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Autore: ladyflowers    08/10/2008    11 recensioni
Misa voleva uscire con Light. Light non voleva uscire con Misa. Elle voleva uscire, punto e basta. Sopravvivranno?
Attenzione: questa fanfiction non è per niente romantica. Se volete vedere stravolte le normali azioni di Light, Elle e Misa leggete pure, a vostro rischio e pericolo.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction è nata un po' per caso e, sebbene all'inizio fosse pensata per essere una one shot, si è rivelata un po' troppo lunga e dunque l'ho divisa in tre capitoli. Questo nonostante il primo abbia un sapore un po' autoconclusivo così, se riterrete quanto prodotto dalla mia mente malata sia davvero da gettare, potrò farlo senza problemi.
Altro piccolo avviso: i personaggi non sono OOC, anzi ho cercato quanto più possibile di rendere i comportamenti il più possibile vicini a quelli del manga, scherzando proprio su come agiscono.
Detto questo buona lettura, sperando che commentiate perlomeno per capire se queste righe sono un'emerita schifezza! Besos! ^_^


No, Ryuzaki, no!



Venire sospettati di essere Kira non era facile, per niente.
Il fatto di essere Kira per davvero rappresentava un dettaglio irrilevante.
Ma era ancora peggio venire costretti, per uno strano scherzo del destino, a stare appiccicati a Elle ventiquattro ore su ventiquattro.
E ribadiamo che stiamo parlando di Elle, il quale è in grado di capire se qualcuno sta starnutendo anche solo dal movimento sospetto di una ciglia. E non è bello.

Ma tutto sommato a Light Yagami, intelligente, scaltro, audace, sagace, salace e quant'altro finisca con -ace vi venga in mente, questo piccolo particolare della sua vita passata a stretto contatto con Elle non lo turbava più di tanto: voglio dire, Light non è mica Willie il Coyote... è uno che ha impiegato meno di mezz'ora per iniziare a uccidere... e non uno o due tre nomi... qui parliamo di un elenco degno delle proscrizioni sillane!

Eppure ciò che aveva messo a dura prova la sua resistenza psicologica, già labile dopo aver passato giorni interi legato come un insaccato in uno sgabuzzino per le scope sotto l'occhio indagatore e un po' maniaco di Elle, era stata quella proposta piovuta inaspettata dal cielo come quel Deathnote... solo mille volte peggio.

“Che cosa?! Perché ti salta in mente una storia simile proprio adesso?!” esplose Light incredulo, non scattando in piedi giusto per evitare di venire arrestato seduta stante.
Elle lo guardò con gli occhi spalancati e odiosamente immobili:
“Perché? Ti crea problemi?”

Calmati Light. Così attirerai solo i suoi sospetti. Siediti e pensa lucidamente, in fondo non hai fatto nulla di male.

“No. Ma non credo che avere un appuntamento con Misa a questo punto delle indagini possa servire a qualcosa. Tantopiù che, essendo entrambi incatenati, ci dovremo assentare dal lavoro e questo non possiamo permettercelo con Kira a piede libero.”

Uscire con Misa. Ridicola, assurda ed ignobile proposta di Elle, sparata in mattinata quasi per caso mentre era intento a cospargere zucchero sul caffè come se fosse aspirina.

“E' nobile da parte tua voler persistere nel dare la caccia a Kira – ammise Elle, mordicchiandosi con fare indifferente l'unghia del pollice – ma non farmi credere che non ti farebbe piacere uscire un po'.”

Acc... se insisto con troppa insistenza potrebbe sospettare che lo faccio apposta per timore che lui possa scoprire qualcosa che non deve. Però se accetto potrebbe pensare che io pensi che voglia andare con Misa perché lei è sospettata di essere il secondo Kira e metterci d'accordo su come ucciderlo... o forse è meglio che lui non pensi che io sto pensando a lui che pensa.
Maledetto Elle, mi hai incastrato!

“Immagino che tu nutra ancora dei sospetti verso di me, sbaglio forse?”
Meglio prenderlo in contropiede. Su qualsiasi cosa. Anche su cosa ordinare per cena: con Elle bisognava stare sull'attenti, sempre.

“Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, Light.”
Come volevasi dimostrare...
Elle sorseggiò un goccio di caffè tenendo la tazzina per la punta delle due dita, aggiungendo:
“Credo che osservarvi interagire con l'ambiente circostante, anziché con la solita stanza d'albergo, mi sia utile per capire il rapporto che intercorre tra te e Misa e così farmi un'ulteriore idea se tu e lei eravate rispettivamente il primo e il secondo Kira.”
Tutte queste palesi, e per nulla piacevoli, accuse erano espresse con i soliti occhi spalancati come quelli di un pokémon, un'alzata di spalle indifferente e la schiena incurvata sulla scomoda sedia d'ufficio.
Un corvo incrociato con una scimmia e qualcos'altro di incredibilmente irritante... questo era Elle secondo la modestissima e alquanto alterata visione di Light.

Respira Light, respira... non so come possa credere che io sia Kira... io che uccido la gente... e quella Amane che mi segue... questa è fantascienza. Sono un onesto cittadino e se Elle sospetta ancora di me non mi resta altro che assecondarlo e mettere a tacere ogni dubbio per sempre.

Tanto prima o poi lo ammazzerò!

Eh?! Cos'era questa voce lugubre interiore proveniente dal mio subconscio più profondo assopito da giorni?
...
Pazienza, ora ho altre cose più importanti a cui pensare.

“E va bene, se questo può deviare i sospetti da me e lei allora accetterò – Light fece una pausa incerta, infine si decise ad aggiungere - ... e tu... verrai con noi?”

Elle alzò il polso facendo tintinnare la catena che legava inesorabilmente lui e Light come se fossero stati pane e Nutella... e in quel momento Light era la Nutella schiacciata dalla soffocante morsa del pane... immagine raccapricciante, Light si ripromise di dar fuoco a quei dolci abominevoli appena ne avesse avuta la possibilità.
Cioè mai... ma lasciamolo sognare, poveretto.

Elle a quel punto fece un mezzo sorrisetto: “Devo tenerti d'occhio, ricordi? Parteciperò anch'io, mi spiace. Ora prendi questo e chiama Misa.”

Dicendo ciò porse a Light un cellulare, tenendolo per il bordo con due dita come se fosse in procinto di esplodere, e il povero Yagami junior non poté che sottostare a quell'ulteriore odiosa richiesta.

“Devo dirle qualcosa di preciso?”
“Hai carta bianca.” rispose pacato Elle, indice posato sulle labbra.
“Ok... “ Light sospirò infine compose il numero, sperando che nessuno rispondesse.

Potrebbe mai Misa Amane rispondere ad una chiamata fatta sul numero di cellulare conosciuto unicamente da Light?
Ovviamente si.
Infatti, la giovane cogl...  stupidina prontamente rispose, manco a chiamarla fosse stato Dio in persona... in effetti per lei Light era un dio... ehm, lasciamo perdere la visione personale della teologia vista da Misa Amane.

“Pronto? Qui parla Misa Misa!” vocetta allegra e piena di brio. Talmente piena che Light si trattenne a stento dall'emettere un conato di vomito.
“Misa sono io.”
“Light! Amore mio, quanto sono felice che tu mi abbia chiamato! Matsu non si impegna come manager e così mentre aspetto che mi diano una risposta per quella parte sono qui ad annoiarmi e...”

Ma quanto parla?

Unico irritato pensiero di Light. Meglio non andare troppo a fondo o nella sua mente potreste trovare cose inimmaginabili... e non è il desiderio remoto di vedere Elle nudo, a quello ci pensano le già numerose fiction yaoi.

“Senti, volevo proporti di uscire oggi.”

“Io e te?” La poveretta, di fronte a questo invito inaspettato quanto l'arrivo di una meteora, rimase assolutamente scioccata. Principio di ictus si direbbe... e di crepacuore... e pensate un po', Kira o non Kira, è sempre opera di Light.

