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Autore: SaraRocker    01/10/2014    2 recensioni
[FinnxMarceline]
E' un giorno come tanti quello in cui Finn e Jake trovano il corpo di Marceline esanime. Dopo essere stata coinvolta nell'ennesima imboscata da parte di un nemico che non conosce, la regina dei vampiri deciderà di dire la verità ai due amici e di chiedere il loro aiuto nonostante il suo smisurato orgoglio.
La decisione più saggia per la salvezza della ragazza sarà quella di farla rimanere ad abitare con loro. Ma quando l'amicizia che lega l'avventuriero e la vampira inizia ad intensificarsi -sconvolgendo la vita di entrambi-, cosa accadrà?
Estratto prologo.
Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn, Jake, Marceline, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12-


 
[Sogno ed Incubo.]









































La Principessa Fiamma osservava ormai da ore il foglio che, con immensa gentilezza, BMO le aveva attaccato ad una parete della propria piccola casa. Lo aveva fatto in buona fede, con un sorriso sullo schermo, ricordando come, a causa delle fiamme di cui la giovane stessa era fatta, quest'ultima non avrebbe mai potuto davvero agguantare la lettera che le aveva scritto il proprio amato Finn prima di partire. Erano passati alcuni giorni; non aveva mai trascorso tanto tempo lontano da lui dacchè si erano messi insieme. Non era la prima volta che partiva per un'avventura, questo no, ma quella missione stava durando davvero parecchio. Aveva saputo, grazie alle voci che giravano per le valli di Ooo, che una terribile creatura proveniente da Dolcelandia era riuscita a liberarsi dalla propria prigionia e, a questo proposito, era molto allarmata. Nonostante si fidasse  ciecamente delle capacità di Jake  e Finn -quali esperti avventurieri ed ottimi combattenti-, erano giorni che sentiva brividi percorrerla completamente, facendo tremare visibilmente le fiamme che la componevano.

Posò per l'ennesima volta lo sguardo sul foglio pieno di parole e scarabocchi. La calligrafia del giovane era poco leggibile, e vi erano un'infinità di errori di ortografia, però non le interessava. Quel minuscolo rettangolo bianco e nero era l'ultimo oggetto capace di legarla a lui. Sorrise mesta, lanciandosi  veloci occhiate attorno. Il sole era calato e, oltre le piccole finestre dell'abitazione, Fiamma poteva intravedere le stelle spandersi sempre in maggior numero nel fiarmamento color pece. Le piaceva la notte e, con essa, l'idea che lei fosse in grado di poterla rischiarare grazie al proprio fuoco. Lei stava bene nel buio, sgargiante ed immediata, potente e temibile.
Finn, invece, era puro, amichevole, unico, spericolato. Lui era luce e, per quanto potesse essere fuoco, lei era ombra. La verità era che era cresciuta con un'unica certezza nella mente: essere malvagia. Suo padre non faceva che ripeterlelo. Eppure, l'avventuriero non vi aveva creduto e, spinto dalla propria inscalfibile determinazione, aveva infine convinto anche la bella principessa Fiamma della bontà intrinseca in ogni essere.
Socchiuse gli occhi, sentendosi incredibilmente calma. I pochi suoni che la circondavano, oltre al crepitio continuo del proprio corpo, erano le cicale. Quel verso continuo quasi la cullava, le faceva nascere un sorriso in viso e la faceva riposare. Si lasciò andare sopra una candela, decisa ad addormentarsi in quello stato di estrema pace, eppure non vi riuscì.
Un improvviso rombo, simile ad un terremoto mostruoso, le fece sgranare gli occhi di timore. Lanciò una nuova occhiata all'esterno, decisa a verificare se non si fosse trattato di un tuono, ma il cielo era limpido e neppure nel buio della notte riuscì a notare alcuna nuvola. Vi erano solo un'infinità di stelle, tutte più brucianti di lei, distanti un'infinità di spazio.
Deglutì a vuoto, sentendo nuovamente quell'orribile rumore. Con esso, questa volta, si mossero anche le pareti, tremando terribilmente. Fiamma si aggrappò al davanzale, sul punto di perdere l'equilibrio e cadere. Aveva paura, realizzò d'improvviso, avvertendo le mani tremarle sotto il fuoco che la faceva divampare con furia.
Poi, dopo che il silenzio parve essersi nuovamente posato su di lei, un'espolosione la costrinse a serrare gli occhi dallo spavento. Quando li riaprì, tutto ciò che vide fu polvere, un numero infinito di particelle minuscole levate in aria, che le entravano nei polmoni e che la soffocavano. Tossì, portandosi una mano sul petto e chinandosi a terra.
Pochi istanti dopo si sentì sollevare. Cercò di capire chi esattamente la stesse trattando in quel modo, ma nessuna mano la stava toccando. Il suo corpo levitava da solo, contro ogni suo desiderio. Fendette l'aria con innumerevoli calci, ma nessuno andò a segno. Non vi era alcun nemico di fronte a lei, eppure, nonostante ciò, quel qualcosa che l'aveva sollevata, ora la stava premendo contro la parete, a qualche centimetro da terra. Sentiva la schiena dolorante e, lentamente, le stavano stringendo la gola. Tentò di deglutire, vanamente.
Infine, proprio di fronte a lei, vide avvicinarsi una creatura che mai, prima di allora, aveva visto. Era enorme, a quattro zampe, di colore rosa. Aveva un viso rotondo e, oltre ai due comuni occhi, ne aveva un terzo, posizionato esattamente al centro della fronte. Fiamma lo trovò rivoltante, e si trattenne a stento dal vomitare o gridare. Oltre il mostro, notò come la parete della casa fosse stata spazzata via. Ora poteva vedere perfettamente il mare estendersi oltre lo strapiombo fuori casa. Tremò. Era ancora blccata contro il muro, il respiro incredibilmente fiacco e gli occhi socchiusi.

