti di latino, qualcuno che ha voglia di farlo al mio posto? Nessuno? No eh? No, okay.
Sotto ci sono i soliti linkssss (lol).
Alla prossima,
@cliffordsarms
  
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