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Autore: Leo Magnus Weasley    01/10/2014    2 recensioni
Nico capiva Percy Jackson. Il suo dolore lo comprendeva meglio di chiunque altro. E per questo lo poteva aiutare a risollevarsi dall'oblio.
Storia Pernico/Percico. Dopo la battaglia contro Gea.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
 
 
Percy stava tornando al Campo. Non ci credeva ancora a ciò che aveva vissuto quella sera. A lui di sicuro non poteva succedere tutto quello. Nemmeno lontanamente era possibile una cosa del genere.
Arrivò davanti alla cabina di Ade senza nemmeno accorgersene. Doveva raccontare a Nico cosa gli era successo quella notte. Doveva. Voleva renderlo partecipe alla sua felicità. Bussò. Non rispose nessuno. Bussò nuovamente. Niente. Aprì piano la porta e sussurrò –Nico? Nico ci sei? Dormi?- Non ottenendo alcuna risposta entrò piano e socchiuse la porta alle sue spalle. Con la poca luce che entrava da quello spiraglio vide Nico abbracciato stretto stretto ad una ragazza. Rimase lì, impietrito. La ragazza gli dava le spalle e i suoi capelli, molto mossi, erano sparsi sul cuscino e sotto la testa di Nico che era appoggiata sulla sua spalla. Il figlio di Ade le circondava la vita con un braccio, con fare protettivo. Sembrava stranamente triste ma anche felice. Percy si accorse di star trattenendo il fiato. Sbatté le palpebre e si girò verso la porta. Il fiato gli si era fatto corto, come dopo una corsa.  Mosse un piede, poi un altro ed un altro ancora, finché non raggiunse la porta. Appena se la fu chiusa alle spalle, corse verso la sua Cabina e vi si chiuse dentro.
 
-Hei! Attento a dove metti i piedi!-
-Dei dellOlimpo! Scusami tanto- Percy alzò gli occhi e si accorse di essersi scontrato con una ragazza.
Ragazza.
Una bella ragazza.
Bella ragazza.
Una magnifica ragazza.
Capelli neri dai riflessi rossicci, ondulati e lunghi fino alle spalle. Viso ovale dagli zigomi ben delineati. Occhi azzurri, quasi blu. Bocca rosea, piena. Fisicobe’…mozzafiato. Indossava un abito lungo, verde mela, non troppo provocante ma sicuramente molto elegante.
-Humsicioènovolevo direscusa- Percy si costrinse a riprendere il controllo di se.
-Sei balbuziente o cosa?- la ragazza sembrava divertita.
-Che? No! Sono solonuovo, ecco- si scusò in fretta il figlio di Poseidone.
-Aaah, capisco. E tutti quelli nuovi balbettano?-
-No, ma sai è stato il contesto ad avermi fatto balbettare- abbassò lo sguardo.
-Kimberly, comunque.- gli tese la mano –Ma tutti qui mi chiamano Kim.-
-Percy- le prese la mano.
-Allora hai intenzione di andare alla festa oppure te ne starai qui a guardare le stelle?-
-Credo che andrò alla festa.- Percy sorrise –Mi potresti accompagnare?-
-Hei, matricola, non prenderti troppe iniziative.- Detto questo gli strizzò locchio, lo prese a braccetto e lo condusse allinterno delledificio.
 
Percy era ai piedi del letto, seduto, con la testa tra le mani.
Nico. Nico a letto con una ragazza. Una ragazza era nel letto di Nico. Lui la stava abbracciando. Come…perché era successo? Non gliene aveva mai parlato. Si fidava così poco di lui? Lui che gli aveva sempre confidato tutto, che in questo periodo si era praticamente gettato nelle sue braccia alla ricerca di aiuto. Aiuto che aveva trovato, certo, ma ora si sentiva tradito. Si accorse di avere il viso un po’ umido.
Decise che era tempo di staccarsi da Nico. Di trovare la via per un’altra vita, lontano da lui. Non aveva voglia di dovergli pesare ancora. Soprattutto ora che aveva trovato una ragazza. Con questa convinzione si spogliò e si gettò nel letto.
 