“Si, io e te.” ed Elle. Ma questo proprio non poteva dirglielo.

“Ma certo tesoro mio! Non vedevo l'ora che me lo chiedessi! E poi... uscire, finalmente mostrarci al mondo! Vieni adesso a prendermi?”

Prima di rispondere Light si guardò un attimo, notando con disgusto la camicia pezzata di sudore e tensione, la cravatta buttata a terra e il ciuffo di capelli che... no, quello era perfetto ed immobile... era questo il bello di stare dentro ad un manga: i capelli non si scompigliavano mai e non doveva neanche comprare una parrucca!

“Mi cambio e sarò li da te tra mezz'ora.”

“Oh Light! Ti sistemi per me! Quanto ti amo!”

Ma il prode Yagami chiuse la chiamata prima che Misa potesse sciorinargli altre stupidaggini come il fatto che lo avrebbe amato anche se si fosse presentato a lei con le occhiaie e i piedi scalzi... ah no, questo era Elle, scusate.

“Sarai soddisfatto ora che interrompiamo le indagini per un tuo stupido sospetto.”
Elle si mordicchiò qualche istante il pollice infine rispose non battendo ciglio: “Si.”
“Pazzesco – borbottò Light – ora andiamo, dovrò indossare qualcosa di decente.”
Elle si alzò controvoglia dalla comoda sedia ma, a meno che non volesse venire trainato come un carretto da Light fino alla stanza d'albergo dove soggiornava, fu costretto a camminare accompagnato dal tintinnio delle catene.

^§^§^§^§^

Svestirsi.
Piccolo piacere momentaneo dopo una stancante giornata di lavoro.
Breve istante di privacy con il proprio corpo e semplice soluzione per staccare la spina.

Non per Light Yagami.

Non per lui che aveva davanti Elle immobile, leggermente incurvato, le mani nelle tasche dei jeans e un'espressione di assoluta ed incondizionata indifferenza.

Elle non era girato di spalle. Elle lo guardava, con i suoi occhi spalancati e i capelli scompigliati come se fosse stato appena folgorato il che, pensava segretamente Light, ad un certo punto della sua vita doveva pur essere accaduto per ritrovarsi in quello stato.

“Ryuzaki... - accennò lui in un misto tra irritazione ed imbarazzo – potresti...”
“Ah, certo... scusa.”
Dicendo questo si guardò qualche istante attorno infine gli porse un paio di pantaloni ed una maglia,  piegati con cura di fianco a lui.
Confuso Light li prese in mano per poi capire, qualche istante dopo, che Ryuzaki poteva anche essere i tre detective più ingambissimi del mondo riuniti in una sola persona ma ancora non era arrivato a capire un concetto elementare come quello di intimità.

Questo tizio deve avere qualche disturbo veramente grave. Che faccio? Mi svesto davanti a lui? E se lo facesse per misurare la mia sfacciataggine e così capire se io ho il carattere di Kira?
Ma forse se faccio troppo il ritroso potrebbe pensare che ho qualcosa da nascondere...

Questi pensieri mostrano chiaramente il perché uno come Light Yagami sia diventato Kira.

“Non stare lì a guardare!” esclamò Light improvvisamente.
Elle lo osservò qualche istante perplesso. A ben pensarci quella frase poteva anche avere un doppio senso.
Evidentemente, per quanto tardi in queste cose, dovevano esserci arrivati tutti e due.
Ma, molto saggiamente, Elle non disse nulla e si limitò ad alzare gli occhi verso il soffitto, il labbro leggermente imbronciato.

Incredibile. Con Elle devo stare attento. Dev'essere davvero astuto se è riuscito a farmi fare una figura simile.
A dire il vero hai fatto tutto da solo Light ma se la tua coscienza ti suggerisce questa via di redenzione, meglio per te.

In ogni caso Elle non lo passava ai raggi X con quello sguardo a cui nulla sfugge, così Light ne approfittò per cambiarsi i pantaloni e sbottonarsi la camicia. Finché ad un certo punto si bloccò, guardando con un misto di orrore e disperazione quel luccicoso oggetto fonte dei suoi personali guai.
Le manette.