"Tu sei la Principessa Fiamma, vero?" domandò l'orrendo essere una volta accostatosi alla ragazza. Quest'ultima si limitò a ringhiare furiosa, prima di sentire la stretta attorno alla sua gola stringerlesi. Annaspò alla ricerca d'aria e, solo quando fu ad un passo dalla morte, la presa si allentò nuovamente. Il mostro sorrise.
"Adesso mi risponderai, immagino."
Fiamma deglutì un paio di volte prima di annuire. Aveva smesso di ribellarsi, ed ora le gambe le ciondolavano dritte contro la parete.
"Bene! Avevo proprio bisogno di parlarti." proseguì quindi il mostro rosa, facendosi ancora più avanti ed accentuando il proprio ghigno "Il mio nome è Goliad e devo distruggere un po' di persone, e tu sei in contatto con almeno due di loro."
La ragazza corrugò la fronte. Le energie le mancavano, e sentiva la sua fiamma farsi sempre più fioca. Non aveva forze sufficienti per parlare. Non molto, almeno.
"Parlo di Finn l'avventuriero e Re Fiamma." rivelò infine Goliad, voltandosi dalla parte opposta rispetto alla ragazza, iniziando a contemplare l'orizzonte che il mare delineava distante. La principessa tentò un'ultima volta di ribellarsi alla forza misteriosa che la costringeva contro la parete, ma -come in precedenza- ogni sforzo risultò inutile.
"Non consumare le forze, principessa." la avvisò quindi il mostro, la voce incredibilmente simile a quella di un'ingenua bambina, sempre dando le spalle alla giovane "Sto sfruttando i miei poteri per tenerti in quelle condizioni. La telecinesi è il mio forte, sai? E dovresti semplicemente essermi grata perchè non ti sto ipnotizzando." prese una pausa "Quello sì che sarebbe doloroso."
"Non ti aiuterò mai a fare del male a mio padre, o a Finn!" esclamò la ragazza, agitando una mano ed assottigliando lo sguardo con furia. Avrebbe voluto fare qualcosa, permettere alle proprie fiamme di liberarsi e, magari, incendiare il corpo di quell'essere di fronte a lei, ma le forze le mancavano, e non riusciva neppure ad accendere il suo stesso, di corpo.
"Oh, non ti preoccupare. A tuo padre non succederà nulla." mormorò con ovvietà Goliad, voltandosi nuovamente verso la principessa "Nel caso collabori, ovviamente."
"E Finn? Cosa vuoi da lui?"
"Lui... Lui mi sta ostacolando. E la cosa non mi piace." rivelò a bassa voce la creatura rosa, prima di ostentare un mezzo sorriso in direzione del proprio ostaggio "Ma penso che dopo essere venuta a conoscenza di una piccola cosa, mi aiuterai anche tu."
Fiamma deglutì a vuoto, prendendo un profondo respiro "Di che parli?"
"Per caso conosci una certa Marceline Abadeer?"























