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Autore: gitana90    02/10/2014    2 recensioni
Ed eccomi che ci riprovo con stà long, chiedo scusa.
Gli aggiornamenti saranno dettati dall'ispirazione che come tutti ben sanno è capricciosa.
Dal testo.
Il tempo era cambiato gettando il porto nel caos, lui compreso.
Aveva i piedi immersi nel fango. Non capiv neanche come si fosse ritrovato lì, in mezzo alla gente...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve  marinai,  pirati, donzelle e naturalmente  piratasse. Eccomi qui, sono tornata per presentarvi la mia prima e credo anche ultima long.
 
*Attenzione; comunicazione di servizio dell’autore: Il titolo della storia è preso  in prestito dal titolo della canzone dei Toy box: The sailor song, di cui io non ho diritti. Se vi và, andate  a sentirla,  è molto carina, io ad esempio, l’adoro. Mentre se volete ascoltare la colonna sonora della storia,  la musica che ho ascoltato mentre la scrivevo insomma, andate ad ascoltare: Senza giacca e cravatta di Nino D’angelo e Corazon Espiando di Santana. E no, non chiedetevelo, non lo so nemmeno io, il perché di questa colonna sonora.  

*Attenzione, attenzione: Edward alias  capitan o papà Teague, a meno che la sottoscritta non cambi idea ( e credetemi, è molto probabile) sarà presente per ora, come comparsa solo nel primo  capitolo. Ed ecco perché non l’ ho indicato tra i personaggi  poi chissà. Anche Jack piccolo, farà la sua comparsa solo in questo capitolo, poi tutto tornerà alla normalità.
Gli aggiornamenti, saranno dettati dall’ispirazione, e dal tempo che avrò a mia disposizione, perdono. I miei tempi sono ahimè lunghi, chiedo scusa. ( Me ne sono presa di tempo per scrivere sto primo  capitolo)
Grazie per l’ascolto.
Giusto un appunto:  è  ambientata, durante periodo successivo al terzo film  e per mio sicurezza è una what if? Perché  già alla fine del terzo film Jack  stava partendo con la mappa alla ricerca della fonte, quindi non avrebbe avuto senso ambientarla nel periodo normale  cioè seguendo il filo dei film, perché ci sarebbero stati errori grossolani, fastidiosi e insormontabili che avrebbero reso la storia poco credibile.
 
È un esperimento, comunque.
 
Benvenuti a bordo, buona lettura, e fino al prossimo approdo: ossequi.
 
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                                          The sailor song.
                                               
                                              
                                               
                           
           
                                                    
 
 
 
 
                                     Preludio          
 
 
 
                                                                                                            Venezuela. 1707 circa.
 
 
 
Il tempo era cambiato, gettando il porto nel caos, lui compreso.
 
 
Si muoveva in modo goffo, rallentato dalle donne urlanti e i bambini piangenti. 
Aveva i piedi immersi nel fango. Non capiva neanche come si fosse ritrovato lì, in mezzo alla folla, sperando di non scorgere il bambino tra la melma privo di vita.
Quel ragazzino gli aveva scioccamente lasciato la mano per inseguire il suo dannato cappello.
L’aveva messo nei guai per davvero alla fine.
Come se non fosse abbastanza, la pioggia continuava a battere sul selciato incurante di tutto. La luce di un fulmine caduto sulla scogliera illuminò il mare, mostrando una nave apparsa dal nulla, mentre una melodia assordante si levava nel porto, inondandogli le orecchie.
 
All’improvviso, le parole di una leggenda su una nave maledetta gli riaffiorarono alla mente, spaventandolo.
 
- Edward, Edward! – una voce familiare lo raggiunse sovrastando il rumore del vento e delle onde.
 
- Finalmente ti ho ritrovato! -  fece l’uomo contento.
 
- Mastro Daniel! -  disse il giovane, sollevato nel vedere un volto amico.
 
Le bandiere si muovevano agitate dal vento. Il mare in tempesta spingeva le barche con una facilità tale da farle sembrare  fatte d’aria.
Le lanterne, ormai rotte, cedettero all'improvviso, sotto la furia del vento, cadendo  al suolo e rompendosi in mille pezzi.
 
- Papà, papà! -
 
Il bambino continuava a camminare e chiamare il genitore, tra la folla,  la pioggia e il vento che  spazzava via le sue parole, rendendole  sorde.
 
 
Una strana e angosciante musica aveva cominciato a risuonare nel porto, martellandogli i timpani.
Mastro Daniel ne aveva parlato, prima, quando tutti gli uomini della ciurma lo avevano deriso, persino su padre. L’aveva chiamata in un modo strano, che ora faticava a ricordare.
Nessuno gli aveva voluto credere. Possibile, che proprio lui stesse pagando  la mancanza di rispetto che gli adulti avevano dimostrato verso quella leggenda?
 
Ne era fermamente convinto: quello era l’inferno in terra di cui gli adulti spesso parlavano terrorizzati.
Aveva perso suo padre, gli aveva  lasciato la mano e si era perso. Ora era solo e stanco, tra la gente  che urlava e gli animali impazziti.
L’aveva sentito chiamarlo a gran voce diverse volte, poi più niente, nessuno lo aveva più cercato.
 
I carri venivano sballottati per i vicoli delle strade. Le ruote stridevano, i  cavalli spronati dagli uomini correvano all’impazzata rendendo impossibile  il passaggio.
 
Per poco, non venne travolto da uno di essi.
 
Cercò un posto  per ripararsi, lo trovò vicino a un vicolo, in cui si era già rifugiato un gatto.
Si sedette affianco all’animale, avrebbe aspettato lì che qualcuno lo venisse a prendere.
Accarezzò l’animale che strusciò il muso sul suo braccio.
Si tolse uno stivale fradicio, ma qualcosa lo attirò, una figura, forse un pirata, si era parato davanti al vicolo. Cercò di avvicinarsi, ma la figura era come evanescente, il bambino avrebbe giurato che  si trattasse di uno spettro.
 
- Jack, Jack! -  la voce di suo padre lo chiamò all’improvviso facendolo voltare.
 
- Papà! – fece lui felice.
 
Dopo essersi assicurato  di avere la mano stretta in quella del padre, il piccolo voltò lo sguardo indietro, forse per scorgere ancora quella figura, ma quando  si girò, quella era sparita.
 
                                                
                                                          
 
                                                             
                                      
 
 
 
 
 
 
 
 
* Il Venezuela è in  Sud America. Caracas è la sua capitale. da sul mare dei caraibi.
 
Ed ecco il primo capitolo della long, non accanitevi troppo, sono un po’ stanca. Credo che vi farò pena, oggi è il mio compleanno e io lo festeggio scrivendo al computer, va bè, non fa niente.
Quindi se vi è piaciuto fatemelo sapere se no, come sopra e non vogliatemene troppo.
Lo so Jack in questo primo breve capitolo non è adulto,  infatti questo primo è una specie appunto di prologo di preludio, è per spiegare i successivi avvenimenti. Siamo infatti intorno al mille settecento sette  circa. Jack sarà adulto a partire dal  prossimo capitolo che sarà lungo. La storia come ho già detto è una what if? Ambientato dopo il terzo. Le recensioni sono ben accette anche negativ, che sono preziose per crescere come autore e in più sono gratis
.
 
  
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