“Ryuzaki...”
Il Ryuzaki in questione abbassò lo sguardo smettendo di contemplare il lampadario del soffitto e si rivolse verso Light inclinando leggermente la testa per poi capire.

Così si avvicinò a Light.

Questi indietreggiò di un passo, spaventato, quando lo vide avanzare con così tanta sicurezza.
“Aspetta Ryuzaki, che...”
Ma si bloccò, completamente sconvolto, quando Elle prese con la punta delle dita la sua mano sollevandola leggermente per poi afferrarla con più decisione.

E' completamente impazzito? Che sta facendo?! Elle mi tiene per mano, la  mia mano!

Oh, bravo Light, finalmente hai smesso di farti troppe pippe mentali e invece iniziare a preoccuparti come farebbe una persona qualsiasi. Anche se tu non sei una persona qualsiasi...

Elle lo fissò con quei suoi occhi imperscrutabili, guardandolo come se non capisse il motivo di tutta quell'agitazione da parte di Light.

Si morse leggermente un labbro infine Elle commentò: “Lo vuoi, non è vero?”

Light sudò freddo non aspettandosi una simile uscita da parte di “Colui che non aveva esitato a rinchiuderlo per una quantità infinitesimale di tempo”.
“No! - esclamò Yagami in preda al panico – Assolutamente!”

Elle apparve visibilmente turbato: “Strano! Eppure mi era sembrato che ne avvertissi la necessità. Sai credo sia normale, dopo tutto questo tempo passato vicini. Devo ammetterlo, anch'io non resisto più... sono pur sempre un essere umano.”

NO! Non è possibile! Ha frainteso tutto! E la cosa peggiore è che ci sta pure! Che faccio?! Se gli dessi un colpo in testa sospetterebbero tutti di me!
Devo dissuaderlo... questo praticamente mi vuole violentare!

“Lascia perdere Ryuzaki! Pensa a tutti i propositi che hai fatto sul mio conto! Non vorrai mica cedere adesso!”

“Light, temo di non capirti. Credevo la pensassimo allo stesso modo a riguardo.”

“Tu la pensi in quel modo! Non certo io!” esclamò Light al culmine della pazienza.

“Capisco... credi che tornerei ad accusarti se tu accettassi. Se mai sospettassi ancora di te ciò che accadrà adesso non influirà minimamente sulle mie decisioni. Sarà solo questione di poco, vedrai, poi sarai come prima.” commentò Elle tranquillo, sempre tenendogli la mano.

No che non sarò come prima! Che accidenti crede che io sia?! Se succedesse qualcosa tra me e lui in questa stanza... Dio... non riuscirei più a guardarmi allo specchio!

“Finiscila Ryuzaki! Ti ho detto che non ci sto.”

Elle sospirò portandosi un dito al labbro dicendo: “Sei davvero strano Light.”

Ah io sarei quello strano?! Detta da uno che mi fa simili proposte con una faccia apatica come la tua la cosa non ha molto senso!

Infine, con noncuranza, Elle si avvicinò la stessa mano ai pantaloni.
Light in un primo momento, vedendo quel gesto, impallidì, in seguito trattenne qualche istante il fiato per non urlare e resistere all'impulso di dare una testata a quel chiaro maniaco sessuale e per ultimo arrossì... anche se probabilmente, preso dalla rabbia e dall'irritazione com'era, non se n'era accorto.

“Che stai facendo?! Fermati!”

Cercò di bloccarlo fiondando la sua mano libera su quella di Ryuzaki prima che potesse anche solo  slacciarsi un bottone dei jeans.
Ma con suo stupore si accorse che non era esattamente in quella zona che Elle mirava.
Due dita sottili e scheletriche infatti erano all'interno della tasca laterale, il gomito spigoloso alzato in uno di quegli assurdi movimenti che di solito faceva.

Elle si fermò guardando, questa volta chiaramente perplesso, Light con gli occhi ancora più sgranati del solito e la bocca leggermente aperta.