"Marceline!" la voce di Finn, proveniente da dietro l'angolo, la fece ridere divertita. Si levò in aria, decisa più che mai a fargli uno scherzo. Si portò in alto sino a schiacciarsi contro il soffitto freddo del palazzo. Dalla propria posizione riuscì distintamente a notare il ragazzo arrivare, ed iniziare a guardarsi intorno spaesato. Non riuscì a trattenere una nuova risata. Così, il giovane la individuò immediatamente. Alzò il viso verso l'alto, puntando i propri occhia grandi in quelli sottili ed eleganti di lei. Le sorrise divertito e, con una spontaneità disarmante, tese le proprie braccia verso l'alto, in un chiaro invito a tuffarsi contro di lui. La vampira, lentamente, scivolò a terra, giungendo proprio tra le braccia del ragazzo che, incantato, la avvolse completamente. Marcy avvertì il suo cuore battere chiaramente contro il corpo, farla vibrare e sentire viva come non mai. Lasciò andare il proprio viso nell'incavo della sua spalla.
"Sono felice." mormorò quindi lei contro il suo orecchio, sentendosi il corpo -solitamente freddo e morto- iniettato di calore e conforto. Il ragazzo la allontanò leggermente da lui, cercando il suo sguardo scuro. Vi si tuffò completamente, venendone risucchiato, annegandovici dentro. Marceline era una continua scoperta, era l'amore e l'impazienza, la sfacciataggine e la maturità.
"Anche io."
"E' stata una giornata tanto lunga..." fece la ragazza, la voce ridotta ad un sussurro stremato. Effettivamente avevano passato l'intero giorno discutendo di possibili attacchi, metodi, tecniche, piani, e chi più ne ha, più ne metta. Era semplicemente stremata. Finn annuì.
"Andiamo a dormire?"
L'avventuriero sentì il viso divenirgli più caldo, letteralmente bollente. Era la prima volta, in tutti i suoi sedici anni di vita, che una ragazza gli faceva una proposta del genere con tanta sincerità, senza giri di parole, senza tentennamenti. Ma forse, si disse, non era il caso di fraintendere. Infondo, Marceline poteva riferirsi all'andare a dormire in due letti diversi. Il tutto nonostante ormai, visto il recente incidente, alloggiassero nella medesima camera. Le lanciò un'occhiata dall'alto della propria statura; in quegli anni era cresciuto, ed ora la superava di parecchi centimetri in altezza. La vide sorridergli sghemba, per poi afferrargli una mano e trascinarlo con sé.



