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Autore: VeRoFuSa    01/10/2014    0 recensioni
Fin dall'antichità c'era una divinità che veniva raffigurata come il male. I nomi in cui si rispecchia il Diavolo sono molti, in ogni religione c'è un Dio e un Diavolo. Uno l'opposto dell'altro, se vive uno vive l'altro, se muore uno muore l'altro.
In questi tempi non tutti credono in Dio e di conseguenza neanche nel Diavolo, altri, invece, sono fanatici e credono solo nell'uno o nell'altro.
Io? Sono tra chi ci credere in entrambi, perché? Semplice, sono la figlia di Lucifero.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accendo la televisione per alleviare un po' la tensione, ma mi sbagliavo. Su tutti i canali invece che esserci i soliti programmi c'è un edizione speciale del telegiornale. Mi siedo sul divano guardando attenta l'apparecchio.
-che sta succedendo?- domanda Archangel sedendosi al mio fianco e subito dopo anche Sousuke si siede vicino a me.
-qualcosa che non piacerà a nessuno- dico


-colleghiamoci subito con il nostro inviato sul posto- dice la giornalista e subito l'inquadratura cambia mostrando un uomo con in mano un microfono e il viso dipinto di paura.
-grazie Momo, pochi istanti fa due uomini armati di katana sono entrati nella stazione centrale e hanno ucciso venti persone tra cui due bambini! Cinque persone sono rimaste ferite in modo lieve. Dalla descrizione fornita dai testimoni che erano lì hanno potuto fare un identikit parziale degli uomini: il primo un uomo sulla trentina, altezza media, capelli bianchi raccolti in una coda bassa portata sul davanti sopra la spalla sinistra e sull'occhio destro una cicatrice ben visibile. L'altro sempre sulla trentina, altezza leggermente più alto del compagno, capelli biond...-
A quelle descrizione il mio cuore perde un battito. Non possono essere proprio quei due. È categoricamente impossibile!
-Nica, sbaglio o quei due assomigliano a qualcuno di nostra conoscenza?-
-no, non ti sbagli. Bastardi.- dico tra i denti
-s-sono D-Demoni?- domanda Sousuke ma né io né Archangel lo degniamo di una risposta. Il telefono inizia a suonare, senza distogliere lo sguardo dalla televisione lo afferro, rispondendo
-pronto?-
-aim ailgif oaic-
-erdap onroignoub-
-?otitnes iah-
-?orev orol onoS. ìS-
-eud irtla ilg eredrep aicsal. Ovitom elauq rep e otseuq ottut a orteid è'c ihc irpocs ehc oilgov, eneb imatlocsa. ìs-
-?orol id atr otnemagelloc nu essof ic ecevni es e-
-?otseuq ottut orteid etnoraC ais ic ehc isnep-
-azzetrec anu isauq è-
-ioup aneppa imramrofni e elibissop ùip li erirpocs id acrec-
-ottaf àras-
-enoiznetta eraf id idev, aim ailgif otserp a-
-enoiznetta òraf etapuccoerp iv non, otserp a-
Chiudo la telefonata, cercando di controllare la rabbia, stringo i denti appoggiando il telefono con tutta la calma che ho.
All'improvviso sul mio polso appare un tatuaggio: un serpente che si attorciglia tutt'intorno, la bocca rivolta verso il dorso della mano con le fauci spalancate che morde un grosso rubino.
Lo guardo incredula sorridendo, bene adesso appena vi trovo vi faccio fare una brutta fine.
-c-che significa?-
-che adesso può giudicare le creature degli inferi che hanno infranto la legge.-
-c-chi sono quei Demoni?-
-non sono Demoni. Sono due ex Arcidiavoli-
-ex?-
-si, sono stati rinchiusi nel Limbo per la loro brama di potere. Il primo di chiama Orde e l'altro è Iano.-
-e sono i più grandi criminali degli inferi di tutti i tempi- dice Archangel.
-era quello che cercavo di dire. Sono criminali tra i più pericoloso che esistono- rispondo con calma sfiorando con la punta delle dita il tatuaggio.
-ma hai detto anche tu che sono stati rinchiusi nel Limbo. Com'è possibile che siano qui sulla terra?-
-la notizia non è stata resa pubblica proprio per non mettere in allarme nessuno, ma qualcuno gli ha fatti scappare un paio di mesi fa. E sto iniziando a pensare che quel qualcuno sia Caronte-
-lo dici come se fosse niente- mi riprende l'umano
-non posso farci niente se hanno iniziato ad uccidere umani-
-almeno puoi cercarli e fermarli!- urla scattando in piedi.
A mia volta scatto in piedi afferrandolo per la maglia e sollevandolo di qualche centimetro da terra -stammi a sentire, io gli ordini li prendo da mio padre e lui mi ha detto di scoprire quello che hanno in mente. Quando l'ordine sarà uccidili allora ne possiamo riparlare!- dico calma fissandolo con gli occhi di diverso colore.
Lo vedo sbiancare e cercare di allontanarsi da me.
-ho reso l'idea?-
-s-sì...-
Lo lascio andare malamente sul divano
-vedi di darti una calmata, perché la prossima volta non sarò così indulgente.- aggiungo passandomi una mano tra i capelli sospirando -possibile che voi umani siate davvero così stupidi. Spiegami una cosa, perché vuoi rischiare la tua vita per persone che nemmeno conosci?-
-perché ogni persona di questo mondo ha una famiglia, degli amici, persone che tengono a quella persona! Ecco perché!-
L
o ascolto in silenzio. Sospiro nuovamente alzandomi.