Infine, una volta che Light sconvolto ebbe allentato la presa, Ryuzaki tirò fuori dalla tasca dei jeans un'insignificante chiave metallica.

Light, giovane studente universitario, nonché responsabile della morte dei peggiori criminali del mondo, nonché in grado di superare indenne le trappole tese dal suo peggior nemico, si sentì incredibilmente stupido.

“Volevi liberarti dalle manette, no?” disse semplicemente Elle, guardandolo stranito come si potrebbe guardare un cane che si morde la coda.

Idiota. Era solo questo.

Ebbene si. Ligth Yagami si è dato dell'idiota, proprio a sé stesso, a sé medesimo.
Da segnare sul calendario.

“Si... per cambiarmi.” aggiunse Light, sperando che Elle non avesse afferrato il suo clamoroso fraintendimento. Se mai fosse accaduto il giovane Kira avrebbe potuto tranquillamente scrivere il suo stesso nome sul Deathnote e sperare di eclissarsi il più presto possibile dalla faccia della Terra.

Senza dire nulla, Elle sollevò la mano ammanettata di Light, la stessa che aveva tenuto durante la loro conversazione, per poi aprire le manette con la chiave.
La lunga catena che li univa cadde a terra con un tonfo sordo.

Light si massaggiò qualche istante il polso infine tossicchiò leggermente e, senza ripensarci ulteriormente, si tolse la camicia, rimanendo a petto scoperto.
Guardò di sottecchi Elle che, questa volta, non aveva lo sguardo puntato verso il soffitto bensì verso di lui, il solito dito appoggiato sulle labbra e l'altra mano in una tasca dei pantaloni.

Si guardarono qualche istante, infine Light corrucciò leggermente la bocca in una smorfia.

Non è che in realtà io avevo capito benissimo? Magari Elle l'ha fatto apposta ad usare il doppio senso in ogni frase. Ora mi fissa! Non dovevo cambiarmi così apertamente davanti a lui, chissà ora cosa passerà per la sua mente?...

Ben detto Light... il pensiero di Elle/Hideki Ryuga/ Ryuzaki/Nome che tu non saprai mai è fosco e oscuro come petrolio e se ci cadi... ti invischi e non ne esci davvero più.

Improvvisamente, nel silenzio che cadde tra i due e nell'immobilità generale, Elle ammise alzando leggermente le spalle, per il resto non muovendosi di una virgola.

“Beato te Light. Hai un bel fisico, ti invidio.”

“Ah...”
Qualche istante di silenzio. Cosa dire davanti ad un'affermazione simile?
“Ma no... anche il tuo va bene. Alle donne piacciono i ragazzi magri.”

Con le occhiaie, che girano a piedi scalzi e si abbarbicano sulla sedia come un makako forse no ma è meglio che non lo dica altrimenti mi cade in depressione.

“Davvero?” chiese reclinando ancora la testa Elle, ricordando vagamente un gufo.

“Ehm... si. Davvero.”

“Ma io non sono magro. Sono praticamente anoressico eppure mangio, credimi.”

Oh si, ti credo eccome. Le schifezze che mangi tu farebbero diventare obesa persino Kate Moss...

“Forse dovresti andare in palestra, uscire ogni tanto, fare sport... magari ti rafforzi un po'...”

Pensoso Elle si morse l'unghia dell'indice, sollevando leggermente gli occhi verso l'alto, per poi tornare nuovamente a guardare Light: “Già, probabilmente hai ragione.”

“Bene... ora direi che posso anche vestirmi così...”
Ma non fece in tempo a prendere la maglia che Elle intervenne, questa volta con entrambe le mani nelle tasche.

“Vuoi che ti meni?”

E adesso che diavolo sta dicendo? E poi me lo chiede come se mi proponesse di comprare latte al supermercato!

“Ryuzaki io non so cosa tu voglia esattamente da me ma di certo non ho intenzione di essere usato come valvola di sfogo per i tuoi sbalzi d'umore!”

“Giusto. Forse non c'è bisogno che ti dimostri la mia forza... non credo che la palestra sia la soluzione sai... in fondo sono robusto anche se non si direbbe. Guarda.”

