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Autore: ShioriKitsune    02/10/2014    8 recensioni
[OS/AU - SasuNaru]
"Ma era il punto numero due che avrebbe fatto infuriare Naruto in modi che non aveva mai neanche lontanamente immaginato: chi diavolo era quella piattola dai capelli rossi che si era appena buttata su Sasuke, premendo i piccoli palmi su quei pettorali perfetti e mirando a scendere sempre più in basso? E per quale assurdo motivo si era appena sfilata la maglietta?
Quando il cervello abbastanza lento di Naruto riuscì a fare due più due, scattò in piedi stringendo i pugni e digrignando i denti.
Oh no, oh no. Quella cornacchia aveva scelto il ramo sbagliato sul quale posare le sue luride zampacce. "
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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For your Entertainment


Naruto Uzumaki amava particolarmente il modo in cui la finestra della sua camera da letto affacciava in quella poco distante dell'appartamento di fronte.

Non che di solito spiasse all'interno delle case altrui, ma quella era decisamente un'altra storia.

Guardò l'orologio: mancavano pochi minuti al rientro del proprietario e si sarebbe potuto godere lo spettacolo.

La prima volta che per caso si era accorto della cosa, era rimasto immobile per un buon quarto d'ora, la bocca spalancata e il braccio sospeso a mezz'aria, realizzando solo poi di essere riuscito perfino a sbavare.

La seconda volta, un po' meno preso alla sprovvista, si premunì quantomeno di nascondersi per evitare di essere scoperto – perché, mettendo in moto il cervello, si rese conto che quello che stava facendo era proprio da maniaci. Dalla terza volta in poi, quello spettacolino serale divenne parte – la più attesa, probabilmente – della sua giornata, tant'è che era arrivato a programmare i suoi impegni in modo da poter essere sempre libero in quel determinato frangente.

 

23:57, perfetto. Lui dovrebbe varcare la soglia esattamente fra tre minuti.

 

Naruto si accovacciò sotto la finestra, tirando su il cappuccio della felpa scura, evitando di pensare a quanto da malati potesse sembrare quella cosa e alle ossa che gli avrebbe spezzato Sasuke se solo lo avesse scoperto.

Già, Sasuke. Il suo migliore amico barra nemesi fin dall'infanzia, per il quale aveva scoperto di provare un'irrefrenabile attrazione fisica dal momento in cui, per sbaglio, le loro labbra si erano toccate tra i banchi di scuola.

Non c'era stato un giorno in cui non aveva provato a far ricapitare il fatidico incidente con ogni mezzo a sua disposizione, riuscendo soltanto a collezionare figuracce una dietro l'altra.

Non gli erano mai interessati i ragazzi, né gli interessavano adesso: Sasuke era l'unica eccezione.

Al solo pensare al suo sguardo tagliente e a quell'odore che solo lui possedeva e al quale Naruto non sapeva neanche dare un nome, avvertì un calore crescente nella parte bassa del corpo, proprio lì dove il cavallo dei pantaloni iniziava ad essere un po' troppo stretto.

 

23:59.

 

Quando Sasuke aveva confidato al suo amico di essere in cerca di un nuovo appartamento, Naruto non aveva esitato a trovarne uno dalle parti di casa sua, per potersi autoinvitare dal moro ogni volta che ne sentiva la necessità. Ma che tra i due appartamenti ci fosse un collegamento così interessante, lo aveva scoperto solamente quella fatidica sera, considerandolo un segno del destino.

Il minuto dopo, puntuale come suo solito, Sasuke Uchiha spalancò la porta della camera da letto, ma c'era qualcosa di dannatamente sbagliato.

Numero uno: perché Sasuke era già senza maglietta? Naruto spalancò la bocca. Non poteva credere che il suo tanto agognato spogliarello quella sera saltasse.

Certo, poteva aspettare che si liberasse dal resto dei vestiti, ma non era la stessa cosa del vederlo sfilarsi elegantemente la maglietta davanti allo specchio, mentre si osservava da ogni angolazione con aria soddisfatta: l'atmosfera era rovinata.

Ma era il punto numero due che avrebbe fatto infuriare Naruto in modi che non aveva mai neanche lontanamente immaginato: chi diavolo era quella piattola dai capelli rossi che si era appena buttata su Sasuke, premendo i piccoli palmi su quei pettorali perfetti e mirando a scendere sempre più in basso? E per quale assurdo motivo si era appena sfilata la maglietta?

Quando il cervello abbastanza lento di Naruto riuscì a fare due più due, scattò in piedi stringendo i pugni e digrignando i denti.

Oh no, oh no. Quella cornacchia aveva scelto il ramo sbagliato sul quale posare le sue luride zampacce.

Non sapeva bene come, ma doveva assolutamente fermare quella... cosa.

«Sasuke-kun, ahhh».

