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Autore: allyourlittlethings_    01/10/2014    0 recensioni
Una ragazza insicura. Una vita davanti.
L'amore -diceva- arriva all'improvviso e non lentamente. Non arriva a corroderti le membra, a bruciarti l'anima come una lenta ma piacevole agonia. È una cosa che è effimera quando ti capita, ma che poi ti penetra l'essenza e vive dentro di te almeno quanto l'anima. E fa male. Ma se dicono che l'amore sia felicità, per guadagnarselo bisogna soffrire. Se da una parte acquisti una cosa, dall'altra perdi. Così è l'amore.
'Ti prego, Louis, fa' che sia tutto un errore, uno stupido sbaglio. Dimenticati di me. La verità è che io non sopporto
queste frasi mai dette e segreti non confessati, questa attesa così lunga vissuta nell'illusione, nella speranza di trovare un equilibrio irraggiungibile. Siamo come due equilibristi su un filo sottile che si tengono per mano. Se uno dei due cade, cade anche l'altro. Lo so che sarà difficile rialzarsi, ma credo che per farlo dobbiamo farlo da soli. Nessuno salva qualcuno che non vuole cambiare.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Occhi verde smeraldo. Ricci morbidi che se ne vanno da tutte le parti e che vengono puntualmente risistemati dal ragazzo in un gesto plateale. Bocca sottile in perfetta armonia con i suoi lineamenti delicati. Braccia muscolose ricoperte da tatuaggi. Polo sbottonata. Ci vede,e sul suo volto compare una leggera smorfia complice. Si avvicina con passo svelto e da' una pacca sulla spalla a Louis lanciando un'occhiata a me e successivamente guardando il suo amico con aria interrogativa. 
- Nuove conquiste neh, Lou?- dice scherzoso facendo l'occhiolino a Louis. Farfalle nello stomaco.La sua voce è così roca e sensuale.
- Ahah no haz, lei è Rose Chifford, la mia nuova compagna. Rose, lui è Harry Styles.
Sig. Styles sposta lo sguardo su di me, squadrandomi con la bocca piegata in un lieve sorriso.
Avverto le farfalle nello stomaco agitarsi e minacciare di uscire rimanendo poi intrappolate in gola, rendendomi incapace di parlare. Potrei scoppiare da un momento all'altro. Cerco disperatamente un punto di fuga a tutte queste emozioni che mi riscaldano le membra fino a scottarle e salgono fino alla bocca, impregnandola di un sapore nuovo, un sapore amaro e dolce allo stesso tempo. Abbasso lo sguardo, sulla punta delle mie doctor martens. E mi pento subito dopo, consapevole che la timidezza ha ancora vinto. Scaccio quel demone dalla mia testa e sorrido guardando dritto negli occhi a quel riccio che pare un dio. E solo ora mi accorgo che hanno il colore dell'erba di primavera, quel verde che alla luce del sole brilla di mille sfumature e al buio diventa profondo, più del mare, in cui ti potresti perdere e non riemergere più. Mi porge la mano che, titubante, stringo delicatamente.
-P-piacere- balbetto, senza abbandonare quel sorriso che ho dipinto sul volto da quando è comparso Harry.
Anche lui mostra un sorriso in risposta, un sorriso cordiale e incredibilmente ampio in grado di infondere gioia a chiunque lo guardi. Mi costringo a spostare lo sguardo altrove per non destare alcun sospetto, per evitare di venire catturata da quello che pare sia amore a prima vista. Per quanto queste nuove sensazioni siano piacevoli, ho paura. Ho paura di innamorarmi, perché non ho idea di cosa sia l'amore dal momento che non l'ho mai ricevuto ne' tantomeno dato. E' come se mi inoltrassi in un dedalo di strade sconosciute. Si aggroviglieranno ancora di più fino a farmi soffocare? Oppure mi guideranno verso la felicità?
Ho sempre avuto paura di tutto ciò che non conosco. Non sono mai stata curiosa, non sono quel genere di ragazza che si butta in nuove esperienze ad occhi chiusi, che si ciba di emozioni mai provate. Non sono mai andata sulle montagne russe, non ne ho mai avuto il coraggio. La novità mi spaventa. E cerco, per mio istinto naturale, di evitarla. Ma si può evitare di innamorarsi? 
- Mi ha detto che viene dal Cheshire-
La voce cristallina di Louis mi riscuote dai pensieri che invadono la mente.
- Si, più precisamente da Holmes Ch..-
- Incredibile, vengo anch'io da li- mi interrompe Harry, con gli occhi che brillano dalla sorpresa.
Rimango a bocca aperta. Possibile che io non abbia mai visto un ragazzo del genere nella mia città? Forse sta scherzando, eppure la sua voce nel pronunciare quella frase non aveva nulla di ironico o alterato.
- wow- esclamo, sbarrando leggermente gli occhi.
- N-non ti ho mai visto Styles- aggiungo, usando un tono il più distaccato possibile, come per forzarmi a non apparire interessata a lui.
- Neanch'io- risponde, lasciandosi sfuggire un ghigno rivolto a Louis. Per un attimo ho avuto l'impressione di captare una sorta di complicità tra Louis ed Harry, come se mi stessero nascondendo qualcosa, il che mi dà in po' di fastidio.
- Beh,ora vado da Ashlee, a domani- dice ad un tratto Harry spostando lo sguardo oltre la mia testa. Mi sento crollare il mondo addosso mentre sussurro un 'ciao' che molto probabilmente non sarà giunto alle sue orecchie. Seguo con lo sguardo Harry, che raggiunge una ragazza alta quasi quanto lui, magra e aggraziata. Le cinge i fianchi e la bacia appassionato.
'Crac'. Credo che dentro di me qualcosa si sia rotto. Sono io che vado a pezzi, o solo il mio ottimismo che mi aveva illuso fin da subito? Oppure è la gelosia che mi corrode? 
Sento come se l'asfalto sotto di me si staccasse dai miei piedi, inghiottendomi in un vortice mentre il mio sguardo è ancora là, su quella coppia i cui corpi non si decidono ancora a staccarsi. Non avrei dovuto innamorarmi, dovevo restare fedele alla mia paura, che in fondo voleva solo avvertirmi in che situazione mi sarei andata a cacciare. Ma è facile seguire l'istinto e poi ricoprirsi di condizionali, su cosa avrei dovuto fare e cosa no, è facile fare passi avanti e poi voler tornare indietro.