Senza troppe cerimonie Elle si afferrò con indice e pollice di entrambe le mani il lembo della maglia più larga di lui di almeno due taglie e fece per sollevarla quando un terrorizzato Light si affrettò a bloccarlo prima che compisse qualcosa di assurdo.

Allarme.

Se Light fosse un computer questo sarebbe lo stato in cui si trovava il suo sistema.
Ma Light, per quanto strano, non era un computer, qualcosa di ben peggiore forse... un ragazzo che si trova davanti un altro ragazzo intento a spogliarsi con la stessa naturalezza con cui berrebbe un bicchiere d'acqua.

“Fermo che fai?!” esclamò sentendo la voce andargli via.

“Ti senti male?” chiese con tono monocorde Elle.

Per qualche istante Light rimase paralizzato così Elle si tolse la maglia tenendola con la punta per le dita della mano destra, rimanendo a petto scheletricamente nudo.
Degli attimi. Furono dei lunghissimi attimi quelli durante i quali Light guardò le braccia magroline di Elle, il petto con il costato chiaramente visibile e l'addome asciutto come se fosse il deserto del Gobi.

Insomma, non era certo il classico palestrato e sembrava doversi spezzare da un momento all'altro, ma tutto sommato aveva qualcosa di affascinante... forse perché per la prima volta lo vedeva com'era per davvero.
E, incredibilmente, gli piaceva questo lato fragile di Elle, vedere sfumata quella sua aura di magnetica intoccabilità.
Per la prima volta Elle sembrava umano.

Mitico.

Altro pensiero da cancellare per Light.
Imbarazzato come non mai si affrettò a dire:
“Sei un po' magro punto e basta, ora vestiti.”

“Tocca.”

Guardò Elle dritto negli occhi, ma come al solito attraverso la sua espressione non riuscì a cogliere niente di malizioso... niente di niente a dire il vero.

“Piantala Elle, questi giochetti non mi piacciono.”

Infine, prima di compromettersi ulteriormente, guardò l'indice di Elle che indicava il proprio ventre. Comprese quell'unica parola che non doveva più sfuggirgli per evitare di cadere ancora in simili fraintendimenti: addominali.

Deglutì qualche istante, infine Light sbuffò un po' seccato per poi avvicinare un dito verso la pancia di Elle che non smise di guardarlo con la stessa attenzione di una casalinga che non vuole perdere un solo istante della sua soap opera preferita.

Effettivamente Elle ha i muscoli ed effettivamente si vedono... effettivamente quando mi ha menato mi ha steso a terra...

“Si... hai addominali da paura.”
Frase infelice, davvero. Ma la verità era che voleva togliersi al più presto da una situazione imbarazzante come quella.

Elle lo osservò qualche istante infine abbassò gli occhi guardandosi i piedi per poi dire:
“Da paura. Mi piace. Hai un buon vocabolario.”

Perfetto. Scena di idilliaca amicizia tra maschietti conclusa nel migliore dei modi. Si sarebbero rivestiti, incatenati e usciti dalla stanza in pace come non mai.

Peccato, non andò proprio così.

Perché loro sono in un albergo, questo è vero. Ma si tratta di un albergo sorvegliato ogni singolo minuto della giornata.

E tutti possono vedere. E quando dico tutti intendo anche Matsuda, l'uomo più inutile dell'intero commissariato nonché uno dei pochi che si affianca al caso Kira.
Quando si dice uomini coraggiosi e indispensabili... ebbene non si parla di lui.
E, notizia dell'ultima ora, non stiamo parlando di Matsuda nemmeno adesso, no, non è lui il responsabile di quanto sta per accadere.

Bensì lei... unica ragazza che sopravviva fino alla fine di tutta la triste faccenda, eccetto la madre e la sorella di Light ma loro non sono mai centrate un ciufolo con la vita del ragazzo, ovvero Misa Amane.

Misa Amane che, impaziente di rivedere il suo bellimbusto timido e scontroso, spalancò la porta della stanza pronta a fiondarsi tra le braccia nude del suo amato.