Naruto si tappò le orecchie, sgranando appena gli occhi. Maledetta femmina, le avrebbe volentieri strappato via la lingua.

Si guardò intorno alla ricerca di qualche idea brillante, mentre i mugolii e gli ansimi provenienti dall'appartamento di fronte diventavano sempre più forti e difficili da ignorare.

«Sei fantastico, Sasuke-kun! Perché non togli questi...»

No, maledizione!

Poi, come circondata da una luce eterea, abbasso lo sguardo e una Bic era proprio lì, ai suoi piedi. E decise che, per quanto avesse superato i dieci anni da un pezzo, una cerbottana era sempre la soluzione a tutto. Ma non avrebbe usato soltanto la carta, oh no.

Il suo sorriso divenne un ghigno sadico, mentre apriva la scatolina delle mine da disegno – per fortuna ne aveva qualcuna avanzata dagli anni di scuola – e ne conficcava una all'interno di ogni pallina di carta inzuppata di saliva, prima di prendere posizione accanto alla finestra e, neanche fosse un cecchino professionista, mirare all'obbiettivo con la sua arma improvvisata.

Sasuke era lì lì per sbottonarsi i pantaloni quando qualcosa lo punse sul braccio. Aggrottò la fronte, ignorando l'accaduto, ma successe di nuovo. E ancora, e ancora fin quando l'Uchiha non grugnì esasperato, affacciandosi alla finestra con occhi fiammeggianti.

«Che diavolo-». Non ebbe il tempo di terminare la frase perché una chioma bionda, totalmente convinta di essere passata inosservata, catturò la sua attenzione insieme alla mano – appartenente allo stesso essere unicellulare – che stringeva un tubo di plastica.

E Sasuke, al contrario di Naruto, non ci metteva molto a fare due più due.

Affilò lo sguardo, per poi allontanarsi dalla finestra e raccattare la sua camicia dal pavimento.«Torno subito, Karin. Aspetta qui o fai quello che ti pare. Anzi, vattene. Ormai non ho più voglia».

Non si prese neanche un secondo per ascoltare le lamentele della ragazza dai capelli rossi: si era già chiuso la porta di casa alle spalle, attraversato il breve tratto di strada e piantato il dito sul campanello che indicava il cognome Uzumaki.

«Apri la porta, inutile testa quadra, o la sfonderò a calci».

Il cuore di Naruto, ancora appostato alla finestra, perse un battito. Cosa era successo in quei pochi minuti e perché Sasuke stava bussando a casa sua? La risposta era una e non gli piaceva per niente.

Quando aprì la porta, Sasuke se ne stava bellamento poggiato con la mano contro lo stipite, la camicia aperta e lo sguardo da assassino psicopatico. L'Uzumaki fu percorso da un brivido che non era convinto di poter etichettare come 'paura'.

L'Uchiha entrò di forza, sbattendosi la porta alle spalle e camminando minacciosamente verso l'altro.

«Perché diavolo stai cercando di sabotare la mia scopata?».

Naruto si fece piccolo piccolo, continuando ad indietreggiare.

 

Uhm, ecco vediamo. Non c'è una risposta che potrebbe farmi sentire meno stupido.

Maledizione.

 

«B-beh ecco, la verità è che mi stavo semplicemente allenando a prendere la mira e-».

Lo sguardo di Sasuke si fece, se possibile, ancora più torvo. «In casa mia?».

Quella sì che era una bella domanda. Naruto si grattò il capo, cosa che faceva sempre quando era in difficoltà, stringendosi nelle spalle. Fino a quando non avvertì il muro alle sue spalle.

Sgranò gli occhi.

 

Sono spacciato.

 

Inaspettatamente, l'occhio gli cadde sulla camicia aperta e su quello che c'era sotto, e questa cosa non sfuggì a Sasuke che, dopo un breve attimo di perplessità, mostrò il suo ghignò più terrificante carico della consapevolezza che lo aveva spinto a tanto.

«Sei per caso... geloso?».

Naruto quasi si strozzò con la sua stessa saliva, arrossendo fin sopra le orecchie.

«Cos- Cosa stai dicendo?!».

Ma il moro era sempre più vicino e l'altro avvertiva quasi il suo respiro sulla pelle. Deglutì, il cuore che sembrava stesse per uscirgli dal petto.

«Sai, Naruto... questa sera mi hai fatto perdere un'occasione interessante». Il suo tono era come al solito senza particolari inflessioni, ma c'era un qualcosa di estremamente pericoloso, una punta di divertimento celata neanche poi tanto bene. Fece una pausa. «Dovresti trovare una soluzione, adesso».

L'Uzumaki s'immobilizzò. Se non fosse stato così buio avrebbe cercato i suoi occhi, quelle iridi color pece, e capito quali fossero le sue intenzioni.