-E così non hai mai frequentato una scuola per più di un anno?- Kimberly aveva le mani intorno al suo collo, lui le stringeva dolcemente la vita, mentre ballavano un lento.
-No, purtroppo sono troppo iperattivo per certe scuole. Quindi, praticamente, per tutte le scuole che ho frequentato.- Kim rise. –Speriamo, allora, che tu non risulti troppo iperattivo anche per questa scuola-
-Credo che qui farò il bravo.-
-Come? Di solito fai il cattivo?-
-Diciamo che di solito attiro lattenzione.- Kim lo guardava senza capire, allora lui la prese con più decisione per la vita e, a tempo con la musica, le fece fare un salto mentre lui girava su se stesso.
-Mi accontenterò di sapere che sei un bravo ballerino, allora, matricola.-
-Sarà questo il mio nuovo soprannome? Matricola?-
-Suppongo di sì. Ne avevi forse altri?-
Testa dAlghe pensò con tristezza Percy. –No nessuno.-
-Allora sì, matricola- Kim rise di gusto e il figlio di Poseidone, mentre la musica finiva, le fece fare unultima giravolta, per poi riprenderla tra e sue braccia.
 
Mentre cercava di prendere sonno, Percy ripensava a quella sera. A Kimberly, a come le era sembrata subito una dea, in quel suo abito verde, che a molti era sembrato pacchiano, ma non a lui. Si girò nel letto. Finalmente riuscì a rilassarsi, ma il suo ultimo pensiero, quella notte, fu per Nico.
 
-Matricola, devi già andare via?- Erano seduti su un muretto del giardino della St, Antony. Avevano ballato fino a poco tempo prima, avevano parlato e riso molto.
-Purtroppo sì. Sai cèmio fratello che mi aspetta.-
-Hai un fratello?-
-Sì, più o meno. Diciamo che è come un fratello.-
-Sul serio? Anche io vorrei avere un fratello o una sorella. Invece sono figlia unica e i miei mi hanno sbattuta qui per non avermi tra i piedi.-
-Mi dispiace.- Percy le accarezzò una mano.
-Tranquillo, ci sono abituata.- gli sorrise. –Piuttosto, tu devi andare da tuo fratello ora. Almeno tu, goditi questa fortuna. E, mi raccomando, parlagli di me!- gli fece locchiolino e lo abbracciò.
 
Quella mattina Nico si alzò e notò con piacere che Hazel, rannichiata al suo fianco, aveva l’aria molto più felice della sera precedente. Le scostò una ciocca di capelli dalla faccia e ripensò a quello che gli aveva raccontato su lei e Frank. Il figlio di Marte sarebbe dovuto andare via, in Asia. Un suo zio si era rifatto vivo e aveva chiesto la sua custodia. Ovviamente non aveva avuto altra scelta se non assecondarlo in tutto e così, per non far soffrire troppo Hazel, aveva deciso di lasciarla. Nico questo lo capiva, ma sua sorella no. L’aveva consolata tutta la sera e alla fine era riuscito a farla addormentare nel suo letto. Purtroppo non era riuscito a rimanere sveglio in attesa di Percy, ma sicuramente il figlio di Poseidone lo avrebbe capito. Inoltre era certo che gli avrebbe dato una mano a sistemare le cose tra Frank e Hazel e magari a trovare una soluzione per non far partire il loro amico.
Decise che avrebbe svegliato Hazel più tardi e, dopo essersi vestito, andò verso la Cabina 3.
 
–Chi è a quest’ora?- mugugnò Percy quando qualcuno bussò alla porta.
-Sono io. Nico.-
-Nico!- Percy balzò fuori dal letto. Andò allo specchio e cercò di sistemarsi i capelli. Poi si fermò un attimo cercando di capire cosa diavolo stesse facendo.
-Ehmm…posso entrare?- chiese l’amico da fuori.
-Si, certo, entra.-
Il figlio di Ade entrò e si accomodò sul letto sfatto. –Allora, com’è andata ieri?-
-Oh ieri ho conosciuto Kim…- Percy si ricordò dell’altra ragazza, quella in camera di Nico. –Bene, è andata bene.- sputò fuori, glaciale. –Credo che a te sia andata meglio, comunque.- Si voltò.
-In realtà l’altra sera per me è stato…-
-Si si è stato stramaledettamente magnifico, risparmiata i particolari, grazie.- Lo interruppe Percy. –Anzi, non è che potresti andartene, adesso? Ho delle cose da fare questa mattina.- Detto questo prese Nico per un braccio e lo trascinò fuori, dove questo, vedendosi sbattere la porta in faccia, si chiese, ferito, cosa mai avesse potuto fargli per ricevere un comportamento così. Aveva forse capito quali fossero i suoi sentimenti per lui? Rimandò indietro le lacrime e andò a svegliare Hazel, cercando di mostrarsi più felice che mai per non far soffrire la sorella.
   
 
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