Giunsero nella loro camera dopo pochi minuti. C'era confusione, tanta, ma quello -a parere di Finn- non era assolutamente il momento di farvici caso. I suoi pensieri erano tutti concentrati sulla propria mano, sulla presa che -morbida- la avvolgeva. Vide Marceline lasciarlo andare ed infilarsi nel bagno della stanza, sul fondo della parete. Istantaneamente ricordò del giorno in cui, per purissimo errore, quando aveva forse solo tredici anni, l'aveva vista completamente nuda. Sospirò sonoramente, abbandonandosi sul materasso del proprio letto. Il soffitto sembrava brillare. Sentiva, in sottofondo, l'acqua della doccia scorrere velcoe e, goccia dopo goccia, sapeva che si avvicinava l'istante in cui lei sarebbe uscita. Non aveva esattamente paura, no. La sensazione che gli scorreva nelle vene era più un panico colmo di aspettativa. Qualcosa di incredibilmente bizzarro. A questo proposito, Finn dovette constatare -per l'ennesima volta- come solo con Marcy fosse in grado di provare certe sensazioni e, per qualche folle istante, cercò di immaginare una vita senza la bella vampira. Cancellò i ricordi felici, le cavalcate sui lupi, le risate, i film horror, gli scherzi senza fine, i baci sulle guance, i baci sulle labbra...
Rabbrividì. Senza Marceline il mondo sarebbe stato orribile, vuoto, privo di una vera ragione. Senza la vampira, il giovane umano sarebbe rimasto legato solo a quelle poche sensazioni che conosceva, senza venire mai a sapere delle palpitazioni frettolose che solo l'amore era in grado di dare, o della sudorazione incredibilmente imbarazzante dovuta ad un bacio troppo appassionato. Senza Marcy non si sarebbe mai davvero sentito completo, umano. Ed era incredibile che, a fargli capire tutto ciò, era stata proprio la creatura meno umana tra tutte: una bellissima vampira.

Udì la porta del bagno aprirsi lentamente e, all'istante, un'aroma di brezza marina -delicato e delizioso- gli si infranse nelle narici. Istantaneamente sorrise. Quell'odore così simile alla libertà stava bene su Marceline; era perfetto. Chiuse gli occhi, immaginando già la giornata con cui avrebbero dovuto fare i conti il giorno dopo, ma un suono di passi sempre più vicini, lo costrinse a sollevare le palpebre.
Ed eccola bellissima, esattamente di fronte a lui, con i capelli lunghi e bagnati. A ricoprirle il corpo snello vi erano solamente il reggiseno scuro e gli slip rosso acceso. Lo osservava sorridendo leggermente. Lui deglutì a vuoto.
"Posso stare qui?" domandò infine, facendogli sentire brividi percorrerlo in tutto il corpo. Annuì, il ragazzo, scostandosi leggermente verso l'estremità del materasso, lasciandole un po' di spazio al suo fianco. Lei sorrise, per poi coricarsi immediatamente contro di lui, appoggiando il viso contro il suo petto. Marceline poteva sentire il cuore del ragazzo battere ad un ritmo sfrenato, e la cosa la fece istantaneamente sentire speciale.
"Sai, puoi anche toglierti la maglietta." lo esortò poi. In tutta risposta, Finn si mise a sedere e, in un gesto fluido e sorprendentemente elegante, si sfilò la t-shirt azzurra di sempre. La vampira sorrise soddisfatta, per poi passare una mano sottile contro l'addome piatto del proprio ragazzo in un chiaro invito a sdraiarsi nuovamente. Lui acconsentì e, pochi istanti dopo, si ritrovò avvolto dalle braccia perfette e confortevoli di lei, vezzeggiato dalle sue carezze e  dai suoi baci leggeri.
"Sai, Marcy, sei bellissima." soffiò lui tra un ansito e l'altro, sentendo il respiro fiacco dall'emozione.





