Ma in quella particolare situazione, con il corpo mezzo nudo di Sasuke a pochi centimetri da lui, la sua bocca pericolosamente vicina al suo orecchio...

«N-non capisco».

«Andiamo, testa quadra. So benissimo cosa vuoi da me», si abbassò fino ad essere in linea con le sue labbra, soffiando le parole. «Avanti».

Naruto non sapeva con esattezza cosa Sasuke si aspettasse che lui facesse; se lo stesse solo provocando, prendendosi gioco di lui, o se intendeva davvero ciò che aveva detto. Fatto sta che il biondo, dopo un breve momento di esitazione – in cui gli vennero in mente, come in un cortometraggio, tutti i modi in cui Sasuke lo avrebbe rifiutato e poi preso a calci – non si fece ripetere l'offerta, catturando le labbra dell'altro in un bacio impacciato e serrando gli occhi.

Sasuke, al contrario, sgranò le palpebre ma non si staccò. Si domandò cosa diavolo fosse quella scossa che l'aveva percorso da capo a piedi nel momento esatto in cui Naruto si era fiondato sulla sua bocca, prima di iniziare lentamente a rilassarsi e ricambiare quel bacio di cui prese il totale controllo.

Infilò la mano tra i capelli dell'altro, tirando appena e costringendolo gentilmente ad inclinare il capo, prima di infilare la lingua nella sua bocca alla ricerca di un contatto più approfondito.

Era lui che dettava le regole e quel bacio era lento e passionale, con un Naruto stretto tra il corpo del suo sogno erotico e il muro, mentre questi s'infilava tra le sue gambe.

Si staccò un momento per respirare, ma non si domandò cosa stesse facendo neanche quando i suoi baci caldi e bagnati si spostarono sul collo abbronzato dell'altro. E quando dalle sue labbra sfuggì un gemito, Sasuke realizzò di non aver mai sentito suono più bello ed eccitante.

Fu proprio in quel momento che si accorse della sua eccitazione... e di quella di Naruto.

Ghignò.

«Avresti potuto dirmi molto tempo fa che ti facevo questo effetto».

Naruto sgranò gli occhi, arrossendo per l'imbarazzo ma riprendendosi l'attimo dopo e decidendo di essere coraggioso. «Beh, tutto il mondo era a conoscenza della mia ehm...ossessione per te. Tu piuttosto, non sapevo che ti piacessero anch-».

Ma l'Uchiha gli impedì di proseguire tappandogli la bocca con un bacio e arrossendo lievemente.

Neanche lui ci aveva mai pensato, nonostante a volte l'immagine di Naruto facesse capolino nei suoi pensieri in modo piuttosto equivoco. Quindi, non aveva una vera e propria risposta da dargli.

«Sono contento di averti interrotto la scopata», gongolò Naruto, avvicinandosi per rubare un altro bacio.

Sasuke lo afferrò dalla vita, affilando lo sguardo in quel modo che all'Uzumaki metteva i brividi... di piacere, questa volta.

«Continuiamo questa conversazione in camera tua».

E non era una domanda, ma un ordine che Naruto fu contento di eseguire.

 

La mattina dopo.

Naruto si massaggiava il fondoschiena, piagnucolando come una ragazzina e rifiutandosi di uscire da sotto le coperte.

Non che avesse qualcosa da ridire su come fosse andata a finire la serata, soltanto che non aveva mai pensato potesse fare così male.

Sasuke si stava rivestendo quando, per puro caso, lanciò un'occhiata fuori dalla finestra, rendendosi conto che, la sera prima, Naruto aveva interrotto l'atto con Karin proprio quando avevano fatto il loro trionfale ingresso in camera da letto. Come se fosse lì appostato già da prima, come se stesse aspettando qualcosa...

«Naruto?».

L'altro rispose senza girarsi. Grosso errore: se l'avesse fatto, avrebbe sicuramente visto il fuoco ardere nelle sue iridi.

«Come facevi a sapere che sarei entrato in camera con Karin a quell'ora, ieri sera, per intervenire così prontamente?».

«Oh beh, tu arrivi sempre allo scoccare della mezzanotte, sono mesi ormai che aspetto ogni sera per vedere come ti spo-».

 

Oh no.

 

Troppo tardi si accorse di quel madornale errore, ignorando il dolore lancinante e tirandosi a sedere.

Riuscì a incrociare gli occhi di Sasuke e pensò che, se gli sguardi avessero potuto uccidere, lui sarebbe già morto... molto, molto dolorosamente.

«Tu... cosa?».

«Ehm, non intendevo dir-».

Ma non ebbe il tempo di spiegarsi.

 

Il fondoschiena non fu l'unica cosa a dolergli, quando Sasuke andò via.

Ma, in fondo, non aveva nulla di che lamentarsi.





nda: con le scene di sesso sono negata, quindi le salto a pié pari. GOMEN!
   
 
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