-sì, Archangel hai ragione. Gli umani sono un branco di idioti totali.- dico -andiamo a fare un giro di perlustrazione o sarò io la prossima ad ammazzare un umano.- aggiungo avviandomi verso la porta
-vuoi uccidermi? Fatti sotto!- urla guardandomi
-fatti sotto?! Non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto prima!-
Sollevo la mano destra facendo lievitare l'umano come se fosse una piuma -vuoi morire così in fretta? Va bene ti accontento!- lo scaravento contro il muro, rompendo il quadro che era appeso.
-andiamo Archangel. E tu vedi di farti passare i bollenti spiriti e le cazzate che ha in quel cervello o sarò io a farti calmare-
Esco sbattendo la porta chiudendola a chiave -tanto per essere sicura.- inseguito esco dal cancelletto portando una mano davanti a me
-Raido! Kenaz! Laguz! Uruz! Fehu! Isa! Jera! Sowilo! Dagaz! Enoizetorp id areirrab al etegrE-
Da ogni runa parte un fascio ti luce che si erge introno alla casa avvolgendola.
-bene adesso possiamo andare-
-nessuno entra e nessuno esce- dice Archangel sorridendo perfida
Ci avviamo in silenzio camminando una accanto all'altra, più ci avviciniamo al luogo più iniziamo a vedere una gran marea di gente e una volta del piazzale decine e decine di auto della polizia e decine e decine di ambulanze, poliziotti che tengono lontani i curiosi e giornalisti, medici intenti a portare via i cadaveri e prestare soccorso ai feriti. Ci facciamo largo tra la gente riuscendo ad arrivare in prima fila. Sembra di essere davanti a un formicaio.
Fisso l'ingresso e in quel momento due uomini portano fuori una barella coperta da un telo.
-bisogna essere senza cervello per fare una cosa del genere- dico.
Scappati da poco dal limbo e senza un apparente motivo iniziano ad uccidere persone. Non l'hanno fatto di loro iniziativa, qui c'è una mente ben più contorta. Un brivido mi passa lungo la schiena ma non ci bado più di molto.
-più che senza cervello senza cuore- mi risponde una donna al mio fianco -perché delle persone dovrebbero fare una cosa del genere, coinvolgere dei bambini in più.- continua scrivendo qualcosa su un quadernetto.
-lei è una giornalista.- dico senza guardarla in faccia
-sì, mi conosci?- chiede
Ridacchio portandomi una mano alla fronte -in questo momento i giornalisti di mezzo mondo sono riuniti qui in prima fila per cercare di avere notizie bomba prima di altri.-
-già il comportamento umano è fatto in questo modo, prima io così posso avere fama e notorietà.- aggiunge Archangel guardandola
-il nostro è un lavoro come un altro!- le risponde la donna guardandola male
Percepisco una vaga presenza demonica in giro, ma non è ben definita e potrebbe essere di chiunque. Sospiro notando solo adesso non molto distante da noi un ragazzo con la canottiera nera, le braccia conserte, gli occhiali da sole sul naso e i capelli raccolti in una coda bassa portata davanti sulla spalla sinistra. Ci mancava solo lui.
Prendo la ragazza al mio fianco trascinandola fuori di lì -litigherai un altro giorno con gli umani.- dico avviandomi verso il ragazzo.
Appena ci vede si sposta in una zona più tranquilla, lo seguo e appena lontano da orecchie indiscrete lo sbatto contro la parete della casa -cosa cazzo passa per la testa dei tuoi amici?- domando guardandolo male
-tanto per iniziare calmati. Loro non sono miei amici, Caronte li ha liberati e assoldati per qualcosa ma non so niente di tutta questa storia. Credimi.- spiega togliendosi gli occhiali e sistemandoseli sulla testa.
-perché mi stai dicendo tutto questo?-
-non è per questo che sei qui?- domanda con un sorriso beffardo stampato sul viso che lascia intendere quello che ha fatto. Ha letto i miei pensieri mentre ero assorta a riflettere.
Gli tiro uno schiaffo facendogli girare la testa dell'altra parte -non ci provare mai più!-
-ti scaldi sempre troppo in fretta, non c'è gusto a farti arrabbiare- sospira massaggiandosi la guancia -me ne vado, ti sarei grato se domani mi ridaresti il mio giubbotto.-
-che peccato, prima di uscire di casa l'ho distrutto.- rispondo incrociando le braccia
-che peccato, non hai mai imparato a mentire- controbatte sorridendo -ci vediamo- aggiunge prima di avviarsi verso casa sua
-aspetta!- esclamo bloccandolo per un polso -cosa c'entri tu in tutta questa storia?- chiedo guardandolo
-finora il mio compito è di stare a guardare. Non so cos'ha in serbo per me mio padre e non mi interessa.-
-idiota- rispondo
-cos'è hai paura di farmi del male?- chiede prendendomi il polso e guardando il tatuaggio
Mi libero dalla sua stretta con uno strattone
-tornatene dal tuo paparino, prima che ti fai male, Satariel- aggiunge dandomi di nuovo le spalle e sparendo nel nulla.
In tutti questi anni la sua stronzaggine non fa altro che peggiorare di giorno in giorno. È proprio vero il detto tale padre tale figlio.

  
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