"No..." la voce di Fiamma tremava, mentre Goliad la fissava in quel modo così incredibilmente rivoltante "Lui non lo avrebbe fatto... Non lo farebbe mai." sussurrò senza fiato, ma questa volta non più per la stretta alla gola. Quella non la sentiva ormai da minuti. Il mostro rosa l'aveva lasciata chinata a terra non appena aveva finito di raccontarle ciò che tanto l'avrebbe sconvolta. Ora il fuoco la stava divampando completamente, rendendola una bestia assetata di sangue, sconvolta e ferita.
"Invece lo ha fatto, e posso mostrartelo." rispose con pacatezza Goliad, sorridendo leggermente e sistemandosi di fronte alla ragazza. La scrutò per lunghi secondi "Li hanno intercettati un paio di mie spie."
"C-Cosa? Dove?" fece sconvolta la ragazza. Era incredibilmente confusa, devastata, aggrappata ad una speranza a cui non era certa di potere credere. Il mostro la osservò qualche istante, prima di risponderle.
"Alla Città dei Maghi. Vuoi vedere?"
Senza neppure rendersene pienamente conto, la principessa annuì. Sentiva la testa girarle, ed era abbastanza sicura che vedere una cosa del genere l'avrebbe ferita ancora di più, però non c'era altra scelta. Il dubbio le si era insinuato velenoso nella mente, ed ora le stava intaccando ogni singolo neurone del suo preziosissimo cervello. Goliad annuì, per poi abbassare le palpebre. Fiamma vide il terzo occhio emettere un fascio di luce violaceo. Poi, senza alcun preavviso, la principessa si ritrovò in un altro luogo, in una differente ora del giorno. Vedeva con gli occhi di qualcun altro un ricordo lontano, risalente -a detta dell'essere rosa- alla notte precedente. Vi erano fuochi d'artificio che crepitavano nel cielo notturno, centinaia di persone che camminavano per la strada, ed infine, sopra un muretto poco distante, Finn, vestito di una lunga tunica blu e con un bizzarro cappello,  in compagnia di una ragazza. Si trattava di una figura dai capelli color dell'ebano, e dallo sguardo ammaliatore. Eppure, non ostentava la regalità di una principessa -quella che avrebbe potuto perfettamente ostentare lei, Fiamma-, anzi. Indossava un paio di jeans leggermente strappati ed una canottiera tutt'altro che femminile. Ma, per quanto poco curata potesse essere, Finn la stava baciando e toccando come mai aveva potuto fare con lei.

Fiamma chiuse gli occhi e, quando li riaprì, il ricordo era svanito. Si guardò attorno, constatando di essere nuovamente con Goliad all'interno della propria casa. La parete opposta a quella contro la quale era poggiata era distrutta, ed attorno a loro aleggiava un silenzio opprimente. Persino le cicale avevano smesso di suonare. Rimaneva solo il respiro ansante e sconvolto della giovane reale, improvvisamente resasi conto che tutto ciò che quel mostro le aveva raccontato era vero, che Finn l'aveva davvero tradita.
"Ora che sai come stanno le cose mi aiuterai, giusto?" domandò ammaliatrice Goliad.
"Certo." ghignò la principessa, corrotta dall'odio, improvvisamente libera di potere divampare.
"Tuo padre sta nascondendo Hunson, vero?" fece il mostro, certo come non mai delle proprie deduzioni. Il Re della Nottesfera non aveva molti amici, ma uno di essi era il Re del Regno di Fuoco.
Fiamma annuì; suo padre le aveva spedito qualche messaggio, rivelandole quel piccolo segreto. Ormai erano mesi che Hunson alloggiava presso la celebre corte infuocata.
"Fantastico! Devo assolutamente eliminarlo e, se convincerai tuo padre a collaborare, non gli verrà torta una fiamma." spiegò con voce bassa il mostro, camminando avanti e indietro all'interno della stanza "Era molto che desideravo andare nel Regno di Fuoco, ma non ho mai potuto. Rischierei di bruciarmi viva senza la fattura di un cittadino... Un incantesimo in grado di proteggermi dalle fiamme. Putroppo, sino ad ora nessuno ha accettato di aiutarmi. Sono tutti molto fedeli a tuo padre." Goliad lanciò un'occhiata alla principessa, la quale, dopo essersi passata una mano tra i capelli fiammanti, sorrise.
"Ti aiuterò io. Vedrai."













































 
Ho aggiornatooooo! Yeeeee!
Scusate il ritardo, ma in questi giorni ho tanta ispirazione e poco tempo libero! Oltretutto mi vengono idee per un centinaio di long, ma di questo passo non riuscirò a realizzarne nemmeno una! T.T

Dopo lo sclero..... Spero che il capitolo vi sia piaciuto! mi farebbe piacere leggere una vostra recensione e... Alla prossima!
  
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