"So can we start it all over again?"

Mi volto in cerca di Louis, che probabilmente si sarà fatto qualche domanda in tutto quel tempo che io sono rimasta a fissare Harry e la sua ragazza, ma non c'è nessuno attorno a me, la folla ormai si è già dileguata. E mi sento terribilmente sola, abbandonata a me stessa e ai miei rimorsi. Prendo la bici e mi avvio verso casa.

"Illusion never changed

Into something real

I'm wide awake

And I can see the perfect sky is torn"

Canticchio, mentre la pioggia ricomincia a scendere lieve facendo stridere le gomme della bici in frenata davanti a quella che non ho il coraggio di chiamare casa. Una casa con la C maiuscola dovrebbe essere un rifugio,un luogo accogliente e sereno. E nella mia di casa tutto questo non è mai esistito, anzi.

Entro e ciò che vedo spero solo sia un brutto incubo. Mia madre accanto ad un uomo, uno di quelle persone che si portano dietro l'odore di whisky e vodka dalla mattina alla sera come se fosse profumo, uno di quelli con gli occhi persi nel vuoto sempre velati, in cui è impossibile vederci se non buio, buio dell'anima offuscata dall'alcool. E se ne sta li, sul divano con un braccio che cinge le spalle di MIA madre e l'altro che regge una bottiglia vuota, l'ennesima a quanto pare, visto che ce ne sono altre vuote sparse sul tappeto. Sbatto la porta, in preda a una crisi nervosa e forse anche esistenziale. 
" perché tutte a me?"
Mi butto sul letto e piango come se non ci fosse un domani, urlando qualche volta un' insulto verso mia madre e la mia vita, che a questo punto non vale assolutamente la pena di essere vissuta.

'I wish That i could wake up with amnesia

And forget about the stupid little things ...'

Mi interrompo, sentendo bussare la porta della mia camera.

-Rose, lascia che ti spieghi- urla mia madre

-Non ci sono spiegazioni, non voglio più vedere quell'essere che ti porti dietro, via!- le urlo contro, come se fossi animata da un demone.

- Hai fatto di tutto per rendere la mia vita un incubo e ora con quella merda di persona che hai portato qui dentro hai raggiunto l'apice!- aggiungo tutto d'un fiato.

- Ma Rose, e' una persona dolce, credimi, dovresti conoscerlo!-

- Si, la dolcezza della vodka che lo riempie dalla testa ai piedi-

-Ma..-

- Niente ma, me ne vado via da qui. E non ritornerò facilmente.-grido con la voce rotta dal pianto, e con questa frase inizio a buttare un paio di tacchi e qualche vestito nello zaino alla rinfusa, insieme a quei pochi soldi del salvadanaio.

Sento mia madre disperata urlarmi di non andare . Ma sono impassibile, le passo davanti senza degnarla di uno sguardo animata da una furia ribelle e dalla volontà di voltare pagina e ricominciare da capo nonostante il passato abbia inciso la mia anima, ma sono determinata a porre fine a tutto questo circolo vizioso di odio, finzione, egoismo e menefreghismo.
Ho bisogno di fuggire da questa situazione che mi sta lacerando e non avvertirla più sulla mia pelle. So che questa scelta può sembrare avventata e discutibile, ma ammetto che non sono stata io a volere ciò. Hanno agito per me tutto quell'odio e quella rabbia repressa che oggi hanno ripreso a ribollire, esplodendo incontrollabili.
Mia madre cerca di trattenermi afferrandomi violentemente per il braccio ma la spingo indietro con una forza che non credevo di possedere. Lancio un ultimo sguardo carico di odio a quella casa che in solo 4 mesi che la abitavo non ha fatto altro che ferirmi, buttarmi in un baratro dal quale non sarei mai più emersa. E guardo disgustata quell'alcolizzato che se ne sta inerme sul divano a osservare la scena senza intervenire, la sua faccia rossa dall'alcool, senza riuscire a provare un briciolo di pena.

- hai solo 16 anni, dove credi di andare?!?- dice mia madre tra i singhiozzi.

- andrò molto più lontano da sola che qui con te-dico con un accenno di sorriso.
-addio- aggiungo poi, scandendo le lettere.

-Ferma!-

- Margaret, lasciala stare vieni qui- interviene l'uomo con una voce profonda e flebile, come se l'ultimo neurone rimasto stesse soffocando.

- No, non la lascerò andare-

-troppo tardi- ghigno, e chiudo la porta di casa con l'espressione di chi sa di avere la vittoria fra le mani, la libertà scorrere nelle vene, incontrollabile.

  
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