Un momento. Le braccia nude le aveva davvero... e anche il petto.
E... anche Elle era a petto nudo.
E Light lo toccava.
Toccava il suo pancino e sembrava pure piacevolmente sorpreso.

“AAAH! Dio mio Ryuzaki cosa stai facendo al mio Light?! Brutto pervertito!”

Per Light fu come se tutta la sua faticosa vita da dignitoso studente perfetto, impeccabile, senza macchia e senza paura gli passasse davanti, fotogramma per fotogramma, da quando a solo un anno di vita era stato portato direttamente in prima media a quando... a quando era tornato indietro perché aveva un certo problema chiamato pannolino, anche se se lo sapeva cambiare da solo.

Che accidenti ci fa lei qui adesso? Dovevo passare a prenderla io più tardi! Oh no... adesso che mi ha visto con Elle che accidenti...

“Aspetta Misa, non è come sembra! La verità è che...”

Ma non fece in tempo a ribattere che intervenne Elle, con il solito fare sorpreso e immobile, che si rivolse verso Misa dicendo con onesto candore.
“Ma è proprio come sembra.”

Disgraziato! Mi vuole rovinare fino all'ultimo!

“Non ti permetto di toccare il mio Light visto che io non ho ancora fatto niente di spinto! Non dico di averne la proprietà esclusiva ma se devi farci qualcosa, con il suo esplicito consenso, lo farai solo dopo di me!” ruggì Misa inviperita.

“Non fa una piega.” ammise Ryuzaki fissandola.

Si sono bevuti tutti e due il cervello! Se mai Misa ne ha avuto uno... cosa di cui dubito fortemente...

“Bravo Ryuzaki – disse soddisfatta Misa – ora rivestiti, io e Light dobbiamo uscire.”

“Un momento – la interruppe Elle – devo chiederti un favore.”

E, senza preavviso, appoggiò entrambe le mani sottili sulle spalle di Misa guardandola dritta negli occhi. La ragazza fu un po' sorpresa da quell'incontro ravvicinato del Terzo Tipo con Elle, per di più mezzo nudo.

Arrossendo leggermente chiese: “Che vuoi?”

Che cosa avrà in mente? E se fosse tutta una tattica per scoprire Misa e portarla a confessare contro la sua volontà colpe che non ha mai avuto?

Ci fu qualche istante di tensione nella stanza, tensione che si poteva tagliare con una delle affilatissime lame da barbiere di Sweeney Todd o con i bisturi di Jack lo Squartatore, fate un po' voi.
Light guardò Elle, Elle guardò Misa e Misa guardava prima Elle e poi Light, poi Light e poi Elle... si insomma era confusa, un po' come voi dopo che avrete letto questa frase.

“Potrei avere successo con le ragazze?”

Lo ammazzo.
E questa non era la voce sopita del profondo subconscio interiore di Light.

Per qualche istante nella stanza ci fu un generale sospiro di sollievo.
Misa fece un breve sorrisetto per poi portarsi un dito al mento e sollevare lo sguardo, rispondendo con la solita vocetta odiosamente leziosa: “Se ti impegni puoi risultare interessante.”

“Mmm interessante. È già qualcosa suppongo. Curioso come la tua versione e quella di Light non coincidano affatto e di ciò me ne rammarico, speravo che anche tu lo notassi, come giustamente lo ha notato Light.”

Light iniziò a temere per la propria dignità. No, Elle non l'aveva ancora compromessa abbastanza.

“Notare cosa?” chiese Misa non capendo.

Ti prego Elle non dirlo, non dirlo...

“Che, come dice Light, ho addominali da paura.”

Merda.

 Lo sguardo scioccato di Misa davanti a cotale audace affermazione fu già di per sé uno spettacolo. Ma lo sarebbe stato ancora di più quando avrebbe scoperto, molto presto, che il suo era un anormalissimo appuntamento a tre... con Ryuzaki che, per quanto riguardava il relazionarsi con gli altri, aveva le idee davvero confuse...


  
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