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Autore: DaisyBuch    01/10/2014    1 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Athena dovette allontanarsi e riprendersi da quel dolore straziante, non appena si fu allontanata fino alla spiaggia la stretta al cuore diminuì e lei cominciò a calmarsi. La terra stava morendo perché Demetra, la dea dei raccolti e della fertilità aveva perso sua figlia. Fece dei respiri profondi, e quando riaprì gli occhi si trovò accanto l’uomo che la prima volta l’aveva accolta proprio lì.
-Salve.- la salutò. Athena balzò dall’altra parte.
-Oh. Mi hai spaventata.- disse. L’uomo rise.
-So cosa è accaduto, hai incontrato Demetra.- annuì tristemente. La ragazza non disse niente.
-E’ così da tempo, cerca la sua figliuola da settimane.- disse.
-E’ terribile.- convenì la ragazza, -Devo fare qualcosa, voglio aiutarla.- disse decisa.
-Oh oh, -rise profondamente l’uomo, -ma tu non puoi fare niente!-
-Beh, la terra sta morendo ed anche gli uomini di conseguenza, qualcuno dovrebbe cercare una soluzione.-
-Forse Zeus!- indovinò l’uomo.
-Già.- sbuffò la ragazza. Si mise a guardare le onde, e dopo alcuni minuti l’uomo la interruppe per l’ultima volta, -Ho una faccenda da risolvere, tieni d’occhio Iris.- la ammonì e scomparve. Athena, sconvolta com’era da quella sensazione di poco tempo prima, non si fece nessuna domanda, ma raggiunse alla svelta la driade.
-Dobbiamo aiutarla.- disse Iris leggendo le parole che aveva in mente la ragazza. Athena annuì, e sentì dentro di lei l’adrenalina che le saliva. Nessuno dovrebbe mai sentirsi così, lei l’aveva provato e non aveva nemmeno perso qualcuno sul serio, sapeva di dover far qualcosa ed era la cosa giusta.
-Io so dov’è.- disse con la determinazione negli occhi. Iris la guardò confusa e stupita allo stesso tempo.
-Com..- provò a dire, ma la ragazza la interruppe: -E’ nell’oltretomba.-
-Dimmi dove si trova, ci andrò da sola, non è il posto per una bambina.- disse.
-Senti un po’, prima di tutto sono una creatura mitologica, gli umani mi venerano come dea minore. Come seconda cosa, hai pochi anni più di me e io sono leggermente più preparata di te in.. diciamo tutto ciò che riguarda il mio mondo. Io vengo con te.- le rispose mentre i suoi capelli si trasformavano in rami alti per pavoneggiarsi. Athena schivò un ramoscello che le sfiorò il collo.
-Calmati.- riuscì a dirle. Effettivamente aveva ragione, dove poteva andare senza di lei? Era una bambina ma lei era un’umana, non poteva farcela da sola. –Certe volte sei irritante.- si arrese Athena.
-Io non mi prendo tutte queste libertà come fai tu.- ribattè di tutta risposta Iris.

Iris guidò Athena verso una delle entrate dell’oltretomba, che si trovava presso un lago.
-Come facciamo ad arrivarci?- chiese Athena sconfitta, a quanto diceva Iris era abbastanza lontano. In quel momento la driade le aveva portate sopra un alta pianura, dove si poteva vedere tutto il paesaggio.
-Possiamo camminare.. oppure..- Iris le fece l’occhiolino e fece un lungo fischio. Dopo alcuni momenti arrivò una leggera brezza che portava con sé un odore di vaniglia, e dal nulla si materializzò un cavallo azzurro.
-Ah!- urlò Athena spingendosi dietro le spalle della driade.
 –C-che diamine è.- tremava visibilmente.
-Sciocca, è un cavallo alato!- disse alzando in alto gli occhi, come se fosse scontato. Si avvicinò a lui, lasciando sola ed inerme la ragazza, gli accarezzò la cresta che sembrava piegarsi al suo tocco.
-Ma è sicuro?- Athena cercava di prendere tempo. Salire su un cavallo alato? Senza una cintura? Che si deformava al solo tocco? No grazie.
-Solido come una roccia! Sta a vedere.- disse e con un balzo saltò sopra al nulla. Infatti la brezza scomparve e Iris cadde letteralmente giù dalla collina, sotto la quale c’era uno strapiombo.
-Iris!- urlò Athena cercando di afferrarle la mano, quando vide che il cavallo era scomparso. Dopo alcuni secondi di sconcerto, vide il cavallo con Iris sopra che sbucavano dallo strapiombo.
-Scherzetto!- rise come una matta.
Athena aveva appena perso i suoi miseri quindici anni di vita. Tirò un sospiro di sollievo ed il suo cuore cominciò a battere di nuovo. –Stupida!- le gridò con tutta la voce.
-Dai, non ti agitare, salta su.- disse e le tese la mano. Athena mise le braccia conserte come una bambina, e dopo aver ripensato a Demetra decise di non pensarci e salire su quel cavallo.
-Si!- urlava di gioia Iris. Le sue braccia non erano minimamente attaccate a nulla, si teneva solo con le gambe. Litigarono per tutto il tragitto, Athena le diceva di reggersi e chiudeva contemporaneamente gli occhi. Ma verso la fine del viaggio, poco prima di planare sopra il lago, decise con un po’ di coraggio di aprirli. Questi le bruciavano per l’aria gelida che li investiva, ma l’orizzonte che si scagliava contro di lei era mozzafiato, le si fermò il cuore per la terza volta quel giorno. E provò un’emozione così intensa che si sentì grata e piena di orgoglio per aver affrontato quella paura e per non aver rinunciato: non avrebbe mai saputo cosa si sarebbe persa.
Atterrarono accanto all’acqua, il cavallo sfiorò con gli zoccoli la superficie e poi si posò delicatamente sul suolo arido. Iris lo congedò poco dopo avergli dato da mangiare ed averlo accarezzato un po’.
-Ora che si fa?- chiese Athena, non appena se ne fu andato il cavallo.
-Basta andare al centro del lago, e questo ti risucchia in una voragine.- le spiegò.
Prima di arrivare al lago c’era un pallido sole, nascosto tra i rami degli alberi, ma ora che erano davanti al lago la vegetazione che peggiorava ogni ora per il rapimento di Persefone, lì era ridotta al nulla. Sul lago aleggiava un’atmosfera cupa e macabra, tirava più vento di prima e non v’era un solo suono.
-Mette i brividi.- spezzò l’aria Athena. Adesso la voleva eccome la presenza di un cavallo alato, sapeva che le sarebbe tornato utile prima o poi.
-Andiamo.- disse Iris, che anche se si improvvisava eroina coraggiosa, cominciava a rallentare il passo e stare più vicino all’umana. –Ci siamo.- annuì seria. Fece ricrescere i rami al posto di ogni capello, e gli occhi brillavano intensamente di giallo. –Salta su, per gli umani questo è un comune lago, solo le creature divine possono accedervi camminandoci sopra. E’ un espediente che ha messo a punto Ade per tenere gli umani lontano dal regno dei morti.- Athena ascoltò in silenzio.
-Non reggerai mai il mio peso.-
-Posso farcela se per poco tempo.- rispose. Il lago era piuttosto piccolo ed insignificante, ma lei era comunque una bambina, decise di non controbattere per non farla arrabbiare di nuovo.
-Va bene.- disse e si aggrappò ai rami, che erano più o meno della sua altezza. Fece molta attenzione a non toccare l’acqua con i piedi, era una sensazione strana e non sapeva bene il perché.
-Che succede se tocco l’acqua?- chiese noncurante, scherzandoci macabramente sopra.
-Affoghi.- rispose tranquilla Iris. Athena spalancò gli occhi e si aggrappò più forte ai rami, ma le mani si facevano sudate.
 –Dannazione Iris, vuoi dirmelo prima?!- le tremava di nuovo la voce.
-Manca poco.- rispose con la voce spezzata dal pianto. Evidentemente stava facendo uno sforzo enorme. Finalmente arrivarono al centro esatto del lago, e dopo pochi secondi, un cerchio d’acqua si aprì intorno a loro, in basso Athena non riuscì a scorgere una luce, solo buio. E velocemente furono attirate nella voragine e sommerse dall’acqua del lago.
   
 
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